Fly&drive in Oman: 8 giorni in camper per formato famiglia

Un viaggio autogestito in formato famiglia in Oman, un paese poco conosciuto e ricco di opportunità

Indice dell'itinerario

Come organizzare un viaggio in Medio Oriente quando hai i bimbi al seguito? Segui l’itinerario in formato famiglia dei nostri lettori in Oman. 8 giorni più due di viaggio per un itinerario autogestito tra minareti, canyon e dune.

L’Oman

Situato nella penisola Arabica e affacciato sull’Oceano Indiano, l’Oman è esteso come l’Italia ma per tre quarti disabitato e desertico. Ma i suoi abitanti sono riusciti a strappare, alla sabbia e alle aride rocce, luoghi incantevoli dove vivere, sfruttando la desalinizzazione delle acque marine e approfittando delle rare riserve di quella dolce che talvolta spuntano limpide dagli incassati wadi che solcano le sue montagne.

L’Oman oggi è un paese sicuro, con una buona rete stradale asfaltata, alberghi e ristoranti per tutte le tasche facilmente prenotabili online, con un’offerta di servizi ampia e acquistabile direttamente in loco senza bisogno di prenotare in anticipo.

L’attuale monarca, il sultano Qaboos, che ha preso in mano lo stato nel 1970 a soli 29 anni, ha sollevato il paese dal medioevo e lo ha trasformato in una sorta di piccola Svizzera del deserto.
In Oman le donne hanno diritto al voto e guidano da tempo, generalmente portano il velo sulla testa, ma le più disinvolte possono fare il bagno insieme agli uomini, sebbene in t-shirt.

Dopo avere studiato le guida Marco Polo e Lonely Planet e assunto informazioni sul sito del Ministero degli Esteri, abbiamo scelto di non avvalerci di un tour operator, ma di affrontare il viaggio in autonomia come se fossimo in Europa. E così, in poco tempo, abbiamo organizzato un Fly&Drive di una decina di giorni, bello, facile e spendendo poco, pur senza farci mancare nulla.

Oman top ten

In otto giorni più due di viaggio abbiamo visitato la parte centrale del Paese, approssimativamente nel raggio di circa 300 chilometri dalla capitale Muscat. Abbiamo trascurato l’estremo nord: la regione del Musandam, affacciata sullo Stretto di Ormuz e celebre per le immersioni mozzafiato; e l’estremo sud, la regione di Salahah a 1.000 chilometri dalla capitale, punto di arrivo delle carovane che attraversano il deserto a dorso di dromedario o, oggi, con i fuoristrada.

Wahiba Sands

Arrivate nel primo pomeriggio in un campo tendato nel deserto e concedetevi un indimenticabile sunset tour: gli autisti omaniti, nella loro elegante dishdasha, sono in gamba e dispongono di fuoristrada potenti e affidabili. Dopo un paio d’ore di uno spettacolare dune bugging, godetevi la palla di fuoco del sole che va giù dietro le dune, mentre vostro figlio continua a correre nella sabbia fina, impazzito di gioia.

Wadi Bani Khalid e Wadi Shab 

L’acqua limpida tra le montagne brulle, la grotta dove si entra solo a nuoto, le piccole cascate rinfrescanti: uno scrigno prezioso incassato tra alte pareti erose dal vento e mangiate dal sole. Difficile da spiegare anche il senso sacrale dei luoghi, è necessario viverli.

La catena del Hajar e il Wadi Nakhar

Con gli aridi 3.009 metri dello Jabel Shams (volendo raggiungibile a piedi in giornata), la catena dell’Hajar si eleva dolce dal deserto a sud, ma precipita con pareti imponenti a nord, a pochi chilometri dal mare, solcata da enormi canyon e da forre, brulle, incassate e scure. Le rocce nere, a volte rossicce o con sfumature ocra, rendono il paesaggio arso, desolato, inquietante.

