Tunisia in camper: viaggio di 15 giorni con il richiamo del deserto

Appuntamento della rubrica dei nostri diari di viaggio. Viaggio in inverno in Tunisia per un itinerario di coppia tra una carovana di camper, con foto, dettagli sulle soste camper e informazioni pratiche
strada Tunisia

Indice dell'itinerario

Il fascino esotico della Tunisia unito a una modalità di viaggio mai sperimentata prima da Michela e Fabio: una combinazione vincente per scoprire il paese nordafricano condividendo l’esperienza insieme a una carovana di camper.

Road Map della Tunisia in camper

  • 1° e 2° GIORNO: Partenza da Genova e arrivo a Tunisi in serata del secondo giorno e pernottamento in parcheggio libero custodito adiacente al porto. 
  • 3° GIORNO: Visita di Sidi Bou Said e trasferimento a Nabeul, cittadina turistica sulle rive del Mediterraneo. Pernottamento in campeggio.
  • 4° GIORNO: Trasferimento a Kairouan e visita guidata della quarta città santa del mondo islamico, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Pernottamento in area sosta custodita con servizi.
  • 5° GIORNO: Lungo un itinerario che attraversa le zone rurali al sud della Tunisia, raggiungiamo Matameur. Pernottamento all’interno di un granaio fortificato dichiarato monumento storico nazionale.
  • 6° GIORNO: Visita dell’isola di Djerba, la cui architettura è influenzata dai popoli che l’hanno abitata: Berberi, Arabi ed Ebrei. Rientro a Metameur in serata e pernottamento nel granaio fortificato.
  • 7° GIORNO: Giornata dedicata alla visita guidata degli antichi villaggi berberi di Chenini, Douiret e Ksar Ouled Soltane. Pernottamento all’interno del granaio di Matameur.
  • 8° GIORNO: Tappa al villaggio berbero di Toujane; di seguito Matmata con le abitazioni troglodite scavate nel sottosuolo. Trasferimento all’oasi di Ksar Ghilane nel pomeriggio. Pernottamento in campeggio.
  • 9° GIORNO: Mattina dedicata alle escursioni sulle dune. Nel pomeriggio trasferimento a Douz, la porta del deserto, con le sue caratteristiche botteghe di artigianato. Pernottamento in campeggio.
  • 10° GIORNO: Prima tappa il lago salato Chott el Jerid. Di seguito Tozeur con visita guidata alla sua medina. Pernottamento in campeggio.
  • 11° GIORNO: Tour guidato delle oasi di montagna di Chebika, Tamerza e Mides. Rientro nel pomeriggio alla città di Tozeur. Pernottamento in campeggio.
  • 12° GIORNO: Visita alle scenografie originali del film Guerre Stellari a Lariguette, successiva visita guidata della città di Nefta con la caratteristica medina. Pernottamento in campeggio a Tozeur.
  • 13° GIORNO: Trasferimento a El Jem con visita l’imponente anfiteatro romano e al relativo museo. Pernottamento in piazzale custodito nei pressi dell’anfiteatro.
  • 14° E 15° GIORNO: Trasferimento a Tunisi e visita al souk e imbarco sul traghetto di ritorno a La Goulette.

Viaggio della Tunisia in camper

La sera prima di imbarcarci a Genova confessiamo che un po’ di apprensione c’è: siamo abituati a viaggiare da soli, al nostro ritmo, senza itinerari prefissati; l’idea di condividere questa esperienza con altri equipaggi da un lato ci spaventa, dall’altro ci elettrizza. 

Arriviamo a Tunisi nelle prime ore del giorno di Natale: la Tunisia ci accoglie con le luci del porto, mentre in lontananza il chiarore della grande metropoli illumina una notte tiepida. La dogana, con i suoi controlli caotici, è solo un piccolo contrattempo che si frappone al nostro desiderio di sentirci già attivi e protagonisti. Sbrigate le formalità, festeggiamo insieme agli altri equipaggi con panettone e spumante prima di trascorrere la nostra prima giornata in terra tunisina.

