Francia City Break: Marsiglia in 6 tappe

Una città in continuo fermento che recupera spazi dismessi e li destina a giovani artisti. Un museo en plein air che ben dialoga con il suo carattere meticcio

Indice dell'itinerario

Quando si pensa a un viaggio in Francia è inevitabile volare con il pensiero a Parigi. Ma Marsiglia, la seconda città della Francia per popoplazione, è una città in continuo fermento che strega i giovani ma affascina anche i meno giovani con proposte (anche culinarie) interessanti.

Multietnica, è un vivace crogiolo di lingue, storie e culture. Da quando è stata nominata Capitale Europea della Cultura nel 2013, la città vive un nuovo fermento. Spazi recuperati da edifici dismessi diventano gallerie d’arte. Quartieri periferici ospitano laboratori di giovani artisti. Negozi vintage ben dialogano con il carattere meticcio della città che è un vero e proprio museo a cielo aperto. Merito dei coloratissimi murales in completa armonia con l’ambiente cittadino.

Andiamo ad ammirare la più vivace città della Francia. Scopriamo Marsiglia in 6 tappe:

Il Vieux Port

Francia-Provenza-Marsiglia-ph. Ida Santilli

“Non capisci niente di Marsiglia se non capisci la sua luce”, diceva lo scrittore Jean-Claude Izzo. I suoi romanzi sono ambientati qui, nel dedalo dei vicoli del Vieux Port. Questo è il centro nevralgico della città. A qualsiasi ora la pensilina a specchio dell’archistar Norman Foster riflette persone e barche. La mattina si anima con i banchi dei pescatori. Nel pomeriggio lasciano il posto a strampalati giocolieri che improvvisano uno spettacolo intrattenendo un divertito gruppo di turisti.

Nel 2010 è nata la città degli artisti di strada, un vero e proprio laboratorio nel cuore dei quartieri popolari, al cui interno risiedono sette compagnie. Una delle più attive è Générik Vapeur, che attraverso installazioni e performance anima giorno e notte l’area del porto. Da qui noterai Notre Dame de la Garde, la basilica accoccolata su un monte che qui chiamano “Bonne-Mère”. In stile romanico-bizantino, la cattedrale è una delle mete imperdibili perché si gode la più bella vista sulla città.

Un croissant con vista a La Caravelle

Quando ci accomodiamo sul grazioso balconcino in ferro battuto del bar La Caravelle per gustare uno dei migliori croissant della città capiamo subito perché ci hanno indicato questa boulangerie per la colazione. La vista spazia dalle barche ormeggiate a Notre-Dame de la Garde, che dalla collina domina l’abitato. Lontano, s’intravede il Château d’If, in cui Alexandre Dumas immaginò fosse stato rinchiuso il conte di Montecristo.

Il Panier

Francia-Provenza-Marsiglia-sapone di Marsiglia-ph. Ida Santilli

Il passaggio obbligato dal Vieux Port per raggiungere il Panier, il quartiere più antico di Marsiglia, è l’imponente gradinata di Montée des Accoules. “Un centinaio e più di scalini da salire e un dedalo di strade fino a rue Pistoles”. Lo descriveva così Izzo in “Casino totale”, il primo volume della trilogia che comprende “Chourmo” e “Solea”.

Come in un noir

Il saliscendi di viuzze del rione che sorge alle spalle del municipio potrebbe inizialmente scoraggiare anche il visitatore più motivato. Ma chi ha letto anche solo qualche brano dello scrittore marsigliese non può resistere alla tentazione di curiosare in uno dei luoghi più amati da Fabio Montale, il poliziotto di origine italiana – più educatore di strada che sbirro – protagonista dei noir.

Lo immaginiamo aggirarsi nel groviglio di stradine fino alla deliziosa Place de Lenche, alle prese con uno dei suoi casi intricati, fare una sosta al bar 13 Coins in rue Saint-François, a 500 metri dal commissariato centrale, per sorseggiare un pastis, l’aperitivo della città, ben descritto in Casino Totale: “Finii il pastis e ne ordinai un altro. Un vecchio amico, Corot, riusciva ad apprezzare il pastis solo dopo il terzo bicchiere. Il primo lo bevi per sete. Il secondo, beh, inizi ad apprezzarne il sapore. Il terzo te lo godi!”.

Pastis, bouillabaisse e navettes

In Francia ci vai anche per assaggiare la rinomata cucina. E Marsiglia non è da meno rispetto alla più blasonata Lione, nota per essere la Capitale della Gastronomia francese. Prima di cena qui si usa gustare il Pastis, la tipica bevanda alcolica profumata all’anice. Per assaggiarla basta fare una sosta a La Maison du Pastis al numero 108 del Quai du Port, non lontano da La Caravelle. La visita dei monumenti comincia alla Vieille Charité, il capolavoro incompiuto dell’architetto Pierre Puget. Costruita nel XVII secolo per accogliere i mendicanti, oggi ospita mostre temporanee. Per respirare il fermento artistico che permea la città passeggio lentamente in Rue du Petit Puits e faccio una pausa nella boutique Arterra, dove giovani artisti dipingono statuine del presepe.

