Borghi del Molise: i 5 più belli da visitare in camper

Un viaggio in camper tra i borghi del Molise dove i sindaci provano a contrastare lo spopolamento con iniziative che stimolano la socialità
migliori borghi d'Italia in camper

Indice dell'itinerario

Nel 2020 tra le 52 mete da visitare a sorpresa il New York Times ha segnalato il Molise. E così la regione che non c’era adesso c’è e si prende la sua rivincita. I borghi del Molise custodiscono gioielli nascosti che vale la pena andare a scoprire senza fretta. Molti paesi non sono dotati di un’area attrazzata, i campeggi scarseggiano. Ma i sindaci mostrano grande interesse per il turismo pleinair e invitano a segnalare in anticipo il proprio arrivo in modo da poter indicare i parcheggi più idonei alla sosta camper.

Ne abbiamo selezionati alcuni, i più belli da visitare in camper. Seguici in questo itinerario tra i borghi del Molise!

Castel San Vincenzo, l’infinito turchese

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il lago di Castel San Vincenzo ai piedi delle Mainarde

Già solo per la sosta al campeggio Oasi delle Mainarde in riva al lago vale la pena puntare il muso del camper a Castel San Vincenzo. Il borgo vanta un gioiello prezioso come l’Abbazia di San Vincenzo al Volturno, centro benedettino del V secolo con alcuni tra gli ultimi affreschi longobardi rimasti in Italia.

Arroccato su un’altura, il borgo è dominato dalle imponenti balze rocciose della catena delle Mainarde, gruppo tra i più selvaggi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e ingentilito da un placido lago turchese. Dal belvedere di Piazza Umberto ci si addentra nella parte più antica del paese con la strada principale basolata che s’inerpica tra i vicoli regalando scorci panoramici.

Sosta camper: Oasi delle Mainarde

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Castel del Giudice, una comunità sostenibile

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l’albergo diffuso Borgotufi a Castel del Giudice

Facendo base sempre al campeggio Oasi delle Mainarde, puoi raggiungere Castel del Giudice che si trova al confine tra Molise e Abruzzo. Un delizioso borgo, esempio virtuoso di comunità sostenibile grazie a un sindaco intraprendente che lo ha trasformato in un modello da imitare per tutti gli altri borghi del Molise. Per salvare il territorio destinato allo spopolamento è nato il meleto biologico Melise che coltiva centocinquanta varietà che rischiavano l’estinzione. Tra queste c’è la Zitella che prende il nome dalle donne nubili che ne usavano la polpa come cosmetico.

Con l’occasione fai rifornimento per la tua cambusa facendo un salto al birrificio Maltolento. Vicino agli alberi di mele crescono le piante di luppolo e di orzo, recuperate da antiche coltivazioni che germogliavano un tempo su queste terre, dalle quali si ricava la birra agricola. Poco più in là, campeggiano gli alveari dell’Apiario di Comunità nato con l’obiettivo di tutelare la biodiversità del territorio attraverso metodi di coltivazione che aboliscono l’uso di pesticidi e rispettano la natura e le api.

Sei un tipo che ama il movimento ? Non perdere l’esperienza in gommone sul fiume Sangro con l’associazione Sangro Outdoor Experience. Con la tessera del PLEINAIRCLUB risparmi il 10% al ristorante dell’albergo diffuso Borgotufi.

Sosta camper: Oasi delle Mainarde

Leggi anche “Alto Molise, Castel del Giudice esempio virtuoso di comunità sostenibile”

Pietracupa, la Betlemme del Molise

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la chiesa rupestre di Pietracupa

Pur non avendo un’area attrezzata, il sindaco è sempre lieto di accogliere i turisti in camper. Non a caso il comune capofila del Parco delle Morge ospita spesso i raduni dei camper club. Tra i borghi del Molise Pietracupa è uni dei più belli. Ha la particolarità di avere il nucleo abitato appollaiato sotto a un’enorme roccia chiamata morgia. Si tratta di una roccia di natura sedimentaria formatasi in ambiente marino, spinta in superficie dai movimenti tettonici della crosta terrestre milioni di anni fa.

