Ecco qua i 15 luoghi di San Michele, in un viaggio ideale tra Roma e Monte Sant’Angelo sul Gargano.
I luoghi di San Michele
1. Castel Sant’Angelo

Affacciato sul Tevere e collegato al Vaticano dal Passetto di Borgo, un camminamento fortificato lungo ottocento metri, Castel Sant’Angelo è uno dei monumenti più caratteristici di Roma. Il percorso di visita include i sotterranei e le celle (in una fu recluso Benvenuto Cellini), i fastosi appartamenti papali voluti da Alessandro VI (Rodrigo Borgia) e da Paolo III (Alessandro Farnese), e opere d’arte come il San Girolamo di Lorenzo Lotto e il Cristo benedicente e Sant’Onofrio di Carlo Crivelli. Le terrazze offrono magnifici panorami su Roma. Ricordano che il monumento è dedicato all’Arcangelo la statua di San Michele di Raffaello da Montelupo, esposta nel Cortile dell’Angelo, e la statua in bronzo che corona l’edificio, realizzata nel 1752 dal fiammingo Peter Anton von Verschaffelt, alta cinque metri e mezzo e restaurata nel 1986.
2. Monte Tancia

Un’antica e suggestiva grotta-santuario raggiungibile con una breve camminata si apre tra i boschi di leccio dei Monti Sabini. Si parte da un ponte sul Fosso di Galatina, che si raggiunge da Poggio Catino o da Monte San Giovanni in Sabina oppure da Rieti toccando l’Osteria del Tancia. Si segue un viottolo accanto al torrente, si sale a un prato e si lascia a destra un sentiero per il Monte Pizzuto. Al secondo bivio si va a destra proseguendo in salita fino ai piedi di una parete rocciosa; una scalinata conduce alla grotta, al cui interno si possono ammirare un altare e alcuni affreschi. Tra andata e ritorno si cammina per poco più di mezz’ora.
3. Gole del Salinello

La forra del Salinello separa la Montagna di Campli dalla Montagna dei Fiori, tra Ascoli Piceno e Teramo, e ospita numerosi eremi. L’imponente Grotta Sant’Angelo è stata utilizzata come ricovero nella preistoria, l’altare dell’Arcangelo risale al 1236. Dalla statale 81, tra i due bivi per Civitella del Tronto, si sale a Ripe di Civitella e si prosegue per una strada sterrata che porta a un grande posteggio. Un viottolo scende fino alla base della scalinata che dà accesso alla grotta. Tra andata e ritorno si cammina per meno di mezz’ora, continuando sul sentiero si arriva sul fondo delle gole. La grotta è normalmente aperta nei weekend e in estate, ma è bene verificare presso il Comune di Civitella del Tronto o la Pro Loco di Ripe.
4. Città Sant’Angelo

Situata pochi chilometri a nord di Pescara, questa cittadina di origine romana è stata ricostruita nella posizione attuale dai Longobardi. Alla sommità del colle sorge la Collegiata di San Michele Arcangelo, costruita prima del Mille, rifatta nelle forme attuali nel Trecento e più volte rimaneggiata in seguito. Accanto alla chiesa svetta un campanile di 48 metri, lateralmente c’è un elegante portico quattrocentesco. Il portale, decorato con un ciclo di figure simboliche, risale al 1326.
Nell’interno si trovano sono i resti di un pulpito medioevale in pietra, un elegante coro barocco e la tomba quattrocentesca di Amico Bonamicizia, vescovo di Atri e Penne; l’imponente statua lignea di San Michele Arcangelo risale invece al Trecento. Il soffitto a cassettoni lignei della navata, realizzato nel 1911, nasconde quello a capriate decorato da affreschi trecenteschi.
5. Balsorano

Una spettacolare grotta-santuario affacciata sulla Val Roveto si apre nel territorio di Balsorano e si raggiunge a piedi per un ripido viottolo. Al suo interno ci sono due grandi altari. L’8 maggio solo gli uomini del paese vi si raccolgono in preghiera, mentre il 29 settembre la festa è aperta anche alle donne e alle comitive di fedeli che arrivano a piedi da altri paesi della zona. Da Balsorano una strada asfaltata conduce al monumento agli Alpini e al posteggio situato all’imbocco del Vallone di Sant’Angelo. Un’ora di cammino per una ripida stradina che sale a tornanti tra i lecci porta alla base delle rocce e all’ingresso della grotta. La salita richiede un’ora o poco più, la discesa è più breve. La grotta è sempre aperta, per visitarla è bene avere una pila.
6. Lettomanoppello

