Se stai pensando a una vacanza a contatto con la natura in un luogo remoto e poco battuto, la Val d’Ultimo, magnifica valle altoatesina, è una meta ideale. Lunga una quarantina di chilometri, è incuneata fra le vette del Parco Nazionale dello Stelvio e l’Alta Val di Non.
Se ti addentri in camper nella Val d’Ultimo non puoi contare su campeggi o aree attrezzate ma puoi chiedere agli uffici del turismo dove puoi sostare liberamente.
Già il nome evoca un luogo remoto e selvaggio, quasi nascosto. E in effetti questa è stata per lungo tempo isolata e piuttosto inaccessibile. Basti pensare che la strada che la collega al paese di Lana e alla Valle dell’Adige fu realizzata ai primi del Novecento e permetteva di arrivare solo fino a Santa Valburga, mentre il tratto rimanente che raggiunge la fine della vallata fu ultimato nel 1950. Questo ha fatto sì che il turismo, pur essendo oggi una risorsa importante nell’economia locale, si sviluppasse più lentamente e in modo meno invasivo rispetto ad altre località dell’arco alpino.

Tuttavia nel XIX secolo la zona fu assai frequentata per via dei suoi bagni termali, tra cui quelli di Mitterbad, all’epoca tra i più famosi del Tirolo, dove soggiornarono personaggi del calibro dell’imperatrice Sissi e del cancelliere tedesco Otto von Bismark, nonché scrittori come Frank Kafka e i fratelli Heinrich e Thomas Mann.
Oggi le terme non ci sono più, ma i villeggianti trovano in Val d’Ultimo un paradiso di boschi, torrenti, pascoli e laghetti, una rete sentieristica di settecento chilometri di sentieri segnalati (da quelli per famiglie a quelli per escursionisti esperti), e scoprono un mondo altrove scomparso, dove circa la metà degli abitanti vive ancora nei masi, le tipiche abitazioni con annessi stalla e fienile sparsi in tutta la valle fino a 1.800 metri di quota.

Fra queste montagne il concetto di chilometro zero non è solo uno slogan. La cucina, infatti, si basa su piatti semplici e tradizionali ottenuti con prodotti del territorio, tutti alimenti che si possono acquistare direttamente nei masi o nei mercatini dove i coltivatori espongono i propri prodotti. Anche l’architettura rispetta l’ambiente e il paesaggio, coniugando modernità e tradizione; ed è il legno a farla ancora oggi da padrone tra i materiali usati per l’edilizia. Certo, qualche compromesso fra conservazione della natura e progresso è stato fatto, come testimoniano le dighe tirate su dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Sessanta per la realizzazione di alcune centrali idroelettriche, ma si può dire che in generale il territorio della valle è stato ben conservato.

Un primo assaggio
Da Lana, importante centro frutticolo nei pressi di Merano, la strada si inerpica tortuosa fino a raggiungere San Pancrazio, il primo dei paesi che s’incontrano in Val d’Ultimo. Un paio di chilometri prima dell’abitato emerge tra i boschi la torre quadrata del castello di Eschenlohe, ormai in rovina e non visitabile, antica residenza dei conti di Ultimo – ramo collaterale dei conti di Appiano – e documentata già nel XII secolo. Il borgo di San Pancrazio, a 736 metri di altitudine, è dominato dalla parrocchiale neogotica con il suo campanile a pianta ottagonale alto ben cinquantasei metri, costruita sui resti della chiesa più antica della valle e i cui lavori di ristrutturazione iniziarono nel 1338. A pochi passi si trova la cappella a due piani di San Sebastiano, con un bell’altare barocco, eretta in memoria delle vittime della peste che nel 1636 uccise qui quattrocentosessanta persone.
Nella parte bassa del paese, seguendo le indicazioni per i campi sportivi, si scende fino a un piazzale dove si può lasciare il mezzo. Da qui, superando a piedi il ponte sul Rio Valsura, si prosegue sulla destra per arrivare in breve ad un altro ponticello, al di là del quale un sentierino di poche decine di metri porta alla cosiddetta Casetta sul masso. Si tratta di un curioso cimelio storico: nel 1882 una violenta ondata di piena del torrente Valsura travolse tutto quello che trovò nella zona eccetto questa piccola casa che era stata costruita su un’enorme roccia.