Giochi cromatici e tè alla menta

L’indomani una mattinata tersa e ventosa accompagna la nostra piccola carovana a Sidi Bou Said, piccolo centro che sembra vivere una propria identità rispetto al resto del paese. Le abitazioni e i palazzi intonacati di bianco hanno portali, infissi e decorazioni di colore azzurro che regalano giochi cromatici accentuati dalla calda luce del sole. Ci raccogliamo nella piccola piazza per sorseggiare il nostro primo tè alla menta con pinoli, bevanda tradizionale simbolo di ospitalità e condivisione: nulla di meglio per identificare lo spirito del nostro gruppo.

Hammamet

Dopo il pranzo iniziamo la marcia lungo l’autostrada che porta ad Hammamet. Qui raggiungiamo il campeggio e ci organizziamo dividendoci i compiti per la prima delle tante cene in gruppo; cominciamo ad apprezzare la novità del viaggiare con altri equipaggi.

Il capogruppo di Rotta 360, l’agenzia alla quale ci siamo affidati per compiere questo itinerario, ci accompagna lungo percorsi che attraversano enormi piantagioni di ulivi prima di raggiungere Kairouan, quarta città santa dell’Islam dove incontriamo la guida che ci conduce alla visita della Grande Moschea. La sua costruzione fu iniziata nell’anno 670 ma venne stata più volte ristrutturata e ampliata; il suo cortile è circondato da possenti mura con portici sostenuti da colonne e capitelli in granito e porfido provenienti da antichi monumenti che donano al luogo l’aspetto di una fortezza.

L’antico souk ci riporta indietro nel tempo con i suoi monumenti di grande valore storico, le viuzze sulle quali si aprono negozi e piccole botteghe di artigiani e il mercato molto vivace: a Kairouan si raccoglie la miglior produzione di tappeti del paese ed è proprio qui che iniziano i nostri acquisti. Terminiamo la visita in serata alla Moschea del Barbiere che ospita la tomba di Abou Dhama el-Balaoui, compagno di Maometto che portava sempre con sé tre peli della barba del profeta. Concludiamo la serata gustando dolci tipici tunisini.

Matameur e Djerba

Il giorno seguente, mentre attraversiamo enormi distese di uliveti, il capogruppo ci propone di fare visita a uno dei frantoi lungo la strada: impossibile andarsene senza fare scorta dell’olio appena spremuto sotto i nostri occhi.

Tra mille scatti fotografici raggiungiamo verso sera Matameur, dove veniamo ospitati in un antico e suggestivo ksar, un granaio fortificato dove trascorreremo le notti successive; la proprietaria ci accoglie con un tè aromatizzato rosmarino.

La visita di Djerba ci trasporta ancora di più nel clima vacanziero: mentre nella zona centrale dell’isola la popolazione è rimasta legata all’agricoltura, la parte costiera dove sorge la principale località di Houmt Souk ha sviluppato strutture e servizi per turisti. Passeggiando lungo viuzze colorate da migliaia di oggetti mentre i venditori richiamano la nostra attenzione, catturiamo immagini di una realtà diversa ma attraente, addolcita dall’aria mite del Mediterraneo. Rientrati a Matameur ceniamo in una piccola stanza dello ksar festeggiando il compleanno della nostra compagna Luisa.

Una tavolozza di tonalità ocra

Svegliati al mattino dalla preghiera del muezzin, la colonna di camper parte alla volta di aree desertiche e di antichi villaggi berberi. Avvicinandoci ai brulli rilievi parcheggiamo ai piedi dell’antico abitato di Chenini. Le sue abitazioni ricavate all’interno della roccia e completate da parti esterne in pietra si confondono con il fianco della montagna, quasi a diventare un corpo unico, mentre sulla sommità svetta la piccola moschea di un bianco intenso.

