Abruzzo in camper, viaggio tra L'Aquila e il Gran Sasso

Viaggio d’autunno lontano dalle folle tra i borghi del Gran Sasso, il maggiore gruppo montuoso della dorsale appenninica. Tra paesaggi, storie, tradizioni e sapori che resistono al tempo e invitano a un assaggio d’Abruzzo
Castel-del-Monte

Indice dell'itinerario

Prima tappa e porta d’ingresso in camper per l’Abruzzo e il Gran Sasso è L’Aquila, città che porta ancora i segni del terremoto del 6 aprile 2009, quando il centro storico fu quasi raso al suolo. Oggi la dolorosa pagina è alle spalle e il capoluogo ha recuperato una parte di vitalità in quelle strade e piazze tornate ad attrarre i turisti.

Pressoché ancora disabitato e con poche attività commerciali, il centro storico convive di giorno con operai e lavori di riedificazione, mentre le sere d’estate – e tutto l’anno nei fine settimana – è tornata la movida giovanile. La ricostruzione in periferia è conclusa, ma in centro è iniziata di fatto solo una decina d’anni fa, tra difficoltà burocratiche, logistiche e vincoli urbanistici. Visitare L’Aquila e i suoi gioielli sopravvissuti assume dunque il valore del turismo solidale e responsabile. 

L’orgoglioso simbolo dell’Abruzzo “forte e gentile” è il punto di partenza per un viaggio nel versante meridionale del Gran Sasso tra borghi, prodotti tipici, tradizioni, storie di persone che hanno deciso di puntare sulle risorse ambientali e culturali della propria terra.

In canoa sul fiume Tirino

Come i ragazzi della cooperativa Il Bosso che propongono agli appassionati di outdoor itinerari a piedi, in mountain bike e perfino in kayak sulle acque trasparenti del fiume Tirino. Un’occasione ghiotta per scoprire sapori peculiari come le ferratelle, il tipico dolce abruzzese e molisano, i vini bianchi da uve di Pecorino e i rossi da Montepulciano d’Abruzzo, fino al pregiato zafferano di Navelli coltivato sull’omonimo altopiano che si estende fra il massiccio del Gran Sasso e quello del Sirente-Velino.

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Al cospetto del Gran Sasso

Ai piedi del maggiore gruppo montuoso degli Appennini ci attendono borghi un tempo ricchi di attività agricole e artigiane. Passava di qui il regio Tratturo Magno che collegava L’Aquila a Foggia: racconta quel passato il Monumento al Pastore in località Fonte Vetica, sul versante sudorientale di Campo Imperatore.

Paesaggi del Gran Sasso, in fondo il monte Prena

Un’opera solitaria, come le terre difficili e gli inverni rigidi d’Abruzzo, a ricordo di una tragedia accaduta il 13 ottobre 1919 quando il pastore Pupo Nunzio fu sorpreso con i figlioletti da una tormenta di neve. La moglie tentò di portar loro aiuto senza successo: morì di dolore per la perdita della famiglia. Lo scultore Vicentino Michetti ha impresso nel marmo una vicenda profonda e intima per onorare coloro che hanno incontrato il buio tra queste montagne misteriose.

Il Gran Sasso accoglie con la distesa dell’altopiano di Campo Imperatore, tra i 1.500 e i 2.100 metri di altitudine sul livello del mare, di origine glaciale e carsico-alluvionale. Raggiungibile facilmente in camper (punto sosta in piazzale Imperatore, vicino all’albergo e all’arrivo della funivia; oppure a Fonte Vetica, in località Fonte Cerreto) è un’oasi di silenzio e natura per escursionisti, arrampicatori e pensatori.

Il nome dell’altopiano più esteso dell’Appennino sarebbe un omaggio all’imperatore Federico II di Svevia, che dominò questi territori nel XII secolo, mentre l’alpinista e scrittore Fosco Maraini lo definì un “piccolo Tibet”. Comunque sia, da questo incanto solitario ammiriamo le vette del Camicia, del Prena e del Corno Grande, la cima più alta del Gran Sasso che domina la scena tra scorci meravigliosi, laghetti e canyon.

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Santo Stefano di Sessanio

Santo Stefano di Sessanio

Da Campo Imperatore a Santo Stefano di Sessanio ci separano 25 chilometri di strada, a tratti tortuosa e abbondante di curve. Un tempo attiva nella produzione e nel commercio della lana, la località è rinata grazie a un visionario imprenditore italo svedese, Daniele Kihlgren, che vi ha realizzato un bell’esempio di albergo diffuso, rivitalizzando un borgo che rischiava lo spopolamento. A partire dalla fine degli anni Novanta, Kihlgren acquistò alcune vecchie case del borgo recuperandole con un restauro conservativo e facendone gestire la ricettività attraverso un’unica reception.

Da allora Santo Stefano si è arricchita di ristoranti e altre attività e nel tardo pomeriggio le persone si ritrovano nell’antica piazzetta Medicea, simbolo di una rinata socialità. Svetta dall’alto la torre medicea, distrutta dal terremoto del 2009 e oggi ricostruita e nuovamente agibile.

