Tra la valle del Reno, un'avventura nel fiume d'oro

Proprio vent’anni fa la Gola del Reno veniva iscritta nel Patrimonio dell’umanità. Fra Magonza e Coblenza, in camper, in caravan e in sella a una bicicletta inseguiamo le anse di un fiume che racchiude tesori di arte e natura tra i più apprezzati dai turisti di tutto il mondo.

Indice dell'itinerario

L’avventura nella valle del Reno è da sempre lunga e tormentata. Il corso di questo fondamentale asse di comunicazione si snoda tra gole e meandri, tra castelli e rovine, tra borghi romantici e vigneti pregiati, tra leggenda e realtà. L’oro del reno non era certo solo quello del tesoro attribuito al mito dei Nibelungi e di Sigfrido, ma quello ben più concreto accumulato dai grandi signori della vallata con le tasse e i pedaggi sui traffici commerciali che da qui hanno transitato nel corso dei secoli. Tanta ricchezza sopravvive oggi nel fascino e nella scoperta di un fiume che nasconde dietro ogni curva un patrimonio naturale ed artistico tra i più apprezzati dai turisti di tutto il mondo, inserito dall’Unesco patrimonio dell’umanità sin dal 2002.

Le vicende del fiume Reno, purtroppo, sono state segnate anche da episodi violenti e inaspettati come la piena del luglio 2021 dovuta alle forti piogge, con esondazioni ed evacuazioni nell’intera regione della Renania-Palatinato. Lo sappiamo bene per esserci incappati nel corso del nostro viaggio, mentre percorrevamo in camper proprio questo tratto tra Magonza e Coblenza, senza dubbio il più importante ed interessante dal punto di vista turistico. Fortunatamente nella zona ci sono stati pesanti danni materiali ma nessuna perdita di vite umane, come purtroppo accaduto poco più a nord dopo la confluenza con la Mosella. Grazie a un pizzico di fortuna e a un po’ di esperienza ne siamo usciti indenni, ma ci siamo ripromessi di ritornarci al più presto: cosa che abbiamo fatto puntualmente un mese dopo, questa volta con una caravan al traino.

Il Reno, con i suoi milleduecentotrenta chilometri di lunghezza che si snodano tra la Svizzera il Mare del Nord, può essere considerato il fiume più lungo e importante dell’Europa Occidentale visto che il Danubio – altro protagonista della storia economica e culturale del continente – scorre per buona parte nei paesi balcanici. Un fiume che da lungo tempo divide i confini tra gli stati ma al tempo stesso unisce le vicende dei popoli: precorre, e percorre, l’unità europea trasportando nel tempo arte e cultura, politica ed economia, sogni e speranze.

Il trittico delle città imperiali in camper

Per chi proviene dall’Italia la porta di accesso a questo tratto del Reno è senza dubbio Magonza (Mainz), patria di Gutenberg e sede di uno dei più importanti carnevali tedeschi. Avendo tempo a disposizione meritano però una sosta Spira e Worms, poco a più a sud sulle rive del fiume, note per le vicende di Lutero che hanno segnato la nascita del protestantesimo e per le imponenti chiese romaniche in laterizio a gallerie nane sovrapposte, tipiche dell’architettura renana. Il duomo di Magonza, in parte ricostruito dopo i pesanti bombardamenti subiti nel 1945, presenta una singolare pianta con due cori e una maestosa cupola: lo si può raggiungere agevolmente in bicicletta partendo dall’area attrezzata situata a ovest del centro storico.

La riva sinistra verso Coblenza in camper

Superata Magonza il Reno raggiunge l’ansa di Bingen am Rhein, da dove si restringe e si fa più tortuoso scavando il suo corso nelle dure rocce del Massiccio Scistoso Renano. La cittadina, assieme all’isolotto su cui si erge la Torre dei Topi e alle rovine del castello di Ehrenfels sulla sponda opposta, è da sempre posta a guardia del tratto fluviale da sempre più sfruttato economicamente: una ricchezza derivata un tempo dai balzelli sul transito, oggi costituita dall’immenso patrimonio turistico e dalla pregiata produzione enologica con le vigne che si estendono a perdita d’occhio anche sui pendii più scoscesi.

