In camper a Modena, terra di motori e Dop

Terra di motori, città dell'aceto balsamico e delle figurine Panini. Modena è un concentrato di cose da vedere (e da gustare). Scoprila in camper!

Indice dell'itinerario

Se sei un appassionato di motori e un buongustaio un weekend in camper a Modena è d’obbligo. Sapevi che la città era un ex colonia romana? Si chiamava Mutina ed ebbe grande importanza quando fu costruita la Via EmiliaScoprila con noi una volta parcheggiato il camper nella confortevole area di sosta camper gestita dal Camper Club Mutina.

Già nella preistoria quest’angolo dell’Emilia Romagna lambito dai fiumi Panaro e Secchia fu abitato da varie popolazioni: i Liguri, gli Etruschi e i Celti. Nel 183 a.C. venne fondata la colonia romana di Mutina che univa Rimini con Piacenza, toccando anche Bona, l’odierna Bologna. La storia di Modena si apprezza passeggiando per il centro storico, tra architetture di varie epoche, lunghi portici, giardini e musei. Cuore della città è Piazza Grande con il duomo e la Ghirlandina, elegante e altissima torre campanaria, un complesso di straordinaria armonia e bellezza dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1997.

Emilia Romagna-Modena-Piazza Grande-veduta dalla Torre Ghirlandina
Piazza Grande dalla Torre Ghirlandina

La Ghirlandina, la guglia simbolo della città

La visita può iniziare proprio dal simbolo della città: la Ghirlandina. Alta circa novanta metri, questa ardita guglia lega il suo nome alle balaustre che l’abbracciano nella parte superiore. La torre fu eretta tra la seconda metà del XII secolo e il 1319, anno in cui si terminò la gotica cuspide ottagonale; nel 1588 sulla sua sommità furono poste la croce e una sfera contenente le reliquie del patrono San Geminiano. Collegata al duomo da due archi, la Ghirlandina ebbe un’importante funzione sociale: oltre ad annunciare le funzioni religiose, le campane segnalavano la chiusura delle porte della città, incendi o altri pericoli per la cittadinanza.

Al quinto piano, la Stanza dei Torresani ospitava le guardie comunali incaricate di vegliare sull’abitato. Interessante è anche la sala della Secchia Rapita. Qui in passato si custodivano importanti documenti e preziosi, mentre oggi conserva una copia del secchio sottratto in un pozzo pubblico di Bologna durante la battaglia di Zappolino nel 1325. La vicenda divenne celebre anche per La secchia rapita, il poema burlesco del modenese Alessandro Tassoni. Dall’alto della torre la vista domina la sempre animata Piazza Grande e il centro storico. Nei giorni tersi d’inverno, quando le cime sono imbiancate, gli Appennini sembrano a portata di mano.

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Piazza Grande su cui svetta il duomo

Il duomo, capolavoro di Lanfranco

Una volta scesi, bisogna assolutamente visitare il duomo dedicato a Santa Maria Assunta in Cielo e a San Geminiano. La costruzione di questo capolavoro d’architettura romanica, progettato dall’architetto Lanfranco e arricchito dalle sculture di Wiligelmo, iniziò il 9 giugno 1099 e terminò con la consacrazione nel 1184. Vi si accede tramite la Porta dei Principi, per la ricchissima Porta Regia affacciata in Piazza Grande e per la Porta della Pescheria con le decorazioni ispirate a vicende di Re Artù e alle attività svolte in campagna dodici mesi l’anno. All’interno sono custoditi le spoglie di San Geminiano, il quattrocentesco altare delle Statuine di Michele da Firenze, il cinquecentesco presepe di terracotta di Antonio Begarelli e il pulpito di Enrico da Campione. Merita una visita anche il museo del duomo, che conserva codici minati, pergamene, antichi reliquari e arazzi.

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l’interno del Palazzo Comunale

La Pietra Ringadora

Tornati in Piazza Grande, di sicuro non passa inosservata la Pietra Ringadora. In passato utilizzata come pulpito e giaciglio per i cadaveri in attesa d’identificazione, questo grosso blocco di rosso ammonitico veronese giace ai piedi del palazzo comunale. All’interno di quest’ultimo storico edificio si possono visitare il Camerino dei Confirmati con la Secchia Rapita originale, la Sala del Fuoco con il camino dove si preparavano le braci destinate a riscaldare i commercianti, la Sala dei Matrimoni e quella degli arazzi con le grandi pitture su tela di Girolamo Vannulli.