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Rocca Calascio, un luogo fatato

Ad appena 5 chilometri ci attende un altro borgo magico ai piedi di una rocca che trasuda un’energia misteriosa, regalando al tramonto una vista mozzafiato sulle cime abruzzesi. Rocca Calascio è un luogo impressionante, non a caso scelto quale location di numerose pellicole tra cui Il Nome della Rosa (1986), Il viaggio della sposa (1997), di L’orizzonte degli eventi (2005). Si parcheggia l’auto a valle del paese e si prosegue per circa tre chilometri a piedi oppure a bordo di una navetta.

A pochi metri dalla rocca sorge la chiesetta di Santa Maria della Pietà, un tempietto a pianta ottagonale eretto nel 1596 sul luogo dove, secondo la tradizione, gli abitanti ebbero la meglio su una banda di briganti. Il castello di Rocca di Calascio, a 1.460 metri di altitudine sul livello del mare, era parte di un complesso di fortificazioni difensive d’epoca normanna; le prime notizie documentabili risalgono però al XIII secolo, e si ipotizza inoltre che la struttura sorgesse sui resti di una fortificazione romana.

Typical Romanesque rose window of the portal of Basilica Santa Maria di Collemaggio in L’Aquila, Abruzzo in Italy

Comunque sia, nel 1703 il sito fu gravemente danneggiato da un terremoto e i suoi abitanti fondarono la vicina Calascio (1.210 m), incantevole intreccio di vicoli, case di pietra, torrette e chiesette appartenuto al prima al ducato di Spoleto e in seguito alla Baronia di Carapelle. 

Scendendo a quota 1.067 metri ecco Castelvecchio Calvisio, il cui centro storico danneggiato dal terremoto è abbellito dagli scatti degli allievi del fotografo Roberto Grillo, una mostra in bianco e nero dedicata alla tragedia del 6 aprile 2009. Davanti al borgo, poco in basso, si apre la vista sul paesino di Carapelle Calvisio, un centinaio d’anime e tante casupole di pietra sui contrafforti meridionali del Gran Sasso. 

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Il paese del guerriero

Copia del “Guerriero di Capestrano”, nell’atrio del Castello Piccolomini, a Capestrano (AQ)

Servono ancora 13 chilometri di strada per arrivare a Capestrano, il paese del celebre guerriero simbolo del Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Si tratta di una scultura del VI secolo a.C. rinvenuta per caso nel 1934; nello stesso sito gli scavi successivi portarono alla luce una necropoli con tombe e corredi funerari databili tra il VII e il IV secolo avanti Cristo.

Il “gigante italico” è custodito al Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti, ma una sua copia si erge all’ingresso di Palazzo Piccolomini a Capestrano. Con i suoi due metri d’altezza, sormontato da un copricapo a forma di disco, il guerriero ci lascia passare… e superato l’atrio del castello si spalanca davanti agli occhi il paesaggio potente e misterioso del Gran Sasso. 

L’ultima tappa è Castel del Monte, un borgo con case in pietra e antichi portali, scalette e passaggi coperti, detti sporti, con due o più piani abitabili; un paese abbarbicato tra il Monte Bolza e il Camicia, nel territorio appartenuto alla Baronia di Carapelle nel XIV secolo. Il suo centro storico è abbellito da murales, da una scultura che celebra l’emigrazione e dall’interessante Museo Civico Etnografico, un allestimento diffuso distribuito tra cinque case e il teatro comunale: è dedicato al pastore Francesco Giuliani, che imparò a leggere da autodidatta durante la custodia del gregge. Uno fra i tanti esempi di riscatto e determinazione della gente d’Abruzzo.                

L’Aquila: 5 buoni motivi per visitarla

1 – Piazza del Duomo

Piazza del Duomo, il salotto principale, conquista con l’eleganza e l’imponenza dei suoi monumenti. Qui convivono la cattedrale di San Massimo, il principale luogo di culto, la chiesa barocca di Santa Maria del Suffragio, detta “delle Anime Sante”, e la Fontana vecchia, costituita da due fontane gemelle poste a capo piazza e a piè di piazza.

AQUILA – 06 A 10 anni dal terremoto, il Forte Spagnolo (1534), opera di Pedro Louis Escrivà

2 – Il Forte Spagnolo

Il Forte Spagnolo, grandioso esempio di architettura militare cinquecentesca e divenuto dal XVII secolo residenza del governatore. Da non perdere la panoramica passeggiata sui bastioni e la visita ai sotterranei.

3 – La basilica di Santa Maria di Collemaggio

La basilica di Santa Maria di Collemaggio, poco fuori dalla cinta muraria, la cui facciata  è annoverata fra le migliori espressioni dell’architettura abruzzese. Costruito a partire dal 1287 per volere di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V, l’edificio si staglia con la mole quadrangolare davanti a un lungo prato, sfoggiando una facciata intarsiata da masselli bianchi e rossi che disegnano una ripetizione di motivi geometrici a croce aquilana. 

