Oltre 100 anni per il Parco Nazionale d'Abruzzo: scoprine i segreti

Il Parco Nazionale d'Abruzzo festeggia cento anni di natura protetta. Andiamo a conoscere il cuore antico della riserva naturale che gioca un ruolo determinante nella conservazione dell’orso marsicano, del camoscio appenninico e del lupo
montagne del Parco-Nazionale-d_Abruzzo-Lazio-e-Molise-Val-Fondillo

Indice dell'itinerario

Addossata a un muro fra l’abitato e la Strada Regionale 83, la Fontana degli Orsi è un simbolo speciale. Qui il 9 settembre del 1922 venne ufficialmente inaugurato il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, creato – come recita una targa – “per la protezione delle silvane bellezze e dei tesori della natura”.

Entro i suoi confini, caso unico nel nostro paese, sono presenti vari centri abitati che ne hanno fatto sin dalle origini un terreno di sperimentazione per la convivenza tra uomo e specie selvatiche. Una costante ricerca di equilibrio fra la tutela degli habitat, i bisogni della gente del luogo e non ultimo la presenza di turisti ed escursionisti.

Pescasseroli e la storia del Parco Nazionale d’Abruzzo

sede comune pescasseroli

Per conoscere il percorso appassionante e non privo di ostacoli che ha portato alla nascita della prima grande area protetta italiana, Pescasseroli offre almeno due tappe.

La sede del Parco

La prima è la sede del parco con gli edifici per le varie attività gestionali e un centro visite dotato di aula didattica. Tutt’intorno si sviluppa un’area verde con pannelli informativi, punto di ricarica per biciclette elettriche, un arboreto e alcuni recinti che ospitano animali bisognosi di cure o non più in grado di vivere in libertà. E presto ci sarà un percorso che illustrerà la storia geologica del territorio.

«La pandemia ha fatto riscoprire il bisogno di natura e spazi aperti. I frequentatori delle montagne sono cresciuti in modo importante, e fra loro vi sono persone che non hanno idea di cosa significhi una riserva naturale e quali siano le sue priorità. Vogliamo cogliere l’occasione del centenario per rilanciare i concetti della conservazione dell’ambiente e promuoverne la conoscenza e la fruizione consapevole».

Il direttore del parco Luciano Sammarone
persone al Parco-Nazionale-d_Abruzzo-Lazio-e-Molise

Il Museo Storico del Parco

Non meno interessante è il Museo Storico del Parco ospitato nelle ex scuderie del Palazzo Sipari, residenza di Erminio Sipari, cugino del filosofo Benedetto Croce nonché parlamentare e tra i principali promotori dell’area protetta. Documenti notarili, locandine, immagini d’epoca, mappe, articoli di giornale raccontano il cammino dall’istituzione della Riserva Reale Alta Val di Sangro, voluta dai Savoia alla fine dell’Ottocento, al primo nucleo del parco istituito nel 1921 tutelando cinquecento ettari affittati dal Comune di Opi, fino all’attuale configurazione che abbraccia tre regioni e altrettante province, con un’estensione di circa cinquantamila ettari circondati da una zona cuscinetto di circa ottantamila ettari.

Un’introduzione necessaria per comprendere come queste terre siano potute diventare da terreno di svago per pochi a patrimonio della collettività. Cento anni, come recita il documentario dedicato all’anniversario dei primi due parchi nazionali italiani, “che hanno fatto comprendere come una buona idea del passato sia il migliore investimento per il futuro”.

A Coppo del Principe

persone a cavallo

Non c’è da avere timore se siete alla vostra prima esperienza in sella a un cavallo: non presenta difficoltà particolari il tracciato che dall’agriturismo Vallecupa si snoda nei Boschi della Difesa attraverso una delle faggete più antiche d’Europa. Sotto l’occhio vigile dei nostri accompagnatori raggiungiamo un vasto pianoro dove sono presenti alcune installazioni del percorso ArteParco, un progetto che sposa i linguaggi dell’arte contemporanea a contesti ambientali di particolare suggestione. Fra queste spicca l’opera “Un tempo è stato” dello scultore trentino Alessandro Pavone, raffigurante una grande mano fra le cui dita spunta un nuovo albero: un simbolo di rinascita realizzato a partire da un larice secolare abbattuto dalla tempesta Vaia.