Dal 2003 due stanze del sottotetto sono adibite ad acetaia, con alcune botti di varie dimensioni destinate alla produzione del prezioso aceto balsamico.

Mercato coperto Albinelli

Lasciato il Municipio, consigliamo di raggiungere il vicino mercato coperto Albinelli. Aperto nell’omonima via dal lunedì al sabato, questo tempio liberty del gusto è una tappa obbligata per tutti i buongustai. Dal 28 ottobre 1931 ospita i banchi che in passato animavano Piazza Grande; osservati dalla bronzea scultura della Fanciulla con canestro di fiori di Giuseppe Graziosi, modenesi e viaggiatori golosi possono fare incetta di golosità locali: dai tortellini artigianali al Parmigiano Reggiano Dop, dai salumi allo zampone di Modena Igp, dai formaggi all’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop.

I musei

Tornati nuovamente in Piazza Grande conviene raggiungere la vicina Via Emilia, con i bei portici, i bar, le pasticcerie e le botteghe storiche. Puntando in direzione nordovest si raggiungono Piazza Sant’Agostino e il Palazzo dei Musei. All’interno di questo vasto complesso si trovano varie e interessanti collezioni. Il Museo Civico Archeologico raccoglie reperti dal Paleolitico al Medioevo rinvenuti nel territorio. Di grande interesse sono i manufatti e i resti della Modena romana, l’antica Mutina definita da Cicerone “splendidissima et floridissima”. Presso il cortile occidentale dell’edificio si può ammirare il lapidario romano con numerosi monumenti funerari, are e stele in parte rinvenute nei pressi della Via Emilia.

Singolare è la sezione etnologica con raccolte provenienti dal Perù alla Nuova Guinea dall’Asia all’Africa. Estremamente interessante e vario è il Museo Civico d’Arte le cui collezioni spaziano dagli strumenti musicali alle terrecotte, dalla Gipsoteca Giuseppe Graziosi all’arte sacra, dalle armi agli strumenti scientifici. Nello stesso edificio, con un altro biglietto si può visitare la Galleria Estense, una delle più importanti d’Italia. Fra i tanti capolavori ospitati ne spiccano due raffiguranti Francesco I d’Este: un busto di marmo di Gian Lorenzo Bernini e un ritratto di Diego Velasquez.

Il Museo della Figurina

Di nuovo in Via Emilia, si può camminare verso sudest fino a incrociare Corso Canalgrande. Continuando sulla destra, in breve si raggiunge il teatro comunale intitolato dal 2007 a Luciano Pavarotti (nei primi mesi di quest’anno il cartellone comprende Attila di Giuseppe Verdi, La Wally di Alfredo Catalani e I puritani di Vincenzo Bellini). Proseguendo per Corso Canalgrande in breve si arriva a Palazzo Santa Margherita con il singolare Museo della Figurina, voluto da Giuseppe Panini, fondatore dell’omonima azienda assieme ai fratelli. L’esposizione comprende migliaia di figurine, ma anche calendari e album, creati o meno per raccogliere le serie. A meno di un chilometro si trova il Mata (ex Manifattura Tabacchi) dove è possibile visitare interessanti mostre temporanee.

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l’esterno del Museo Enzo Ferrari

Il Museo Enzo Ferrari

Da non perdere il MEF, il Museo Enzo Ferrari, che comprende due costruzioni completamente diverse. In un lungo e sobrio edificio di mattoni rossi il 18 febbraio 1898 nacque Enzo Ferrari, figlio di Alfredo, che in questo stabile aveva la sua officina meccanica. A lato spicca una modernissima ed elegante costruzione di vetro e metallo, progettata da Jan Kaplicky. Raffigura il cofano di una vettura sportiva di colore giallo, come quello del logo del cavallino rampante. All’interno due spettacolari filmati raccontano la storia di Enzo Ferrari, i legami che aveva con i piloti e vari personaggi. Dal febbraio dello scorso anno il museo comprende l’esposizione Red Carpet, con i modelli usati in filmati celebri: dalla 375 America impiegata da Sofia Loren ne Il ragazzo sul delfino alla 308 GTS di Magnum PI.

