Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Microbiota, la salute dell'intestino non passa solo per la tavola

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Sono ormai anni che la scienza medica si concentra sull’importanza del microbiota, la popolazione di miliardi di batteri “buoni” o “cattivi” che abitano l’intestino. Essi incidono a 360 gradi sulla nostra salute psicofisica al punto che una loro alterazione è legata all’insorgenza di malattie quali diabete, obesità, così come depressione, ansia e sbalzi di umore (non a caso l’intestino è chiamato il “secondo cervello”). Anche per questo stiamo imparando nel tempo a prenderci cura dei “batteri della pancia” nutrendoli adeguatamente con prebiotici e probiotici presenti in alimenti specifici come legumi, avena, banane, bacche, topinabur, asparagi, finocchi, tarassaco, cicoria, aglio, porro, cipolla, yogurt, kefir, formaggi e verdure fermentate. La salute del nostro microbiota è legata, in particolare, a quella della parete che riveste internamente il nostro intestino impedendo alle sostanze nocive di penetrare nel sangue: basta un ciclo di antibiotici per comprometterla per diversi mesi costringendoci a ricostruire quasi da capo il nostro esercito di batteri buoni dimezzato. Tale obiettivo sarà più facile da raggiungere se affiancheremo alle corrette abitudini alimentari tutta una serie di azioni “non convenzionali” che andremo ora a scoprire.

1. Correre. Sono numerosi gli studi che hanno correlato l’esercizio aerobico a un miglioramento della qualità e della diversità della flora batterica. Più nel dettaglio, una corsa di 20 minuti è di grande aiuto a ricostruire il nostro esercito di batteri benefici e aumenta i livelli di butirrato, un acido grasso a catena corta da loro prodotto che penetra nel circolo sanguigno migliorando il metabolismo di grassi e zuccheri, regolando l’appetito e spegnendo l’infiammazione;

2. Non lavarsi troppo le mani con il sapone. Sul mercato si stanno sempre più diffondendo supplementi probiotici a base di organismi originari del suolo, in grado di resistere all’acidità dello stomaco e particolarmente efficaci nel migliorare la composizione del microbiota. Tuttavia non avremmo bisogno di ricorrere a integratori se ci sporcassimo un po’ più spesso le mani con la terra buona: uno studio condotto in Finlandia ha dimostrato che posizionare nel proprio bagno un secchio di terra fertile, immergendovi le mani due volte al giorno e poi sciacquandole con sola acqua – senza sapone – per 5 secondi prima di asciugarle, modifica nell’arco di pochi giorni il microbiota intestinale dei partecipanti arricchendolo in specie batteriche diverse. Se pensiamo che nel nostro intestino dovrebbero esserci 500-1000 specie batteriche e che un buon probiotico ne fornisce soltanto 10, possiamo renderci rapidamente conto dei limiti di un approccio basato sulla sola supplementazione. Per ottimizzare la composizione del nostro microbiota, quindi, ha molto più senso dedicarsi al giardinaggio e comprare frutta e verdura a km 0 evitando di lavarla con disinfettanti per entrare naturalmente in contatto con i batteri della terra (un consiglio da cui le donne in gravidanza e gli individui immunodepressi devono prudenzialmente astenersi);

3. Avere un cane. Per ragioni simili a quelle appena descritte condividere il proprio tempo e i propri spazi con un cane può essere di grande aiuto per il microbiota. Numerosi studi, infatti, attestano che convivere con gli animali ci permette di entrare in contatto con una maggiore diversità batterica e riduce il rischio di malattie autoimmuni. Ciò è particolarmente valido per i bambini, soprattutto se soffrono di asma o dermatite;

4. Limitare l’uso di sapone e shampoo tradizionali. Non è un invito a trascurare la propria igiene, ma a riflettere sulla possibilità di utilizzare prodotti meno invasivi che non eliminino del tutto lo strato di batteri buoni presente sulla pelle. Saponi sì, ma poco aggressivi come quello di Aleppo e, soprattutto, non “antibatterici” che, a lungo andare, danneggiano la flora batterica cutanea e delle mucose;

5. Lavare i piatti a mano. È l’interessante conclusione di uno studio svedese condotto su oltre 1000 bambini di età compresa tra i 7 e gli 8 anni: quelli nelle case dei quali i piatti si lavavano a mano avevano un’incidenza dimezzata del rischio di asma, eczemi e allergie rispetto a coloro che abitavano in case dotate di lavastoviglie. Il rischio era ulteriormente ridotto in modo dose-dipendente se i bambini mangiavano anche cibi fermentati e cibi acquistati direttamente presso le fattorie locali. Per gli autori dello studio questa differenza si spiegherebbe nella maggiore esposizione microbica delle famiglie abituate a lavare le stoviglie a mano e a consumare prodotti stagionali a km 0 che richiedono meno utilizzo di fitofarmaci;

6. Assumere enzimi digestivi. Non tutti abbiamo la stessa capacità di digerire e scomporre i cibi che ingeriamo al fine di assorbirne i nutrienti. Queste attività, inoltre, con l’avanzare dell’età diventano più compromesse e faticose per l’organismo. Ecco perché potrebbe essere utile assumere enzimi digestivi sotto forma d’integratori di proteasi che aiutano a digerire le proteine, di lipasi che assistono nella digestione dei grassi e di amilasi che scompongono gli amidi. Questi enzimi facilitano la digestione degli alimenti riducendo la presenza di processi fermentativi e regolando la composizione del microbiota.

UN APPROCCIO COMPLETO

Ecco, dunque, alcune azioni che possiamo mettere in campo per proteggere il nostro intestino e la popolazione di batteri che vi abita, tanto importante per il nostro benessere complessivo. Fermo restando che una corretta alimentazione ricca di prebiotici e probiotici resta un passo imprescindibile per la salute del microbiota, adottare un approccio più completo, che vada oltre il solo cibo, potrebbe essere un passo decisivo per raggiungere risultati ottimali per la salute del nostro “secondo cervello”.

 

Fonti:

Nature-derived microbiota exposure as a novel immunomodulatory approach. Future Microbiol 2018.

Allergy in Children in Hand Versus Machine Dishwashing. Pediatrics 2015.