Dal comprensorio dell’Alto Sangro, che con cento chilometri di piste di ogni difficoltà è la maggiore ski area dell’Italia centro-meridionale, ai tracciati di Passo Lanciano e della Maielletta. D’inverno il massiccio della Maiella offre panoramiche opportunità per vivere la natura innevata in uno degli ambienti montani più integri e selvaggi d’Europa.
Indice dell'itinerario

Le Toppe del Tesoro della Maiella sono un belvedere sull’Abruzzo. Dai 2.140 metri della cima, che d’inverno si raggiunge con la cabinovia Gravare-Toppe del Tesoro, si ammira uno sconfinato panorama. Verso nord, nelle giornate serene, appare il Gran Sasso innevato. Più vicini si alzano il Velino e il Sirente, preceduti dalla gobba bianca del Genzana.

Verso est, oltre la conca del Lago Pantaniello, appaiono i circhi glaciali della Serra Rocca Chiarano e del Monte Greco. A sud scintillano le nevi del Matese. Ma l’immagine più imponente è a nordovest. Oltre la conca dell’Aremogna e l’Altopiano delle Cinque Miglia si alza la muraglia imbiancata della Maiella: chi la osserva d’inverno da quassù capisce subito perché il massiccio sia da sempre indicato come la Montagna Madre.

I percorsi in sci e con le ciaspole

Le Toppe del Tesoro sono anche un bivio. Gli appassionati di scialpinismo o di ciaspole da qui possono scendere allo Stazzo Antone Rotondo e proseguire verso il Lago Pantaniello o il Monte Greco. Gli sciatori di gusti tranquilli scelgono la pista azzurra delle Gravare che si abbassa a sud della cima, piega a sinistra e poi scende in un ampio vallone. Altri, che vogliono adrenalina, scivolano lungo la rossa delle Aquile, che si abbassa per un aereo crinale. I più bravi si tuffano lungo le Rocce Bianche, una nera di due chilometri di sviluppo che nella prima parte supera un muro impressionante.

Un paio di chilometri più a nord, si trovano davanti a una scelta anche gli sciatori che sbarcano dalla cabinovia ai piedi del Monte Pratello. La Paradiso, la pista azzurra più lunga dell’Abruzzo, aggira il cocuzzolo della vetta e riporta alla base degli impianti dopo una volata di quasi quattro chilometri. La Direttissima del Pratello è una nera che inizia con un tuffo impressionante in direzione delle Cinque Miglia, poi alla fine del primo muro consente una scivolata tranquilla; sui due tracciati confluiscono varie e belle piste rosse.

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Il primato di Roccaraso e Rivisindoli

Quando la neve riveste tutti i percorsi, comprese le quattro difficili nere del Pizzalto, la ski area di Roccaraso e Rivisondoli permette di scegliere tra cento chilometri di piste di ogni difficoltà servite da ventinove impianti di risalita. È il comprensorio bianco più vasto dell’Abruzzo, e anche un omaggio alle iniziative dei pionieri. Da queste parti, nel 1910, il Touring Club Italiano organizzò il primo “convegno di ski” dell’Appennino, con la partecipazione di sciatori piemontesi e dei campioni norvegesi Harald e Trygve Smith. Un evento che ebbe un’ampia eco sui giornali dell’epoca.

Oggi, oltre un secolo dopo quelle prime imprese, Rivisondoli e Roccaraso offrono tutti i servizi necessari a chi scia, dai noleggi di attrezzatura alle scuole. Sul Piano dell’Aremogna, sulla sinistra per chi arriva dal paese, vengono tracciati degli anelli per il fondo: presso il ristorante La Baita si possono affittare gli sci e trovare dei maestri per questa specialità.

Freeride nel salotto d’Abruzzo

A una manciata di chilometri Pescocostanzo, il “salotto d’Abruzzo”, accoglie in ogni stagione i visitatori con le sue chiese e i suoi palazzi cinquecenteschi. Il vicino comprensorio di Vallefura offre agli sciatori due seggiovie e una decina di piste, tra cui la facile Panoramica (azzurra) e le più impegnative Favolosa (rossa), e Direttissima (nera).