I valloni del versante nord-occidentale della Majella sono ricchi di eremi e santuari. Da Lettomanoppello si segue per qualche chilometro la strada che sale verso Passo Lanciano. Accanto a un cartello del Parco della Majella si imbocca il sentiero segnato che traversa a mezza costa, tocca alcuni capanni di pietra e successivamente scende nel vallone di Sant’Angelo. Lo si percorre per un tratto sul fondo, poi si sale verso sinistra alla grotta, ampia e spettacolare, che ospita una tomba, un altare e sulla parete la statua dell’Arcangelo. Poco oltre una sorgente offre l’occasione adatta per fermarsi e fare una piacevole sosta. Tra andata e ritorno si cammina per un’ora.
7. Pescocostanzo

L’altopiano erboso del Quarto Grande, nei pressi di Pescocostanzo, è utilizzato dal bestiame al pascolo e affiancato da masserie. Sul lato settentrionale, ai piedi di un modesto affioramento roccioso, il santuario rupestre di San Michele Arcangelo mostra ancora una bella facciata e un’iscrizione restaurata sul portale; l’altare e la balaustra in pietra che sbarra l’accesso alla grotta sono semplici ma eleganti. Per arrivarci basta camminare per un centinaio di metri dal posteggio. L’8 maggio e il 29 settembre la grotta è visitata dai fedeli della zona. In passato, nella prima ricorrenza, si teneva qui una fiera del bestiame.
8. Maranola

Anche i Monti Aurunci, a picco sul mare di Formia e Gaeta, ospitano una grotta dedicata all’Arcangelo. Si raggiunge dalla medioevale Maranola, seguendo la stretta e tortuosa strada che sale al rifugio di Pornito. Da qui si va a piedi lungo un panoramico viottolo a mezza costa (la “Strada della Statua”) che sale alla grotta-santuario a 1.134 metri di quota, normalmente chiusa a chiave. Vale la pena proseguire fino alla Cima del Redentore, dove dal 1900 sorge una grande statua in ghisa. Nel panorama spiccano Ischia, Ponza, Ventotene, il Circeo, il Vesuvio e i massicci dell’Appennino al confine tra la Ciociaria e l’Abruzzo.
9. Caprile

Da Caprile, tra Roccasecca e Pontecorvo, una passeggiata conduce alla chiesa rupestre di Sant’Angelo in Aspreno, decorata da affreschi, e alle vicine pareti frequentate dagli arrampicatori. Sul crinale sovrastante (che si raggiunge con fatica da qui, o con un percorso molto più comodo da Roccasecca) si trovano le rovine del castello dei Conti d’Aquino e la chiesa di San Tommaso, del XIV secolo. Si sale alla chiesa di Santa Maria, si va oltre per una gradinata, si esce dal paese e si prosegue per un viottolo tra ulivi e fichi d’India. Dalla base delle rocce si continua in salita a destra fino a Sant’Angelo in Aspreno. Tra andata e ritorno si cammina per mezz’ora. Prima di salire alla chiesa bisogna chiedere in paese le chiavi al custode.
10. I profeti

Una delle più suggestive grotte-santuario della Campania si apre ai piedi del Monte Maggiore, è decorata da stalattiti e concrezioni e ospita due altari molto antichi. Accanto ad alcune stalattiti a forma di mammella, le donne incinte dei paesi vicini invocano un parto senza problemi e latte abbondante. L’8 maggio e il 29 settembre colorate processioni salgono alla grotta. Dal paese di Liberi si raggiunge la frazione de I Profeti, al tornante successivo si va a sinistra per una strada sterrata (indicata da un cartello). Dallo slargo dove si posteggia un sentiero, segnalato all’inizio da una croce, si alza su un crinale e continua a mezza costa nel bosco fino ai due ingressi della grotta. Tra andata e ritorno si cammina per oltre mezz’ora. È necessaria una pila.
11. Sant’Angelo in Formis

