I cambiamenti della normativa sul rifornimento delle bombole di gpl incorsi dal 2018 stanno movimentando in positivo il settore del gas per i veicoli ricreazionali. In passato le soluzioni per i camper erano solo due, le bombole di tipo domestico da posizionare in un apposito vano o il bombolone ad installazione fissa sotto al pianale. La scelta adesso è invece più varia ed articolata.
Una lenta evoluzione
Negli anni però è cambiata la tecnologia delle bombole amovibili, con modelli in alluminio e poi in materiali compositi, ma è cambiata anche la normativa fiscale.
Così il rifornimento del bombolone alle pompe stradali ora non è più un problema. Quello che è rimasto sempre vietato, per evidenti motivi di sicurezza, è il riempimento effettuato al distributore stradale delle comuni bombole domestiche.
Queste ultime infatti non dispongono di alcuni requisiti tecnici tra cui quelli atti ad impedirne il riempimento oltre una certa percentuale. Almeno fino a pochi anni fa.
Il nuovo che avanza
Da qualche tempo chi frequenta le fiere d’oltralpe come il Caravan Salon di Düsseldorf, si è accorto che diverse aziende propongono una interessante soluzione alternativa. Si tratta di bombole amovibili in acciaio e ora anche in composito. Esteriormente sono analoghe a quelle per uso domestico ma dispongono di tutti i meccanismi e le accortezze tecniche tipiche dei bomboloni. E come questi ultimi possono essere fornite di un bocchettone di tipo automotive, e quindi riempite al distributore stradale.
Pro e contro di queste bombole gpl
La soluzione della bombola che potremmo definire impropriamente ricaricabile ci sembra interessante per diversi motivi.
Permette di bypassare, soprattutto all’estero, la pratica del cambio bombola pieno-per-vuoto che sicuramente è meno funzionale che servirsi di un distributore stradale di gpl. Inoltre si può fare rifornimento quando si vuole senza aspettare di aver completamente esaurito il gas. I contro sono essenzialmente due, uno tecnico e uno burocratico. Il primo riguarda il tipo di gpl che si può acquistare nei distributori stradali, una miscela di butano e propano che non va molto bene per il campeggio invernale. Il secondo motivo di perplessità riguarda la nostra onnipresente burocrazia.
E ti pareva…
Nonostante le bombole che abbiamo definito ricaricabili siano in tutto e per tutto simili come forma, peso e dimensioni, alla loro controparte domestica presente sui camper, per essere adoperate con i dispositivi di riempimento di tipo stradale devono subire la stessa sorte dei bomboloni. In pratica serve una installazione fissa e costose procedure di omologazione e collaudo con documenti redatti da un installatore, un ingegnere certificatore e infine la trascrizione sulla carta di circolazione.
Dal punto di vista tecnico si tratta a nostro giudizio di un completo nonsense. Queste bombole sono ovviamente tutte già omologate e certificate di per sé ma all’italico burocrate non è sfuggita la possibilità di far spendere (buttare?) al contribuente una discreta sommetta.
Maiora viribus audere
Questo è il motto del 3° Reggimento Bersaglieri che potremmo tradurre con Osare imprese superiori alle proprie forze e caratterizza per fortuna l’operato di molti nostri lettori tra cui l’ostinato Piergiuseppe Chiaradìa al quale vanno i nostri complimenti e che ci ha dato l’idea per questo articolo oltre a fornire molte delle foto.
Lo spunto era arrivato leggendo su Pleinair la notizia che Ges International aveva cominciato a distribuire in Italia le bombole ricaricabili della Prakto. Si tratta di un prodotto comune in Europa, provvisto di galleggiante interno per limitare il riempimento all’80% come da normativa e valvole speciali. Le bombole di questo tipo, se provviste di apposito attacco automotive e se trascritte sul libretto si possono rifornire al distributore stradale.
Si può fare!
Per alcuni problemi di omologazione, sui quali però i tecnici della Ges International stanno già intervenendo, il signor Chiaradìa ha infine optato per una altro prodotto d’oltralpe, cioè la bombola della Campko e si è servito del supporto dell’Officina S.A.M. di Niccolò e Mattia Santin di Agliè (TO).
Questi ultimi hanno eseguito l’installazione di due bombole in acciaio (ci sono anche in composito) e relativi regolatori e tubi ad alta pressione Truma. Della casa bavarese noi consigliamo di installare anche i filtri per il gas. Il gpl venduto al distributore è infatti spesso contaminato da sostanze oleose incompatibili con il funzionamento dei regolatori di pressione per camper.
Burocrazia
L’officina ha infine interessato un’agenzia specializzata. Questa disponeva di un ingegnere che ha firmato la relazione tecnica e presentato tutto alla Motorizzazione per aggiornare il Libretto di Circolazione. Le peripezie affrontate dal signor Chiaradìa per trovare il giusto prodotto, la giusta officina e il giusto ufficio della Motorizzazione non sono state però semplici come le abbiamo descritte e potrebbero richiedere tempo e applicazione. Per poter adoperare questo tipo di bombole rifornendole al distributore stradale è obbligatoria la trascrizione sul libretto.
Ne vale la pena?
Secondo noi sì! Con circa 1.300 euro di spesa complessiva, molta pazienza e determinazione ci si può dotare di un impianto a bombole ricaricabili alloggiate nel vano dedicato presente in ogni camper. Soprattutto per il camperista itinerante ci sembra una scelta da tenere in seria considerazione. In primis per gli aspetti di intrinseca praticità ma anche per l’evidente economicità sul lungo periodo se si considera il prezzo medio di acquisto della bombola di gpl di tipo domestico comparato con il prezzo del gpl al distributore stradale.
