Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Troppe proteine aumentano il rischio d'infarto

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Una nuova ricerca pubblicata su Nature Metabolism ha dimostrato che una dieta iperproteica ​​aumenta la formazione di placca ateromasica nelle arterie e rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare.

Negli ultimi anni le diete ad alto contenuto di proteine sono salite alla ribalta come strumento per perdere rapidamente peso o per costruire massa muscolare, due settori in cui hanno dimostrato notevole efficacia. In effetti, diversi studi randomizzati condotti in individui in sovrappeso o obesi hanno confermato che le diete iperproteiche ad alto apporto di grassi e basso contenuto di carboidrati possono indurre una perdita di peso sproporzionata rispetto alla riduzione dell’apporto calorico, senza provocare effetti negativi sugli indicatori tipici di rischio cardiovascolare come i livelli sierici di colesterolo e trigliceridi che, anzi, in verità, spesso migliorano. Quanto ai risultati sulla massa muscolare, beh, l’aumento volumetrico dei muscoli di un atleta impegnato nel body building è visibile a tutti, senza necessità di studi o misurazioni particolari.

Le diete iperproteiche, tuttavia, sembrano avere un lato oscuro: la capacità di aumentare il rischio di infarto. In effetti, è logico pensare che un’aumentata disponibilità di amminoacidi circolanti nel sangue possa far crescere non solo le cellule dei muscoli scheletrici, ma anche quelle presenti nel sangue, con conseguenze non prevedibili, potenzialmente anche indesiderate.

Uno studio recente, condotto da Babak Razani e il suo team, ha voluto verificare          – utilizzando modelli animali – se esiste davvero un nesso causale tra un’elevata percentuale di proteine ​​nella dieta e una cattiva salute delle arterie. Il responso è stato tutt’altro che rassicurante.

I ricercatori hanno indotto placca ateromasica nei topini somministrando loro una dieta ricca in grassi, il metodo standard per danneggiare le arterie di questi animali che, altrimenti, sarebbero naturalmente immuni alle malattie cardiovascolari. A questo scopo, i topini sono stati divisi in due gruppi: un gruppo ha ricevuto una dieta ricca in grassi e con normale apporto di proteine (rappresentanti il 15% delle calorie totali), l’altro gruppo ha ricevuto una dieta isocalorica che forniva gli stessi grassi ma più proteine (46% delle calorie totali).

I topi alimentati con una dieta ricca di grassi e di proteine ​​hanno sviluppato un’aterosclerosi peggiore – mostrando circa il 30% in più di placca nelle arterie e del tipo più pericoloso – rispetto ai topi che hanno ricevuto una dieta ricca di grassi ma con un normale apporto proteico. Questo nonostante il fatto che i topini che hanno consumato più proteine, a differenza degli altri, non siano aumentati di peso.

Lo studio è andato a fondo nel comprendere il meccanismo con cui la dieta iperproteica abbia portato allo sviluppo di placca ateromasica. La placca contiene un mix di grassi, colesterolo, depositi di calcio e macrofagi – un tipo di cellule immunitarie che lavora per ripulire le arterie dalla placca. Nei topi a dieta iperproteica, le placche erano un vero e proprio “cimitero” di macrofagi”, ovvero contenevano abbondanti cellule morte, una condizione caratteristica che rende la placca estremamente instabile e soggetta a rottura. Quando, infatti, il sangue scorre attraverso una placca instabile, la forza del getto – specialmente nel contesto di un’ipertensione – mette un grande stress su di essa aumentando il rischio che si rompa, causando un infarto.

Razani e il suo team hanno scoperto che gli aminoacidi in eccesso derivanti da una dieta ricca di proteine ​​attivano un enzima nei macrofagi chiamato mTOR, che segnala alle cellule di crescere piuttosto che svolgere i loro compiti di pulizia della placca. L’attivazione esagerata di mTOR nei macrofagi della placca fa scattare una catena di eventi che provoca disfunzione mitocondriale e morte dei macrofagi che non possono, così, più ripulire i rifiuti tossici. La morte dei macrofagi richiama altri macrofagi che, in presenza di un surplus di amminoacidi, continuano ad essere attivati in modo inappropriato e a morire, in un circolo vizioso dalle conseguenze nefaste per la salute delle arterie.

I ricercatori hanno anche scoperto che alcuni aminoacidi, in particolare la leucina e l’arginina – particolarmente abbondanti nella carne, rispetto, ad esempio, al pesce e ai legumi – sono più potenti, rispetto ad altri aminoacidi, nell’attivare mTOR e far deragliare i macrofagi dalle loro funzioni di pulizia, portando alla morte cellulare.

Ecco spiegato a livello molecolare come un eccessivo consumo di proteine della carne possa aumentare il rischio di formazione di placca nelle arterie, quella del tipo più pericoloso, instabile e prone a rompersi ostruendo il vaso sanguigno e aumentando così il rischio di infarto. Un’altra buona ragione per ridurne il consumo, non solo a beneficio del pianeta, ma della nostra stessa salute.

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

Fonti
High-protein diets increase cardiovascular risk by activating macrophage mTOR to suppress mitophagy. Nature Metabolism, 2020.

A randomized trial of a low-carbohydrate diet for obesity.