È la città di Claudio Monteverdi, ma anche della mostarda. Del nuovissimo Museo del Violino, ma anche del festival del torrone in programma proprio nel mese di novembre. Adagiata nel bel mezzo della Pianura Padana sulla riva sinistra del grande fiume, Cremona ha molteplici anime: dalle liuterie che perpetuano l’arte di Antonio Stradivari agli imperdibili negozi di leccornie, passando per i nobili edifici del centro storico che sorgono all’ombra del Torrazzo
Indice dell'itinerario

Le note esplodono potenti, vibrano, fanno sognare. Sembra incredibile che un legno vecchio di quasi quattrocento anni possa produrre un suono tanto meraviglioso. Ma questo non è un legno qualsiasi: è uno Stradivari originale, il Clisbee a essere precisi, creato dal grande liutaio nel 1669 e oggi riportato alla vita e alla gioia della musica. Qui a Cremona, in realtà, non è un evento eccezionale. Almeno due volte a settimana si può assistere alle audizioni: quindici minuti di spettacolo in cui alcuni dei più antichi e prestigiosi violini della Collezione degli Archi del Palazzo Comunale vengono suonati per il godimento del pubblico.

L’auditorium del nuovo Museo del Violino
L’auditorium del nuovo Museo del Violino

La storia di Cremona

Facciamo un passo indietro per capire l’originalità di questa bella città lombarda, che già prima di dare i natali ad Antonio Stradivari aveva visto fiorire un’importantissima attività liutaia. Ancora oggi è il più famoso centro al mondo per la produzione di strumenti a corda, con oltre duecento botteghe – si tratta in assoluto della più alta concentrazione – riunite in un consorzio che vanta la presenza di maestri provenienti da ogni parte del pianeta, dalla Russia all’Argentina, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Corea del Sud a Cuba, passando per ogni paese dell’Europa e del Mediterraneo.

La liuteria Stefano Conia
La liuteria Stefano Conia

Agli inizi del XVI secolo, nella zona compresa tra Cremona, Brescia e Venezia, iniziano a diffondersi nuovi strumenti portatili a corda, capaci di un suono molto potente, ideali per i musici ambulanti e i danzatori di corte. Dopo secoli di esperimenti con cembali e arpe, lire e liuti, attorno al 1550, presumibilmente dalle abili cure del maestro Andrea Amati, nasce il violino come lo conosciamo. Non è chiaro perché proprio la città del Torrazzo – l’inconfondibile torre campanaria – sia diventata nel corso di pochi anni la Mecca dei liutai. Forse dipese dalla fama di cui godeva il più illustre cittadino dell’epoca, il compositore Claudio Monteverdi, artefice del passaggio dalla musica rinascimentale a quella barocca.

La liuteria Stefano Conia
La liuteria Stefano Conia

Il celeberrimo autore dell’Orfeo, uno dei primi melodrammi della storia, s’innamorò del nuovo strumento, portandolo con le sue opere nelle corti di tutto il continente. E nella seconda metà del ‘500 gli archi cremonesi divennero quelli dei violons du roi, come venivano chiamati i musicisti di Carlo IX di Francia. In seguito il lavoro dei grandi liutai contribuì al perfezionamento delle tecniche costruttive, cosicché a noi sono arrivate in perfette condizioni le opere delle famiglie Amati, Guarneri, Guadagnini e Stradivari, il maestro che creò alcuni dei pezzi più pregiati di sempre, battuti all’asta intorno ai 15 milioni di dollari ciascuno.

Musica… per il palato

un mirabile intaglio della liuteria Stefano Conia
un mirabile
intaglio della liuteria
Stefano Conia

Ora, però, scordatevi le noiose lezioni di solfeggio avute a scuola, le prove stonate dei principianti e dimenticate persino i concerti dei migliori violinisti, la cui eccellente maestria è spesso troppo elevata per noi profani e dedicata a un pubblico di appassionati che ben conosce le composizioni e le diverse interpretazioni di artisti e orchestre. A Cremona il violino è per tutti: appassionati di folk, jazzisti, rockettari, persino analfabeti musicali come chi scrive. Non solo perché è possibile assistere alla creazione di uno strumento in una delle botteghe, ma anche perché il programma di spettacoli della città non è certo limitato solo al classico, in particolare nella bella stagione. Eppure, se vi trovate in Lombardia e dite Cremona non vi sentirete rispondere violini, ma tutti diranno: la mostarda.

Negozio storico Sperlari: la mostarda
Negozio storico Sperlari: la mostarda

È qui che viene prodotta la salsa considerata indispensabile per accompagnare bolliti, stracotti e formaggi della cucina di buona parte dell’Italia settentrionale. La mostarda cremonese ha ben poco a che vedere con la cugina francese di Digione: si tratta di una conserva di pezzi interi di frutta candita, dolce e zuccherata, a cui viene aggiunta la senape, nelle versioni a un solo gusto o anche a macedonia. Fuori dalla provincia sono in pochi a sapere che l’azienda dolciaria Sperlari ha sede qui, e che molto prima delle caramelle – prodotte solo dal 1951 – ha fatto fortuna con la mostarda: esattamente dal 1836.