Alcuni wadi sono percorribili con auto normali (Wadi Sathan e Wadi Tanuf in parte), altri solo con il fuoristrada (Wadi Ben Awf, Snake Gorges), altri solo a piedi. Da non mancare la balcony walk, itinerario di quattro chilometri (otto con il ritorno) da fare a piedi su una cengia a picco sul wadi Nakhar (detto anche il gran canyon dell’Oman), il cui fondo serpeggia oltre mille metri di dislivello più in basso; e la visita ai giardini di Misfat al Abriyeen, ricavati con abili opere di irrigazione sul bordo del precipizio.

La deposizione delle uova delle tartarughe

La deposizione delle uova delle tartarughe Dopo aver attraversato l’Oceano Indiano, tutte le notti questi bestioni di un metro abbondante di lunghezza per un quintale di peso, approdano sui 45 chilometri di spiaggia della riserva integrale di Ras al Jinz per deporre le uova.

Sebbene sfinite, scavano dei crateri di circa due metri di diametro per mezzo metro di profondità dove si sistemano per deporre; quindi, scavano un altro buco, profondo circa mezzo metro per venti centimetri di diametro, dove scaricano oltre cento uova; infine passano buona parte della notte a ricoprire tutto affinché i predatori non possano scoprire dove sono sepolte. Dopo un paio di mesi si schiudono e qualche fortunata tartarughina, di appena cinque centimetri, riuscirà ad arrivare al mare e, forse, a sopravvivere. Solo visite guidate e contingentate: informarsi il giorno precedente.

Muscat, la capitale

La capitale è un giardino che si estende per cinquanta chilometri lungo il mare. Ovunque squadre di giardinieri irrigano, potano e sistemano le piante e i fiori delle aiuole spartitraffico La città è un cantiere in continua evoluzione. Si va dalla città vecchia, con il palazzo del Sultano affacciato su una bellissima baia protetta da due forti, al porto principale, enorme rada naturale con le navi da crociera attraccate alle banchine che fanno da contrafforte alla corniche, stupendo lungomare da fare invidia a quello di Cannes; al souq, enorme, variagato e dove si trova di tutto.

E ancora, l’elegante quartiere di Qurum con i caffè sulla spiaggia dove le signore arrivano in Maserati o con le Toyota Landcruiser V8 sfoggiando l’ultimo iPhone o la borsetta griffata; la Royal Opera House e la grande Moschea del Sultano Qaboos, dove lo sfarzo dei marmi di Carrara e dei cristalli acceca la vista. Una città moderna con le radici affondate nella tradizione, con le autostrade gratuite a tre corsie, con i ragazzi che giocano a pallone nei parcheggi o sulla spiaggia, dove la gente ha voglia di divertirsi, è cordiale e non ha alcuna intenzione di spennare il turista.

Il mercato del bestiame di Nizwa

Tutti i venerdì mattina, alle 6, i pastori delle montagne portano le loro bestie al mercato per venderle. Capre per lo più, ma ci sono anche mucche, piccole e smunte, alcune con una strana gobba sul collo, altre con inusuali zoccoli allungati; ci sono pecore di tutte le taglie, agnellini e vitelli appena nati. Al centro della piazza c’è una specie di rotonda coperta, con una lunga panca circolare dove si siedono i compratori.

I venditori girano intorno al centro della piazza tra due ali di folla, tirandosi dietro gli animali da vendere. C’è un po’ di confusione, ma il tutto si svolge civilmente tra i belati degli animali e le voci di chi fa affari. Gli omaniti hanno una delinquenza praticamente nulla, i compratori tirano fuori tranquillamente mazzette di tanti soldi per acquistare, magari con un solo foglio, una pecora o una capra. Alcune donne partecipano al mercato, ma portano maschere che coprono tutto il volto, lasciando in vista solo gli occhi, sempre truccati, vividi e brillanti.

Castelli e forti

Molti sono i castelli sparsi in tutto l’Oman, molti restaurati con esterni ocra o arancione, come NizwaNakhalBalhaAl Hazm. Quello di Jabrin è uno dei più suggestivi, con a nord le montagne e a sud il deserto a perdita d’occhio: una situazione da Deserto dei Tartari, affascinante nella sua desolazione.