Affacciata sul Volturno e su Capua, la basilica di Sant’Angelo in Formis, tra le più belle chiese romaniche della Campania, ha preso le forme attuali nel 1073, sotto l’abate Desiderio; nel portale un bell’affresco raffigura San Michele. Altre straordinarie pitture sono ospitate nell’interno, diviso in tre navate da colonne con capitelli corinzi, che conserva il pavimento del santuario antico di Diana Tifatina. Sull’interno della facciata è dipinto il Giudizio Universale, nell’abside centrale sono raffigurati il Cristo in trono, gli arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele e San Benedetto. Resta poco del monastero, che è stato tra i più potenti della regione; un cimitero accoglie i circa cinquecento garibaldini caduti nella battaglia del Volturno. Si arriva alla basilica dal casello di Santa Maria Capua Vetere della A1.
12. Monte Faito

Su uno sperone roccioso del Monte Faito, di fronte a un vastissimo panorama, questo santuario moderno si raggiunge da Vico Equense (è la strada più comoda) o da Castellammare di Stabia. Il culto di San Michele Arcangelo è arrivato in quest’angolo della Campania nel VI secolo grazie ai santi Catello e Antonino. L’antica chiesa, oggi completamente scomparsa, sorgeva sui 1.443 metri del Molare, la cima più alta di Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi e dell’intera catena dei Monti Lattari. La statua di San Michele Arcangelo, un tempo sulla vetta della montagna, è oggi nella cattedrale di Castellammare di Stabia. Il santuario è aperto da Pasqua a fine ottobre. La salita a piedi al Molare richiede due ore tra andata e ritorno, non presenta difficoltà ma si svolge su terreno ripido e a tratti roccioso.
13. Tufo

La Grotta dell’Angelo, profonda una cinquantina di metri, si apre ai piedi del paese ed è sfiorata dalla strada. Ospita un altare, una semplice statua dell’Arcangelo e dei resti di affreschi; all’ingresso c’è una chiesetta con un campanile a vela, consacrata – come ricorda una lapide – nel 1708. Un cunicolo dà accesso a un’altra cavità, antica sede di culti pagani. Il pomeriggio dell’8 maggio, un’affollata processione scende dalla piazza del paese alla grotta e risale per la stessa via. Da non perdere la sacra rappresentazione che segue, nella quale uomini e bambini del paese mettono in scena la cacciata dal Paradiso di Lucifero e degli altri angeli ribelli. Lo spettacolo si conclude all’imbrunire.
14. Olevano sul Tusciano

Ai piedi dei Monti Picentini, a pochi chilometri da Battipaglia e da Eboli, la più imponente grotta-santuario della Campania conserva al suo interno i resti di cinque chiese. Sulle pareti e sull’abside della più grande spiccano dei magnifici affreschi realizzati a partire dal IX secolo. Tra i più eleganti il Cristo dell’abside a sinistra, la Madonna Odigitria di quella centrale e il Battesimo della parete a destra. La scomoda strada sterrata che percorre la valle del Tusciano è percorribile dai fuoristrada fino a un posteggio da cui si sale in 15 minuti all’imbocco; l’accesso a piedi dal paese richiede da un’ora e mezzo a due ore. Bellissima la processione che raggiunge la Grotta dell’Angelo l’8 maggio, visitabile in altri momenti contattando in anticipo il Comune o la Pro Loco.
15. Monte Sant’Angelo

Il più celebre santuario dedicato a San Michele Arcangelo sorge al centro di Monte Sant’Angelo, nel cuore del Gargano. Il campanile a pianta ottagonale, ben visibile da lontano, risale alla fine del Duecento. Dall’atrio superiore si scende per una scalinata, si supera la Porta del Toro, si raggiunge un atrio. Superate le porte bronzee del 1076, si entra in un’elegante navata in stile gotico, voluta da re Carlo I d’Angiò. L’atmosfera cambia di colpo quando si passa nella grotta, sempre immersa nella penombra. La statua di San Michele, in marmo di Carrara, è stata scolpita nel 1507 dal Sansovino. Da vedere anche gli altari di San Francesco e San Pietro, il museo devozionale e le cripte.
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