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la casa-museo di Luciano Pavarotti

La casa museo di Luciano Pavarotti

Dal 2015 è aperta al pubblico la Casa Museo Luciano Pavarotti, situata in aperta campagna a Stradello Nava, a 12 chilometri da Modena. La dimora, con le stanze dipinte di colori caldi e gli arredi di buon gusto realizzati da raffinati artigiani di tutta Italia, riflette appieno lo spirito di questo straordinario personaggio. Il museo custodisce gli oggetti che il maestro modenese amava di più: il pianoforte, gli abiti di scena, le camicie a fiori sgargianti, ma anche le foto che lo ritraggono con presidenti e personalità illustri di tutto il mondo. Fra i tanti ricordi si scorge un minuscolo ritaglio di giornale: “Londra, 23 settembre. Un giovane tenore italiano sconosciuto al grande pubblico londinese ha ottenuto un vivissimo successo nella rieditazione della Bohème al Covent Garden. Si chiama Luciano Pavarotti e ha 27 anni…”.

Il parco archeologico Terramara a Montale

Visto che visiti in camper Modena, ti sarà facile raggiungere i dintorni. Poco distante, a Montale nel Comune di Castelnuovo Rangone, merita una visita anche il parco archeologico e museo all’aperto Terramara di Montale. Le terramare eranodegli insediamenti sorti nel cuore della Pianura Padana, durante la media Età del Bronzo (circa 3.500 anni fa). Le abitazioni erano costruite su terrazzamenti, talvolta su piattaforme sopraelevate sorrette da pali, spesso circondate da fossati. Il parco archeologico comprende un’area dove è possibile osservare le tracce dell’insediamento, ma anche la ricostruzione fedele di una parte del villaggio. Tutto è curato nei minimi dettagli. Le case di legno con il tetto di canne palustri, gli arredi, i suppellettili e gli strumenti di lavoro.

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il Museo Ferrari a Maranello

Il Museo Ferrari a Maranello

Prima di lasciare quest’angolo del Modenese conviene recarsi al noto e frequentatissimo Museo Ferrari di Maranello. Un’esperienza capace di affascinare ed emozionare anche chi non è patito dei Gran Premio. Un’occasione unica per salire a bordo di una Ferrari per una foto ricordo personalizzata, provare i simulatori di Formula 1, avvicinarsi ai modelli più celebri e costosi. Il successo della Ferrari è legato alle idee, alla passione, al coraggio e alla volontà di uomini caparbi, la sua storia inorgoglisce tutti gli italiani, in particolare chi è nato e vive nella città del mitico Enzo.

Una provincia ricca di DOP

A Modena si mangia bene, anzi benissimo. Lo confermano anche gli esperti della World’s 50 Best Restaurant Academy, che nel 2016 hanno posto in testa alla prestigiosa classifica l’Osteria Francescana di Massimo Bottura. E sono tante le eccellenze di una terra generosa di sapori e di prodotti prelibati. Come l’aceto balsamico tradizionale di Modena Dop, che si ottiene dal mosto cotto riposto botticelle di legni diversi, generalmente poste nei sottotetti. L’affinato prevede un invecchiamento di almeno dodici anni, l’extravecchio di almeno un quarto di secolo.

Emilia Romagna-Modena-RistoranteStallo del Pomodoro-tortellini in brodo
i tortellini in brodo del ristorante Stallo del Pomodoro

Passatelli, crescentine e tanto altro

Visto che vai in camper a Modena, rifornisci la cambusa. Il paniere delle ghiottonerie si può arricchire con il parmigiano reggiano Dop, il prosciutto di Modena Dop, il cotechino e lo zampone (entrambi Igp). Al ristorante si spazia invece dalle tagliatelle artigianali condite con il ragù ai tortellini, dai passatelli cotti nel brodo al classico bollito servito con varie salse. E poi ci sono le crescentine (o tigelle), dischi di pasta di circa una decina di centimetri che in passato si cuocevano tra le tigelle, pietre circolari di materiale refrattario o di terracotta, opportunamente riscaldate nel camino. Assolutamente da provare è la versione tradizionale, farcita con un pesto di lardo, aglio, sale e rosmarino. Una bontà! Il tutto da innaffiare con un calice di Lambrusco Dop, un rosso frizzante che ben si sposa con molti piatti della tradizione locale.

Le golosità sono apprezzate anche dagli artigiani: alla Vacchetta Grassa si può acquistare un portachiavi di pelle a foggia di tortellino, da Susanna Martini una collana di vetro con i pendagli a forma di goccia di balsamico.

Leggi anche “I musei del cino nel Parmense”

Sei a due passi da Reggio Emilia, città a misura di famiglie con bambini.

Testo e foto di Alberto Campanile

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la tigella del ristorante Tigellino

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