In camper nel Mantovano, dal Rinascimento al Risorgimento

Le vicende belliche che hanno segnato la storia dell'unità d'Italia e le visioni illuminate dei Gonzaga. Il territorio che si estende fra le colline moreniche a sud del Garda e lo scorrere del Po offre – anche d'inverno – validi motivi di interesse e scoperta. Tutti pienamente a misura di camper.
Castellaro-Lagusello

Indice dell'itinerario

Incuneato nel profondo nord Italia fra Lombardia, Veneto e Trentino, il Lago di Garda vanta comunque un clima che viene definito “mediterraneo”: estati poco torride e inverni non troppo rigidi hanno sempre garantito, alle comunità che si sono insediate intorno alle sue sponde, una vivibilità sconosciuta a simili latitudini. Ecco perché in pieno inverno abbiamo deciso di andare col camper nel Mantovano, le cui propaggini occidentali si estendono a sud del Benaco: gli effetti benefici delle acque lacustri si spingono oltre la fascia di colline moreniche e garantiscono splendide giornate in tutti i mesi dell’anno fino al corso dell’Oglio e oltre. Un’opportunità da non perdere per ammirare luoghi di grande impatto emotivo, ricchi di storia e di testimonianze artistiche.

Parco Oglio Sud-Torre Oglio-Ponte di barche
Ponte di barche a Torre Oglio

Nei luoghi dov’è nata la Croce Rossa

La prima tappa del nostro percorso è Castiglione delle Stiviere, città di rilevanza storica sia perché fu lungamente contesa fra Gonzaga, Visconti e Scaligeri sia perché qui ebbe origine la Croce Rossa, come testimonia il museo allestito nel settecentesco Palazzo Longhi che ripercorre le origini della più importante organizzazione umanitaria internazionale: strumenti chirurgici, attrezzature sanitarie, mezzi di soccorso, fotografie e documenti di ogni tipo raccontano il progetto nato nel 1863 per garantire ai feriti in battaglia adeguati interventi di soccorso.

La cittadina nel corso della sua storia ha subito continui rimaneggiamenti, ma è riuscita a conservare importanti tracce del passato: poche decine di metri separano il museo della Croce Rossa dalla centrale Piazza Dallò, dove si erge un’alta colonna culminante nella statua della dea Astrea. Salendo per Via Ripa raggiungiamo la scenografica scalinata che conduce a quel rimane del castello, una torre e il tratto di muro che la unisce alla porta d’ingresso.

Ridiscesi in piazza imbocchiamo Via Marconi, su cui affacciano le facciate di numerosi palazzi nobiliari, e arriviamo alla spianata dove sorge il duomo dedicato ai santi Nazario e Celso, realizzato in stile neoclassico nella metà del Settecento e attualmente interessato da importanti lavori di ristrutturazione. A chiudere una sorta di triangolo ideale ci avviamo infine lungo Via Battisti, dove si erge la seicentesca basilica di San Luigi, a sinistra della quale si trova l’ex convento dei Gesuiti, oggi sede municipale.

Area-attrezzata-di-Monzambano con camper
Area attrezzata di Monzambano

Solferino

Tornati al camper, che avevamo lasciato nel grande parcheggio ricavato in Piazzale della Repubblica, partiamo alla volta di Solferino, complemento naturale di una visita a Castiglione delle Stiviere per l’importanza di entrambe le località durante la battaglia del 1859 che risolse a vantaggio dei franco-piemontesi la Seconda Guerra d’Indipendenza.

Punto di partenza irrinunciabile è il Museo Storico, che raccoglie documenti e testimonianze legate a uno degli eventi bellici più sanguinosi della storia. Sulla sua destra si stacca un viale alberato che conduce alla chiesa di San Pietro in Vincoli, convertita in ossario: al suo interno sono conservati più di millequattrocento teschi e i resti di oltre settemila soldati dei quattro eserciti che, affrontandosi sulle colline circostanti, immolarono più di trentacinquemila uomini tra morti, feriti e dispersi.

