Weekend a Roma: i luoghi insoliti della città antica

Riaprono al pubblico dopo un lungo restauro la Domus Tiberiana e il Ninfeo della Pioggia. Dal Foro romano alla Roma sotterranea: scopriamo cosa nasconde il sottosuolo della città eterna

Indice dell'itinerario

Il centro storico della Città Eterna è patrimonio dell’Unesco con 25.000 punti di interesse. Tre giorni non bastano per visitarla tutta ma puoi scovare cose interessanti e nuove anche in siti visti e stravisti. E così un weekend a Roma può trasformarsi in un itinerario alla scoperta di luoghi insoliti. Basta tenersi fuori dai circuiti più noti per conoscere un altro volto della Capitale.

Con un patrimonio di arte, storia e cultura ineguagliabili, Roma è la città più sognata e amata nel mondo. Una meta che non conosce periodi morti in termini di affluenza, anche grazie al clima mite che la rende adatta a tutte le stagioni. Partendo dal presupposto che il tour classico è imprescindibile, vi suggeriamo dunque un itinerario tra i luoghi che solitamente sfuggono all’occhio del visitatore.

Foro romano: sai che c’è di nuovo?

Dopo un lungo restauro riaprono al pubblico due tesori di epoche diverse che rendono ancora più speciale un giro sul Palatino. Se scendere tra le rovine della Roma antica è nella lista delle cose da fare in città, adesso c’è un motivo in più per acquistare un biglietto per il Parco Archeologico del Colosseo: dopo cinquanta anni ha appena riaperto al pubblico la Domus Tiberiana.

La Domus Tiberiana, riaperta dopo 50 anni

Lazio-Roma-Foro romano-Palatino Domus Tiberiana vista dalla Via Nova

Dal Foro Romano basta salire la rampa di Domiziano per ritrovarsi sul Palatino dove svetta il primo vero palazzo imperiale costruito nel I secolo dopo Cristo. Immaginate un maestoso edificio con affreschi e pavimenti a mosaico, colonne e decorazioni e, fuori, una sequenza di giardini con statue, ninfei e fontane con terrazze, balconate e scalinate.

Sebbene il nome rimandi all’imperatore Tiberio, gli studi hanno dimostrato che le fondamenta del palazzo risalgono a Nerone, che probabilmente la costruì in continuità con la Domus Aurea. L’edificio subì vari rimaneggiamenti fino al Cinquecento, quando i Farnese la inglobarono negli Horti.

Fermatevi qualche minuto ad ammirare i reperti rinvenuti durante gli scavi nelle sale multimediali: stupisce la straordinaria raccolta di vasellame in terracotta e frammenti di sculture in marmo. Vale la pena addentrarsi tra le aiuole fiorite, soprattutto se la giornata è bella, e arrivare al belvedere antistante il Teatro del Fontanone per godersi un’impareggiabile vista sul Foro Romano.

Ninfeo della Pioggia

Lazio-Roma-Foro romano-Palatino-Ninfeo della Pioggia

Dal Teatro del Fontanone, scendendo una scalinata, si giunge al Ninfeo della Pioggia, incastonato negli Horti Farnesiani lungo il pendio settentrionale del Palatino. Si tratta di una stanza semi sotterranea decorata con affreschi dove i Farnese cercavano rifugio dalla calura, che veniva utilizzata come spazio per la lettura e la musica.

Chiusa al pubblico molti anni per restauro, la fontana – da cui innumerevoli zampilli ricreavano l’effetto visivo e sonoro di un fresco rovescio – è di nuovo visitabile. Fino al 7 aprile la mostra Splendori farnesiani racconta la storia degli Horti con la ricostruzione dei banchetti dell’epoca e degli ambienti naturali del Seicento.

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Memorie dal sottosuolo

Chi visita una città dalla storia millenaria come Roma non ha l’immediata percezione che gran parte del suo passato si nasconda ancora sotto la superficie. A dispetto del fatto che i grandi monumenti dell’antichità come il Colosseo, il Pantheon o Castel Sant’Angelo sono ancora sotto gli occhi di tutti, interi settori della città di epoca romana ma anche medievale e rinascimentale sono perfettamente conservati sotto i palazzi.