Quando la neve è abbondante la località dedica intere giornate agli appassionati del freeride, lasciando alcune piste non battute. A nord del paese, accanto alla strada per Cansano, si alzano i faggi del Bosco di Sant’Antonio. Qui, ai piedi del Monte Rotella, si snodano altri anelli per il fondo battuti dallo sci club locale.

Da Pescocostanzo con una ventina di chilometri si raggiungono Campo di Giove e la seggiovia che sale al Guado di Coccia, tra la Tavola Rotonda e il Monte Porrara. Intorno al valico un paio di skilift servono delle piste facili. Il tracciato più bello, però, è la pista nera che si tuffa verso valle ai piedi delle rocce del Porrara. Una scivolata impegnativa e sopraffina, che quando gli impianti sono chiusi è frequentata dagli scialpinisti dell’Abruzzo e delle regioni vicine.

Il centro storico di Pescocostanzo

Un geoparco d’eccezione

Non è facile accostare l’immagine dello sci di discesa, e delle sue piste affollate, con quella della Maiella, che è una delle montagne più selvagge d’Europa. Il suo crinale imbiancato, che separa gli altopiani dell’Abruzzo dalle colline che scendono all’Adriatico, compare da gran parte dell’Appennino centrale. Chi percorre la A14, nelle giornate serene, lo vede dalle Marche fino al Molise.

Tutto l’anno gli altopiani e i valloni, le pareti di roccia e le faggete fanno del Parco Nazionale della Maiella uno dei più vari d’Italia. I valloni rocciosi dell’Orfento, di Santo Spirito, di Selvaromana e di Taranta, una fauna e una flora ricchissime, i capanni pastorali in pietra e gli eremi medievali formano un paesaggio di eccezionale interesse. Nel 2021 è arrivato dall’Unesco il titolo di geoparco.

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La Maiella in inverno

D’inverno la Maiella cambia volto. Grazie alla quota modesta, restano percorribili molti sentieri ai piedi del Morrone o del massiccio principale. Solo nevicate eccezionali riescono a complicare l’accesso alle gole di Fara San Martino, con il monastero di San Martino in Valle, o all’eremo di Sant’Onofrio al Morrone. Restano visitabili monumenti come la Badia Morronese, dov’è la sede del parco, e l’abbazia di San Clemente a Casauria.

Solo pochi avventurosi, a causa dei dislivelli proibitivi, affrontano con la neve i valloni del versante orientale del massiccio, che conducono verso il Monte Amaro da Fara San Martino, Lama dei Peligni o Palombaro. Gli amanti dello scialpinismo trovano degli itinerari impegnativi ma più brevi sul versante occidentale della Maiella, rivolto verso Pacentro e Sulmona. Se il vallone Fondo di Maiella è accessibile a molti, la Rava del Ferro ha pendenze elevate, e non dev’essere assolutamente affrontata se c’è ghiaccio.

Gli alpinisti con piccozza e ramponi, se la neve è in buone condizioni, possono salire al Monte Amaro o al Morrone. Gli escursionisti con le ciaspole trovano itinerari interessanti sugli altopiani di Campo di Giove e a Pescocostanzo, o tra il Bosco di Sant’Antonio e il Pizzalto, omonimo di quello di Roccaraso.

Altri percorsi da fare con le ciaspole, o con gli sci da fondo-escursionismo, iniziano dall’Altopiano delle Cinque Miglia, attraversato dalla storica strada che unisce Sulmona a Roccaraso e al Molise. Dal canyon delle Bocche di Chiarano, e dal Rifugio dell’Imposto, si prosegue verso il Lago Pantaniello.

Vette d’inverno

Due vette della Maiella a seconda delle condizioni della neve possono essere raggiunte con le ciaspole, con gli sci e le pelli di foca o con i ramponi. Il Monte Porrara, la cima più meridionale del massiccio, si raggiunge dalla stazione ferroviaria di Palena, per un sentiero nel bosco e poi per una panoramica cresta.