Ci troviamo all’interno della faggeta di Coppo del Principe, inserita dal 2017 – insieme a quelle della Val Cervaca, della Selva Moricento e della Val Fondillo – nel sito patrimonio Unesco delle Faggete Vetuste che comprende più di sessanta foreste europee. È una tra le zone più suggestive dell’area protetta: un anfiteatro su cui affacciano ripide dorsali che si alternano a fitte foreste contraddistinte da piante monumentali che superano i cinquecento anni di età, mentre il fondovalle porta le tracce di un antico pascolo. Qui ogni anno a primavera fiorisce il raro iris marsica, un bellissimo giglio viola presente soltanto nell’Appennino abruzzese.

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L’area protetta nel cuore del Parco: Camosciara

donna vicino albero al Parco-Nazionale-d_Abruzzo-Lazio-e-Molise

Il sole di ottobre è appena tramontato quando ci incamminiamo lungo i sentieri della Camosciara circondati da un selvaggio anfiteatro di dolomie. A un cenno della guida sostiamo rimanendo in silenzio e di lì a poco siamo premiati: in lontananza udiamo il bramito dei cervi in amore. Poco dopo due cerbiatte attraversano la radura che si apre davanti a noi mentre alle loro spalle sorge la luna, regalandoci una delle suggestioni più belle del nostro viaggio.

Non si può dire di conoscere il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise se non si visita il nucleo originario dell’area protetta che racchiude una zona di riserva integrale non accessibile. Dal grande parcheggio situato all’ingresso si può proseguire a piedi o con una navetta fino al termine della strada asfaltata, creata negli anni Sessanta in funzione di un progetto che prevedeva la creazione di complessi residenziali e di un impianto sciistico.

Parco-Nazionale-d_Abruzzo-Lazio-e-Molise-Cascata-delle-Tre-Cannelle

L’iniziativa non andò in porto e dopo decenni di lotte e contestazioni la strada è stata chiusa al traffico motorizzato, unica testimone della scampata speculazione. Dal piazzale terminale un breve percorso segnalato nel bosco porta alla cascata delle Tre Cannelle e a quella delle ninfe, mentre imboccando il bel sentiero G6 si sale in poco più di un’ora al Rifugio della Liscia

Nella vecchia segheria nella Val Fondillo

Torrenti, grotte, resti archeologici e un lembo di Foresta Vetusta. L’antico nome di Fontilli suggerisce l’abbondanza di acque risorgive nella Val Fondillo, un piccolo compendio che riassume alcune tra le maggiori peculiarità del parco d’Abruzzo. Nel punto di partenza, oltre ai parcheggi, c’è la struttura della vecchia segheria trasformata in Museo della Foresta che documenta il territorio dalla preistoria all’insediamento dei Safini (o Sanniti) e al Medioevo.

Da qui si può imboccare il sentiero F1 verso il Monte Amaro, ma occorre tenere conto che in alcuni periodi dell’anno gli accessi sono limitati e possono avvenire unicamente in compagnia di personale autorizzato. Come le guide ambientali escursionistiche Valeria e Cristiano, che non si limitano a illustrare le caratteristiche della geologia, della flora e della fauna, ma propongono esperienze sensoriali a tutto tondo. Lasciato lo smartphone nello zaino in modalità aereo, la connessione alla natura sarà ancora più autentica ed emozionante.

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Dal camoscio all’orso, storia di un logo

Nel primo logo del Parco Nazionale d’Abruzzo campeggiava il camoscio appenninico, e non a caso: quando venne istituita l’area protetta ne erano sopravvissuti solo una quarantina di esemplari, mentre oggi grazie alla sua tutela e alla reintroduzione negli altri grandi parchi dell’Italia centrale se ne registrano più di tremila.