Se ne può avere una splendida vista d’insieme dai giardini di Burg Klopp, fortezza raggiungibile anche con una bella passeggiata (la visita interna non era consentita nell’estate 2021). Una delle tante leggende del Reno vuole che la Torre dei Topi prenda il suo nome dalla terribile condanna in cui vi fu sottoposto il vescovo di Magonza, lasciato appunto in pasto ai roditori. Ma più verosimilmente il nome deriva da Mautturm, che significa torre dei pedaggi, nome che suggerisce quale fosse la sua funzione nel Medioevo.

Poco più a nord, nei pressi di Trechtingshausen, l’impegnativa salita al castello di Rheinstein appollaiato su un costone roccioso regala un superbo panorama su vigneti costellati di rocche e borghi medievali. Ottima base di partenza per esplorare la zona è il camping Marienort, proprio sulle rive del fiume e dominato dalla rocca di Reichenstein. La strada, affiancata dalla pista ciclabile, giunge rapidamente alla notevole cittadina di Bacharach, cinta da torri e fortificazioni medievali. Nel centro storico, caratterizzato da piazze su cui si affacciano colorate case a graticcio dai tetti in ardesia, si contrappongono eterogenei edifici religiosi, dalla tardoromanica Peterskirche alle romantiche rovine della gotico-francese Wernerkapelle in stile gotico francese.

Un bianco miraggio in camper

La candida sagoma esagonale del Burg Pfalzgrafenstein rappresenta probabilmente l’icona più nota della vallata, una roccaforte che evoca immagini da fiaba ma che fungeva a ben altri scopi. La “nave di pietra eternamente fluttuante sul Reno”, come la definì Victor Hugo, fu infatti costruita in mezzo al fiume nel XIV secolo per riscuotere le tasse sui floridi traffici commerciali in transito verso il nord Europa: in pratica una stazione di pedaggio, con una campana che suonava all’arrivo di ogni barca. L’isolotto si raggiunge con un’imbarcazione in servizio dall’altra parte del fiume; le due sponde qui sono collegate dal traghetto che fa rotta tra Engelsburg e Kaub, ma più spettacolare è il panorama che si gode salendo a piedi al belvedere sulla collina.

Il successivo tratto rettilineo del fiume è dominato dalla maestosa fortezza di Schönburg; leggenda vuole che qui vivessero sette bellissime sorelle che, dopo aver respinto tutti i loro corteggiatori, furono trasformate in pietre e gettate nel Reno. A Oberwesel, altra cittadina medievale con torri circolari ed ettagonali, buone possibilità di parcheggio consentono di passeggiare nella Altstadt alla scoperta della chiesa rossa e della chiesa bianca che caratterizzano il profilo del centro storico. Il fiume si restringe formando una doppia ansa e scopre, sulla sponda opposta, la famosa rupe di Loreley: al nostro arrivo il grande campeggio, in posizione panoramica, è deserto e ha un aspetto quasi surreale. L’acqua sta salendo e la scena non può non richiamare alla mente la leggenda che racconta di naufragi e tragedie consumate proprio su queste rocce insidiose.

Saint Goar, dominata dalle panoramiche e imponenti rovine del castello di Rheinfels, deve il suo nome all’eremita francese che visse qui nel VII secolo: un traghetto collega la cittadina a Sankt Goarshausen sulla sponda opposta. Al momento della nostra visita le condizioni meteorologiche non incoraggiano passeggiate o escursioni in bici e preferiamo seguire il fiume verso Boppard, antica città imperiale e oggi importante centro turistico immerso fra i vigneti. Il centro storico si raccoglie attorno alla piazza del mercato, dove spiccano le torri della cattedrale tardoromanica: da non perdere una passeggiata lungo l’animata Rheinallee, piena di locali dove gustare il famoso Riesling. La Sesselbahn, seggiovia che conduce alla sommità della Bergstation (chiusa nell’estate 2021), consente di cogliere il miglior panorama sulla doppia ansa del fiume.