Da San Nicolao, frazione di Caramanico Terme, una stradina innevata sale al Guado di Sant’Antonio. Da qui, piegando a destra, si prosegue verso il Rifugio Barrasso, la cresta che chiude il Vallone dell’Orfento e la cima del Monte Rapina, circondata dai mughi. Anche qui, mentre la prima parte è facile, la seconda si svolge su pendenze sostenute, e richiede tecnica e attenzione.

È spesso frequentato anche il Passo San Leonardo, che mette in comunicazione Campo di Giove e Pacentro con Caramanico e con i centri vicini. Dal valico, dove accanto al rifugio Celidonio funzionano saltuariamente due skilift, una carrareccia innevata offre a chi ama le ciaspole una facile traversata tra i faggi, verso il borgo di Rocca Caramanico. Un itinerario più ripido sale al Monte Mileto.

Il versante settentrionale

È impossibile parlare della Montagna Madre d’inverno senza fare riferimento alle piste di Passo Lanciano e della Maielletta, che per chi vive a Pescara o a Chieti sono sulla porta di casa. La prima località offre piste più ripide e un po’ più affollate che si snodano tra i faggi. Gli skilift della Maielletta permettono di sciare in vista dell’Adriatico e del Gran Sasso, su pendenze contenute. Quando il vento diventa violento, però, la meraviglia può lasciare il posto al fastidio.

Pietro da Morrone e i suoi eremi

Nei valloni della Maiella si conserva la memoria di un grande uomo di fede. Si chiamava Pietro Angelerio, era nato nel 1215, studiò probabilmente presso il Laterano e poi si fece eremita – ricordato con il nome di Pietro da Morrone – scegliendo queste remote aree di montagna per fondare numerosi eremi e la piccola abbazia di Santo Spirito a Maiella.

Nel 1294 il Conclave lo elesse Papa. Celestino V fu incoronato all’Aquila nella basilica di Collemaggio, ma l’immoralità della Curia lo spinse ad abbandonare il soglio pontificio: si ritiene che questo suo gesto sia “il gran rifiuto” immortalato da Dante nel terzo canto dell’Inferno. Nel 1313 la Chiesa lo innalzò all’onore degli altari con il nome di San Pietro Celestino.

All’Aquila lo ricordano i riti della Perdonanza, inseriti nel Patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco. Ricordano Fra’ Pietro anche la Badia Morronese e gli eremi di Sant’Onofrio al Morrone e della Madonna dell’Altare, che si possono visitare d’inverno dopo aver contattato i gestori (si veda l’In pratica a pagina 44). L’eremo di San Bartolomeo di Legio è sempre aperto, ma il sentiero che lo raggiunge da Roccamorice richiede molta attenzione se c’è neve.

Poche centinaia di metri separano i due comprensori, ma di un possibile collegamento si è iniziato a parlare soltanto da poco. Il nuovo impianto potrebbe funzionare tra un anno. Alla Maielletta, però, vale la pena salire anche se non si scia.

La cucina abruzzese

Dal piazzale dell’Hotel Mamma Rosa, dove la strada spazzata dalla neve si conclude, una passeggiata a piedi o sulle ciaspole porta al Rifugio Pomilio e alla sua ottima cucina abruzzese, d’estate punto di partenza per una lunga ascesa al Monte Amaro. Proseguendo sulla stradina innevata, che si lascia per scavalcare la Maielletta, si giunge ai piedi e poi sulla cima del Blockhaus, la cima più facile della Maiella. Chi arriva fin qui con le pelli di foca può scendere a nord, con un facile fuoripista, verso la Piana Grande, Decontra e il suo magnifico agriturismo.

Per chi osserva l’Abruzzo da questa zona, a tutte le ore del giorno, le spiagge di Francavilla e di Ortona sembrano a portata di mano, e lo stesso vale per i colli e i vigneti di Miglianico e di Tollo. All’imbrunire, verso nord, si accendono le luci di Pescara. La Maiella d’inverno può regalare dei momenti magici.

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