Ma anche nei parchi o nelle vie storiche della città, componendo un articolato ed intrecciato mosaico degno di una litografia di Escher. A proposito: non tutti sanno che l’incisore olandese abitò anche a Roma nel quartiere di Monteverde.

Le case romane del Celio

Lazio-Roma-Casa romana al Celio

Questi interessantissimi ambienti ipogei, restaurati non molti anni fa, sono facili da raggiungere sia con la metropolitana scendendo alla fermata Colosseo e facendo poi una passeggiatina di dieci minuti fino alla Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. I piccoli camper possono essere parcheggiati lungo la Via Claudia o negli stalli di Piazza Celimontana.

La basilica, che merita essa stessa una visita, è in pratica il “coperchio” che copre le cosiddette Case Romane del Celio, venti ambienti ipogei riccamente affrescati, caratterizzati dalla sovrapposizione dal II secolo d.C. fino all’età medievale di un’insula e tre domus. L’ultima di esse ospitò le reliquie dei santi Giovanni e Paolo, martirizzati sotto il regno di Giuliano l’Apostata (361-363 d.C.). Con l’accesso posto sul Clivo di Scauro, questo sito ospita anche un piccolo ma interessante antiquarium. Per organizzare la visita basta andare sul sito.

Se ti resta tempo non lasciarti scappare anche una visita alla Basilica di San Clemente, perfetta per gli amanti della Roma sotterranea. Sotto all’a Basilica’edificio attuale del XII secolo con i suoi meravigliosi mosaici e i pavimenti cosmateschi, si trova infatti una basilica paleocristiana del IV secolo e, scendendo ancora di livello, ci si imbatte in una domus del I secolo d.C. caratterizzata dalla presenza di un ben conservato mitreo, un vero viaggio a ritroso nella storia dell’architettura e della religione.

Catacombe di San Callisto

Lazio-Roma-Catacombe di San Callisto
catacombe di San Callisto

Situate sull’Appia Antica al numero 110, tra la chiesa del Quo Vadis e le catacombe di San Sebastiano, sono tra le più grandi di Roma e al loro interno sono sepolti decine di martiri e ben sedici papi. Si tratta di una rete di gallerie di circa 20 chilometri posta su numerosi livelli fino a 20 metri sotto il piano di campagna.

Di tutti i siti della Roma sotterranea non c’è nulla di più iconico delle catacombe. Una visita a San Callisto non solo è estremamente affascinante ma fugherà molti dubbi o preconcetti sull’uso di queste strutture ipogee. Esse non venivano usate dai cristiani per nascondersi durante le persecuzioni ma erano i loro grandie riveriti cimiteri. Abbinate la visita a una passeggiata sull’Appia Antica o al Parco della Caffarella. Tutte le informazioni qui.

Vicus Caprarius, la città dell’acqua

Lazio-Roma-Vicus caprarius-acquedotto

Questo piccolo gioiello nascosto si trova a poche decine di metri dalla Fontana di Trevi e si raggiunge facilmente con dieci minuti di cammino dalla fermata Barberini della metropolitana. In seguito ai lavori di ristrutturazione dell’ex cinema Trevi furono rinvenuti i resti di una domus di età imperiale ma soprattutto del castellum aquae dell’Acquedotto Vergine.

Si tratta dell’acquedotto che fornisce l’acqua alla fontana di Trevi. Il castellum aquae era la struttura romana destinata a conservare e distribuire l’acqua grazie a un sistema di cisterne, saracinesche e tubature. L’area archeologica del Vicus Caprarius offre uno spaccato sorprendente su questo tipo di struttura.

L’Acquedotto Vergine infatti è l’unico degli antichi acquedotti romani nel quale il flusso idrico non si è mai interrotto, alimentando le fontane grandi e piccole della città dal II secolo d.C. fino ai giorni nostri con la Fontana di Trevi quale imperdibile esempio. Per saperne di più.

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