Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Tante fibre e pochi grassi per i malati di colite ulcerosa

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Le malattie croniche infiammatorie dell’intestino come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn sono sempre più diffuse e particolarmente invalidanti, anche a livello sociale, dal momento che provocano diarrea, sangue nelle feci, forti dolori addominali e assenza dal lavoro. Per questo chi ne soffre è alle prese con il grande quesito: cosa posso mangiare senza poi stare male? Un recente studio statunitense arriva a suggerire una risposta particolarmente interessante perché smentirebbe una delle principali indicazioni alimentari date sinora a questi malati, quella di limitare l’apporto di fibre. I ricercatori hanno infatti messo in luce che il vero nemico è un altro: i grassi.

DUE DIETE A CONFRONTO
Una dieta povera di grassi, infatti, può contribuire a migliorare la qualità di vita dei malati d’infiammazione cronica dell’intestino, in particolare di colite ulcerosa la malattia di cui soffrivano le persone oggetto dello studio. Più nel dettaglio sono stati presi in esame 17 malati di colite ulcerosa, tutti in una fase remissiva della patologia o comunque non acuta, con lievi diarrea, emorragie o dolori. In maniera casuale queste persone sono state divise in due gruppi: al primo è stata somministrata una dieta molto ricca di fibre provenienti da frutta e verdura con appena il 10% delle calorie complessive derivanti da grassi; il secondo ha seguito un’alimentazione comunque più ricca di frutta e verdura rispetto alla dieta americana media, ma con il 30-40% di calorie fornite dai grassi. Il tutto per un mese, dopodiché i due gruppi si sono scambiati il regime alimentare e lo hanno seguito per un altro mese.

LE FIBRE SPENGONO L’INFIAMMAZIONE
Alla fine di ogni periodo di differente dieta, ai partecipanti sono stati prelevati campioni di sangue e feci ed è stato chiesto loro di rispondere a un dettagliato questionario sulla qualità della vita legata ai disturbi della malattia. Ne è emerso che tutte e due le diete ricche di fibra sperimentate hanno generato miglioramenti della qualità della vita, segno che le fibre non sono nemiche di chi soffre d’infiammazione cronica dell’intestino. La disbiosi intestinale, infatti, è una condizione di squilibrio causata proprio da un’eccessiva presenza di batteri “cattivi” nell’intestino e, come noto, le fibre sono uno dei principali alimenti dei batteri “buoni” presenti nel nostro apparato digerente. E proprio in tal senso i grassi hanno fatto la differenza nei pazienti che hanno preso parte all’esperimento: alla fine del periodo della dieta a basso contenuto di grassi, infatti, i marker infiammatori e la disbiosi risultavano ridotti a fronte di un riequilibrio della flora batterica nel tratto intestinale. Tutto questo non si è verificato, invece, alla fine del periodo di dieta con maggiore contenuto di grassi. Va sottolineato che i grassi presenti nella dieta americana sono rappresentati per lo più da oli vegetali (di mais, soia, girasole ecc.) trattati ad alte temperature e aggiunti agli alimenti processati, a effetto notoriamente pro-infiammatorio. Quelli “buoni” rappresentati da olio extravergine d’oliva, avocado e frutta secca oleosa come noci e mandorle, invece, spiccano per le forti proprietà antiinfiammatorie e non vanno temuti ma, anzi, ricercati.

NON AVERE PAURA DI MANGIARE
Coloro che sono afflitti da gravi problemi intestinali possono dedurre due importanti corollari da questo studio. Il primo che il cibo non è un nemico e non è impoverendo la dieta che si esce dal tunnel, bensì l’alimentazione si conferma un valido alleato di salute. L’altro è che le fibre in particolare non devono essere evitate in caso d’infiammazione cronica dell’intestino perché contribuiscono a spegnerla, contrariamente a quanto fanno i grassi trasformati a livello industriale.

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.
FONTE: Low-Fat, High-Fiber Diet Reduces Markers of Inflammation and Dysbiosis and Improves Quality of Life in Patients With Ulcerative Colitis. Clinical Gastroenterology and Hepatology 2020. https://doi.org/10.1016/j.cgh.2020.05.026