Il mercato del pesce di Barka

Esiste anche a Muscat, a Nizwa e in tutti i borghi di mare, ma quello di Barka è particolare per la sobrietà: mezzo ettaro di superficie coperta sulla sabbia in riva al mare, con una pavimentazione approssimativa e i banchi di pietra. Sopra tonni, pesci spada, ricciole, palombi e seppie di tutte le dimensioni; il sangue che cola, le manichette che sparano acqua per pulire. Gentili i venditori ci fanno fotografare anche se sanno che non compreremo nulla.

I dow di Al-Ashkhara e di Sur 

All’improvviso, al tramonto, il porto! Decine di barche in tek, lucide scure, con la prua e la poppa alte, costruite per reggere il mare; bellissime, con l’albero corto, studiato per tirare su una vela con il pennone, alcune reclinate sulla spiaggia in attesa dell’alta marea.

Sono barche da pesca, un centinaio forse, tutte perfette, sembra un quadro del Canaletto dal vivo: le reti ad asciugare sulla spiaggia, gli uomini seduti in circolo a giocare a qualcosa di simile alla dama. I dow – sambuco in italiano – sono costruiti, completamente in legno e senza fissare un chiodo, dai maestri d’ascia omaniti che continuano a farli come centinaia di anni fa.

Le spiagge dell’Oceano Indiano

Non abbiamo avuto l’opportunità di raggiungere i templi dell’immersione e dello snorkeling, ma da quel poco che abbiamo visto abbiamo capito che qui il mare è fantastico: spiagge di grani grossi con infinite conchiglie rosa di tutte le fogge, oppure di grana fine dorata con un bagnasciuga che ci potresti correre a piedi nudi per chilometri; coralli trasportati dal mare, pezzi di madrepora, lumache e granchi giganti, molluschi di tutte le taglie; acqua turchese e trasparente.

Alcuni consigli pratici

Abbiamo acquistato i biglietti aerei un mese prima della partenza e prenotato gli alberghi dove avevamo previsto di dormire; infine, abbiamo preso a noleggio per 8 giorni una semplice utilitaria. Ci siamo però concessi il lusso del fuoristrada con autista ogni volta che ne abbiamo avuto desiderio, sia per affrontare le ripide sterrate della catena montuosa del Hajar, sia per cavalcare le dune dell’affascinante deserto di Wahiba Sands.

In Oman la benzina costa solo 0,5 euro al litro! Per un pasto completo (pesce o agnello) per due adulti e un bambino si spendono fra i 20 e i 30 euro; per dormire la stanza matrimoniale con letto aggiunto o quella a tre letti può costare tra i 50 e gli 80 euro; una jeep con autista per mezza giornata sta intorno ai 100 euro.

Il WiFi si trova in tutti gli alberghi e in tutti i ristoranti, le prese elettriche sono a tre poli di tipo inglese a 220V.

Il Real omanita, vale circa 2,3 euro, ma viene cambiato a 2,5: conviene quindi prelevare nei cash dispenser (No Mastercard, solo Visa), pagare quanto più possibile con carta di credito e valutare se cambiare in Italia.

L’unica accortezza è di non lesinare sul traffico dati per gli smartdevice: è necessario acquistare in loco una scheda SIM con almeno 4 GB (per 8 giorni di viaggio sono sufficienti – noi abbiamo acquistato Renna Mobile a circa 25 euro) e affidarsi a Google Maps che funziona egregiamente in tutto il Paese. Infatti non esistono carte dettagliate dell’Oman (al massimo si trovano 1:600 000) e le indicazioni, seppure presenti in inglese sulle strade principali, non sono sufficienti per addentrarsi nelle città o nelle aree disabitate. In un paio di occasioni, il supporto tecnologico è stato indispensabile!

Il costo totale del viaggio di 8 giorni per due adulti e un bambino, inclusi voli, visti e noleggi, è stato di circa 4.000 euro.

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