Da San Pancrazio partono svariate passeggiate, facili come quella che in circa un’ora conduce al castello di Eschenlohe (il ritorno è sulla stessa via dell’andata), oppure un po’ più impegnative, ma sempre adatte alle famiglie, come quella che segue il tracciato n. 5 e sale in circa due ore e mezzo fino alla chiesetta di Sant’Elena, a quota 1.524 metri. I più pigri, se non hanno un camper di grandi dimensioni, possono imboccare la strada panoramica appena fuori da San Pancrazio e raggiungere dopo circa otto chilometri un piccolo parcheggio. Da qui una facile camminata di una ventina di minuti porta alla chiesa, adagiata in mezzo ai boschi e menzionata per la prima volta in un documento del 1338. Al ritorno, invece di puntare direttamente al parcheggio, si può deviare sul sentiero n. 8 che sale ripido nel bosco fino a sbucare sulla forestale 9a e proseguire verso la malga Mariol (1.672 m), che offre un bel panorama e dell’ottimo cibo.
Passeggiate nella storia
A circa otto chilometri da San Pancrazio s’incontra Santa Valburga, la località principale del comune di Ultimo, che sfiora i 1.200 metri di altitudine. È sede dell’interessante centro di documentazione Culten, il museo archeologico della Val d’Ultimo. Aperto nel 2018, ripercorre la storia degli antichi insediamenti umani della valle, presenti già intorno al 9000 avanti Cristo, attraverso reperti e ricostruzioni di ambienti dell’Età della Pietra, del Bronzo e del Ferro. La struttura include anche un’area esterna, che ospita un maso del XIV secolo e una piccola coltivazione di erbe aromatiche tipiche della zona. Non lontano dal museo si trovano il cimitero e la parrocchiale del paese: menzionata per la prima volta nel 1278 ed eretta probabilmente sul sito di un preesistente santuario, è stata più volte rimaneggiata fino al XIX secolo, quando fu allungata la navata centrale e vennero restaurate le campane.

Il percorso Kneipp
La chiesa rimane su un colle e un po’ appartata rispetto al centro abitato, che si sviluppa più in basso seguendo la strada principale fin quasi al Lago di Zoccolo, il più grande dei bacini artificiali della valle, per la realizzazione del quale negli anni Cinquanta furono sacrificati diversi masi secolari presenti nell’area.
Un bel percorso pianeggiante, ideale per famiglie e adatto anche alle bici parte dalla diga e costeggia tutta la sponda sud del lago seguendo la via forestale (dove in inverno passa la pista di fondo). Lungo la passeggiata s’incontrano alcune installazioni del percorso Kneipp, il famoso sistema idroterapico ideato dal sacerdote tedesco da cui prende il nome, e diversi punti sosta con tavoli da picnic.
Giunti alla fine del lago, si può proseguire risalendo il corso del torrente Valsura verso San Nicolò e Santa Gertrude, oppure, se non si vuol tornare indietro per lo stesso itinerario dell’andata, si può passare sull’altro versante del lago, in località Pracupola, e raggiungere Santa Valburga scegliendo fra vari percorsi oppure con i bus che fanno servizio lungo tutta la valle.

