Campania in camper: viaggio 6 giorni dal poeta dei paesi

Appuntamento della rubrica dei nostri diari di viaggio. Viaggio in primavera in Campania per un itinerario di coppia, con foto, dettagli sulle soste camper e informazioni pratiche
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Indice dell'itinerario

Settimana Santa in Irpinia sulle orme di Franco Arminio, il poeta e scrittore che da anni viaggia e scrive in cerca di meraviglia e in difesa dei piccoli paesi. Leggendo le opere di Franco Arminio, poeta di Bisaccia che canta l’Irpinia e vuole bene ai paesi, ho deciso di partire con la mia famiglia in camper in Campania a caccia del piccolo e culturalmente imperdibile, del tradizionale e del sacro che la provincia di Avellino offre: Zungoli, tra le vie Appia e Traiana; Vallata, col suo Venerdì Santo; Gesualdo, con il suo centro storico; Nusco, balcone d’Irpinia; Sant’Angelo all’Esca e la Pasquetta in piazza.

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Road Map della Campania in camper

  • 1° GIORNO: Arrivo e sistemazione a Zungoli.
  • 2° GIORNO: Passeggiata lungo le vie di Zungoli, visita alle Grotte Bizantine e alle chiese del paese. Nel pomeriggio, spostamento a Vallata per partecipare alla Missa In Coena Domini e alla processione.
  • 3° GIORNO: Partecipazione alla processione del Venerdì Santo. Dopo pranzo, viaggio fino a Caposele.
  • 4° GIORNO: Visita alle sorgenti che alimentano l’Acquedotto Pugliese, al Museo delle Acque e al Museo delle Macchine di Leonardo. Pranzo con piatti tipici e incontro pubblico con il poeta Franco Arminio nel tardo pomeriggio.
  • 5° GIORNO: Spostamento a Nusco e visita alla concattedrale di Sant’Amato. Dopo il pranzo di Pasqua, escursione a piedi nel centro storico.
  • 6° GIORNO: Viaggio alla volta di Sant’Angelo all’Esca. Pasquetta in piazza con buon cibo, balli e canti. Nel pomeriggio, trasferimento a Gesualdo e visita al castello del Principe dei Musici e al centro storico.

Un gioiello nascosto

5 aprile

La strada si restringe chilometro dopo chilometro. Dapprima quattro corsie di marcia e due d’emergenza dall’asfalto impeccabile e poi, a venti chilometri dalla meta, la corsia diventa una, sempre più stretta, sempre più dissestata. Ma non esistono alternative per raggiungere l’abitato. Zungoli, dove trascorreremo la notte, ci appare dietro l’ultima di una lunga serie di curve come un’oasi. Raggiungiamo una manciata di case addossate le une alle altre e immerse in un verde che ha quasi dell’innaturale. Siamo a destinazione.

6 aprile

Un nuovo giorno ha inizio in questo piccolo gioiello d’Irpinia abitato da novecento anime. La sveglia ha il profumo della terra bagnata e dell’erba appena tagliata. Luigi e Fiorella, guide turistiche di Ruando Experience, si sono proposti di accompagnarci in giro per il paese e con loro ci incamminiamo lenti, in questa terra incastonata tra le antiche vie romane Appia e Traiana e attraversata dal tratturo Pescasseroli-Candela.

Sprofondiamo nel cuore della roccia seguendo una delle Grotte Bizantine, poi risaliamo alla scoperta di chiese, vicoli e scorci mozzafiato. Ogni angolo di Zungoli, ogni casa abbandonata e ogni edificio finemente ristrutturato fanno tornare alla mente le parole di Franco Arminio. Ci fermiamo nella piazzetta. Sul basolato resta ancora un pesante tavolo in ferro e marmo: tutto sa di terremoto (quello che devastò l’Irpinia nel 1980, ndr) e di ricostruzioni difficili. Poco più avanti la Grotta Nisco; sul muro esterno campeggia arrugginita una vecchia insegna con la pubblicità di un amaro.

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Fiaccole e cortei

Salutiamo Luigi e Fiorella per raggiungere Vallata e partecipare alla processione del pomeriggio. Grazie alle loro preziosissime informazioni percorriamo una strada asfaltata a due corsie fino a destinazione.

La messa vespertina In Coena Domini, durante la quale si compie il rito della lavanda dei piedi in ricordo dell’Ultima Cena, inizia alle 18. Appena smontiamo dal nostro fido Odisseo – è così che abbiamo battezzato il camper – un ragazzo dello staff ci sorride, ci dà il benvenuto e si mette a nostra disposizione. La genuinità e l’accoglienza di questa gente è impagabile.