Seguiamo la guida locale che, salendo lungo i viottoli antichi, racconta la storia e lo stile di vita degli abitanti: comprendiamo perché molte famiglie hanno abbandonato questo abitato, rimasto privo di comodità, per trovare rifugio nei nuovi villaggi. Dall’alto la vista è spettacolare con le tonalità di ocra che si spandono all’orizzonte, punteggiate di piccole chiazze verdi che segnano la poca vegetazione o minuscoli appezzamenti coltivati.

Da Douiret a Tataouine

Seguendo il serpente di asfalto raggiungiamo l’abitato di Douiret che, come il precedente, sembra voler rimanere aggrappato alla collina con tutte le sue forze per non cedere allo scorrere del tempo. Anche qui molte rovine testimoniamo la grandezza originale del sito. L’insieme è di grande impatto e ci impressiona la capacità degli abitanti di convivere in simbiosi con la natura. 

La tappa su Tataouine ci conduce al ksar di Ouled Soltane, un antico granaio fortificato e ben conservato: sul cortile interno si aprono centinaia di minuscole porte e scale ripide e sinuose costruite in pietra, legno e argilla che ci rievocano le suggestioni nate dalla matita di Gaudì.

Nel terzo giorno della nostra permanenza saliamo lungo dolci pendii sino al villaggio di Teujane. Una “pausa tè” – rigorosamente alla menta – nel piccolo bar scavato nella roccia ci permette di scoprire un villaggio rimasto ancora originale; piccoli abitanti scalzi si avvicinano desiderosi di ricevere il loro dono.

Da qui Matmata e le sue abitazioni troglodite distano pochi chilometri. Dalle ampie voragini scavate nel suolo come enormi pozzi si aprono stanze adibite a cucina, camere e granai: la necessità degli antichi abitanti, oltre a quella di creare un ricovero, era quella di proteggere i beni alla vista di possibili incursioni evitando costruzioni che si innalzassero dal suolo.

Alle porte del Grande Erg Orientale

Procedendo verso ovest il paesaggio diventa più piatto e s’incontrano enormi distese di dune lungo la rotta per Ksar Ghilane. Suggestivi i giochi di sabbia lungo la strada inframmezzata da piccoli uadi. Arriviamo alla minuscola oasi che sembra voler contendere lo spazio con le rosse dune che si fermano ai suoi piedi. Passeggiando la sera ci godiamo un meraviglioso cielo stellato: qui non ci sono luci che disturbano.

Al mattino noleggiamo dei quad per avventurarci sino alla collina con i resti dell’antico avamposto romano, in seguito divenuto fortino della Legione Straniera. 

Trascorriamo il resto del tempo al piccolo lago di acqua termale sorgiva all’interno all’oasi. Peccato che la temperatura esterna non sia alta, altrimenti non sarebbe uno solo del nostro gruppo a provare queste calde acque! Dopo pranzo ci rimettiamo in marcia per raggiungere Douz, meglio conosciuta come la porta del deserto per le sue origini come centro di commercio per le tante carovane che attraversavano il deserto del Sahara. Lasciamo i veicoli al campeggio e raggiungiamo la piazza centrale con le antiche botteghe ora convertite in negozi di souvenir: tappeti, abiti tradizionali, oggetti d’arte di ogni specie e le immancabili rose del deserto si accumulano negli spazi angusti. 

Ma è ora di tornare al campeggio per prepararsi al cenone di Capodanno in un campo berbero tra le dune. Sotto la tenda consumiamo le portate di pietanze locali con la tradizionale musica berbera. È in questa atmosfera che festeggiamo anche il compleanno di Paolo; ma dove avranno trovato le candeline? Attorno al fuoco in una notte stellata, attendiamo lo scoccare della mezzanotte, mentre un’enorme torta con guarnizioni che riproducono le bandiere dell’Italia e della Tunisia viene tagliata e offerta a tutti gli ospiti.

