Costanza e il suo lago, cerniera tra Austria e Svizzera

Da Costanza a Friedrichshafen: a poche ore di guida dall’Italia scopriamo le cittadine tedesche del Bodensee, tutte servite da un’ottima rete di campeggi.
scalinate e giardino del castello di Costanza

Indice dell'itinerario

Ci troviamo a poche centinaia di metri dal confine con la Svizzera che, insieme all’Austria, si spartisce le sponde del Lago di Costanza sul quale è proteso il centro storico cittadino. Il suo nome è legato al Concilio iniziato nel 1414 e terminato nel 1418, anno in cui le autorità religiose pervenute da tutta Europa posero fine allo scisma d’Occidente eleggendo un nuovo e unico pontefice. A distanza di seicento anni la città tedesca di Costanza commemora ancora l’avvenimento con manifestazioni e spettacoli.

La visita a Costanza

Nei pressi della stazione centrale, sovrastata da una torre neogotica, l’ufficio turistico fornisce indicazioni utili per la visita che può iniziare dall’affollatissima Marktstätte. Tavolini di caffè e ristoranti si fronteggiano lungo i lati della piazza su cui affacciano palazzi d’epoca dalle facciate color pastello. Quasi a chiudere la piazza c’è un grande cavallo in bronzo con otto zampe che fa da quinta alla Kaiser Brunnen, un’ottocentesca fontana ornata dalle sculture dei rappresentanti delle quattro dinastie tedesche e da una serie di animali (come il pavone a tre teste) con allusioni satiriche ai trascorsi storici della città. Alle sue spalle e all’imbocco della strada s’innalza a sinistra la Zum Wolf, l’unica casa cittadina in stile rococò.

Markstatte, fontana Kaiser Brunner, la fontana dell’imperatore

Dinanzi a noi la centrale Kanzleistrasse ci conduce al Mu­nicipio, riconoscibile dalla facciata ornata da grandi affreschi che ricordano episodi di storia locale; superato l’androne accediamo all’ampio cortile fronteggiato da un elegante pro­spetto incorniciato da due torri rotonde. Continuiamo a risalire l’asse stradale fino a Obermarkt, la piazza dove nel medioevo avvenivano le esecuzioni pubbliche; su questo piccolo spa­zio alberato, occupato dagli immancabili e affollati tavolini, si affaccia l’hotel Barbarossa, il cui nome ricorda la Pace di Costanza firmata nel 1183 tra Federico I Hohenstaufen e la Lega Lombarda.

L’edificio è affiancato da un palazzo gotico con affreschi sulla facciata dedicati all’investitura di Federico di Hohenzollern avvenuta nel 1417. Più avanti, superata la chiesa di Santo Stefano, raggiungiamo la cattedrale di Nostra Signora dove, durante il Concilio, fu ospitata l’assemblea del mondo cattolico che condannò al rogo come eretico il teologo praghese Jan Hus.

Da qui sfociamo sulla Untere Laube per ammirare la strana fontana di Peter Lenk, detta anche Arco di Trionfo. La struttura è adornata da caricature simboliche tra le quali sono riconoscibili la moderna Papamobile, tre grassi personaggi che si bagnano nel Reno oltre a svariate figure di animali, neonati e angioletti con le maschere antigas.

Dello stesso artista è l’opera visibile nel porto, all’estremità di un pontile, raffigurante Imperia, la procace cortigiana italiana protagonista di un racconto di Balzac contenuto nell’opera Le sollazzevoli istorie. La statua, alta dieci metri e in posa ieratica, regge sul palmo delle mani due piccole figure, l’imperatore Sigismondo e il papa Martino V, entrambi nudi e con il capo coperto rispettivamente dalla corona e dalla tiara; la maestosa scultura gira su sé stessa, così come Imperia fece girare la testa a re e papi della sua epoca.

Due piccoli paradisi

Dopo l’immancabile pranzo a base di Käse-spätzle, tipico piatto a base di gnocchetti con formag­gio fuso e pancetta, è il momento di puntare verso la vicina isola di Reichenau, inserita nel patrimonio dell’Unesco insieme alle sue chiese e collegata alla terraferma da una lunga strada alberata. Il paesaggio silenzioso e bucolico è costellato da estesi campi, serre traslucide e case affacciate sulle rive, naturali ormeggi delle imbarcazioni. Un tempo lungo le sponde sorgevano ben venti edifici religiosi, di cui ne sono sopravvissuti tre.

