Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

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Dall’inizio dell’inverno ha già ridotto a letto circa due milioni d’italiani e proprio in questi giorni – caratterizzati da una brusca ondata di freddo e dal rientro a scuola dopo le vacanze natalizie – ha raggiunto il suo picco: è l’influenza che, secondo le stime ufficiali, colpirà almeno un altro mezzo milione di persone entro la fine di febbraio. I malanni di stagione sono una vera e propria epidemia che tutti potremmo contribuire a contenere – difendendo noi stessi e chi ci circonda – attraverso corretti comportamenti, anche alimentari.

ARRENDERSI E’ LA MIGLIOR DIFESA

Può apparire paradossale, ma la miglior difesa contro i malanni invernali è “arrendersi” ai loro sintomi cioè a tutti quei meccanismi che il nostro corpo aziona per liberarsi dal virus invasore. Non è un caso che gran parte delle patologie legate al sopraggiungere del freddo finiscano col suffisso “ite” che indica un’infiammazione: bronchite, otite, sinusite, tonsillite, faringite… Sono tutte forme d’infiammazione. “Infiammarsi” è una delle prime reazioni che il nostro corpo mette in campo per eliminare virus o batteri: grazie alla vasodilatazione il sangue trasporterà meglio le cellule immunitarie deputate a condurci a guarigione. Allo stesso modo è utile la febbre poiché l’aumento della temperatura favorisce la produzione di alcune proteine, denominate “heat shock protein”, le quali hanno bisogno di almeno di 38 gradi per annientare il nemico. Comprendiamo, dunque, l’importanza dei sintomi e del perché dovremmo recuperare la capacità di sopportarli invece che soffocarli ricorrendo in maniera eccessiva a farmaci sintomatici. I quali, appunto, intervengono sui sintomi ma non sulle cause. Sopraffatti da obblighi e impegni, ci costringiamo a non costringerci a letto quel giorno in più che aiuterebbe le nostre difese a sconfiggere del tutto i microrganismi invasori.

RIPASSIAMO I FONDAMENTALI

Restando in materia di “fondamentali” in caso di raffreddore, non trascuriamo mai di soffiarci il naso ripetutamente favorendo l’eliminazione dei virus e dei batteri all’origine di tutta quella fastidiosissima sintomatologia che ci affligge d’inverno. Il naso deve essere soffiato una narice alla volta, evitando una pressione eccessiva che potrebbe respingere il muco verso l’orecchio favorendo il rischio d’otite. Il fazzoletto appena utilizzato deve finire immediatamente nel cestino e le mani devono essere lavate ripetutamente: questi gesti semplici, quasi banali,  riducono enormemente la possibilità di contagio. Gesti da insegnare ai bambini fin da piccolissimi poiché il muco, ricco di germi, dovrebbe essere continuamente espulso e mai deglutito. Per evitare di congestionare il naso di notte è utile dormire col cuscino un po’ rialzato mentre i lavaggi con acqua e sale restano un valido metodo per spegnere l’infiammazione. Per non parlare dei vecchi suffumigi: un asciugamano a tendina su una pentola di acqua bollente, con aggiunta di qualche goccia di olio d’eucalipto, timo o menta, resta il rimedio antiraffreddore per eccellenza. Ricordare, infine, che ambienti troppo riscaldati andrebbero evitati perché contribuiscono a seccare le mucose: per scioglierle è consigliabile una doccia calda.

A TAVOLA AVEVA RAGIONE LA NONNA: BRODO DI POLLO

Descritti i corretti comportamenti generali in caso di malanni da freddo, soffermiamoci su quelli alimentari della cui comprovata efficacia erano ben consapevoli le nonne.  Proprio i loro rimedi restano infallibili. A partire da un grande classico in caso di influenza: il brodo di pollo. Cotto con le ossa il pollo rilascia cisteina, un amminoacido che fluidifica il muco. La preparazione deve essere secondo ricetta tradizionale: con porro, cipolla, aglio, fettine di zenzero, foglie di alloro, chiodi di garofano inseriti in una fettina di mela, chicchi di pepe nero e cumino. Così cucinato, magari con l’aggiunta di un poco di riso e servito con olio extravergine di oliva, prezzemolo e peperoncino il nostro brodo sarà una vera farmacopea di sostanze antiinfiammatorie e antivirali.