Comincia il nuovo anno

È il primo giorno del 2020. Dopo una passeggiata nel centro di Douz guidiamo con calma verso la prima tappa del nuovo anno fino allo Chott el-Djerid, l’enorme depressione salata che si estende tra le oasi di Kebili e Tozeur. Dalla strada che taglia questo deserto di sale possiamo ammirare gli effetti della Fata Morgana, i classici miraggi dovuti alla rifrazione dei raggi solari attraverso strati d’aria di diverse temperature.

Ecco che tutto attorno a noi sembra far parte a un enorme lago e le montagne in lontananza appaiono sospese in aria. L’effetto è ancora più accentuato scendendo all’interno della depressione e rimaniamo rapiti dallo spettacolo creato da questo posto mentre camminiamo su un terreno bianco e abbagliante a causa alle incrostazioni di sale. Una bellissima tavolata viene allestita per mangiare all’aperto in una splendida giornata di sole e, finito il pranzo, perché non smaltirlo con una partita di pallone?

L’oasi di Tozeur

Usciti dallo Chott el-Djerid, i primi palmeti preannunciano l’oasi di Tozeur. Visitiamo la città antica dove le vecchie costruzioni rispecchiano l’architettura tipica di questa zona: i muri, realizzati con mattoni di argilla cotta, presentano decorazioni ottenute posizionando gli stessi con diverse angolature e piani formando greche, fregi e motivi geometrici. Anche qui una guida locale ci accompagna nella medina, mostrando le particolarità costruttive e spiegando i principi della vita degli abitanti basata sulla coltivazione delle palme da dattero. Tozeur è il più grande centro di produzione del pregiato frutto, e non possiamo fare a meno di acquistarne in grande quantità.

Il nuovo giorno ci riporta lungo ampie distese desertiche e nello Chott el-Gharsa, prima di iniziare la salita alle oasi di montagna. Prima sosta a Chebika con la bellissima sorgente e il palmeto che si sviluppano in una profonda gola. La guida del luogo ci conduce al punto panoramico sopra il vecchio abitato per scendere alla sorgente da cui scattiamo foto magnifiche: ci sono colori vivaci, contrasti tra il verde delle palme, il colore giada dell’acqua, gli ocra delle rocce e l’azzurro del cielo.

Mides è la più piccola delle tre oasi. L’antico abitato è stato purtroppo completamente abbandonato e pochi resti delle abitazioni sopravvivono sul bordo del profondo canyon che attira numerosi turisti. Anche qui rimaniamo affascinati dal territorio tutt’altro che monotono dove rilievi, gole e profonde spaccature sembrano fare a gara con la vegetazione per conquistare il loro spazio. Scendendo verso Tamerza ci rechiamo alla piccola cascata. Un’altra tranquilla notte nel campeggio, posto all’interno di un immenso palmeto, ci rigenera e prepara alla tappa successiva. 

Dai Jedi a El Jem

Proseguendo in direzione sud puntiamo verso la città di Nefta, situata a pochi chilometri di distanza dalla frontiera algerina. Deviamo a nord per raggiungere Lariguette, dove i soli edifici sono le vecchie scenografie utilizzate per le riprese dei film di Guerre stellari. Il luogo è famoso per le strutture che riproducono un villaggio immaginario di Tatooine con abitazioni a forma di cupola, il cui fascino è accresciuto dalle bianche dune che circondano il sito. 

Riprendiamo la marcia alla scoperta della città di Nefta dove ammiriamo il bellissimo panorama della Corbeille, l’antica oasi che ha dato vita alla città, e visitiamo il nuovo palmeto prima du addentraci nel nucleo antico. Passeggiamo tra stretti vicoli e portici all’ombra di abitazioni decorate con mattoni e portali artistici, concludendo la giornata con l’immancabile tè. 

