Nel Piacentino in camper, alla scoperta della campagna e dei castelli del ducato, tra Grazzano e Gropparello
Indice dell'itinerario

PleinAir torna nel Piacentino per condurre tutta la famiglia in un’avventura colorata di atmosfere fatate al castello di Gropparello. E poco più in là, al curioso Museo delle Cere che costituisce la più grande attrattiva del borgo di Grazzano Visconti. Un agriturismo, un’area di sosta e parcheggi dedicati rendono la zona camper friendly.

Al Castello di Gropparello

La nebbia indugia sui rami degli alberi, agghindando le ultime foglie rosse d’autunno di collane di perle di rugiada: un novembre tiepido si infuoca delle ultime esplosioni di colore prima dell’inverno. Come per magia, un fauno dallo sguardo curioso sbuca dai cespugli. Subito un piccolo esercito di bimbi armati di spade e scudi di legno si dispone in cerchio seguendo le indicazioni dell’anziano soldato che li guida per ascoltare il suo racconto; sarà invece la dolce fata dai capelli bianchi che lo accompagna a parlare per prima.

Lei reciterà la filastrocca misteriosa grazie alla quale, in questa “caccia al tesoro fantasy” che è il tema della visita animata al Castello di Gropparello, il gruppetto eccitato e sgambettante (accompagnato dai genitori!) raggiungerà l’ultimo rifugio dei druidi. Si dovranno superare le false indicazioni di viandanti e di frati pazzerelli, si scalerà la ripida collina per conquistare il forte, si cacceranno i mostri del bosco con l’aiuto della magia di Merlino e delle fate.

Al Castello di Grazzano Visconti

Un’esperienza a tutto tondo che mette insieme un po’ di storia del Piacentino, tanta fantasia, un po’ di movimento e moltissima allegria. Ma se fata Viviana è bella, alta e longilinea, molto diversa è invece la piccola e paffutella Aloisia, un tempo gran dama e ora fantasma del Castello di Grazzano Visconti: è lei che accompagna nella visita e nelle serate animate di Halloween nel maniero che difende il pittoresco borgo in pietra. Fatto restaurare in stile medievaleggiante, oggi è sede di laboratori e botteghe di ferro battuto, gioielleria artigiana, pittura e ceramica. Dal settembre del 2018 è possibile visitarne gli interni con tutti gli arredi originali, la sala d’arme e la sala d’onore.

Il borgo di Grazzano

Non è teatrale come a Gropparello la visita al borgo di Grazzano, ma è arricchita dai volti del Museo delle Cere, originale esposizione dei personaggi più famosi del territorio piacentino – con costumi storici realizzati da importanti scenografi teatrali – raccontata non solo con i crudi fatti storici, ma anche con le curiosità gastronomiche tipiche del territorio. Qui si scopre, ad esempio, che il tortello con la coda con cui il duca Anguissola voleva trasformare la cucina in un’arte raffinata, fu ispirato addirittura dalla visita del Petrarca.

Il Museo delle Cere

Tra i volti cerei, a fianco della moglie di Giulio Cesare, Calpurnia – il cui padre vede attribuirsi la ricetta originale del gutturnio, vino da uve barbera e croatina – troviamo Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone I. Conosciuta come la duchessa golosa, ottenne dal Congresso di Vienna la titolarità dei ducati di Parma e Piacenza dove si innamorò delle delizie della gastronomia piacentina. Poi ci sono i Gesuiti di Albarola, che dai loro viaggi in Medio Oriente riportarono in Pianura Padana i fichi della prelibata torta, oggi tutelata da una DeCo (Denominazione Comunale).

Ci sono Giuseppe Verdi, amante dei tortelli e dei salumi, e il ricercatore Edoardo Amaldi, un collaboratore di Enrico Fermi che portò la cucina d’origine sin dentro il centro studi di Lipsia. C’è poi San Colombano di Bobbio, precursore del monachesimo europeo, che su queste valli fondò il primo e più grande cenobio eremitico del suo ordine, nel lontano 614 dopo Cristo.

Fu un monaco ben diverso dal panciuto e peccaminoso frate del racconto di Merlino di Gropparello, che invece di dedicarsi ad ascesi e penitenza si impegnava per nascondere la mariola, il cui nome significa “tasca nascosta”: nel Medioevo questo salame era così pregiato da essere riposto nelle tasche più interne degli abiti, protetto dai furti o contrabbandato con i banditi del circondario.

Testo e foto di Paolo Ferrari

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