Piemonte, 5 ciaspolate nelle valli cuneesi

Cinque facili ciaspolate in cinque valli cuneesi (Valle Stura, Valle Grana, Valle Maira, Valle Varaita, Valle Po). A tu per tu con paesaggi (e sapori) straordinari.
Alta Valle Grana ciaspole

Indice dell'itinerario

Cerchi un luogo dove trascorrere una vacanza sulla neve a ritmo lento, con il tuo camper, lontano dal caos del circo bianco? Ecco cinque ciaspolate nelle valli cuneesi in Piemonte suggerite dalle guide esperte di Emotion Alp. Partiamo!

Monviso
Il Monviso, una delle maggiori vette delle Alpi Occidentali

Nelle Terres Monviso

Raccolto intorno a Saluzzo, l’ambiente delle Terres Monviso offre la rara occasione di assaporare una montagna autentica, in cui l’uomo ha saputo ritagliarsi i propri spazi senza soffocarne lo spirito selvaggio. Nelle valli che si diramano da Saluzzo – Stura, Grana, Maira, Varaita, Po e Infernotto –, prive di grandi comprensori sciistici, trovi centinaia di itinerari di sci alpinismo. Cascate di ghiaccio e lunghi canali di misto per chi cercano l’avventura più adrenalinica. Ecco 5 ciaspolate che consentono anche ai neofiti di scoprire angoli e bellezze sconosciute. E pronte a sorprendere.

Leggi le informazioni sul Terres Monviso Outdoor Festival

Sci di fondo a Strepeis
Una pista per lo sci di fondo a Strepeis

Valle Stura, alla ricerca del Dahu

Lunghezza 10 km • Dislivello 390 m D+ • Luogo di partenza: Strepeis

Dall’asta principale della Valle Stura, caratterizzata fin dalla notte dei tempi da scambi con l’oltralpe francese, si diramano parecchi valloni laterali, custodi di meravigliose perle naturalistiche. Uno di questi è il vallone di Bagni di Vinadio, luogo di sorgenti termali (oggi lo stabilimento è chiuso e in fase di ristrutturazione) e di scorci incantevoli. Nei pressi di Bagni di Vinadio sorge il pittoresco centro di Strepeis, conosciuto per lo sci di fondo, l’escursionismo estivo e invernale e… per un’imperdibile crêperie.

L’itinerario

L’itinerario prende il via dall’ampio parcheggio. Da qui, calzate le racchette da neve, si segue in salita una rotabile, spesso battuta sia come pista di fondo, sia dai mezzi a servizio del Rifugio Dahu. Il primo tratto, che scorre vicino al rio Corborant, è caratterizzato da pendenza assai moderata e permette di avanzare nel vallone soprastante senza molta fatica. La strada successivamente con una breve serie di tornanti permette di guadagnare quota in maniera più sensibile, per arriva alla caratteristica borgata di San Bernolfo, il nostro punto di arrivo.

L’accoglienza e la simpatia dei gestori del Rifugio Dahu faranno dimenticare le fatiche, e la cucina di Beppe e del suo staff permetteranno di rifocillarsi. Tutt’intorno numerose cime innevate si stagliano contro il cielo e nascondono il mare, a poche decine di chilometri. Proprio il suo influsso fa delle Alpi Marittime uno dei luoghi più ricchi d’Europa a livello naturalistico. Il ritorno può avvenire per lo stesso itinerario di salita. Chissà che non vi capiti l’occasione di incontrare il Dahu, la fantastica creatura alpina alla quale alla quale deve il nome il rifugio.

Leggi anche: “In camper sulla neve in Valle Stura con base a Bagni di Vinadio”

Valle Grana, sua maestà il Castelmagno

Lunghezza 6,5 km • Dislivello 430 m D+ • Luogo di partenza: Santuario di San Magno

Vi sono luoghi nelle Alpi in cui uomo e natura si sono presi a braccetto, scambiandosi un’eterna promessa di rispetto e aiuto reciproco. Rientra fra questi l’area intorno al Santuario di San Magno, edificato nel XV secolo e meta di fede e pellegrinaggio. Ancora oggi, il 19 agosto, l’intera provincia Granda converge ai 1.750 metri dell’edificio per celebrare la festa patronale. Uno dei pellegrinaggi più sentiti arriva dalla Valle Maira e transita sul Monte Crocette, meta dell’itinerario.

L’itinerario

Lasciato il mezzo nel piazzale del santuario, si percorre a piedi un breve tratto di asfalto che termina al Rifugio Maraman, dove rifocillarsi con un piatto di gnocchi al Castelmagno. Calzate le ciaspole si segue la strada per il Colle Fauniera, durissimo strappo reso mitico da un’impresa di Pantani in salita e di Savoldelli in discesa durante il Giro d’Italia del 1999. Dopo circa duecento metri si abbandona la strada per immettersi in una pista forestale ricoperta di neve che si snoda attraverso gli alpeggi.

Castelmagno d'alpeggio
Il formaggio Castelmagno d’Alpeggio

Si tratta un luogo di altissimo valore rurale e legato alla produzione del pregiato formaggio Castelmagno d’Alpeggio, conosciuto come la più piccola DOP italiana. Si segue la pista forestale per l’Alpe Chastlar fin al punto in cui una palina segnala il Monte Crocette a sinistra: da qui con 40 minuti di salita impegnativa e ripida si raggiunge la cima. Verso nord spunta la vetta del Monviso, verso sud si ammirano i monti Matto, Argentera e Gelas, le più iconiche vette delle Alpi Marittime. Il ritorno avviene per la stessa strada. Fai una tappa alla Bottega Occitana di Campomolino per procurarti del buon formaggio Castelmagno. Qui puoi incontrare Dario o Ezio: se oggi il territorio conta su sentieri curati e completi di segnaletica, lo si deve anche alla loro attività di volontariato nella cura dei percorsi escursionistici.

