Dall'Italia a San Pietroburgo

Nuova frontiera del turismo europeo, la Russia è oggi meta molto ambita da camperisti che abbiano alle spalle sufficienti esperienze per affrontare un viaggio obiettivamente non facile, ma molto ricco di valenze storiche, culturali, ambientali. A rendere ancora più stimolante la proposta, l'impegno dei paesi dell'Est per conquistare la stabilità economica e sociale che prelude a una più efficace gestione del turismo.

Indice dell'itinerario

La meta del nostro viaggio, San Pietroburgo, comporta un lungo percorso di avvicinamento attraverso l’Austria, la Repubblica Slovacca, la Polonia, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Sta al viaggiatore e alle sue esigenze programmare soste più o meno prolungate durante il tragitto: nel nostro caso, conoscendo bene i primi tre paesi, ci siamo soffermati più a lungo solo nelle tre Repubbliche Baltiche. Dall’Austria alle Repubbliche Baltiche Attraversiamo la frontiera con l’Austria e procediamo spediti sull’autostrada fino a Eisenstadt. Arriviamo di buon’ora al confine con la Repubblica Slovacca e, complice la modesta affluenza, decidiamo di attraversare la frontiera e di raggiungere Bratislava, dove pernottiamo in un parcheggio sito sotto il ponte, di fronte al castello affacciato sul Danubio. Dalla capitale slovacca l’autostrada ci porta a Trencin, dove le pianure lasciano man mano il posto alle colline e ai boschi di quota di Carpazi e dei Tatra. Passato il confine polacco, prima tappa è Cracovia con pernottamento in campeggio; la mattina successiva il programma di viaggio ci consente, prima di rimetterci in marcia, una visita della città. Da qui ci dirigiamo alla famosa e suggestiva miniera di sale di Wieliczka, dove la visita si conclude con un insolito spuntino nel locale a 130 metri di profondità. La strada n. 7 ci porta, con un po’ di attenzione alla guida per le non ottimali condizioni del fondo, a Varsavia, per un giorno di relax in campeggio e la visita guidata della capitale polacca. Tra alture e foreste, con uqalche sosta per l’acquisto di frutti di bosco e funghi, raggiungiamo la frontiera lituana sostando per la notte nell’ampio parcheggio di una stazione di servizio circa 100 metri dopo il confine. Lituania, Lettonia, Estonia Su strade in buone condizioni e poco trafficate procediamo speditamente fino a Trakai con il bellissimo castello, antica residenza granducale, posto su un’isola al centro del lago di Galve; fanno da contraltare le altrettanto antiche e bellissime case in legno dei Karaiti. A Vilnius la scarsa segnaletica rende non facile l’individuazione dell’hotel Latuvia, sulla riva destra del fiume; nei paraggi si trova un parcheggio custodito per sostare con tranquillità. Il piccolo centro storico della capitale lituana conserva numerosi monumenti di pregio (tra cui la cattedrale con l’attigua Torre di Gedimino, le chiese di San Michele e di San Giovanni, la Torre dell’Orologio); gradevoli anche gli angoli verdi che scandiscono armoniosamente il tessuto urbano. Ripresa la marcia, nelle vicinanze di Siauliai compiamo la preventivata visita della Collina delle Croci, sito di grande importanza per il popolo lituano che qui ricorda i suoi martiri per l’indipendenza. Raggiunto e superato rapidamente il confine con la Lettonia, pernottiamo in un parcheggio a poca distanza dal confine per poi raggiungere il Rundale Pils, ad alcuni chilometri da Bauska, per la visita alla bellissima villa-castello del XVIII secolo, residenza estiva dei duchi di Curlandia ad opera dell’architetto Rastrelli che tanto operò anche a San Pietroburgo. Il restauro quasi ultimato ha restituito l’edificio allo splendore originario; unica piccola difficoltà, una gestione delle visite ancora incerta riguardo agli orari e alle tariffe. A Riga, la capitale lettone, ci fermiamo presso il fiume Krostamala, nelle vicinanze del ponte della ferrovia, in un parcheggio che a dispetto dell’ampiezza ci obbliga ad attendere prima di trovar posto per tutti i veicoli del nostro gruppo. A poca distanza si trova un grandissimo e pittoresco mercato allestito in quattro hangar per dirigibili della Prima Guerra Mondiale, riattati allo scopo. La città, interessata da numerosi lavori di restauro e di modernizzazione, conserva un notevole centro storico – sotto tutela Onu – che merita una visita non frettolosa. Dopo Censi, con cattedrale e grande parco (dove si trova anche un castello, ma in restauro e non visitabile), arriviamo al confine di Valka che, a dispetto della moderna architettura degli uffici, richiede macchinosi adempimenti burocratici. Finalmente entrati in Estonia, raggiungiamo Tartu e parcheggiamo in centro. L’attraversamento del paese e una sosta al lago Peipsi Yarw, in una pineta che scende fino alle sponde, ci permettono di apprezzare i mutamenti del paesaggio, qui di ambiente più nordico e somigliante a quello scandinavo. Arrivati nel primo pomeriggio a Narva, confine tra Estonia e Russia, cerchiamo gli uffici di frontiera e ci fermiamo per la notte in centro. Solo il giorno dopo, pronti a varcare il confine, scopriremo che è necessario ritirare in anticipo un biglietto di prenotazione: la mancata informazione ci costa una lunga fila e la perdita di mezza giornata in attesa che arrivi il