La sentiamo nominare nelle inutili rubriche di gossip e di cronaca delle vacanze dei vip, ma Sankt Moritz sa offrire ben altro: passeggiate e sciate straordinarie. In Svizzera e a Sankt Moritz il pernottamento libero dei camper non è consentito, ma di giorno si può sostare nei parcheggi e di notte nei campeggi.
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Discese adrenaliniche vista ghiacciai del Bernina
Qual è la più discesa più bella ed emozionante delle Alpi? Ci sono almeno tre piste nell’alta Engadina, intorno a Sankt Moritz e al suo lago gelato, di fronte alle vette e ai ghiacciai del Bernina e ai tranquilli centri turistici di Celerina, Pontresina e Silvaplana.
Chi apprezza l’alta quota, la vicinanza dei crepacci e il dislivello vota per la pista del ghiacciaio del Corvatsch. E’ una rossa che si tuffa dai 3.303 metri della vetta ai 2.760 della Fuorcla Surlej, e poi riporta con una lunga diagonale alla stazione intermedia di Murtèl. Le pendenze non sono eccessive, l’ambiente è severo, la temperatura di solito molto bassa. Anche tra marzo e aprile, quando la stagione sta per finire, si trova spesso neve fredda e polverosa.
Al Diavolezza rosse e nere spettacolari
Chi ama le emozioni d’alta quota deve sciare una giornata al Diavolezza, il comprensorio che si raggiunge in funivia dalla strada o dalla ferrovia del Passo del Bernina. Il rifugio all’arrivo dell’impianto, la Chamanna Diavolezza, sorge a 2.973 metri e offre uno straordinario panorama sul Piz Bernina (4.049 m), il gigante delle Alpi centrali. Ai suoi piedi scintilla il ghiacciaio del Morteratsch. La pista che riporta alla base della funivia è una rossa spettacolare, ricca di cambi di versante e di pendenza.
Di fronte, sul Piz Lagalb, gli appassionati del ripido possono lanciarsi su una delle piste nere più impegnative della Svizzera. La vera chicca del Diavolezza, però, è il tracciato di dodici chilometri (segnalato ma non battuto) che scende dalla Chamanna all’albergo e alla stazione ferroviaria del Morteratsch, e che include un tratto sul ghiacciaio innevato. Possono affrontarla anche sciatori di capacità non eccelse, purché accompagnati da una guida alpina o da un maestro.
Dai Treis Fluors alla Corviglia Run
Chi ama sciare nel sole e di fronte a vasti panorami frequenta soprattutto il Corviglia, il vasto comprensorio che domina Sankt Moritz e Celerina. Gli impianti salgono fino ai 3.057 metri del Piz Nair, un altro meraviglioso belvedere. Nell’ultimo tratto, nel bosco, le piste diventano strette e ripide. Gli ampi dossi della fascia intermedia offrono tracciati stupendi e spesso con difficoltà contenute. Le rosse dei Trais Fluors e della selvaggia Val Schlattain, sul versante di Celerina, sono tra le più belle delle Alpi, e lo stesso vale per la magnifica Corviglia Run che si tuffa verso Sankt Moritz.
Anche le piste azzurre, qui, offrono belle vedute ed emozioni. Chi non teme il ripido, invece, può tuffarsi sulla Olympia, che ha ospitato i giochi dei cinque cerchi nel 1923 e nel 1948. O affacciarsi sulla “caduta libera”, utilizzata per la partenza delle gare di discesa. Anche al Corviglia la quota elevata garantisce la buona qualità della neve; l’esposizione a sud rende il clima quasi sempre assolato e gradevole. Non c’è da stupirsi se questi pendii e questi dossi, da oltre un secolo, sono l’università dello sci.
Alta Engadina, un’antica tradizione di ospalità
La conca dell’alta Engadina e di Sankt Moritz, nel cantone svizzero dei Grigioni, ha alle spalle una lunga tradizione di ospitalità e di sport. I primi turisti, soprattutto britannici, iniziarono a metà dell’Ottocento a frequentare nella bella stagione le creste e le vette del Bernina e le terme di Sankt Moritz Bad. Ad accompagnarli erano le prime, fortissime guide alpine della valle. Poi arrivò Johannes Badrutt, che nell’estate del 1864 propose agli ospiti che già frequentavano l’alta Engadina di tornare d’inverno promettendo – si dice – di rimborsare il viaggio a chi fosse rimasto deluso.
La delusione non ci fu. Badrutt trasformò la pensione di famiglia in un albergo di lusso. E’l’Engadiner Kulm, che esiste ancora. I turisti britannici, da Natale fino a Pasqua, si divertirono con sci, slittini e passeggiate, si abbronzarono, decisero di tornare. Era nato il turismo invernale, e due anni fa sono stati celebrati i centocinquant’anni della scommessa vittoriosa di Badrutt.
Un clima speciale, la zona è protetta dalle bufere
Basta un’occhiata a una mappa delle Alpi e d’Europa per capire perché il clima della zona è speciale. Il Piz Bernina e le vette vicine impediscono ai venti umidi della Pianura Padana di raggiungere l’alta valle dell’Inn. L’Albula, il Piz Ketsch e gli altri tremila che chiudono la conca a settentrione consentono alle perturbazioni fredde che portano la neve di passare, e al tempo stesso proteggono la conca di Sankt Moritz dalle bufere. Le montagne che fermano le perturbazioni padane non impediscono di arrivare comodamente in Engadina dall’Italia raggiungendo Colico e poi Chiavenna, passando il confine elvetico e poi scavalcando il Passo del Maloja.
