Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Gli omega-3 per proteggere il cuore non sono mai abbastanza

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I grassi “buoni” omega-3 sono i migliori amici del nostro cuore e assumerli regolarmente è una delle più efficaci e semplici strategie che chiunque di noi possa mettere in campo per proteggersi dalle malattie cardiovascolari. Lo attestano decine di studi, una quarantina dei quali sono stati appena passati in rassegna da un gruppo di ricercatori statunitensi con lo scopo di individuare il giusto dosaggio di omega-3 che andrebbe raccomandato per mantenere in salute l’apparato cardiocircolatorio.

GLI OMEGA-3 DEL PESCE SALVAVITA DEI CARDIOPATICI
Nello specifico ci riferiamo all’acido eicosapentaenoico (EPA) e all’acido docosaesaenoico (DHA), due membri della famiglia degli omega-3 dalle spiccate proprietà antinfiammatorie presenti principalmente nel pesce grasso come salmone, sgombro, acciughe, sardine, storione, trota e tonno e in vegetali come noci, semi di chia, olio di semi di lino e canapa e loro semi, oltre che in numerosi integratori alimentari.

Studio dopo studio – per un campione totale di circa 135mila persone – è stato confermato che EPA e DHA riducono il rischio d’infarto e di malattie coronariche, le più frequenti malattie cardiache che causano circa 7,5 milioni di morti ogni anno nel mondo. Più in concreto parliamo di un rischio ridotto del 35% d’infarto letale e del 10% di malattie coronariche mortali.

NON C’E’ RISCHIO DI SOVRADOSAGGIO
Insomma, le evidenze dell’efficacia cardioprotettiva di EPA e DHA sono tali da indurre gli scienziati a ritenere che sostanzialmente non vi sia un rischio di sovradosaggio (almeno fino a dosi di 5 grammi al giorno) perché più se ne assumono, più il cuore ne beneficerà.

Eppure, la maggioranza di noi mangia pesce o altre fonti meno delle due/tre volte a settimana raccomandate e spesso compensa le carenze dei preziosi nutrienti ricorrendo agli integratori.

Ricordiamo, infatti, che gli acidi grassi omega-3 sono definiti essenziali poiché il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli autonomamente ed è obbligato ad attingerli all’esterno. Nelle nostre cellule si trovano in equilibrio con gli omega-6, ad azione pro-infiammatoria in un rapporto ideale di 1:3, che prevede, cioè, l’assunzione di 1 grammo di omega-3 per ogni 3 grammi di omega-6 assunti con la dieta. Per riequilibrare questo rapporto dobbiamo sì aumentare il consumo di fonti di omega-3 ma, d’altro canto, anche ridurre quello di omega-6, presenti negli oli vegetali utilizzati in merendine, prodotti da forno, fritture, pizza, alimenti precotti e nei cibi della ristorazione collettiva. Ridurre gli omega-6 a favore degli omega-3 è un passo fondamentale per ridurre l’infiammazione cronica, una delle principali cause di invecchiamento precoce, malattie croniche e complicanze di malattie infettive.

GLI INTEGRATORI, UN ALLEATO SOTTOVALUTATO
Anche per questo sarebbe utile che le raccomandazioni ufficiali in materia di prevenzione cardiovascolare contemplassero quella di integrare regolarmente cibi ricchi in omega-3 o, in alternativa, supplementi a base di EPA e DHA. Le persone dovrebbero, infatti, iniziare a considerare i benefici degli integratori di omega-3 in dosi comprese tra i 1000 e i 2000 mg al giorno, spesso superiori a quanto ottenibile con l’alimentazione. Trattandosi di sostanze sicure e dalla scarsa interazione con altri farmaci, facili da reperire e a costi contenuti, i supplementi a base di EPA e DHA dovrebbero essere ritenuti parte di un trattamento preventivo standard per la maggior parte dei pazienti con malattie cardiovascolari e specifico per quelli che si stanno riprendendo da un infarto miocardico. Una prova per capire se il vostro integratore è di qualità? Aprite una capsula e versatene il contenuto sul fondo di un bicchiere di plastica (del tipo usa e getta), da riporre per qualche ora nel lavabo. Se troverete il bicchiere bucato significa che nell’olio sono rimasti residui del solvente a base di petrolio utilizzato per deodorizzarlo, un indice di qualità inferiore. Gli integratori a base di olio di krill sono tra i migliori in commercio, superati, però dall’olio di fegato di merluzzo, fonte non soltanto di EPA e DHA, ma anche di vitamina A e D, fondamentali per il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario.

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

 

FONTE: Effect of Omega-3 Dosage on Cardiovascular OutcomesMayo Clinic Proceedings, 2020; DOI: 10.1016/j.mayocp.2020.08.034