Sansepolcro, una piccola città d'arte

Sansepolcro, una piccola città d'arte nel cuore della Valtiberina che ha dato i natali a Piero della Francesca

Indice dell'itinerario

Nel cuore della Valtiberina, in Toscana, ci attende Sansepolcro, una piccola città d’arte legata ancor oggi alle storie di alcuni suoi illustri cittadini del passato.

Tra il 1416 e il 1417 a Borgo Sansepolcro nacque Piero della Francesca che, nonostante i suoi viaggi a Firenze, in Emilia e nelle Marche, rimase sempre strettamente legato alla sua patria, di cui è divenuto il
simbolo. Piero, che come molti concittadini fu un esperto balestriere, è per la maggior parte dei turisti la ragione principale per una visita alla cittadina toscana. Eppure, dopo aver toccato con mano le opere dell’artista, sono molte altre le mete che attendono il viaggiatore.

La scoperta di Sansepolcro prende il via dal Museo Civico dove s’incontra l’affresco della Resurrezione, realizzato nel 1460, che lo scrittore inglese Aldous Huxley definì “la più bella pittura del mondo”. Altra opera fondamentale del grande biturgense (già, gli abitanti di Sansepolcro si chiamano proprio così) è il Polittico della Misericordia, commissionato al pittore dall’omonima confraternita, dipinto a partire dal 1445. La figura di Maria, che occupa il centro dell’opera, allarga il mantello a proteggere i suoi fedeli tra i quali, sulla sinistra, si trova un autoritratto dello stesso Piero che guarda verso lo spettatore.

Dopo aver passato in rassegna le altre sale del museo (che comprendono pitture di artisti rinascimentali e terrecotte dei Della Robbia), la visita prosegue nell’oratorio della Compagnia del Crocifisso che ospita, in omaggio al nome della città, una riproduzione cinquecentesca del sepolcro di Cristo a Gerusalemme ispirato dai disegni di Leon Battista Alberti. Dopo una sosta in centro, dove si trovano il Palazzo Comunale e il grande duomo intitolato a San Giovanni (che conserva l’eccezionale crocifisso carolingio del Volto Santo), l’ampio spazio urbano della piazza Torre di Berta è uno dei luoghi più celebri della città.

Qui ogni anno nel mese di settembre (con un’unica sospensione nel 2020 dovuta alla pandemia) si svolge il colorato spettacolo del Palio della Balestra che vede contrapposti i tiratori locali a quelli della compagnia dei balestrieri della città umbra di Gubbio. Tra costumi storici – spesso ispirati dai dipinti di Piero della Francesca – e cortei animati, il momento fondamentale della manifestazione è quello della gara di tiro: da trentasei metri di distanza è difficile che anche uno dei balestrieri non colga con i suoi dardi il piccolo bersaglio.

una figurante dell’annuale Palio della Balestra

Balsami per il corpo e l’anima

Tra le suggestioni rinascimentali e le tentazioni della gastronomia locale i motivi per trascorrere qualche giornata in città non mancano. Il palazzo Bourbon del Monte, edificato alla fine del Seicento, fu a lungo la residenza cittadina di questa nobile famiglia e oggi ospita l’Aboca Museum. La collezione, realizzata dall’omonima società celebre per le sue specialità erboristiche, offre la possibilità di entrare un passo alla volta nel mondo delle piante officinali e della medicina naturale.

l’eremo di Montecasale, uno dei luoghi legati a San Francesco d’Assisi

Tra stampe e attrezzature per la distillazione, trattati sulle piante e strumenti per la raccolta si raggiunge la sala delle erbe, dove alle antiche travi del soffitto sono legati a essiccare fasci di piante medicinali, che venivano raccolte tenendo presente il loro tempo balsamico, cioè il momento dell’anno in cui il contenuto di sostanze attive era più alto e ricco. Non mancano, se avrete la pazienza di osservare bacheche e armadi ricolmi di vasi e albarelli per le erbe, le tracce delle tradizioni più curiose – a volte a un passo di distanza dalla stregoneria – legate alle proprietà del mondo vegetale, come la presenza di un coccodrillo imbalsamato nella sala dell’antica spezieria.

Avevamo iniziato dicendo che Sansepolcro è famosa per i personaggi storici che ne hanno calcato vicoli e piazzette: tra questi non poteva mancare San Francesco d’Assisi, che da queste parti passò a più riprese, diretto verso il santuario della Verna posto in alto tra i boschi del crinale. Per trovare le tracce del Poverello basta lasciare la città e seguire la breve salita che conduce alle porte dell’eremo di Montecasale, che si affaccia verso la valle del Tevere. Qui – si dice − il santo avrebbe redarguito i suoi frati che, spaventati da un gruppetto di ladroni e briganti, si erano chiusi tra le mura del piccolo convento. E li avrebbe trascinati con sé per offrire un lauto pasto ai brutti ceffi; alcuni dei quali, colpiti dal suo gesto di carità, sarebbero divenuti frati anch’essi.

Dalla terrazza di Montecasale si può scendere lungo un breve sentiero che conduce alla stretta gola del Sasso Spicco; oppure approfittarne per sostare in tranquillità, a fianco alla statua di Francesco che sembra affacciarsi dalla balaustra, ammirando il digradare della foresta che scende verso le prime case della cittadina dei fieri e colti biturgensi.

Informazioni pratiche

Area attrezzata gratuita in Via Alessandro Volta: grande parcheggio, asfaltato, pianeggiante, in parte ombreggiato da tigli, ma non segnalato.

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