L’altro simbolo dell’area protetta, la cui sagoma stilizzata appare nel logo creato negli anni Sessanta, è l’orso bruno marsicano, una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi alpini e presente nel Parco d’Abruzzo con circa cinquanta esemplari. Rispetto ai suoi cugini nordici è più piccolo e ha una dieta prevalentemente vegetariana. Anch’esso va in letargo nella stagione fredda, periodo in cui non si alimenta ma sopravvive grazie alle scorte di grasso accumulate nei mesi precedenti.

A tu per tu con i lupi

Affacciato sul lago di Barrea e punto di partenza di alcune tra le più belle escursioni del parco, il borgo Bandiera Arancione di Civitella Alfedena non è soltanto una tra le più suggestive località dell’Aquilano. Nella parte più bassa del paese vi è la sede del Museo del Lupo Appenninico, un punto di riferimento per approfondire la conoscenza di uno tra i mammiferi più affascinanti del territorio. Da qui si può raggiungere a piedi il punto panoramico di osservazione dell’Area faunistica del Lupo appenninico: istituita per scopi scientifici, consente di avvistare esemplari in condizioni di semilibertà.

Una guida per lasciare intatta la natura del Parco Nazionale d’Abruzzo

Mai come in questi ultimi tempi è esploso il bisogno di tornare alla natura. La presenza dell’uomo nei contesti ambientali più fragili, tuttavia, non è priva di conseguenze: quando ci addentriamo in un bosco rappresentiamo una presenza olfattiva, lasciamo impronte, produciamo suoni e vibrazioni in grado di alterare le abitudini della fauna selvatica.

Come limitare il nostro impatto sugli ecosistemi? La risposta nel “Manuale per passare inosservati in natura” realizzato a cura del Parco Nazionale d’Abruzzo: un pratico vademecum che attraverso simboli, immagini e chiare spiegazioni aiuta ad adottare i comportamenti più corretti.

Scarica il pdf della guida

Dove sostare?

  • Pescasseroli Camping Sant’Andrea, Via San Donato; tel. 335 5956029, www.campingsantandrea.com. In bassa stagione aperto nei finesettimana, preavviso consigliato.
  • Agriturismo Valle Cupa, Via della Difesa Monte Tranquillo, tel. 0863 910444. Punto sosta per i clienti del maneggio e del ristoro.
  • Campeggio presso l’Ostello Volpe Rossa, Viale della Cabinovia, tel. 339 7643656. Aperto tutto l’anno (prenotazione richiesta).
  • Opi Camping Le Foci, Via Fonte dei Cementi, 0863 912233, www.lefoci.it. Il campeggio è aperto da giugno a settembre. Il ristorante della struttura è aperto anche in bassa stagione nei finesettimana e nei festivi.
  • Villetta Barrea Camping Le Quite, SP 59 per Civitella Alfedena; tel. 331 8121978 o 328 8788927, www.campinglequite.eu, info@campinglequite.eu. A pochi passi dall’abitato. Chiuso da metà novembre a metà aprile.
  • Civitella Alfedena Area di sosta Oasi del Lago, Località Ponte Nuovo, GPS 41°46’03.1”N 13°57’04.5”E.
  • Camping Wolf, SP 59 7, tel. 338 6523192. Interamente rinnovato, a ridosso dell’Area faunistica del Lupo appenninico. Aperto da Pasqua agli inizi di ottobre.

Soste convenzionate con il PLEINAIRCLUB

  • Camping La Panoramica, Viale Fausto Grassi; tel. 0863 910750, 338 9449340, www.campinglapanoramica.it. Aperto tutto l’anno (preavviso richiesto in bassa stagione). A metà strada tra gli impianti da sci e il centro abitato di Pescasseroli. 10% eccetto dicembre, gennaio, febbraio, agosto e Pasqua con la tessera del PLEINAIRCLUB
  • Barrea Area attrezzata Sosta Camper Barrea, SR83 Km 63+250, tel. 339 3010447, www.barreasostacamper.eu, barreasostacamper@gmail.com. Chiuso dal 2 novembre al 2 dicembre. Blocco servizi con toilette e docce chiuso in autunno e inverno. Costo 15 euro per sosta e camper service. 10% sulla tariffa di sosta, escluso agosto, ponti e festività con la tessera del PLEINAIRCLUB

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