Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Quando mangiamo lo zucchero o i carboidrati ad alto indice glicemico il cervello va incontro a delle modificazioni uguali a quelle che si verificano dopo l’assunzione di droghe come la morfina o la cocainaCerchiamo di saperne di più dalla dottoressa Debora Rasio, dirigente medico presso l’Ospedale Sant’Andrea di Roma che cura per noi la rubrica dedicata all’alimentazione secondo natura.

 

I nutrizionisti di tutto il mondo concordano: è un veleno, un tossico, una droga. E’ causa della pandemia di obesità che dilaga nel mondo industrializzato, di malattie cardiovascolari, diabete, tumori. E’ lo zucchero. Non solo quello che aggiungiamo nel caffè o assumiamo con dolci e biscotti, ma anche quello nascosto negli yogurt, nelle bibite gassate, in quelle analcoliche, nei tè freddi – così dissetanti in estate. Non solo. E’ quello che il nostro corpo rapidamente ricava dalla pasta, dal pane, dai cracker, dalla pizza, dalle farine insomma, altamente raffinate. Praticamente, l’ottanta percento di quello che mangiamo quotidianamente.

L’industria alimentare ha speso bilioni di dollari nel tentativo, piuttosto riuscito, di coprire il reale rapporto fra assunzione di zucchero e malattie. Ha nascosto dati, comprato scienziati, supportato candidati politici in posizioni influenti e infine convinto i consumatori che lo zucchero, se assunto in quantità moderate, è accettabile. Non lo è. Non più. Non ora che obesità, diabete, steatosi epatica, malattie cardiovascolari sono diventati pandemici. Non ora che i nostri figli sono candidati ad essere la prima generazione negli ultimi 170 anni, a morire prima dei loro genitori.

Lo zucchero è pervasivo, potente, distruttivo. E l’industria fa’ di tutto per non farcene accorgere. Perché dove lo aggiunge, lei vende di più. Facilmente, perché crea dipendenza. Il desiderio irrefrenabile di volerne ancora. Quando mangiamo lo zucchero o i carboidrati ad alto indice glicemico come la pizza, il riso, le patate e la pasta, il cervello va incontro a delle modificazioni uguali a quelle che si verificano dopo l’assunzione di droghe come la morfina o la cocaina.

Come lo zucchero crea dipendenza

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Lo zucchero e i cibi ad alto indice glicemico attivano la produzione di dopamina in una regione del cervello chiamata nucleo accumbens, coinvolta nel piacere. Ecco perché ne vogliamo ancora. Il problema è che quando stimoliamo in maniera protratta il centro del piacere il segnale nel tempo si attenua, divenendo più debole. Per cui dobbiamo consumarne di più per ottenere lo stesso piacere, un meccanismo chiamato “tolleranza”. E se smettiamo di assumerlo, andiamo in astinenza. Tolleranza ed astinenza sono i meccanismi fisiologici della dipendenza. E lo zucchero crea dipendenza.

Negli animali da esperimento assuefatti allo zucchero, l’eliminazione di questo dalla dieta crea i classici sintomi di astinenza, inclusa l’ansia e il tremore. Anche noi uomini sviluppiamo dipendenza. Più zucchero mangiamo, più ne vogliamo. Ecco perché di fronte ad una vaschetta di gelato qualcuno di noi non riesce a fermarsi. E dobbiamo consumarne dosi più alte, per produrre gli stessi effetti euforizzanti.

Lo zucchero stimola anche la produzione di serotonina, l’ormone della calma e del buon umore. Ecco perché nei periodi di stress, prima del ciclo o in menopausa tendiamo a mangiare più dolci.

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Lo zucchero in alte concentrazioni altera le concentrazioni dei recettori degli oppioidi (che hanno un ruolo nella percezione del piacere e dell’euforia) presenti nella zona del cervello coinvolta nell’assunzione di cibo, rendendoli insensibili ai meccanismi di controllo che ci dicono quando smettere di mangiare.

Infine, lo zucchero in alte concentrazioni riduce la produzione di una sostanza chiamata brain-derived neurotrophic factor (BDNF), una neurotrofina che favorisce la sopravvivenza, la crescita e la differenziazione dei neuroni ed è essenziale per l’apprendimento, la memoria a lungo termine, e il pensiero. Senza BDNF il nostro cervello non riesce a formare nuove memorie, non riesce ad imparare e a ricordare. Il BDNF è particolarmente basso nei diabetici e nei pre-diabetici e la sua carenza, peggiora il controllo glicemico in un pericoloso circolo vizioso.

 

Tutti i danni dello zucchero

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Ma i danni dello zucchero non finiscono qui.

Lo zucchero e il fruttosio vengono trasformati in grassi che si depositano nel fegato e nei muscoli, inducendo il pancreas a produrre più insulina e dunque predisponendo a obesità, diabete, ipertensione, malattie degenerative e tumori.

Lo zucchero aumenta il rischio di malattie cardiovascolari poiché fa aumentare il colesterolo cattivo, quello LDL di piccole dimensioni, che penetra nella parete delle arterie creando placca ateromasica. Lo zucchero inoltre aumenta l’aggregazione piastrinica, un altro importante fattore di rischio cardiovascolare.

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Lo zucchero causa invecchiamento della pelle, proprio come le sigarette e le radiazioni UV. Quando l’elastina e il collagene della pelle viene danneggiato dal sole o da altri radicali liberi, le cellule attivano dei programmi di riparo. Lo zucchero forma dei cross-links con gli amminoacidi presenti nella matrice intorno alle cellule, interferendo con il riparo cellulare e portando nel tempo alla formazione prematura di rughe.

Lo zucchero è la causa delle carie, un tempo rare nei bambini quando non esistevano ancora gli spazzolini da denti, e oggi nelle bocche di tutti. Abbassa le difese del sistema immunitario rendendoci più suscettibili alle malattie. Causa un incremento dell’adrenalina, iperattività, ansia, e difficoltà a concentrarsi, specie nei bambini. Può causare alterazioni ormonali e peggiorare la sindrome premestruale e i disturbi del ciclo.  Aumenta lo stress ossidativo e la formazione di radicali liberi. Nutre le cellule cancerogene.    

Noi adulti abbiamo circa 5 grammi di zucchero che circola nel sangue. Dentro una lattina di una bibita gassata ce ne sono approssimativamente 35 grammi. Sette volte il quantitativo totale circolante. Cosa fa il fegato quando vede arrivare questa enormità di carburante? Lo trasforma in grassi. Dei più deleteri. E inizia il ciclo di reazioni avverse prima citate, in una catena straordinariamente lunga di reazioni avverse.

Diciamo no allo zucchero. E’ difficile all’inizio, ma un primo passo, fondamentale, verso la salute.

Dottoressa Debora Rasio
Nutrizionista presso l’ospedale Sant’Andrea
Università di Roma La Sapienza

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute. La Dott.ssa Rasio vanta inoltre collaborazioni con le trasmissioni televisive Uno mattina (RaiUno) e Cose dell’altro Geo (RaiTre).