IL MIELE: TRA I PIU’ POTENTI ANTIBATTERICI PRESENTI IN NATURA

Tra i principali alleati a tavola di raffreddati e influenzati non si può non citare il miele. Da consumare rigorosamente crudo, non sottoposto ad alcuna pastorizzazione o trattamento termico poiché tali processi ne neutralizzano le proprietà benefiche fino a renderlo, in alcuni casi, persino dannoso. Al contrario il miele grezzo è un potentissimo antibatterico naturale capace di inibire fino a 60 batteri differenti. Più efficace di un antibiotico è, ad esempio, il potente miele di manuka, pianta neozelandese cresciuta originariamente in zone isolatissime e, per questo, divenuta capace di uccidere da sola quasi qualunque tipo di batterio. Da qui l’efficacia antivirale di questo prodotto, vero toccasana per le vie respiratorie “sotto attacco”.  Piuttosto costoso e ancora non diffusissimo nel mercato europeo il miele di manuka può essere sostituito da un altro “supermiele” nostrano, quello di melata, una sostanza zuccherina che le api attingono da foglie di arbusti e alberi. Per questa ragione è noto anche come miele di bosco. Ne basta un cucchiaio per lenire le mucose infiammate della gola ed è anche un ottimo rimedio contro la tosse. In particolare per i bambini anche se, al fine di scongiurare ogni rischio di botulismo infantile, è fondamentale non somministrare miele a piccoli di età inferiore a un anno.

NON MANCHI MAI LA VITAMINA C

In inverno non dovrebbero mai mancare nella nostra dieta dosi rafforzate di vitamina C, potente alleato del sistema immunitario che noi uomini – a differenza di piante e animali – non siamo più in grado di autoprodurre, ritrovandoci costretti ad assumerla dall’esterno. Agli integratori preferire, possibilmente, gli alimenti: agrumi, kiwi, rucola, cavolo cappuccio, prezzemolo, peperoni e peperoncino ne sono tra i più ricchi. Per assicurarsi il fabbisogno giornaliero di questo nutriente, pari a circa 100 mg, è sufficiente una spremuta di due limoni o la classica spremuta di arancia: ricordarsi di berla appena fatta poiché la vitamina C è facilmente termolabile e dispersiva. Per la stessa ragione ne assimiliamo più dalla verdura fresca e cruda che da quella cotta. In corso di infezione, invece, possiamo aumentare le dosi integrando la vitamina C in forma di supplemento, nella dose di 2-4 grammi al giorno, da assumere frazionata più volte al giorno.

DI FREDDO SI AMMALA ANCHE L’INTESTINO

I virus e i batteri dell’inverno non portano solo influenza e raffreddore, ma anche infezioni gastrointestinali che si manifestano attraverso vomito e una fastidiosissima diarrea.  Per combattere quest’ultima è efficacissima la zeolite, un minerale vulcanico dalla forte capacità adsorbente in grado, anche nei bimbi, di legare le tossine prodotte dai microrganismi a livello intestinale accorciando notevolmente i tempi di degenza. Si acquista in polvere e dovremmo tenerla sempre a portata di mano. Più della zeolite è certamente presente nelle nostre case il parmigiano, la cui ricchezza in calcio ha un effetto compattante sulle feci. Contro la diarrea una brodaglia poco invitante, ma di comprovata efficacia, è composta da tè nero, ricco in tannini ad azione astringente, addizionato con abbondante parmigiano. In alternativa riso al parmigiano, con uovo sodo e limone, aiuterà comunque a “trattenere tutto dentro”.