Negozio storico Sperlari
Negozio storico Sperlari

È perfetta sul cotechino vaniglia – così chiamato per il delicato sapore – o con il salame da pentola, altra specialità locale indispensabile per preparare i tre brodi, una minestra che deve contenere tre tagli diversi di carne oltre alla lingua e all’insaccato. Altro abbinamento ideale è con il Provolone Valpadana DOP, ma i buongustai sapranno che il tagliere locale riserva numerose sorprese, raccolte non a caso nella Strada del Gusto Cremonese nella Terra di Stradivari, che conta molti esercenti anche in città: il Salva Cremasco DOP, ad esempio, è un formaggio acidulo della zona di Crema, servito generalmente con le tighe (i peperoni sottaceto), che differentemente da altri prodotti caseari si addolcisce invecchiando, diventando morbido all’interno. Si tratta di eccellenze tipiche della zona.

i classici tortelli cremaschi
i classici tortelli cremaschi

A Soresina, piccolo centro fuori città, la gigantesca latteria che prende il nome dal paese produce crescenza, grana padano e persino caprini. Nella gastronomia cremonese non mancano le paste ripiene: i marubini, ad esempio, sono ravioli di cui si ha notizia fin dal XVI secolo la cui ricetta – che prevede la cottura nei tre brodi – è certificata con atto notarile dall’Accademia Italiana della Cucina, mentre i tortelli cremaschi sono farciti di uva sultanina, cedri canditi, biscotti e amaretti e il loro insolito sapore richiama un incrocio tra la cucina veneziana e indiana. Ma se dite Cremona a un bambino, con un nome tanto zuccheroso gli verrà in mente il torrone, protagonista di un festival (vedi il riquadro Il suono più dolce a pag. 61) che dal 16 al 24 novembre trasforma la città lombarda nella capitale della gola.

Negozio storico Sperlari: il torrone
Negozio storico Sperlari: il torrone

La tradizione popolare vuole che il bianco dolce di miele, mandorle e albume sia stato inventato per il banchetto di nozze di Maria Bianca Visconti con Francesco Sforza nel 1441; sembra però che il torrone fosse già noto in città, importato da alcuni mercanti arabi nella versione senza uovo. Tra i dolci, in ogni caso, c’è n’è per tutti i gusti: il pan Cremona fatto con polvere di torrone, la sbrisolosa (parente della sbrisolona mantovana, con farina di mais), il dolce di Sant’Omobono con castagne, uvetta e cacao, i baci di Cremona, la spongarda farcita con la frutta secca. La città non è grande, ma una visita delizia davvero i sensi: rifatevi gli occhi, tendete l’orecchio e… preparate la pancia!

Cosa vedere in città?

una veduta sul centro storico dal Torrazzo
una veduta sul centro storico dal Torrazzo

Gioiello medioevale e rinascimentale, il centro di Cremona si sviluppa attorno alla piazza principale su cui si fronteggiano il Palazzo del Comune e il duomo, ai lati del quale si visitano un gigantesco battistero romanico dalla pianta ottagonale e il Torrazzo, simbolo della città. Con i suoi 111 metri d’altezza è considerato la più alta torre campanaria d’Italia; sulla facciata è collocato un grande orologio astronomico, il cui meccanismo risale al ‘500. Saliti i cinquecento scalini di questa incredibile costruzione medioevale, si gode un panorama originale con un’angolatura difficile da trovare nella piatta Pianura Padana.

Il centro storico

Il duomo è l’edificio principe, dove è possibile confrontarsi con la grande storia della città. La magnifica scenografia marmorea duecentesca che adorna la facciata introduce a un monumentale ambiente a croce latina. Ci accoglie un maestoso ciclo di affreschi realizzato fra il 1506 e il 1529. Da una parte le opere di Boccaccio Boccaccino, dall’altra i capolavori di Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone: nell’eccezionale tela della Deposizione, Gesù sembra uscire dal muro verso il visitatore.

Nella Crocifissione si può trovare la simbologia di una parte del nuovo pensiero ecclesiastico: al centro, invece del Salvatore, c’è un soldato luterano. Nei primi anni della Riforma Protestante, i Lanzichenecchi stanno razziando e devastando la pianura, ma la Chiesa di Roma è ancora in dubbio sulla loro eresia. E questa travagliata indecisione traspare dal dipinto: il mercenario resta in bilico sulla terra spaccata, ancora collocato tra i fedeli raccolti a sinistra sotto la Croce, ma pericolosamente vicino al passo verso i miscredenti Ebrei e Saraceni, rimasti a destra.