Complesso abbaziale di Reichenau

La prima chiesa che incontriamo è quella di San Giorgio, eretta nel IX secolo per accogliere le reliquie del santo ricevute a Roma durante l’incorona­zione dell’imperatore Arnolfo. Un grande prato vivacizzato da fioriture multicolori fa da quinta all’edificio parrocchiale nel quale è racchiuso un importante ciclo pittorico risalente all’anno 1000. Dall’abside, in cui i segni del tempo lasciano intravvedere un grande affresco del Giudizio Universale, lo sguardo cade sulle pareti della navata centrale, interamente ricoperte da pitture che illustrano la vita e i miracoli di Gesù.

Fioriture davanti la chiesa di San Giorgio

Poco più avanti s’innalza il grande monastero benedettino fatto erigere nel 724 dal vescovo Pirmino: parte integrante del complesso abbaziale è la chiesa dei Santi Maria e Marco, più volte rimaneggiata; l’interno presenta la navata centrale, contornata da due laterali, ricoperta da una volta a botte in legno, alcuni affreschi sulle pareti, la pietra tombale dell’im­peratore Carlo III sul pavimento del presbiterio, le reliquie di San Marco conservate sull’altare e la camera del tesoro (ingresso a pagamento) con preziosi arredi sacri.

Avendo tempo a disposizione si potrà passeggiare senza meta lungo le stradine che costeggiano il lago, sul quale affaccia un attrezzatissimo campeggio, apprezzando tra i profumi delle essenze il variegato tappeto delle coltivazioni.

Rientriamo sulla terraferma per visitare – anch’essa colle­gata da un ponte – l’isola di Mainau, residenza privata della famiglia Bernadotte. La visita ha inizio dal castello, raggiungi­bile a piedi o con il bus, del quale è possibile ammirare solo la facciata esterna e l’armoniosa cappella. Ma il vero motivo che spinge i turisti fin qui è il meraviglioso parco con alberi secolari, sculture, fontane e migliaia di varietà di rose e dalie, oltre alle fioriture di tulipani, narcisi, orchidee e giacinti. Oltre a punti di ristoro non mancano attrazioni per i più piccoli come la Casa delle Farfalle, un grande capannone dove i colorati lepidotteri volano liberamente in un habitat adatto a loro.

Sull’altra sponda

È tempo di attraversare lo specchio d’acqua con uno dei traghetti che fanno la spola tra le due sponde per raggiungere Meersburg. Rimaniamo piacevol­mente conquistati dalla tranquillità che si gode nella parte alta, dominata dalle antiche costruzioni a traliccio.

Veduta di Meersburg dal traghetto

Da Piazza Mercato si raggiunge in breve Piazza Castello, dove affaccia l’ampio prospetto barocco del Castello Nuovo aggrappato a uno sperone di roccia, costruito durante la prima metà del ‘Settecento come residenza dei vescovi di Costanza. Poco più avanti si trova la turrita Fortezza o Vecchio Castello: visitando l’annesso museo si attraversano le sale con arredi medioevali, i giardini e l’abitazione in cui visse la poetessa Annette von Droste-Hülshoff. Tornati in Piazza del Mercato affrontiamo la lunga discesa verso la parte bassa del borgo, che mostra tutta la sua vivacità con gli affollati locali del porto e il continuo viavai di traghetti.

Unteruhldingen, poco più a nord, ci attende il Museo delle Palafitte (Pfahlbauten), uno dei più grandi siti archeolo­gici a cielo aperto d’Europa inserito dal 2011 nel patrimonio dell’Unesco. L’area di parcheggio in Ehbachstrasse, nei pressi di un rettilario, è relativamente vicina al sito raggiungibile anche con un trenino elettrico (a pagamento).

Il tour, disponibile con guida in italiano, ha inizio dall’Archeorama, suggestivo spettacolo multimediale che ci condurrà sott’acqua, sui fon­dali del lago ove sorgevano le abitazioni neolitiche. Usciti all’aperto, si prosegue sulle passerelle di legno per visitare un antico villaggio ricostruito grazie ai reperti ritrovati sul fondo lacustre. All’interno delle palafitte si possono ammirare scene di vita quotidiana, attrezzature per la caccia e la pesca, vasellame, gioielli e vestiti, manufatti dei quali vengono illu­strate – anche attraverso laboratori per famiglie – la materia prima utilizzata e le modalità di realizzazione.