Sul colle sovrastante si ergono i resti del castello risalente all’XI secolo, al cui interno svettano le sobrie architetture della cinquecentesca chiesa di San Nicola. Oltrepassato l’arco che chiude le mura di fronte all’abside saliamo infine alla Rocca, poderosa torre edificata nel 1022 sulla cima del colle più elevato dell’intera provincia e soprannominata “la spia d’Italia” per la posizione sul confine veneto-austriaco.

Alla sua base si stacca un viale fiancheggiato da cipressi che conduce al Memoriale della Croce Rossa, realizzato alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso con il contributo di decine di nazioni per celebrare il centenario della nascita dell’organismo internazionale: una scultura in cemento di Edgardo Mannucci, con al centro una croce in ferro e smalto e a lato una parete ricoperta da formelle in marmi policromi su cui sono impressi i nomi dei centoquarantotto paesi aderenti.

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Epigrafe commemorativa primo centenario battaglia di Solferino

Cavriana

Altri dieci minuti di strada ed ecco Cavriana: lasciato il camper nel parcheggio di Piazza Europa, ai piedi della Parrocchiale di Santa Maria Nova, ci addentriamo nel borgo passando sotto l’antica porta a ogiva che costituiva l’ingresso al castello.

Della struttura originale del manufatto, realizzato a metà dell’XI secolo, rimangono oggi soltanto alcune tracce delle mura e la torre medievale. Parte del materiale venne infatti utilizzato per edificare la sottostante Villa Mirra-Siliprandi: attualmente adibita a museo archeologico, ai tempi della battaglia di Solferino fu quartier generale dell’imperatore austriaco Francesco Giuseppe e quindi residenza di Napoleone III. Con una breve passeggiata raggiungiamo infine la pieve di Santa Maria, considerata una delle chiese romaniche più belle e meglio conservate di tutto il Mantovano: realizzata sulla sommità di un colle, colpisce per l’eleganza delle linee e la semplicità dell’architettura.

Castellaro Lagusello

Altri dieci minuti di viaggio e siamo a Castellaro Lagusello, inserito a buon diritto nel novero dei Borghi più belli d’Italia. Gran parte della cinta muraria di cui era circondato fin dai tempi della sua fondazione – intorno all’XI secolo – è entrata a far parte integrante delle abitazioni, contribuendo al fascino dell’antico abitato.

Superata la porta d’ingresso sotto un’alta torre quadrata, ci addentriamo nel centro storico oltrepassando la chiesa barocca di San Nicola fino a raggiungere Villa Gonzaga-Tacoli, residenza nobiliare realizzata sul sedime dell’antico castello. Da qui ci si affaccia sul laghetto dalla caratteristica forma di cuore che dà il nome al borgo, unico superstite di una serie di bacini intermorenici che migliaia di anni or sono videro fiorire una civiltà palafitticola particolarmente sviluppata.

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Giardino Palazzo Gonzaga

Recuperato il camper al parcheggio che si trova poco distante dall’ingresso al paese, ci spostiamo ora verso Volta Mantovana, affacciata sulla valle del Mincio ai piedi di uno scenografico castello medievale. A ridosso delle mura di cinta i Gonzaga fecero edificare un imponente palazzo, donato successivamente alla famiglia Guerrieri, che per loro conto amministravano quei ricchi territori. All’interno delle mura si trova invece la chiesa di San Pietro, con un interessante altare in marmo intarsiato realizzato nel Settecento da mastri scalpellini bresciani.

Inseguendo il Po

fiume po
Fiume Po

Abbandonati i colli morenici dirigiamo la prua verso sud, superando Mantova e puntando verso il corso del Po in piena Pianura Padana.

Commessaggio

Dopo aver incontrato a più riprese le tracce della dominazione del territorio da parte dei Gonzaga, decidiamo di visitare la creazione forse più visionaria della famiglia che resse il Mantovano dal XIV al XVIII secolo, ovvero la città di Sabbioneta. Ma prima compiamo una deviazione all’altezza del borgo di Commessaggio, dove si trova uno dei rari ponti di barche ancora attivi in Italia, per quanto riservato esclusivamente al transito di veicoli leggeri: fu edificato nel 1976 in seguito all’abbattimento del ponte voluto nel 1583 da Vespasiano Gonzaga a cavallo del canale Navarolo, proprio di fronte al Torrazzo.

