Un weekend naturalmente non basta per scoprire la Capitale della Francia. Parigi è una città viva e affascinante come poche altre al mondo, un pout pourri di capolavori dell’arte, edifici d’acciaio, boutique delle grandi maison e negozi vintage.
Parigi è un tempio dell’arte persino per noi italiani, è la storia dei colori e di chi gli ha dedicato una vita (e talvolta una morte), è una fuga romantica verso la bellezza. Se pensi di andarci per le prossime vacanze, non sperare di essere l’unico. Con più di 28 milioni di turisti all’anno la capitale francese è la città più visitata al mondo.
Mettete perciò in conto qualche fila per l’accesso ai musei (meno se si dispone del Museum Pass), alcuni chilometri nelle gambe e diversi viaggi con la metropolitana (quattordici linee più la rete di trasporto ferroviario locale). Ai piedi della torre Eiffel non si contano le destinazioni da non perdere, per non dire di mostre e altri eventi temporanei. Prima di partire è opportuno consultare il portale dell’Ufficio del Turismo.
Che sia un ritorno o una prima volta in Francia, a Parigi, proviamo a ipotizzare una permanenza di cinque giorni. Con i viaggi di trasferimento e la sistemazione in campeggio, si tratta più o meno di una settimana. Naturalmente si può soggiornare molto più a lungo e vedere altro rispetto a quanto vi proponiamo.
Nonostante sia senza meno una vecchia signora, Parigi, Capitale della Francia con più di due milioni di abitanti, è una metropoli in corsa verso il futuro e negli ultimi decenni ha saputo cambiare faccia molte volte. Una giornata a La Défense, cuore finanziario della città e sede di architetture avveniristiche, offre vedute assai differenti da quelle degli arrondissement centrali. Da dove cominciare?
Primo giorno: Sainte-Chapelle e Notre-Dame
L’inizio che non delude mai è la Sainte-Chapelle. Si trova sull’Île de la Cité, in mezzo alla Senna, ed è all’interno del Palais de Justice, residenza dei sovrani fino allo spostamento della corte al Marais voluto da Carlo V di Francia nel XIV secolo. La cappella è un autentico gioiello dell’architettura gotica, con duecentesche vetrate alte quindici metri che rappresentano più di mille scene religiose. Avvolti dalla luce colorata che filtra al suo interno, resterete a bocca aperta ammirando questo capolavoro di leggerezza dove sembra che le volte siano sospese sui colori.
A pochi passi dalla Chapelle sono la grande Conciergerie, la prima prigione di Parigi con le eleganti torri rotonde che dominano la Senna, e naturalmente Notre-Dame. La celeberrima cattedrale, la cui prima pietra fu posata nel 1163, emoziona fin dal monumentale ingresso. Se non vi farete scoraggiare dalla lunga fila per entrare, spesso presente nelle giornate di punta, al suo interno troverete molti motivi d’interesse tra cui la cripta, il tesoro, grandi organi e altre magnifiche vetrate.
Secondo giorno: il Beaubourg e il Musée Rodin
La giornata inizia passeggiando nella piazza antistante il Beaubourg, con la fontana Stravinsky resa singolare dalle bizzarre sculture di Jean Tinguely e Niki de Saint-Phalle, ed entrando nel Centre Pompidou per prendere informazioni e acquistare il prezioso Paris Museum Pass: più che per il risparmio la benedirete per le corsie preferenziali riservate ai possessori in numerosi musei.
Prima di visitare il Beaubourg, l’enorme edificio progettato da Renzo Piano e Richard Rogers, vale la pena osservarlo con attenzione dall’esterno: un palazzone avvolto dal suo esoscheletro metallico e dalle tubature degli impianti di servizio, colorate a seconda dell’utilizzo (blu per l’impianto di aerazione, gialle per l’elettricità, rosse per ascensori e scale mobili e verdi per l’acqua), ma soprattutto scandalosamente collocato tra gli austeri edifici residenziali del quartiere.
Ancora oggi si può chiaramente intuire come irruppe quel progetto rivoluzionario nel dibattito culturale parigino dell’epoca (anni Settanta). E perché sul New York Times fu scritto che il design del Centre Pompidou – che grazie a importanti raccolte d’arte, sale di cinema e teatro, librerie, caffè, ristorante e la principale biblioteca pubblica cittadina conta oltre 5 milioni di visitatori all’anno – “ha rovesciato l’architettura mondiale”.
Saint-Eustache a Les Halles
Poco distante è la chiesa cinquecentesca di Saint-Eustache a Les Halles. Entrate e guardate in alto: la purezza delle volte gotiche è un piacere per gli occhi. Di fronte all’ingresso della navata destra è collocata una bella scultura in pietra di Henri de Miller, tra le icone della nuova Parigi, raffigurante una gigantesca testa appoggiata a una mano.
Il Musée Rodin
Non v’è luogo migliore per chiudere la giornata che il Musée Rodin, dedicato appunto allo scultore morto nel 1917. Le sale dell’elegante palazzo sono ricche di opere in bronzo, marmo e gesso, oltre ad alcuni acquerelli e disegni preparatori. Di una bellezza struggente è anche il grande parco che circonda l’edificio – di ben tre ettari – dove trovano perfetta ambientazione molti dei suoi capolavori tra cui uno dei celebri bronzi raffiguranti Il pensatore.