La sua morgia è più sviluppata rispetto ai borghi vicini che hanno la stessa peculiarità. Da vedere la chiesa di Sant’Antonio Abate del XIII secolo e, subito sotto, la bella chiesa rupestre (al momento chiusa e non visitabile). Essa custodisce un crocifisso cinquecentesco e un altare ricavato dalla macina di un vecchio mulino.

Le altre cavità ospitano il Museo della Rupe che raccoglie una nutrita riproduzione degli strumenti di tortura usati nel Medioevo. Un percorso espositivo di grande suggestione. Da vedere anche il Museo dei Ricordi (a ingresso gratuito su prenotazione) che custodisce oggetti d’arredo, utensili da cucina e capi d’abbigliamento di una volta. Fai anche un salto al Museo dei Pietracupesi nel Mondo. Visitabile su prenotazione, racconta la storia del paese attraverso una ricca collezione di fotografie. Sono un centinaio le famiglie originarie di Pietracupa che oggi vivono e lavorano in New Jersey e nella vicinissima New York.

Sosta camper: Il Casino di Caccia

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Civitacampomarano, il borgo della street art

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uno dei murales di Civitacampomarano

Il borgo di Civitacampomarano è un museo a cielo aperto. Per contrastare lo spopolamento la street artist Alice Pasquini ha ideato Cvtà Street Fest, un festival che attraverso l’arte stimola socialità. Gli artisti dipingono murales sulle facciate delle case nell’ottica del rispetto dello “spirito dei luoghi” e della loro identità. Con il coinvolgimento della comunità si esprimono su temi d’attualità: dall’accoglienza alle migrazioni, dal rispetto della diversità alla tolleranza, con quell’immediatezza, freschezza e vivacità che solo il linguaggio della street art riesce a trasmettere. 

Il borgo rischiava di scomparire a causa di una frana. Sorge a 500 metri sul livello del mare ed è circondato da 600 ettari di bosco. Da vedere il castello Angioino, la Casa del Mercante e la chiesa di San Giorgio Martire. Da non perdere Casa Cuoco, la dimora storica in cui visse il celebre illuminista italiano Vincenzo Cuoco, situata a due passi dal Castello Angioino, che ospita gli artisti nei giorni del festival gli artisti arrivati a Civitacampomarano da tutto il mondo.

Sosta camper: area camper in contrada Croce Strangola.

Sepino, la città romana

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Porta Bojano nell’area archeologica di Sepino

Un tempo si chiamava Saepinum la città romana che sorge dove il corso del Tammaro incontra le ultime propaggini del Matese. Su Porta Bojano un’epigrafe rivela che furono Tiberio e Druso, figli adottivi dell’imperatore Augusto, a commissionare la costruzione della cinta muraria reticolata. Lungo la strada lastricata si dispiega una scenografia con le fondamenta di edifici, tabernae e solchi lasciati dalle colonne che formavano il porticato.

Il paese moderno dista una manciata di chilometri ma chi viene qui va a vedere l’area archeologica che ne medioevo prese il nome di Altilia. Intorno al cardo e al decumano si aprivano il foro, le terme, una basilica e il macellum, ovvero il mercato. Poco più in là, tra Porta Bojano e Porta Tammaro, è ben conservato il teatro romano attorniato da caseggiati rurali, uno dei quali ospita il Museo della città e del territorio di Sepino.

Sosta camper: area camper Le Scuderie del Peschio a San Giuliano del Sannio.

In posizione strategica per visitare i principali luoghi di attrazione del Molise, l’albergo diffuso La Piana dei Mulini è un mulino settecentesco riconvertito in una centrale idroelettrica, oggi un “rurali bistrot” di charme. Incastonato nel Parco dell’Alta Valle del Biferno, è un mix di architettura preindustriale, innovazione e tradizione che trova espressione in una cucina di alto livello che elabora prodotti della terra e farine antiche.

Accoglie i camper nell’ampio spazio antistante la struttura e dispone di confortevoli camere per chi non viaggia in camper.

Leggi ancheMolise in camper: a Sepino, la città di Santa Cristina”

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