Sabbioneta

A una manciata di minuti ecco profilarsi all’orizzonte la cinta muraria – edificata a forma di esagono irregolare – che preannuncia l’arrivo a Sabbioneta, costruita per volontà del Duca Vespasiano Gonzaga con l’intenzione di riprodurre nella realtà la città ideale teorizzata dai filosofi e dagli architetti del Rinascimento. Un progetto “senza memoria”, perché indifferente agli elementi preesistenti, e “senza storia”, perché fissato per sempre al momento della sua conclusione: questi i principi che ispirarono il duca nel suo progetto di razionalizzazione urbanistica, inserito sin dal 2008 nel patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

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Interno del teatro all’antica di Sabbioneta

Oltrepassata Porta Imperiale, ci addentriamo nel dedalo perfettamente ortogonale delle vie cittadine fino a raggiungere l’ampia Piazza d’Armi, sulla quale affacciano il Palazzo del Giardino e la Galleria degli Antichi. Procedendo oltre, arriviamo al Teatro Olimpico, la prima struttura del suo genere realizzata in Europa in un edificio non preesistente, opera del vicentino Vincenzo Scamozzi: dagli storici è considerato uno dei primi esempi di edificio teatrale moderno.

Superata Piazza Ducale, ci troviamo al cospetto della chiesa di Santa Maria Assunta e del Palazzo Ducale, dagli interni riccamente decorati. Poco più avanti ecco la chiesa dell’Incoronata, realizzata su pianta ottagonale per diventare il mausoleo di Vespasiano Gonzaga, le cui spoglie riposano nel sarcofago posto sulla sinistra dell’edificio. Una visita davvero istruttiva, nel tepore di un inverno che l’influenza del vicino Garda rende poco pungente: la situazione ideale per fare un pieno di bellezza a bordo del proprio camper anche fuori stagione.

Due curiosità

Un’intuizione da Nobel

Nel giugno del 1859 Jean Henry Dunant, uomo d’affari ginevrino, si recò a Solferino per incontrare l’imperatore francese Napoleone III: giunse proprio alla vigilia della battaglia campale che si sarebbe combattuta nelle campagne circostanti tra l’esercito franco-piemontese quello austriaco. Dunant alloggiava a Castiglione delle Stiviere, dove furono trasferite le migliaia di morti e feriti della catastrofica battaglia combattuta sulle colline moreniche tra Solferino e San Martino. Lo svizzero rimase sconvolto dalle scene a cui assisté, poiché feriti e moribondi venivano trasportati alla bell’e meglio nell’ospedale da campo senza che nessuno si prendesse cura di loro.

Per questo, una volta rientrato in patria, si industriò per dare vita a un’associazione che si occupasse di garantire un’assistenza adeguata ai feriti di tutte le guerre e di tutte le parti in causa. Fu così che nacque in Svizzera la Croce Rossa Internazionale, un’intuizione straordinaria che nel 1901 valse a Dunant il primo Nobel per la Pace della storia attribuito dal comitato norvegese.

Cultura e delizia

Un’accademia, un museo, una biblioteca, una zecca, una tipografia, un teatro; e ancora mura geometricamente perfette, una planimetria in sintonia con l’urbanistica classica, la piazza del potere civile e di quello religioso, il nucleo militare e quello signorile.

Tutto questo e altro ancora si concentrarono nel progetto di ricostruzione di Sabbioneta elaborato a partire dal 1554 in prima persona dal Duca Vespasiano Gonzaga, profondo conoscitore dell’architetto latino Vitruvio ed esperto di ingegneria militare. Nelle intenzioni del suo artefice sarebbe dovuta diventare la capitale del principato, ma alla morte di Vespasiano si avviò a rapida decadenza, pur conservando quasi perfettamente la memoria di quell’incredibile esperimento.

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