Non andate via dal Panier senza un souvenir: dalla Francia del sud e da Marsiglia in particolare non puoi tornare senza il famoso sapone di Marsiglia, venduto in tavolette nelle più svariate forme e fragranze nelle numerose savonnerie del quartiere. Nè puoi sottarti dal fare incetta delle tipiche navettes, i dolci a forma di barchetta al profumo di fiori d’arancio che trovi in bella mostra sui banchi della storica biscotteria Le Navettes de Accoules in Rue Caisserie.

Proprio in questa strada si trova Chez Felix in rue Caisserie, dove spesso Montale si rifugia per placare la sua inquietudine con un buon piatto caldo. Fra le specialità locali spicca la bouillabaisse, una zuppa dalle origini umili preparata con gli avanzi invenduti del pescato quotidiano. Oggi è il caso di diffidare dei ristoranti le cui lavagnette propongono questo piatto a 15 euro: la vera bouillabaisse viene servita in due tempi, prima la zuppa e poi il piatto di pesce, e costa intorno ai 50 euro. Chissà se, come il suo commissario, anche Jean-Claude Izzo era un buongustaio e amava la mescolanza dei sapori veicolati dalle correnti migratorie.

Cours Julien

Il centro della città si gira facilmente a piedi. Dal porto vecchio, seguendo La Canebière, si svolta su Boulevard Garibaldi e si arriva a Cours Julien, il quartiere più amato dai bohémien e dai graffitari, con un’atmosfera intellettuale e vagamente parigina. Per il fermento che c’è, soprattutto la sera intorno alla piazza di forma allungata dove molti giovani si ritrovano per chiacchierare ai tavolini dei bar, può essere paragonato al Quartiere Latino della capitale francese. Nella zona abbondano i locali dove ascoltare musica, come El Ache de Cuba. Di giorno quest’isola pedonale si anima grazie ai caffè all’aperto e ai mercati mattutini di fiori freschi (il mercoledì e il sabato) e di libri d’antiquariato (la domenica). Sul lato orientale della piazza si affaccia l’Espace Julien, uno spazio di intrattenimento che ospita performance rock, reggae e hip hop.

Belle de Mai

Bisogna spostarsi un po’ dal centro per arrivare nel quartiere Belle de Mai dove, dalla riqualificazione degli spazi dell’ex manifattura di tabacco costruita nel 1848, il Comune ha creato un contenitore creativo chiamato Friche La Belle de Mai. È un luogo di scambio culturale e di socializzazione, un laboratorio e una galleria per tutte le associazioni che promuovono forme d’arte.

La Joliette

Il quartiere La Joliette, attaccato al Vieux Port, è l’esempio più lampante del riciclaggio architettonico marsigliese. Qui, più che in altre zone, i malmessi depositi portuali sono diventate moderne sedi di boutique, ristoranti e strutture espositive come l’interessante Musée des Civilisations de l’Europe et de la Méditerranée, che ha da poco aperto i battenti: raccoglie i reperti di civiltà che, con i loro traffici commerciali, hanno arricchito il patrimonio culturale continentale e di tutto il Mediterraneo.

La Cité Radieuse

La Cité Radieuse in boulevard Michelet 280, nel quartiere Prado, è stata progettata dell’architetto svizzero Le Corbousier e nel 2016 ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Fu costruita da tra il 1947 e il 1951 ed è un edificio composto da 337 appartamenti, un hotel, un ristorante, negozi, una libreria, gallerie, una sala da tè, una scuola e una terrazza sul tetto aperta al pubblico con la piscinetta, l’area giochi e la vecchia palestra trasformata in centro d’arte contemporanea: il MaMo. Si può visitare liberamente, anche se con la guida riesci anche a entrare in uno degli appartamenti.

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Dove altro andare oltre a Marsiglia?

Con le temperature miti e senza la pressione turistica dell’estate, il sud della Francia e Marsiglia in primavera possono rivelarsi la destinazione ideale. Oltre a Marsiglia trovi tantissime località anche minori dai colori pastello che vale la pena visitare. La maggior parte dei campeggi che chiude i battenti in inverno riaprono spesso in occasione della Pasqua. In alternativa trovi numerosi parcheggi e aree attrezzate.

Costa Azzurra in camper, da Menton a Port Grimaud

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testo e foto di Ida Santilli

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