Alla confluenza con la Mosella in camper

Stiamo andando incontro al maltempo e all’esondazione del fiume: ce lo fanno intuire il colore dell’acqua sempre più cupo e gli argini sempre più alti. La conferma l’abbiamo al vicino Camping Sonneneck, ormai completamente allagato. A Brey la situazione sembra più tranquilla e decidiamo quindi di proseguire verso Coblenza facendo tappa allo spettacolare castello di Stolzenfels. In posizione strategica sul fiume, più volte danneggiato e ricostruito, fu tanto odiato dai commercianti oppressi dalle gabelle doganali quanto amato dai romantici viaggiatori dell’Ottocento. Oggi racchiude un museo con ambienti sfarzosi e numerose opere d’arte.

L’arrivo al Knaus Campingpark di Coblenza cancella drasticamente i nostri propositi di una allegra serata in città: la struttura è stata evacuata e i FeurWehr stanno alzando barriere protettive per limitare i danni della piena in arrivo, proveniente dalla Mosella che proprio qui si immette nel Reno. Ce ne andiamo in gran fretta, alla ricerca di una sosta in posizione elevata, delusi ma soprattutto molto preoccupati. Il buio del cielo e le notizie che leggeremo la mattina successiva ci spingono, seppure a malincuore, a lasciare definitivamente la zona.

Ritorno a Coblenza in camper

A fine agosto, a un mese dalla terribile calamità, rientrando verso casa da un viaggio nei Paesi con auto più caravan decidiamo di fermarci nuovamente a Coblenza. Cosa non facile per le numerose interruzioni stradali – l’autostrada A9 da Colonia è ancora chiusa – ma soprattutto per la sensazione di sconforto nell’attraversare un territorio che mostra le ferite e le devastazioni causate dalla violenza dell’acqua, molto più pesanti a nord scendendo dalla Mosella. Raggiungiamo di nuovo il Knaus Campingpark, situato proprio di fronte al Deutsches Eck che segna il punto di confluenza tra i due fiumi, e questa volta siamo più fortunati: la struttura ora è affollata e ben organizzata, e occupiano l’ultima piazzola libera sul prato vicino all’ingresso.

Il panoramico “angolo tedesco”, così come il centro città, si raggiunge velocemente con una barca che parte appena fuori dal campeggio: la figura di Guglielmo I, dall’alto del suo gigantesco monumento equestre, sembra voler ancora dominare il suo impero. Per questo i Prussiani avevano rafforzato la sovrastante cittadella fortificata di Ehrenbreitstein, raggiungibile anche con la vicina funivia, da cui si gode una spettacolare veduta d’insieme sulla città e sui due fiumi. Proprio dietro la stazione a valle si trova la basilica romanica di Sankt Kastor, di grande rilievo storico e artistico.

La riva destra verso sud in bicicletta

Dal campeggio ci si muove agevolmente in bicicletta sia in città sia sulle due sponde del Reno, entrambe costeggiate da facili piste ciclabili. Avendo già percorso più volte in camper quella sinistra, decidiamo di seguire in bici la sponda destra per scoprire il paesaggio da un’altra prospettiva. Il servizio di barca per il centro città non effettua trasporto bici; occorre pertanto superare i ponti stradali dotati di corsia riservata che scavalcano Mosella e Reno per proseguire in direzione Lahnstein, dove si trova una bella area attrezzata (solo per camper, caravan non accettate).

Poco dopo ci accoglie il bel borgo fortificato di Braubach dominato dall’intatta e spettacolare fortezza di Marksburg, arroccata su uno sperone roccioso quasi a voler sfidare il castello di Stolzenfels sulle alture opposte. Edificato nel XIII secolo e più volte ampliato, Marksburg mostra ampi ambienti riccamente arredati, la cappella affrescata di San Marco, una biblioteca con ben quindicimila volumi dedicati ai castelli e un giardino con oltre centocinquanta specie di piante medicinali. I numerosi campeggi sul fiume sono animati e ci sono anche aree di sosta private messe a disposizione da hotel e ristoranti. Superato il bel centro di Osterspai, un villaggio con case in legno a graticcio, il Reno effettua un’ampia ansa ed apre un bel panorama sull’altra sponda dove si estende Boppard.