Chi cerca un itinerario più panoramico può risalire la Valtellina fino a Tirano, entrare in Svizzera e salire con molte curve a Poschiavo e al Passo del Bernina, oltre il quale si scende verso Pontresina e Sankt Moritz. Segue il secondo itinerario, da Tirano, anche il trenino rosso della Ferrovia Retica, o Bernina Express, che dal 2008 è incluso nel patrimonio mondiale dell’Unesco: partendo da Milano in treno si può arrivare a Tirano con Trenitalia, fare un centinaio di metri a piedi e salire sul Bernina Express.
Sankt Moritz, la meta dei vip
Passeggiando nel centro di Sankt Moritz, accanto alle pasticcerie storiche e agli alberghi a cinque stelle, si passano in rassegna le vetrine di tutti i marchi del lusso, dall’alta moda ai gioielli e alle auto. L’elenco dei passati ospiti illustri della cittadina include Ernest Hemingway, Alfred Hitchcock, regnanti, piloti e sportivi, nonché imprenditori di tutta Europa a iniziare dagli armatori greci Niarchos che oggi possiedono una parte degli impianti sciistici. Anche oggi i cosiddetti vip passano da Sankt Moritz per sciare o per seguire manifestazioni sportive belle e snob come il White Turf, le corse di cavalli sul lago ghiacciato che si svolgono dal 1908 nelle gelide domeniche di febbraio.
Le luci della ribalta e del gossip, però, sono solo una parte del quadro. Allontanandosi da Sankt Moritz verso Silvaplana, Pontresina, Zuoz o la più lontana Zernez, porta del Parco Nazionale Svizzero, l’alta Engadina offre un’atmosfera molto più tranquilla. Accanto alle piste da discesa, che si sviluppano su 350 chilometri, il comprensorio propone 150 chilometri di sentieri invernali battuti. Essi si percorrono senza bisogno di ciaspole.
Inoltre vanta ben 200 chilometri di piste da fondo. La seconda domenica di marzo l’Engadin Skimarathon, l’equivalente locale della Marcialonga trentina e della Vasaloppet svedese, attira sulle rive dell’Inn più di dodicimila appassionati del passo pattinato e dello skating. La distanza, 42 chilometri, è quella della maratona.
Il cambio tra il franco svizzero e l’euro, e i costi decisamente alti del soggiorno, rendono ogni vacanza in Svizzera piuttosto cara. Tuttavia, grazie alla rete dei campeggi, alle offerte e ai mezzi pubblici (una capillare rete di bus consente di raggiungere e lasciare comodamente le piste e i sentieri), anche l’alta Engadina è una destinazione possibile per i turisti pleinair.
La dimora dei pittori
Chi s’interessa alle belle arti non resta deluso. In Engadina non mancano infatti mostre temporanee, gallerie (bellissima la Tschudi a Zuoz) e musei, come quello dedicato a Giovanni Segantini alle porte di Sankt Moritz, che custodisce diverse opere del grande pittore morto nel 1899 sullo Schafberg, una cima affacciata su Pontresina.
Sorprende chi la visita anche la casa-museo della pittrice elvetica Mili Weber, in un bosco affacciato sull’altro lato del lago: una costruzione di legno dall’aspetto di una casa delle bambole che si raggiunge a piedi e si visita solo su appuntamento.
Il sentiero dei filosofi
Altri incontri en plein air con la cultura ci attendono sul Muottas Muragl, la montagna dalle forme arrotondate che si affaccia sull’alta Engadina da est, e non è adatta per tracciare piste da sci. La funicolare che sale da Pontresina ai 2.456 metri della cima dà accesso a un confortevole albergo, a un sensazionale belvedere e a una passeggiata di eccezionale bellezza. Parliamo del sentiero dei filosofi, un tracciato battuto con percorsi da tre a sette chilometri fino a 2.700 metri d’altitudine, di fronte al Piz Bernina e a tutte le cime dell’Engadina.
La passeggiata (da una a tre ore) è accompagnata dalla presenza di tabelloni che recano citazioni di uomini di cultura alcuni dei quali (come Thomas Mann e Friedrich Nietzsche) frequentarono questi luoghi. Altri itinerari sul Muottas Muragl sono adatti a escursionisti con le ciaspole. Sul sentiero dei filosofi, invece, bastano un buon paio di scarponi e i bastoncini.
Dalla stazione del Morteratsch, una camminata spettacolare
Un’altra passeggiata stupenda, in ambiente completamente diverso, attende chi s’incammina dalla stazione ferroviaria del Morteratsch verso l’omonimo ghiacciaio. Una stradina battuta (che richiede un’ora all’andata e qualcosa di meno al ritorno) porta fino a toccare la lingua terminale della colata, sempre in vista della cima del Bernina. Lungo lo stesso percorso si snoda una frequentata pista da fondo, la cui ripida parte iniziale ne fa un percorso adatto solo a fondisti molto abili.
Pontresina, gente di montagna
L’ultima sosta, prima o dopo una giornata sui sentieri innevati o sugli sci, ha per meta il Museum Alpin di Pontresina, il borgo dell’alta Engadina all’inizio della strada per il Passo del Bernina e l’Italia. Si tratta di una raccolta di costumi, documenti e testimonianze sulla storia del turismo, ospitata in una splendida vecchia casa del paese e aperta solo nel pomeriggio. Alcuni manichini mostrano i vestiti e i pizzi con cui le signore sfidavano il sole e il vento dell’inverno più di cent’anni fa.
Una galleria mostra le barbe e i baffi, i volti cotti dal sole, le piccozze chilometriche e i cappelli delle prime guide alpine della valle. Una di loro, il grande Christian Klucker (1853-1928) lasciò la sua firma anche lontano da qui, sul Rosa e sul Bianco. A testimonianza che dietro alla moda, alla mondanità e allo sci, l’Engadina resta una terra di montagne e montanari.
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