Interno del duomo
Interno del duomo

Nell’accogliente centro storico tutto è a portata di qualche passo o di poche pedalate, data la comodità di poter utilizzare le bici messe a disposizione dal Comune proprio vicino al punto sosta dedicato ai camper. Così, gironzolando per la città, si trovano le botteghe dei maestri liutai e i negozi storici di prodotti tipici; ma pedalare è un ottimo modo per scovare i giardini nascosti, tesoro segreto di Cremona, dove numerosi palazzi cinquecenteschi celano dietro cancellate barocche eleganti corti con alberi secolari. Merita una visita il Museo Civico Ala Ponzone, sede della pinacoteca cittadina che raccoglie più di duemila opere tra cui spiccano il San Francesco in Meditazione del Caravaggio e il famosissimo Ortolano di Arcimboldo. Al piano terra dello stesso Palazzo Affiatati è ospitato anche il Museo di Storia Naturale.

Il Museo Archeologico

Si visita con interesse anche il Museo Archeologico allestito nel 2009 nella bella chiesa di San Lorenzo, edificata intorno al XII secolo su una basilica precedente e su un cimitero paleocristiano a sua volta eretto su una necropoli romana, tutt’ora visibile grazie al restauro effettuato per esporre la collezione. Il museo raccoglie numerosi reperti trovati nel sottosuolo della città: Cremona fu infatti un importante approdo sul Po, fondata come castrum già nel III secolo a.C.

La città crebbe fiorente come dimostra il livello di pregio raggiunto da alcune lussuose abitazioni private, di cui sono esposti arredi e oggetti della vita quotidiana tra i quali un rarissimo cesto di legno conservatosi grazie ai fanghi del fiume. Oltre a un ninfeo sono stati rinvenuti mosaici e affreschi, mentre non è ancora riportato alla luce lo spazio pubblico: il foro, il teatro e gli edifici termali restano segreti sotto la città moderna.

La chiesa di San Sigismondo

La prestigiosa Scuola Internazionale di Liuteria
La prestigiosa Scuola Internazionale di Liuteria

Per avere un quadro ancora più completo delle emergenze architettoniche delle varie epoche, uno splendido esempio dell’evoluzione del Rinascimento cremonese si ha appena fuori dal centro storico, in direzione Parma: la chiesa di San Sigismondo è un vero gioiello che all’interno custodisce un corredo pittorico straordinario, con pregevoli affreschi realizzati dai fratelli Campi, artisti cremonesi attivi nel XVI secolo.

Al suo esterno è disponibile un comodo parcheggio, ma noi l’abbiamo raggiunta senza fatica a pedali. Chi ha tempo, prenotando con anticipo presso l’ufficio del turismo, può effettuare una visita alla Scuola Internazionale di Liuteria, il centro di formazione annesso al Liceo Musicale, aperto a studenti di tutto il mondo e di ogni età, che ha permesso alla produzione liutaia di Cremona di entrare a far parte del patrimonio immateriale dell’Unesco per la trasmissione continua del sapere artigiano.

Piazza Antonio Stradivari
Piazza Antonio Stradivari

Piazza Stradivari

E poco oltre Piazza Stradivari si trova il Palazzo dell’Arte, dove a settembre è stato inaugurato il nuovo Museo del Violino, non lontano dal bel teatro intitolato ad Amilcare Ponchielli (il compositore nacque nel vicino comune di Paderno).

Nella struttura, che recupera un edificio della prima metà del Novecento con un intervento che riqualifica anche la bella piazza prospiciente, trova spazio la Collezione degli Archi di Palazzo Comunale con i violini di Amati, Stradivari e Guarneri del Gesù, ma non mancano strumenti ad arco dei più grandi maestri delle epoche successive. Di eccezionale pregio è anche la sezione dedicata ai disegni, i modelli e gli attrezzi della bottega di Antonio Stradivari, custoditi e poi donati alla città negli anni ‘30 dal liutaio Giuseppe Fiorini.

una sala del nuovo Museo del Violino
Una sala del nuovo Museo del Violino

Il percorso museale si articola su dieci sale che offrono un panorama completo sulla storia, la manifattura e la diffusione del violino, con tanto di ricostruzione di una bottega liutaia. Oltre agli strumenti di valore incomparabile, il nuovo gioiello del Palazzo dell’Arte è un auditorium da 464 posti pensato per esaltare la suggestione dell’ascolto grazie alla particolare architettura della sala, con il palco rotondo letteralmente avvolto dagli spalti. Un luogo ideale per salutare Cremona, tendendo idealmente la corda che ci ricondurrà a visitarla. 

———————–

Tutti gli itinerari di PleinAir in camper su Cremona li puoi leggere sulla rivista digitale sul pc, sul tablet o sullo smartphone. Con un anno di abbonamento a PLEINAIR (11 numeri cartacei) hai a disposizione gli inserti speciali, la rivista digitale e l’archivio digitale dal 2015 (con gli allegati).

Con l’abbonamento a PleinAir ricevi i prossimi numeri comodamente a casa e risparmi!

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery