Vigneti e oliveti, calanchi e cipressi. Sinuose colline modellate dal tempo e dalla mano dell’uomo. Borghi d’arte inseriti armoniosamente nel paesaggio. Una proposta di primavera alla scoperta della Val d’Orcia in camper e delle terre dove nasce il Vino Nobile di Montepulciano con qualche suggerimento sulla sosta in campagna risparmiando nelle aziende convenzionate col PLEINAIRCLUB.
L’origine di Pienza: il borgo di Corsignano
Per secoli il borgo di Corsignano dominò le crete e i crinali della Val d’Orcia dove, lungo il tracciato dell’antica Via Cassia, transitavano mercanti e pellegrini diretti verso Roma lungo l’itinerario di quella che oggi conosciamo come Via Francigena. Di colpo, nel 1459, tutto cambiò per il piccolo paese: il suo cittadino Enea Silvio Piccolomini divenne papa con il nome di Pio II e, tra i primi viaggi del suo pontificato, decise di tornare nei luoghi della sua infanzia.
La sua idea era di mutare volto a Corsignano e di “lasciare un monumento a diuturna memoria delle proprie origini”, perciò si fece accompagnare dal grande architetto e umanista Leon Battista Alberti. L’idea di Pio II era grandiosa e insieme semplice: trasformare il vecchio borgo in una piccola città ideale, progettata e poi ricostruita seguendo le idee di armonia e di razionalità che si stavano facendo strada all’epoca.
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Come nacque Pienza?
L’intuizione era chiara e per farla diventare una realtà fatta di pietre e cantieri il progetto fu redatto dall’architetto fiorentino Bernardo Rossellino, che pensò di sfruttare i pochi spazi liberi del centro di Corsignano per realizzare un’insolita piazza a forma di trapezio. Su di essa avrebbero affacciato il Palazzo Piccolomini, il Comune e la sede del Vescovado, orientati in modo da esagerare l’effetto della prospettiva e la percezione dei volumi.
Un lavoro ancor più complesso fu quello di trasformare l’antica pieve di Santa Maria nel maestoso duomo: si fece ricorso a soluzioni tecniche innovative e complesse per poter ingrandire la chiesa nonostante il terreno scosceso. Le porte cittadine e le vie del centro furono disegnate ex novo, più rettilinee e meno ingombre delle casette tipiche del Medioevo; e la rinnovata Corsignano assunse il nome del suo visionario fondatore, divenendo Pienza.
Il centro di Pienza
Nel piccolo centro, a fianco all’elaborato ed elegante Pozzo dei Cani su cui si legge la dedica al munifico papa Pio II, il punto da cui partire è il Palazzo Piccolomini non solo per lo sfarzo e le decorazioni delle sue sale e del cortile interno, quanto per la veduta che si gode dal loggiato e dal giardino interno, anch’esso sostenuto da terrapieni e muraglie ideate per risolvere il problema della pendenza del colle.
Davanti ai nostri occhi si apre uno dei paesaggi più affascinanti e noti della Toscana con i grandi campi, i vigneti e le file di esili cipressi che segnano le stradine dirette verso case e fattorie. Anche la cattedrale merita di essere visitata per scoprire, oltre la sua facciata rinascimentale, l’interno armonioso e alcune tele di grande valore, come la Madonna con Bambino tra i santi Antonio Abate, Bernardino, Francesco e Sabina di Matteo di Giovanni. Altre tele di Pietro Lorenzetti e del Vecchietta e grandi opere d’arte sono di casa nel Museo Diocesano, che occupa gli ambienti del Palazzo vescovile.
Alla ricerca della gastronomia toscana
Ma l’esplorazione non finisce certo qui. Splendida è la passeggiata lungo le mura ai piedi della cattedrale, che ci offre un giro d’orizzonte ampio e solare, così come la breve camminata che scende in direzione dell’antica pieve dedicata ai santi Vito e Modesto, dove salta all’occhio la millenaria torre campanaria, di forma cilindrica.
Negli ultimi decenni Pienza è divenuta celebre anche per i suoi pecorini e formaggi stagionati, ma non si tratta delle uniche specialità locali: qui i salumi (di cinta senese o meno) sono una tradizione secolare e nel territorio circostante si stanno diffondendo sempre più aziende che, pur seguendo le regole del passato, si sono specializzate in produzioni biologiche di grande qualità.

Monticchiello e Bagno Vignoni: la Val d’Orcia in camper
Per assaporare meglio la Val d’Orcia in camper, si può lasciare Pienza in direzione di un territorio ricchissimo di storia e di suggestioni. A una decina di chilometri dal centro, un dolce percorso tra colli e campi coltivati conduce alle poche case del borgo fortificato di Monticchiello, dove un cassero della metà del Duecento veglia sul borgo silenzioso che custodisce la chiesa dei santi Leonardo e Cristoforo, con una facciata ornata da un portale gotico.
Monticchiello è celebre per gli spettacoli del suo Teatro Povero, che da decenni trasforma il paese in un palcoscenico a cielo aperto per narrare storie di vita quotidiana. Proprio questa associazione ha realizzato in un antico granaio uno spazio che include un’esposizione (e vendita) di prodotti artigianali locali, un punto d’informazione turistica e diversi altri servizi per la piccola comunità locale.
Bagno Vignoni
Altre tracce del passato sono a portata di mano lasciando alle spalle la nobile sagoma della cittadina del papa umanista. Scendendo verso il corso dell’Orcia, una massiccia costruzione cattura lo sguardo di chi percorre la via verso le celebri e antiche terme di Bagno Vignoni. La trecentesca struttura di Spedaletto, oggi un ben curata azienda agrituristica, occupa le mura e gli annessi di una grangia (cioè di una fattoria fortificata) che dipendeva dal venerabile ospedale senese di Santa Maria della Scala e che servì come base operativa per la bonifica della vicina pianura, dove il capriccioso corso dell’Orcia aveva creato paludi e acquitrini. Nella corte, ai piedi della torre merlata, si conserva un rilievo di pietra chiara che riproduce il simbolo dell’ospitale senese (cioè, semplicemente, una scala) affiancato a uno stemma con la testa di un cinghiale.
Nel periodo del grande transito di viandanti e pellegrini lungo la Via Cassia, anche Spedaletto era stato concepito come un luogo sicuro per i viaggiatori, che tra le sue mura avrebbero potuto sostare e riposare prima di riprendere il cammino per Roma lungo la nostra amata Via Francigena.
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