Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Il digiuno attiva il metabolismo e contrasta lo stress ossidativo e l'invecchiamento

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Continuiamo il nostro viaggio alla scoperta dei benefici del digiuno, antica pratica di spiritualità e benessere che la scienza contemporanea non smette di studiare confermandone, di volta in volta, il grande potenziale di salute. Un recente studio condotto in Giappone e pubblicato su Scientific Report ha rilevato, ad esempio, che digiunare stimola l’attività metabolica, genera un’abbondanza di antiossidanti e contrasta alcuni effetti dell’invecchiamento. Più nel dettaglio, i ricercatori hanno visto che trascorrere un arco di tempo privi di cibo aumenterebbe la presenza nel sangue di diversi metaboliti, sostanze chimiche frutto del metabolismo attraverso il quale il corpo produce energia. Ciò smonterebbe il presupposto per cui non mangiando il metabolismo rallenti: al contrario, sembrerebbe aumentare.

58 ORE SENZA CIBO
I ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue, plasma e globuli rossi di quattro individui adulti sani sottoposti dalle 34 alle 58 ore di completa restrizione calorica: al termine del digiuno, la concentrazione di 44 metaboliti era aumentata da 1,5 a 60 volte. L’aspetto interessante è che ben 30 dei metaboliti individuati nel sangue erano prima sconosciuti, mentre tra quelli noti figuravano la leucina, l’isoleucina e l’acido oftalmico (un derivato della glutammina), tre sostanze particolarmente importanti per la salute dei muscoli e per l’attività antiossidante che, tipicamente, diminuiscono con l’avanzare dell’età. Da qui un’ulteriore conferma della validità del digiuno come alleato contro l’invecchiamento, proprietà, del resto, già dimostrata da diversi studi condotti su topini.

LE ‘TRACCE’ LASCIATE DAL DIGIUNO
Cos’altro hanno raccontato i metaboliti frutto del digiuno? Oltre agli amminoacidi a catena ramificata sono aumentati, ad esempio, il butirrato e la carnitina, tutte sostanze che denunciano come il corpo abbia attivato un processo di “sostituzione di energia” non avendo a disposizione carboidrati e trovandosi costretto a ricorrere a scorte alternative come grassi e proteine. Ma gli effetti del digiuno vanno ben oltre quelli dell’utilizzo di risorse alternative di energia. Dall’analisi completa del sangue i ricercatori hanno trovato un aumento globale delle sostanze prodotte dal ciclo dell’acido citrico, un processo mediante il quale le cellule estraggono l’energia immagazzinata nei legami chimici di carboidrati, proteine ​​e lipidi. L’aumento marcato suggerisce che, durante il digiuno, i mitocondri si attivano e il metabolismo complessivo aumenta. Ancora, durante il monitoraggio delle 58 ore senza cibo è emersa una maggiore presenza della purina e della pirimidina, due sostanze che svolgono un ruolo chiave nell’espressione genica e nella sintesi proteica e che, quando vengono catabolizzate, aumentano la produzione di antiossidanti. Se ne potrebbe dedurre che il digiuno spinga le cellule a “riprogrammarsi” e produrre più antiossidanti per reagire alle sollecitazioni ambientali avverse. A confermarlo vi sarebbe anche il significativo aumento registrato di ergotioneina e carnosina, altre due importante sostanze antiossidanti.

CONCLUSIONI
Insomma, questo studio giapponese da una parte ha collezionato più di un indizio circa la capacità del digiuno di spingere il corpo a reagire producendo abbondanti antiossidanti. Dall’altra, ha visto aumentare nell’organismo privato di cibo sostanze che normalmente si riducono con il passare degli anni.  Suggerendo, così, che anche nell’uomo possa verificarsi quell’effetto “ringiovanente” del digiuno già rilevato in modelli animali: i topini lasciati senza cibo sono vissuti più a lungo degli altri e con meno malattie, per quanto non se ne comprende ancora appieno il perché. Siamo, in ogni caso, solo all’inizio della scoperta dei potenziali benefìci del digiuno, pratica che non dovrebbe spaventarci, ma che dovremmo imparare a fare nostra.

FONTE : Takayuki Teruya, Romanas Chaleckis, Junko Takada, Mitsuhiro Yanagida, Hiroshi Kondoh. Diverse metabolic reactions activated during 58-hr fasting are revealed by non-targeted metabolomic analysis of human blood. Scientific Reports, 2019; 9 (1) DOI: 10.1038/s41598-018-36674-9