Il nostro tour per Ascoli Piceno comincia da Piazza del Popolo, un salotto dal pavimento lastricato e lucido reso ancora più elegante da un portico che ai primi del Cinquecento accoglieva le botteghe artigiane. Ti guardi intorno e avverti il carattere fiero dell’antica Asculum dei Picènti, che dall’alta Sabina migrarono sulla costa adriatica sin dall’età del ferro.
Su un lato spicca il duecentesco Palazzo dei Capitani del Popolo affiancato dall’antico Caffè Meletti in stile liberty che sciorina l’Anisetta, il famoso liquore all’anice, in numerose versioni: assoluto, mischiato al caffè o sottoforma di cioccolatino ripieno. Sull’altro lato, ecco il fianco della chiesa di San Francesco col pregevole portale gotico in travertino.

Seguendo Via Cino del Duca e sbucando su Corso Trento e Trieste si arriva in Piazza Arringo, così chiamata per le adunanze popolari che vi si tenevano sotto un olmo. Con uno sguardo captiamo la cattedrale dedicata la patrono Sant’Emidio, il battistero di San Giovanni e il Palazzo dell’Arengo, sede comunale con le eleganti sale della Pinacoteca Civica. Una bella camminata ci conduce all’antica Cartiera Papale, che ospita una ricostruzione dei macchinari che nel passato servivano per la macinazione del grano e la fabbricazione della carta. Per chi ama escursioni più impegnative, dalle falde del Monte Ascensione si dipanano percorsi naturalistici tra i calanchi che si estendono per chilometri lungo le dorsali collinari.

Castel Trosino
A sei chilometri da Ascoli Piceno vale la pensa puntare la prua del camper verso il borgo innestato su una rupe di travertino a strapiombo sulle verdi acque del torrente Castellano, citato da Dante nel secondo canto del Purgatorio. Ogni pietra di Castel Trosino trasuda leggende di briganti, racconti di cavatori, storie di lavandaie e boscaioli. Addentarsi nel dedalo di viuzze una volta varcata l’unica porta di accesso è come fare un viaggio fuori dal tempo: nel groviglio di vicoli dominato dalla chiesa di San Lorenzo sembra quasi di scorgere la bellissima fanciulla amata da Manfredi, figlio di Federico II: abitava in una dimora di pietra con una graziosa loggetta che gli abitanti chiamano Casa della Regina. Il paese lega la sua storia alla necropoli longobarda, annoverata tra i più grandi cimiteri alto-medievali d’Italia, e ai preziosi corredi funebri in essa rinvenuti, in parte custoditi ad Ascoli nel Museo dell’Alto Medioevo all’interno del Forte Malatesta.

Torre di Palme
Torre di Palme è davvero una sorpresa che non ti aspetti. Distesa su una dorsale collinare a dominio della costa adriatica, affascina chiunque lo visiti per la cinta muraria con la torre merlata, le case in laterizio, le piazzette con vista sul Monte Conero e sulle campagne ordinate; e ancora, le chiese romaniche – come quella di Santa Maria a Mare pregevolmente affrescata – e un museo archeologico aperto nel finesettimana che raccoglie ornamenti piceni. Conviene salire in cima alla curiosa torre alta venticinque metri, unica in Italia per la sua forma a sette lati: nelle giornate più nitide l’occhio si perde nella campagna rigogliosa di boschi della Valle dell’Aso.

Moresco accoglie con i suoi filari di case a schiera che convergono in Piazza Castello, su cui si affaccia il palazzo comunale; da vedere, al suo interno, l’affresco di Vincenzo Pagani, artista che ha lasciato diverse impronte in paese: sono a lui attribuiti il dipinto sotto il portico della stessa piazza (in corrispondenza della navata sinistra dell’ex chiesa di Santa Maria in Castro) e la Crocifissione nella chiesa di Santa Maria dell’Olmo, fuori dall’abitato.

Fermo: la più antica colonia romana del Piceno
Una quindicina di chilometri in direzione nord da Ascoli Piceno ed ecco Fermo, capoluogo della nuova provincia istituita nel 2004. Dollaro, Freesby e Wendy scodinzolano a loro agio mentre scendono con i loro umani dalla cattedrale di Santa Maria Assunta, pregiato edificio con la facciata in pietra d’Istria che vigila sul borgo rannicchiato sotto la spianata del Girfalco, dov’era l’acropoli in età romana. Una sequenza di palazzi nobiliari, chiese, torri, giardini e fontane prepara alla vista di quel gioiello rinascimentale che è Piazza del Popolo: logge, portici e archi creano una scenografia di grande impatto, arricchita dal Palazzo dei Priori con la doppia scalinata esterna e dalla statua di Sisto V.

La più antica colonia romana del Piceno mostra garbatamente i segni di un passato che ha visto l’avvicendarsi di varie signorie. La Natività di Rubens custodita nella pinacoteca civica, la biblioteca ingentilita dalla magnifica sala del Mappamondo con l’enorme globo realizzato da un abate, Corso Cefalonia su cui si affacciano sontuose dimore signorili e le chiese di San Francesco e San Domenico, il Teatro dell’Aquila con i suoi centoventiquattro palchetti: la città regala un campionario di tesori invidiabile. Ma non finisce qui. Da duemila anni, sotto la piazza si svela una città sotterranea di grande fascino: da Via degli Aceti si scende alle cisterne romane di età augustea perfettamente conservate, un’opera d’ingegneria idraulica di eccezionale valore con trenta locali comunicanti per raccogliere e distribuire l’acqua piovana.
Testo e foto di

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