Terzo giorno: il Louvre
È quello dedicato al Louvre, tappa obbligata di un viaggio in Francia e a Parigi. Per chi non lo ha mai visto e per chi vuol tornarci, magari cambiando percorso e premiando altre sezioni rispetto a quelle più gettonate. Una buona idea può essere quella di recarsi al museo – che con 8,8 milioni di biglietti è il primo al mondo per affluenza di visitatori – a metà mattina in modo da non aggiungersi ai più che si mettono in coda fin dalle prime ore del giorno. Inoltre, in questo modo la pausa per il pranzo spezzerà in due il tour de force consentendovi di giungere alla fine meno provati.
È importante lasciare le giacche al guardaroba. Sembra una banalità ma la visita è impegnativa ed è dunque importante affrontarla nel massimo comfort. Con il Museum Pass può capitare di non fare un minuto di fila. Altra possibilità, disponendo della card, è quella di suddividere la visita in due giornate diverse.
Ammiriamo la piramide di cristallo dell’ingresso, opera dell’architetto sino-americano Ming Pei, per poi passeggiare nei giardini delle Tuileries, in fondo ai quali ci attende il padiglione dell’Orangerie. Vi è conservata una ricca collezione di quadri datati tra fine Ottocento e prima metà del Novecento, ma si viene qui per un altro motivo: le otto gigantesche tele delle Ninfee dipinte da Claude Monet, un capolavoro da non perdere.
Quarto giorno: il Musée d’Orsay e Montmartre
Noi lo apriamo con il Musée d’Orsay che, come scrivono le guide, riempie concettualmente lo spazio artistico lasciato libero tra le collezioni del Louvre e quelle del Centre Georges Pompidou. È bellissima la vecchia stazione ferroviaria dei treni a vapore che, inaugurata nel 1900, restò in funzione per pochi decenni perché divenne presto inadeguata al traffico di viaggiatori, in aumento esponenziale. Per visitarla – nell’allestimento curato negli anni Ottanta da Gae Aulenti – facciamo un’ora e mezzo di fila (pur sempre la metà di chi non ha il Museum Pass) ma ne vale decisamente la pena. Semplicemente eccezionale il livello delle sale degli Impressionisti, al quinto piano.
Vi si ammirano capolavori di artisti tra cui Cézanne, Renoir, Monet, Manet, Degas, Pissarro, Sisley. Anche i dipinti di Van Gogh, in un piano più basso, sono strepitosi e lo stesso dicasi per altri capolavori, da L’origine du monde di Gustave Courbet a diverse tele di Pierre Bonnard. Bella anche la raccolta di mobili in stile Art Nouveau nelle sale del piano ammezzato, oltre al già citato Café Campana, per menzionare altri settori di un museo amplissimo. Si tratta di uno dei musei più belli della Francia e fiore all’occhiello di Parigi.
Montmartre
Ci rechiamo quindi a Montmartre, la collina di 129 metri nel quadrante settentrionale della città, sulla cui sommità si eleva solenne la bianca basilica del Sacré-Coeur. È molto piacevole vagare per il quartiere con le salite tra le case, le rampe di scale, le piazzette. Qua e là pittori ambulanti e venditori di panini, crêpes, caldarroste e churros, bastoncini di pasta fritta zuccherata.
Quinto giorno: L’Atelier Brancusi e una passeggiata a Marais
Sveglia tardi e ritorno al Beaubourg per visitare la ricca collezione d’arte contemporanea. Gli allestimenti apprezzati nei giorni precedenti ci hanno viziato e troviamo gli straordinari dipinti – tra cui opere di Matisse, Picasso, Braque – quasi casualmente sistemati alle pareti delle sale.
Da non perdere la scala mobile esterna al palazzo, che sale di piano in piano fino alla terrazza sommitale con un bel panorama sulla città. Bisogna invece uscire dall’edificio per andare a visitare il vicinissimo Atelier Brancusi. La ricostruzione dello studio dello scultore rumeno (morto nel 1957), affollato dalle sue opere singolari e affascinanti, è davvero molto interessante.
Chiudiamo con una passeggiata nel quartiere Marais fino alla Piazza dei Vosgi. C’è ancora tempo per una sortita nei grandi magazzini Lafayette, anch’essi un’istituzione da queste parti: la cupola vetrata dell’edificio, in stile Art Nouveau e datata 1912, ci lascia ancora una volta stupefatti; e la terrazza all’ultimo piano ci dà l’occasione di godere l’ennesima veduta panoramica. Sulla via del ritorno facciamo l’elenco, sempre troppo lungo, dei luoghi che non siamo riusciti a visitare: sì, torneremo. Au revoir, Parigi!
Dove risparmiare con il camper in Francia e a Parigi?
Per il tuo viaggio in Francia e nei dintorni di Parigi risparmia con la Camping Key Europe (o CKE), la carta sconto digitale per risparmiare anche in alta stagione in 3.000 campeggi selezionati, nei luoghi più suggestivi di 25 stati europei. La carta digitale CKE è compresa con la tessera PLEINAIRCLUB!
Dista circa 25 chilometri da Parigi il campeggio Sandaya Parigi Maisons-Laffitte che si trova su un’isola della Senna.
testo e foto di Giulio Ielardi
Dove andare in Francia oltre Parigi?
Ti è piaciuto questo spunto per un itinerario in Francia? Parigi merita senz’altro più giorni ma per chi ha solo quelli a disposizione abbiamo formulato una proposta essenziale. Con l’invito a tornare. Non hai problemi a estendere l’itinerario?