L’indomani si punta decisamente a nord: ci troviamo ormai sulla rotta per il rientro. Lungo il cammino attraversiamo le città di Metlaoui e Gafsa e sotto i nostri occhi il territorio si trasforma a poco a poco: il deserto lascia spazio a terreni coltivati e immensi uliveti dove intere famiglie sono impegnate nella raccolta delle olive.

El Jem

Ad El Jem visitiamo l’antico anfiteatro di epoca romana, secondo per grandezza solo al Colosseo e all’anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, che un tempo poteva ospitare oltre trentamila spettatori seduti. Demolito per ricavare materiale da costruzioni per la città e per la moschea di Kairouan e solo in parte ristrutturato, permette comunque attraverso i suoi resti di immaginare quale fosse in origine la maestosità di questo edificio. La visita al vicino museo è davvero una sorpresa: enormi mosaici sono conservati all’interno di ampie sale e all’esterno è possibile ammirare le vestigia delle antiche sfarzose ville di Thysdrus, il nome antico di El Jem. Anche qui mosaici adornano i pavimenti delle camere e degli spazi comuni. Dormiamo in un parcheggio custodito proprio ai piedi dell’anfiteatro.

Di ritorno a Tunisi

L’ultimo giorno di viaggio si traduce in una marcia spedita sull’autostrada per Tunisi dove prima delll’imbarci ci aspetta un fuori programma: il nostro coordinatore ci conduce verso il centro della metropoli fino a un ampio parcheggio custodito. Passeggiando ci dirigiamo lungo Avenue Bourguiba pulsante di attività, negozi, locali pieni di vita. Percorrendo questa grande e lunga arteria, che sembra dividere in due la città vecchia, raggiungiamo Place de l’Indépendance con la bellissima cattedrale di San Vincenzo de’ Paoli, poi lungo Avenue de France per immergerci nella medina.

Anche qui ci aspetta un immenso souk con botteghe che propongono artigianato, abiti, dolci e tappeti, dove i locali arrivano per approvvigionarsi di tutti i prodotti necessari. Dietro la moschea al-Zayt¯una (dell’Olivo) saliamo su una delle tante terrazze per godere del panorama sulla città vecchia, poi attraverso stretti vicoli raggiungiamo il mercato delle carni e dei pesci. Salutiamo la città con un pranzo tutti assieme lungo Avenue Habib Bourguiba prima di riprendere i nostri veicoli e dirigerci all’imbarco. 

Giunti al termine del viaggio, possiamo fare il punto di questa avventura per noi nuova. Sarà merito del capogruppo che ci guidava senza correre e assecondando le nostre richieste, portandoci al punto di sosta notturna sempre prima del tramonto; sarà merito dei compagni di viaggio con i quali abbiamo già in programma di rivederci; o ancora, sarà merito del fascino posti visitati. Una cosa è certa: è stato un viaggio fantastico e un’esperienza da ripetere.

Michela Bortolotto e Fabio Monti

Dove sostare in camper in Tunisia

  • Nabeul Camping Les Jasmins, Rue Abou Kacem Chebbi, tel. 00216/98/366041, hotel.jasmins@gnet.tn.
  • Douz Camping Desert Club, tel. 00216/75/470575, campingdouz.skyrock.com, desertclubdouz@yahoo.fr.
  • Ksar Ghilane Campement Paradise, tel. 00216/98/373222, campement.leparadis.ghilane@gmail.com, www.facebook.com/moncefchetoui2017, GPS 32°59’05.3″N 9°38’14.6″E.
  • El Jem Parcheggio municipale nei pressi dell’anfiteatro custodito e con servizi; non è possibile prenotare e si prende posto in base alla disponibilità del momento; GPS 35°17’52.4″N 10°42’19.2″E.
  • Tozeur Ksar el-Jerid, Route de Nefta, tel. 00216/76/454333; GPS 33°55’02.9”N 8°05’58.9”E.

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