Museo delle palafitte di Unteruhldingen

Percorrendo per quattro chilometri la E54 in direzione nord si arriva alla settecentesca basilica di Nostra Signora di Birnau. Situata su un poggio, presenta la facciata rosa pa­stello occupata centralmente dall’alta torre campanaria che domina un ampio piazzale da dove lo sguardo, superando le file di vigneti a terrazze digradanti, abbraccia buona parte del lago; al centro dell’altare maggiore spicca la Madonna con Bambino, venerata dai pellegrini.

Basilica cistercense di Nostra Signora a Birnau

Una delle abbazie cistercensi più importanti della Germania si trova a Salem, cittadina immersa in un paesaggio pianeg­giante circondato da foreste e corsi d’acqua. Risalente al 1134 il monastero, divenuto proprietà e residenza del margravio del Baden nel 1802, oggi appartiene allo stato federale del Baden-Württemberg. L’entrata al complesso è abbellita da giardini barocchi e dall’Orangerie, un tempo utilizzata per proteggere le piante esotiche. Poco più avanti un prato verde contorna due grandi edifici quadrangolari dinanzi ai quali sorge l’austero duomo, impreziosito all’interno da decorazioni in alabastro, un coro ligneo e un organo barocco.

La visita guidata prosegue nel chiostro, decorato da stucchi e nell’ex refettorio dove spicca una stufa in maiolica del Settecento sulle cui formelle sono riprodotte scene della vita quotidiana dei monaci. Passiamo nell’edificio della Prelatura ammirando la biblioteca, che un tempo raccoglieva circa cinquantamila volumi, e la Sala Imperiale, decorata con le statue degli im­peratori a grandezza naturale e medaglioni con le figure dei papi. Attualmente una parte della struttura monastica è adibita a complesso scolastico e non è difficile trovare nei prati so­leggiati studenti immersi nella lettura. L’ala settentrionale del castello ospita invece il Museo dei Vigili del Fuoco con gli antichi carri usati dai monaci per domare l’incendio che colpì il monastero nel 1697 e, lungo i caseggiati che lo contornano, granai e fienili dell’epoca divenuti laboratori artigianali.

Monastero di Salem

A sud di Meersburg la città di Friedrichshafen ci attende con i campanili gemelli della Schlosskirche e due importanti musei sulla storia dell’aviazione. Interessante anche la mo­dernissima struttura della Mediateca comunale.

Nell’antica stazione marittima affacciata sul porto, un edificio stile Bauhaus, è ubicato il Museo Zeppelin legato ai famosi dirigibili nati dalla fantasia del conte Ferdinando Zeppelin, che con il nuovo mezzo di trasporto creò le basi del traffico aereo internazionale. Un’avventura iniziata ai primi del Novecento e conclusasi tragicamente il 6 maggio 1937 con il disastro dell’Hindenburg, il dirigibile lungo po­co meno del Titanic, distrutto dal fuoco durante le fasi di attracco nell’aeroscalo di Lakehurst nel New Jersey. La storia dell’aerostato è raccontata attraverso modelli, foto d’epoca e parti meccaniche come il grande puntale d’attracco e una gondola motore.

Torre Moleturm a Friedrichshafen

Molto scenografica è la ricostruzione in scala originale di una sezione dell’Hindenburg: una scaletta ci introduce all’interno della navicella e per un attimo rivi­viamo la vita di bordo dei lussuosi transatlantici del cielo – un viaggio che all’epoca costava una somma equivalente a cinquemila euro solo per l’andata – tra le cabine passeggeri con i letti a castello, la saletta fumatori arredata con eleganza e la passeggiata panoramica con ampie vetrate per ammirare il paesaggio sottostante.

Nelle vicinanze dell’aerostazione c’è anche il Museo Dornier, dal nome dell’ingegnere meccanico che – dopo un periodo di collaborazione con Zeppelin – disegnò e realizzò in proprio diversi modelli di aerei costruiti quasi interamente in metallo. Uno di questi, il prototipo Do 31 a decollo ver­ticale del 1967, fa bella mostra di sé nel piazzale d’ingresso, mentre le sale interne ospitano vetrine e modelli illustranti la storia di questo costruttore oltre alla presenza di venti aerei originali, ad elica e a reazione, esposti nell’hangar e all’aperto. Ma non ci si libra in aria soltanto con la fantasia: è possibile provare l’ebbrezza del volo su moderni dirigibili presso la Deutsche Zeppelin-Reederei di Friedrichshafen, contigua al-l’aeroporto cittadino.

Prototipo del Do31 E1 davanti al Museo Dornier di Friedrichshafen

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