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4 – La Perdonanza Celestiniana

La Perdonanza Celestiniana, evento religioso che si celebra alla fine di agosto nella basilica di Collemaggio, inserito dal 2019 nella Lista del Patrimonio Immateriale tutelato dall’Unesco. Considerata la precorritrice del primo Giubileo universale voluto da papa Bonifacio VIII nel 1300, la Perdonanza Celestiniana fu istituita da Celestino V nel 1294 con la Bolla del Perdono con la quale il pontefice concesse l’indulgenza plenaria a chiunque – confessato e comunicato – entrasse nel monumento.

FONTANA DELLE 99 CANNELLE

5 – La fontana delle 99 Cannelle

La fontana delle 99 Cannelle, in borgo Rivera, monumento nazionale dal 1902. È uno dei simboli dell’antica Acquilis, fondata nella valle dell’Aterno in posizione strategica per la presenza di sorgenti d’acqua.

Qui le soste camper in provincia di L’Aquila

I giorni dello zafferano

Raccolta dei fiori di zafferano sull’altopiano di Navelli (AQ)

Tra ottobre e novembre i campi di Navelli si colorano di violetto. Quello dei fiori dello zafferano, l’oro rosso ricavato dai preziosi stimmi. Appena venti gli ettari coltivati e un’attività che coinvolge l’intero paese, fonte di reddito integrativa che tiene impegnati tutti gli abitanti, dal campo alla tavola. 

La raccolta dura un paio di settimane e avviene al mattino presto, rigorosamente a mano, prima che il sole faccia aprire i petali. Gli stimmi vengono disposti su un setaccio per una leggera tostatura su brace di legna, meglio se di mandorlo o quercia; poi vengono macinati in polvere rossa, confezionata in bustine; in alternativa, gli stimmi interi sono conservati in vasetti di vetro. Qualche numero sorprendente: per un chilo di zafferano secco di Navelli occorrono 250.000 fiori e oltre 500 ore di lavoro. La comunità locale ne produce da 30 a 35 chilogrammi l’anno.

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Italian saffron called Zafferano di Navelli in the province of L’Aquila in the Abruzzo region of central Italy on the table for processing and selection

Dove sostare

Assergi – Parcheggio per camper in piazzale Campo Imperatore, vicino all’omonimo storico hotel, a pagamento. Punto sosta a Fonte Vetica, in località Fonte Cerreto.

Barisciano – Convento San Colombo, SP per Castel del Monte km 4+200, tel. 0862 1823381, www.conventodisancolombo.it. Ampio parcheggio gratuito, adatto anche per la sosta camper, nell’ex convento francescano affacciato sulla piana di Navelli. Possibilità di alloggio in camere, colazione tipica, corte interna con tavoli e ristorazione.

Bussi sul Tirino – Cavalcando la Valle del Tirino, località Pescopiano, tel. 328 0564282, cavalcandotirino.it. Parco equituristico con area attrezzata camper e piazzole per tende, dotata di elettricità, acqua, servizi igienici, docce, barbecue, navetta.

L’Aquila – Area camper L’Aquila est, Via Domenico d’Ascanio. Davanti a un centro commerciale, dispone di 18 stalli, fontana, raccolta differenziata dei rifiuti e servizi igienici.

Navelli – Agriturismo Casa Verde, frazione Civitaretenga, Via Umberto I, tel. 0862 959163, coopaltopianodinavelli@virgilio.it, www.casaverdesarra.it. Punto sosta gratuito; in azienda cucina e prodotti tipici (tra cui miele e zafferano), escursioni e visite attività.

Santo Stefano di Sessanio – Rifugio di Lago Racollo, località Lago Racollo, tel. 328 1649396. Semplice, con vista mozzafiato, offre ristorazione e possibilità di pernottamento in camera o in tenda.

Dove mangiare

Santo Stefano di Sessanio

  • Il Cantinone di Sextantio, tel. 0862 899112. Piatti della tradizione abruzzese e degustazioni di vini.
  • Locanda Sotto gli Archi, tel. 0862 899115. Di proprietà dell’albergo diffuso Sextantio, offre cucina tradizionale a partire da pasta con patate, noci e pecorino.

Calascio La Taberna di Rocca Calascio, tel. 350 0899006, www.latabernadiroccacalascio.com. Arrosticini, primi piatti abruzzesi, agnello alla brace e ottimi formaggi artigianali.

Castel del Monte Osteria del Lupo, tel. 0862 938136, www.osteriadellupo.it. Carni alla brace, agnello di Castel del Monte, arrosticini di pecora e altre bontà abruzzesi.

La tavola del B&B Sotto le Volte, a Navelli (AQ)

Navelli B&B Sotto le Volte, tel. 0862 959445 o 333 4894216, www.sottolevolte.it. Una dimora del centro storico trasformata in curato ristorante con b&b di proprietà della signora belga Christel Jasperse, che cura personalmente la cucina.

Ofena Cantina Cataldi Madonna, tel. 0862 70803, www.cataldimadonna.com. Visite e degustazioni guidate di bianco Pecorino e rosso Montepulciano d’Abruzzo.

Testo e foto di Massimiliano Rella

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