nostro turno. Finalmente, dopo aver sbrigato le non agevoli formalità, possiamo passare: siamo in Russia. San Pietroburgo Con la lunga traversata dell’Europa nord-orientale alle spalle e lo stancante passaggio di frontiera dall’Estonia, l’ultimo tratto fino a San Pietroburgo è piuttosto faticoso. Arrivati in città, inoltre, dobbiamo attraversarla per raggiungere il campeggio, che si trova 15 chilometri più a nord presso l’hotel Olgino, struttura che ha visto tempi molto migliori (i servizi sono fatiscenti ma comprendono allaccio elettrico, rifornimento d’acqua e scarico delle reflue). Quando entriamo è già buio e l’orologio segna due ore in più rispetto al nostro fuso. Ma la splendida città (che dal camping si raggiunge prendendo prima un bus, poi la metropolitana) ci ripagherà di ogni fatica. Prima destinazione di visita è l’Ermitage che, per vastità della struttura e quantità di opere esposte, richiede almeno una giornata; bisogna inoltre mettere in conto la fila all’ingresso. Sia l’edificio che il patrimonio d’arte in esso conservato sono in tutto degni della loro fama mondiale: ma va a discapito di tanta bellezza la colpevole e incomprensibile sciatteria dell’allestimento, con decine di quadri storti e un pessimo sistema di illuminazione con luce diretta, che costringe a spostarsi più volte davanti a ogni tela per osservarla senza riflessi. Nei giorni successivi andiamo alla scoperta della città in compagnia di Lara, guida molto esperta e preparata, che ci fa apprezzare innumerevoli monumenti ed edifici storici tra cui la fortezza, la chiesa-mausoleo, le tombe imperiali, la nave Aurora da cui partirono le bordate che segnarono l’inizio della Rivoluzione di ottobre; ma tutta la regione di San Pietroburgo è ricca di mete da non perdere. A Peterhof, sempre in compagnia della guida, visitiamo una delle residenze estive dello zar Pietro il Grande: il palazzo, progettato da Le Blond e rimaneggiato per ordine della zarina Elisabetta dal Rastrelli che vi introdusse magnifici arredi tardo-barocchi, è circondato da un ampio parco con splendide fontane. Altra tappa di assoluto rilievo è Puskin dove, nella località Tsarskoc Selo, sorge il palazzo imperiale dedicato dal Rastrelli alla zarina Elisabetta, ma appartenuto a Caterina la Grande. Gli interni sono veramente sfarzosi ma sono ancora in atto i lavori di ristrutturazione, che abbreviano la visita dedicando invece più tempo al parco. Non tralasciamo anche una visita al palazzo di Pavlosk, regalo di Caterina la Grande al figlio Pavel, in stile palladiano e circondato da un immenso giardino all’inglese. Ritorno da San Pietroburgo Siamo al giro di boa: si riprende la strada di casa, che abbiamo però deciso di variare rispetto all’andata. Partiamo dunque in direzione della frontiera finlandese; la strada è intervallata da numerosi posti di blocco e veniamo anche noi fermati per un meticoloso controllo dei documenti. Giunti agli uffici di confine, il passaggio risulta abbastanza sbrigativo poiché, dopo il primo momento di sconforto per la lunghissima coda di vetture in attesa di entrare in Finlandia, scopriamo che si tratta di russi (soggetti a un più approfondito esame dei documenti) e che il nostro gruppo di camper può passare rapidamente. Ed eccoci a Helsinki… due ore prima, essendo ritornati nel nostro fuso. Sistematici in campeggio, iniziamo la visita della città cominciando dall’imbarcadero dove ha sede un antico mercato coperto, affiancato da un interessante mercatino giornaliero con cibi e artigianato. Ammiriamo inoltre il vivace boulevard centrale, la cattedrale ortodossa e quella protestante (singolare il contrasto negli arredi: tanto è ricca la prima quanto è spoglia e severa la seconda). Non riusciamo invece a visitare il Centro Finlandese, opera di Alvar Aalto, perché proprio quel giorno è chiuso. Vorremmo anche effettuare un’escursione in battello nell’arcipelago, ma la lunga fila di turisti e il costo non modesto del biglietto ci fanno desistere. Il mattino dopo ci attende il traghetto che dalla capitale finlandese ci porterà in Estonia. Dal campeggio, seguendo la segnaletica, raggiungiamo il porto e alle 6.30, orario di apertura degli uffici, ritiriamo i biglietti dopo averli completati con i numeri di targa dei veicoli. Un’ora e quaranta minuti dopo sbarchiamo a Tallinn, raggiungendo un parcheggio in pieno centro: il nucleo antico della capitale estone si presenta con un impianto medioevale veramente godibile. Riattraversiamo rapidamente la Lettonia e, dopo la sosta notturna a Liepaja, rientriamo in Lituania per percorrere un tratto dell’antica Via dell’Ambra, fermandoci a Palanga. Qui giunti, dopo qualche difficoltà a trovare un parcheggio, ci dedichiamo agli acquisti: ovunque si trovano bancarelle che vendono ogni genere di oggetti realizzati lavorando la preziosa resina fossile. Rientrati in Polonia, il campeggio di Varsavia ci accoglie per il giusto riposo prima delle ultime tappe di trasferimento attraverso la Repubblica Ceca, la Germania e l’Austria, con soste a Praga e a Monaco di Baviera. Ma prima del definitivo ritorno a casa ci aspetta un’ultima visita, degno coronamento di un viaggio pleinair: Mondo Natura. PleinAir Online – dicembre 2001

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio