City-break a Messina: le sorprese di una città di frontiera

Messina, capoluogo siciliano misconosciuto. Considerata solo città di passaggio merita una visita per la sua storia, le sue architetture, i suoi musei e, non ultima, la sua gastronomia
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Indice dell'itinerario

La città metropolitana di Messina è da sempre considerata solo una località di transito, un porto nel quale si arriva e si riparte con i traghetti. Non ci si ferma nemmeno a consumare un caffè poiché la vicinanza del raccordo autostradale induce, forse, a raggiungere immediatamente la meta da qualche tempo programmata.

Solo da quando il porto di Messina, non molti anni fa, è divenuto una tappa per le navi da crociera, in città si nota la presenza di questa tipologia di vacanzieri. La città, però, offre variegati aspetti culturali che andrebbero approfonditi e permetterebbero a ogni turista di indirizzare la visita anche su specifici interessi individuali.

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L’Araba Fenice

Bisogna ricordare che la città di Messina, oltre alle distruzioni procurate dagli uomini a seguito di invasioni e guerre, ha visto anche la natura accanirsi contro di essa. Terremoti nel 1783, nel 1908 con incendi e un potente maremoto, e ancora 1975, 1978 e 1990; non è mancata nemmeno l’alluvione del 2009.

E proprio come l’Araba Fenice, la città è sempre risorta più bella e forte di prima. Eventi disastrosi le cui conseguenze sono ancor oggi testimoniate, ad esempio, dalla chiesa Maria SS. Annunziata dei Catalani, ubicata su via Garibaldi. Essa poggia tre metri al disotto del piano stradale: era il livello della pavimentazione esistente prima del terremoto. La chiesa comunque conserva ancora l’originale architettura bizantina con le modifiche subite nel tempo secondo i voleri di feudatari e religiosi dell’epoca.

Un esempio mirabile di rinascita è senz’altro la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta. L’architettura normanna della sua primitiva costruzione risalente al 1100, nel corso dei secoli è stata modificata anche a causa di danneggiamenti subiti per guerre, incendi e ripetuti eventi sismici. Fu però il terremoto del 1908 a distruggere quasi completamente il Duomo che fu ricostruito, verosimilmente uguale all’originale, negli anni venti col suo ampio e decorato portale gotico, affiancato da due portali minori, che orna la facciata principale.

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Il Campanile e gli Ori

Appena discosto dalla Cattedrale, si erge il campanile famoso per il suo orologio meccanico e astronomico. Come esempi similari sparsi in varie città d’Europa, anche dalle finestre di questo campanile, alle ore 12,00 di ogni giorno e al suono dell’Ave Maria di Schubert, fuoriescono figure meccaniche ognuna delle quali ha un preciso riferimento storico.

Una lunga ma non faticosa scalinata permette inoltre l’accesso alla terrazza, dalla quale lo sguardo spazia ovviamente sulla piazza sottostante ornata dalla Fontana di Orione, un’opera realizzata nel 1553 da Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo.

Non possiamo mancare la visita al Tesoro del Duomo, una raccolta di argenti di scuola messinese tra statue, paramenti sacri ed ex voto. Il pezzo più importante e più prezioso è la “Manta d’oro”, cioè il quadro della Madonna della Lettera raffigurata su una lamina d’oro, ricoperta da donazioni di fedeli anch’essi in oro o argento.           

Tra le chiese sparse nel tessuto urbano, di un certo interesse è il Sacrario di Cristo Re che si erge imponente su un’altura un tempo interamente occupata dal castello di Roccaguelfonia. La grande cupola del Santuario protegge la cripta occupata centralmente da un sarcofago di marmo raffigurante il milite ignoto. Sulla torre residua dell’antico castello è collocata una campana di centotrenta quintali che, prima dei guasti, con i suoi rintocchi ricordava i caduti messinesi di entrambe le guerre mondiali.

Dalla strada che circonda la rocca si ha una visione a 180° sul Forte San Salvatore (il cui interno è visitabile) e sull’alta stele Mariana a protezione del porto continuamente animato da navi da crociera e traghetti.

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Arte e architetture civili

Percorrendo il centro storico della città si è un po’ sommersi dall’incessante via vai di auto e tram che sfrecciano lungo le ampie arterie. Comunque il grande rispetto che gli automobilisti messinesi dimostrano per le strisce pedonali, ci permette di spostarci da una strada all’altra in tutta sicurezza.

Percorriamo quindi via Garibaldi dove fu più intenso l’intervento urbanistico per la ricostruzione degli edifici distrutti durante il terremoto del 1908. Qui possiamo toccare con mano la lunga serie di palazzi e villette in stile Liberty eretti da architetti famosi come il fiorentino Gino Coppedè. Non mancò la firma del messinese Camillo Puglisi Allegra che progettò la Galleria Vittorio Emanuele III.

In tutto questo tripudio di decorazioni non mancano monumenti dedicati a personaggi illustri e fontane come quella del Nettuno, opera del già citato Angelo Montorsoli.

Mentre al Palantonello, il Palazzo della Cultura cittadino, è possibile visitare la pinacoteca tra le cui opere è esposto un quadro di Mirò, per trovare autori del passato ci rechiamo al MUME (Museo Regionale Messina) che espone 750 opere in ordine temporale.

Il Museo è noto per conservare le opere di Antonello da Messina, come il Polittico di San Gregorio del 1473, e le due seicentesche opere di Caravaggio, l’Adorazione dei Magi e la Resurrezione di Lazzaro.

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La dolce gastronomia messinese

L’arancino, con la sua forma conica forse riferita al vulcano, è il tradizionale street-food consumato in tutta la Sicilia che, in questa parte del territorio, si pronuncia con la o finale. Si tratta di un’impanatura fritta ripiena di riso, pomodoro e carne di maiale con aggiunta di piselli e cubetti di mortadella.

Alla stessa categoria appartengono i pidoni, mezzelune di pasta fritta, simili ai panzerotti pugliesi, farciti con scarola riccia, alici e la toma, un formaggio autoctono dell’isola.

Non possiamo dimenticare i buonissimi dolci preparati dagli abili pasticceri del ristorante Corte del Mare con la loro pignolata. Sono gnocchetti fritti amalgamati con una glassa bianca, per quelli al limone, e nera per quelli al cioccolato; un dolce tipico di Carnevale ormai consumato tutto l’anno.

E le granite di limone, al caffè o alla frutta? Ottime e varie quelle preparate dal Salotto Fellini nei pressi della Cattedrale accompagnate dall’enorme brioche da inzuppare! E la cassata, ne vogliamo parlare? Meglio soprassedere!

E come si usa dire, dulcis in fundo, i cannoli. Un’esperienza consumata presso il Ristorante Marina del Nettuno Yachting Club dove l’originale menu preparato dallo chef Pasquale Caliri si è concluso con la degustazione dei cannoli preventivamente confezionati in nostra presenza.

Ed è proprio vero quando ci ricordano che in Sicilia si piange tre volte: quando si arriva, quando si riparte e quando ci si pesa!

                                                                               Testo e foto di Emilio Dati

Dove sostare in camper

  • Urban Parking – Parcheggio a lungo termine – Via Camaro 175 – 090 2921940/340 3419250 – GPS 38°11’17.8″N 15°31’44.6″E
  • Parking Via Bonino – Via Bonino 5 –  331 5673446 – GPS 38°09’54.9″N 15°32’28.9″E

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