Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

La vitamina D aiuta a sopravvivere meglio al tumore al seno

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Siamo nel mezzo di una pandemia che non dimenticheremo facilmente, ma che non dovrebbe nemmeno farci dimenticare tutti gli altri malati, ad esempio di cancro. Soltanto quello al seno ha colpito oltre 2,5 milioni di donne al mondo nel 2020, con 56mila nuove diagnosi in Italia. La nutrizione rappresenta un’importante arma di prevenzione e di contrasto al tumore al seno ed è in questo contesto che un nuovo studio suggerisce come livelli adeguati di vitamina D incidano positivamente sulla possibilità di sopravvivere al tumore della mammella.

Vitamina D e cancro

La vitamina D è un ormone liposolubile immagazzinato nel fegato e nei tessuti adiposi e svolge ruoli chiave in diversi processi fisiologici tra i quali regolare la crescita delle cellule: proprio attraverso questa funzione la vitamina D eserciterebbe le sue proprietà antitumorali.

Lo studio in questione, che è stato presentato al congresso annuale degli oncologi americani, ha infatti passato in rassegna i dati raccolti su 4000 malate nell’ambito di una vasta indagine in corso negli Stati Uniti sulla sopravvivenza al cancro al seno. A tutte le partecipanti è stata misurata, tra gli altri, la concentrazione di vitamina D nel sangue al momento della diagnosi e in base ai risultati esse sono state divise in tre gruppi: deficienza (meno di 20 ng/ml), insufficienza (tra i 20 e i 30 ng/ml), sufficienza (oltre i 30 ng/ml).

La vitamina D è un ottimo strumento anche contro la depressione!

Sopravvivere meglio alla tumore al seno con la vitamina D

Questi dati di partenza sono stati poi utilizzati in un’analisi statistica finalizzata a determinare un’eventuale relazione tra i livelli iniziali di vitamina D e la sopravvivenza delle donne. Oltre a ciò sono stati presi in considerazione altri fattori come quelli genetici, l’indice di massa corporea, l’etnia e il ricorso o meno a integratori di vitamina D.

Con questi elementi hanno potuto riscontrare che le donne con livelli iniziali sufficienti di vitamina D sono sopravvissute meglio rispetto a quelle con livelli insufficienti. Il ricorso a integratori, l’indice di massa corporea e l’etnia sono i fattori che più hanno inciso sulla concentrazione di vitamina D, mentre i fattori genetici sono stati meno influenti. Come noto – essendo l’esposizione al sole la principale fonte di vitamina D – le donne con pelle scura presentavano i livelli minori di vitamina D nel sangue e questo potrebbe spiegare in parte il loro peggiore andamento della malattia.

Vitamina D, serve sempre, serve a tutti

Questo studio si aggiunge ai molti che individuano l’esistenza di una relazione tra la vitamina D e una migliore sopravvivenza del tumore al seno. Ancora una volta, dunque, abbiamo validi elementi per non considerare più la vitamina D come un nutriente utile solo a prevenire l’osteoporosi nelle donne che si avvicinano alla menopausa: ne abbiamo bisogno tutti e a tutte le età e dovremmo preoccuparci di misurarla e integrarla nella nostra alimentazione, soprattutto durante i mesi invernali.

Il nostro fisico, infatti, non è in grado di sintetizzarla autonomamente e deve affidarsi a fonti esogene, la più ricca delle quali è proprio la radiazione del sole, in particolare quella UVB, calda, che alle nostre latitudini raggiunge la crosta terrestre soltanto in estate tra le 11.00 e le 15.00. Basterebbero 15-30 minuti al giorno di esposizione al sole in quest’orario, senza crema solare, per assicurarci una dose adeguata di vitamina D. Ne sono discrete fonti anche alimenti quali formaggi, yogurt, sgombro, sardine e altri pesci grassi e ortaggi come cavoli, broccoli e funghi.

FONTE: Clinically sufficient vitamin D levels at breast cancer diagnosis and survival outcomes in a prospective cohort of 3,995 patients after a median follow-up of 10 years.

Song Yao, et al; Roswell Park Comprehensive Cancer Center, Buffalo, NY; Kaiser Permanente Northern California, Division of Research, Oakland, CA; University of Florida, Gainesville, FL; Zero Breast Cancer, Oakland, CA; University of California, San Francisco, San Francisco, CA

Dr.ssa Debora Rasio

Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.