Valle Maira, al cospetto della Provenzale

Lunghezza 8 km • Dislivello 400 m D+ • Luogo di partenza: Rifugio Campo Base

Una delle vette più conosciute delle Alpi Occitane è il gruppo Provenzale-Castello. Situate a monte dell’abitato di Chiappera, frazione di Acceglio, la Rocca Provenzale e la vicina Rocca Castello costituiscono un richiamo fortissimo per gli appassionati di arrampicata.

Rocca Provenzale
La Rocca Provenzale svetta all’abitato di Chiappera, nel Comune di Acceglio.

L’escursione regala la possibilità di ammirare da più angolazioni questo massiccio e la parte terminale della Valle Maira. La partenza avviene nei pressi del Rifugio Campo Base, in cui ancora si respira l’atmosfera delle avventure di alpinisti e viaggiatori d’epoca, pur godendo della moderna capacità di accoglienza delle strutture ricettive di montagna.

L’itinerario

Il primo tratto segue una pista di fondovalle che costeggia il fiume e passa sotto le Cascate di Stroppia: asciutte d’inverno, quando il gelo blocca l’acqua di superficie, in tarda primavera costituiscono uno dei salti d’acqua più spettacolari d’Europa. Al fondo del pianoro inizia una salita abbastanza ripida, che permette di guadagnare via via spettacolari angoli di visuale verso il fondovalle. L’arrivo alle Grange Collet fornisce una visuale completa sul gruppo roccioso Castello-Provenzale. Una piccola deviazione permette di arrivare alla Barca, monumento a forma di vascello creato dall’artista tedesco Christof Schröder a memoria dei migranti passati attraverso queste montagne. Chi ha energie può raggiungere il Colle Maurin, frontiera con la Francia e punto panoramico verso l’altro versante alpino. Ritorno per la strada di andata.

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Valle Varaita, Pianc Cheol, a tu per tu con le cascate di ghiaccio

Lunghezza 6 km • Dislivello 300 m D+ • Luogo di partenza Rifugio Melezè

La Valle Varaita è nota in tutta Europa come la culla del cascatismo su ghiaccio. Il giro proposto permette di arrivare in un punto dal quale è spesso possibile osservare gli ice climber in azione.

L’itinerario

Dal Rifugio Melezè si calzano le racchette per proseguire in direzione Sant’Anna. Il piccolo nucleo, disabitato d’inverno, è l’ultimo degli insediamenti che caratterizzano il vallone di Bellino. Qui troverai vari esempi della tradizione della gnomonica, l’arte della costruzione delle meridiane. Superata Sant’Anna il percorso diventa poco più movimentato, e permette la visuale sulla pittoresca Rocca Senghi, formazione rocciosa, in parte fortificata e in parte attrezzata come via ferrata, che si trova al centro del vallone.

Cascata di ghiaccio Valle Varaita
Una cascata di ghiaccio in Valle Varaita

Poco più di un’ora di cammino permette di raggiungere Pian Cheol, dal quale si possono ammirare le impressionanti colate di ghiaccio. Ritorno per la stessa via. In discesa puoi approfittare dei vari spiazzi in corrispondenza delle borgate per godere di scorci unici nel loro genere.

Valle Po, vista sul Re di pietra

Lunghezza 8 km • Dislivello 560 m D+ • Luogo di partenza: Pian Munè

La Valle Po dà origine al fiume più lungo d’Italia che nasce alla base del Monviso. D’inverno l’accesso a Pian del Re, dove è posta la sorgente, non è così agevole. Qui vi proponiamo un’escursione che offre una delle migliori visuali sul Re di Pietra.

L’itinerario

Da Pian Munè, rifugio inserito all’interno di una piccola stazione da sci a misura di famiglia, si avanza verso le Meire di Pian Croesio, seguendo una larga pista forestale e approfittando di una panoramica prospettiva sulla Pianura Padana. Una volta raggiunto Pian Croesio, si inizia a risalire verso la testa della Sendua, meta dell’escursione. Proseguendo si incrocia in più punti la pista di discesa, e la si supera per arrivare alla parte più alta del percorso. Dove non resta che fermarsi ad ammirare tutta la bellezza del gruppo del Monviso, con la vetta principale e i suoi satelliti a far bella mostra di sé verso ovest. Volgendo lo sguardo in direzione nord, nelle giornate più limpide si arriva a vedere il Gran Paradiso, il Cervino e il Monte Rosa. Il ritorno avviene con una piccola variante, che consente di concludere un anello. Rientrati a Pian Munè si può approfittare dell’ospitalità del rifugio per rifocillarsi e concludere in bellezza la giornata.

Leggi anche: “Scopri le Terres Monviso: 8 itinerari da fare”

Informazioni utili

Dove sostare

Saluzzo Area di sosta in Via Olivero Matteo e nel borgo di Castellar

Cover guida Camperviso
La guida Camperviso di Terres Monviso

Neve e valanghe

La montagna invernale regala emozioni uniche e sensazioni straordinarie. La neve è però un elemento delicato, che può essere caratterizzato da instabilità del manto. Oltre al kit di autosoccorso, artva, pala e sonda, obbligatorio per legge, in Piemonte si può contare su un ottimo servizio di bollettini di previsione del rischio valanghe. La sua consultazione è fortemente consigliata prima di qualsiasi escursione.

Per scoprire itinerari e soste camper nelle vallate di Terres Monviso scarica la guida Camperviso

Testo di Roberto Ribero

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