Nei pressi di Pracupola (1.145 m) c’è anche la stazione della cabinovia che in dieci minuti porta ai 2.160 metri dell’area di Schwemmalm, solcata in inverno dalle piste da sci e nella bella stagione punto di partenza per varie escursioni, fra cui una molto tranquilla su un bel sentiero panoramico ad anello (percorribile anche con passeggino) e altre decisamente più impegnative che salgono in quota.
La Sankt Moritz dei crociati
San Nicolò, il terzo paese che s’incontra inoltrandosi all’interno della valle, è un gioiellino di circa trecento anime circondato da antichi masi, su cui svetta il campanile della chiesa gotica citata già nel Trecento e arricchita da pregevoli dipinti e sculture. Il borgo ospita l’imperdibile Museo Etnografico della Val d’Ultimo, all’interno della vecchia scuola del paese, che racconta la storia della vita rurale e dell’artigianato della valle attraverso ambienti, oggetti e attrezzi da lavoro.
Da San Nicolò una strada sale ripida e tortuosa – adatta solo ai camper di piccole dimensioni – per cinque chilometri fino al parcheggio della chiesetta di San Moritz, una della più antiche del territorio, in bella posizione panoramica a quota 1640 metri. Menzionata già nel 1200 e decorata con affreschi del XV secolo, fu probabilmente usata come luogo di sosta dai crociati diretti in Val Venosta e dai pellegrini cha si recavano a Roma.

Da San Nicolò ci si può arrivare anche a piedi, con una bella escursione di un paio d’ore (poco più di un’oretta per scendere) seguendo la strada asfaltata fino al primo tornante e poi il sentiero n. 6. Dal parcheggio della chiesa, dove si trova anche un bar-ristorante, si può raggiungere in meno di due ore la malga Aussere Schwennalm (2.147 metri) e in circa tre ore e mezza la cima del Monte Muta, a quota 2.658 metri.
Santa Gertrude, l’ultimo paesino
Da San Nicolò la provinciale porta in pochi minuti a Santa Gertrude (o Geltrude), l’ultimo paesino della Val d’Ultimo, dove un’antica segheria veneziana ospita oggi il Centro Visite Lahner Säge del Parco Nazionale dello Stelvio. Da qui una breve e facile passeggiata conduce a uno dei tesori naturalistici della zona: tre imponenti larici millenari, alti fino a 28 metri e considerati fra le conifere più antiche d’Europa. Intorno a Santa Gertrude, che domina la valle dai suoi 1.519 metri di altitudine, masi secolari sparsi qua e là testimoniano l’antica cultura contadina di queste montagne.
La storia religiosa del borgo, invece, è rappresentata dalla chiesetta parrocchiale collocata su un colle in bella posizione panoramica. Edificata nel XIV secolo, è stata rimaneggiata in modo consistente nel Seicento: le attuali porte, le finestre e la volta a botte sono di quel periodo.

Il paese è un buon punto di partenza per molte escursioni, di cui alcune piuttosto lunghe e impegnative dirette verso la Val di Rabbi e la Val Martello, e altre decisamente più adatte alle famiglie. Fra queste c’è un bel percorso circolare all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, che inizia dal parcheggio del lago artificiale di Fontana Bianca (1.872 m) nei pressi della trattoria Knödlmoidl, a circa sei chilometri da Santa Gertrude. Seguendo i sentieri n. 140 e n. 103, si raggiunge in meno di un’ora il piccolo Lago dei Pescatori (2.068 m), per poi proseguire sul tracciato n. 107 verso la malga Fiechter (2.034 metri), dove è possibile ristorarsi prima di riscendere al Lago di Fontana Bianca imboccando il sentiero n. 101 interamente in mezzo al bosco.
Non è facile lasciare la quiete e la bellezza di questa valle solitaria, l’odore dell’erba e delle conifere, il silenzio rotto solo dai campanacci delle mucche al pascolo, la modellati nei millenni da una natura potente. Passeggiando tra questi panorami sospesi nel tempo ben si comprende quello che diceva John Muir: “Ora siamo nelle montagne e le montagne sono dentro di noi”.

A Lana puoi sostare nei campeggi Schlosshof e Arquin. Sul sito ufficiale della Val d’Ultimo puoi trovare informazioni e suggerimenti utili per organizzare al meglio la tua vacanza.
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