Assistiamo alla cerimonia religiosa in una chiesa gremita e piacevolmente calda a dispetto del gelo che attanaglia il paese. Dopo la messa, seguiamo la suggestiva processione al lume delle torce che mette in scena la cattura, la condanna e la flagellazione di Cristo. L’atmosfera è teatrale e carica di passione. La luce del fuoco colora le strade buie e i suoni mesti della banda accompagnano folle commosse. Terminato il rito, torniamo al camper per trascorrere la notte.

7 aprile

A dare la sveglia il mattino seguente sono le risate e le chiacchiere dei giovani che si preparano alla processione del Venerdì Santo vestendosi da soldati romani. Sono più di duecento i figuranti che sfilano con passo cadenzato, al ritmo di tromba e tamburo, in un’atmosfera difficilmente descrivibile. 

Il corteo impiega quasi tre ore per percorrere poche centinaia di metri, accompagnato da alcuni cantori che intonano i versi settecenteschi della Passione di Gesù Cristo di Pietro Metastasio. Ci si immerge totalmente in un magico momento di incontro tra religiosità e tradizione, che condensa il misticismo e l’unicità di una delle più antiche e suggestive rappresentazioni del Mezzogiorno d’Italia.

Il borgo dell’acqua

Nel pomeriggio riprendiamo il viaggio verso le sorgenti del fiume Sele tra boschi e pascoli, uliveti e campi coltivati; questa terra dagli orizzonti emozionanti riempie gli occhi di una bellezza senza tempo. Giungiamo a Caposele poco prima del tramonto e cominciamo a spiare il paese in silenzio e col rispetto che merita questo luogo, capace di rialzarsi e di ricominciare a vivere dopo il sisma che lo ha devastato.

Lo scorrere dell’acqua accompagna ogni nostro passo risuonando sotto i nostri piedi, sotto le strade, attraverso le fontane, accanto alle case. Il suo rumore ci segue fin dentro la chiesa di San Lorenzo: un’opera architettonica sorprendente. Alzando gli occhi verso la volta si ha la sensazione di un mulinare vorticoso, sinuoso e fragoroso come l’acqua che scorre e dona vita.

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Incontro col poeta

8 aprile

Svegliarsi in questo paese immerso nel Parco Regionale dei Monti Picentini rigenera lo spirito. La presenza di acqua si fa ancora più imperante quando visitiamo le sorgenti che alimentano l’Acquedotto Pugliese con Mirko, guida dell’ufficio turistico VisitCaposele. È un’opera d’ingegneria idraulica davvero incredibile, un acquedotto tra i più lunghi del mondo. Sotto i nostri piedi corrono 5.000 litri d’acqua al secondo, prorompenti e rumorosissimi. L’acqua che sgorga da qui termina nel Salento con la Cascata Monumentale di Santa Maria di Leuca. Beviamo l’acqua della sorgente, freschissima, limpida, pura. Poi ci dirigiamo verso il Museo delle Acque e il Museo delle Macchine di Leonardo.

Tra una visita e l’altra, un piatto di matassa con i ceci (la pasta tipica di Caposele) e un bicchiere di Aglianico senza solfiti, il tempo corre veloce fino all’appuntamento delle 18, quando finalmente ascoltiamo dal vivo Franco Arminio, i cui versi ci hanno condotti fin qui. Il paesologo presenta il suo libro Sacro Minore nella sala ottagonale al primo piano di Casa Houston, sede del Museo delle Acque.

Nella sala gremita si parla di paesi, di lontananze e del sopravvivere difficile delle comunità; ci si interroga su ciò che è rimasto: probabilmente solo “gli infissi e dietro gli infissi non c’è nessuno”. I passi di alcune poesie tracciano solchi indelebili in questa serata. Riflettiamo insieme sull’importanza della sacralità, della poesia e su quanto siano preziose le persone e i luoghi feriti – nel caso degli irpini da un tragico terremoto – che sanno trasformarsi in enormi contenitori di energia, forza, umanità e accoglienza.

Pasqua sul balcone d’Irpinia

9 aprile

La notte è nevicato e il paesaggio è avvolto in un grigiore freddo, umido e lucido. È la domenica di Pasqua e saliamo a Nusco, il balcone d’Irpinia. Dopo un caffè e una sfogliatella, in questo che è tra i borghi medievali più belli d’Italia, ci regaliamo una visita veloce alla concattedrale di Sant’Amato con la sua splendida cripta per poi dirigerci all’agriturismo La Tartufaia.