Una veduta ancora migliore si apprezza deviando da Kamp-Bornhofen verso le imponenti rovine di Liebenstein e Sterrenberg, due fortezze contrapposte sulle alture che la tradizione vuole abitate da fratelli in perenne conflitto tra loro. Salire in bicicletta è piuttosto dura e optiamo per una sosta rifocillante al vicino Cafè Rheinkönig, a ridosso della ciclabile: la cucina è aperta non stop e negli spazi esterni c’è posto anche per le nostre due ruote.

Il corso del fiume sembra più tranquillo e meno tortuoso mentre la vista si apre su Burg Maus, il castello del topo, non visitabile ma dove si tengono spettacoli di volo con rapaci. Anch’esso ha il suo antagonista, Burg Katz o fortezza del gatto, che con le sue inespugnabili torrette cilindriche sembra proteggere il sottostante borgo di Sankt Goarshausen. La bianca e inclinata torre di guardia sembra aspettare al varco per riscuotere il dazio dalle imbarcazioni scampate alle insidie della vicina rupe di Loreley.

La leggenda popolare vuole fosse un tempo abitata da spiriti e sirene che attiravano sulle rocce i naviganti facendo naufragare le loro barche. In realtà il problema era dovuto ai bassi fondali e a scogli a filo d’acqua. Il sentiero che conduce alla sua sommità (a un’altezza di 132 m) è piuttosto faticoso, ma si viene ripagati da un panorama straordinario e si può scaricare adrenalina scendendo a valle con un bob su pista.

La ciclabile risale l’impervia vallata del fiume senza più incontrare centri abitati per una decina di chilometri, offrendo ampie vedute sulle distese di vigneti e sui borghi della sponda opposta fino a che non si scorge in lontananza l’isolotto con l’inconfondibile sagoma bianca del castello di Pfalz. Sul villaggio di Kaub domina la fortezza di Gutenfels, purtroppo non visitabile, ma la cittadina merita una tappa per la bella passeggiata lungo la pittoresca Metzgerstrasse. Terminiamo qui, dopo circa cinquantacinque chilometri, la nostra tranquilla pedalata: dalla stazione ferroviaria un convoglio regionale con trasporto biciclette ci riporta a Coblenza.

La città del riesling in camper e in bicicletta

Non possiamo lasciare la valle del Reno senza rendere omaggio a uno dei suoi centri più affascinanti e pieni di vita, famoso in tutto il mondo per la ricca produzione di vino. Iniziando la discesa verso casa raggiungiamo quindi Rüdesheim am Rhein, sulla riva destra in prossimità di Magonza. Il campeggio sul fiume è un’ottima base di partenza per una serata nelle enoteche della stretta Drosselgasse e per escursioni nei dintorni.

Si può salire in cabinovia al monumento del Niederwald, eretto per celebrare la restaurazione dell’impero tedesco nel 1871. Sganciata la caravan, si può raggiungere in auto l’abbazia di Eberbach, a una quindicina di chilometri sulle colline: un grandioso monastero cistercense fondato dai monaci di Chiaravalle che custodisce, a fianco di un prezioso chiostro, anche un singolare museo del vino. Una facile pedalata lungo il fiume ci conduce invece alla vicina Eltville, una delle più antiche e meglio conservate cittadine medievali sul Reno.

La nostra avventura – possiamo veramente definirla tale – sulle rive del Reno per ora termina qui, ma sappiamo che torneremo ancora, come abbiamo fatto tante altre volte in passato. Perché il Reno, misterioso e tormentato, che divide e unisce al tempo stesso, è una grande e intrigante via da percorrere per scoprire lentamente un pezzo importante della nostra vecchia e cara Europa. Molto più delle aride e veloci autostrade che gli corrono parallele.

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