Il pranzo a base di porcini e tartufo è luculliano e l’atmosfera conviviale al punto da farci sentire in famiglia. Chiacchieriamo ad alta voce, brindiamo con dell’ottimo Aglianico, scambiamo auguri e strette di mano. Tobia, il padrone di casa, non smentisce la calorosa accoglienza che caratterizza la gente d’Irpinia e ci accompagna per tutta la pressoché infinita durata del pranzo.

È ormai quasi l’ora del tramonto quando cominciamo a percorrere a piedi il selciato di pietra calcarea del centro storico, nel disperato tentativo di digerire in fretta. La bellezza di Nusco è sconvolgente: ammiriamo i vicoli strettissimi e i palazzi storici altissimi, gli affacci sui monti innevati e sulle valli, i resti della rocca longobardo-normanna e i parchi pubblici verdissimi e quieti.

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Accoglienza, allegria e altre ricchezze irpine

10 aprile

Prima di rimetterci in marcia contattiamo Michele della Pro Loco di Sant’Angelo all’Esca per indicazioni sulla strada migliore da seguire. Scegliamo il percorso più lungo ma su strade statali e provinciali ben messe. Nella piazza di questo paesino di settecento anime, contornato da vigneti che si estendono a perdita d’occhio, hanno già acceso la brace sotto a lo ruoto, la grande teglia di rame utilizzata per cuocere lo pastiero.

La teglia misura almeno due metri di diametro e pende sulla brace appesa a un gancio; il coperchio è legato a una carrucola e la brace è disposta sia sotto il contenitore che sul coperchio. Michele ci riconosce come quattro forestieri e corre da noi ad accoglierci. L’atmosfera di convivialità, il buon vino e le tarantelle irpine fanno il resto. Balliamo fino a perdere le forze; godiamo appieno di questo clima così allegro e ormai raro a trovarsi.

Sant’Angelo all’Esca, provincia di Avellino: un capolavoro nel suo essere comunità, unione, collettività ospitale; un luogo che sicuramente resterà nel cuore, dove tornare e ritrovarsi. Qui si conservano tutte le eccellenze irpine, frutto dell’indissolubile legame di un popolo con le sue radici: un tesoro nascosto tra il serpeggiare di fiumi, valli rigogliose e monti; pietre preziose che il tempo ha saputo custodire, mantenendo intatte cultura e tradizioni.

Lasciamo la piazza con quattro grandi sorrisi stampati in volto, entusiasti e meravigliati da questa emozionante sorpresa che ha saputo colorare di gioia la nostra Pasquetta.

Nel pomeriggio ci concediamo un’ultima tappa a Gesualdo, prima del rientro a casa del giorno successivo. Giusto il tempo di fare una visita al castello del Principe dei Musici – il madrigalista Carlo Gesualdo da Venosa – e di girovagare senza meta tra i caratteristici vicoli in pietra del centro storico d’impianto medievale, e siamo pronti per salutare anche quest’altra vacanza.

Serena Fiorentino

“Vallata mi è cara 

e mi è cara la sua processione. 

Quando sono in zona 

cerco di non mancare. 

Mi piacciono i canti dei tenori, 

mi commuove vedere gli anziani 

seduti in attesa che

passi la processione.” 

“È un giorno con le nuvole per terra 

e salgo a Nusco a cercare la luce che non c’è” 

Franco Arminio

Dove sostare in Campania in camper

Zungoli Parcheggio in centro, GPS 41°7’32.8″N 15°12’11.8″E. Nei pressi del Bar Nisco.

Area sosta comunale, SP63, GPS 41°8’8.4’’N 15°12’11.3’’E. Gratuita, dotata di elettricità e acqua ma senza scarico.

Vallata Parcheggio presso la Villa Comunale, GPS 41°2’5.1″N 15°15’5.0″E. Gratuito e videosorvegliato.

Caposele Parcheggio del Museo delle Macchine di Leonardo, GPS 40°49’4.2″N 15°13’18.5″E. Sosta gratuita, con allaccio acqua.

Nusco Parcheggio Camper Nusco, Via Donato Antonio Mottola, incrocio con Contrada Leone, tel. 0827 64942 int. 210 o 380 3095279, GPS 40°53’13.5’’N 15°5’25.4’’E. Dotato di acqua, pozzetto ed elettricità.

Sant’Angelo all’Esca Parcheggio comunale, Via Don Giovanni Bosco, GPS 41°0’37″N 14°59’33.4″E. Sosta gratuita, senza servizi.

Gesualdo Area Parcheggio Ex Campo Sportivo, Via Ex Campo Sportivo, GPS 41°0’24.5’’N 15°4’28.7’’E. Sosta gratuita senza servizi.

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