Dott.sa Debora Rasio

Medico, specialista in oncologia medica, ricercatrice presso la Sapienza Università di Roma, nutrizionista Rai, Mediaset e La7, autrice dei bestsellers “Death by Medicine” -Axios Press; “La dieta non dieta” -Mondadori- e il recente “La dieta per la vita” -Longanesi, vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute

Covid-19 e possibili danni al cervello

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A quasi due anni dall’inizio della pandemia, con 184 milioni di contagi accertati al mondo, conosciamo molto meglio il nostro nemico e affiniamo le armi per combatterlo. Ma più passa il tempo, più emergono nuovi elementi che ci fanno presupporre come gli effetti di lungo termine del COVID-19 siano ancora in gran parte da svelare. È il caso, ad esempio, di un recente studio i cui esiti preliminari mostrano che tra i lasciti del cosiddetto long-Covid vi siano anche danni al cervello.

UNA MALATTIA MULTIORGANO
Più nel dettaglio, i ricercatori hanno visto nei guariti una perdita di materia grigia nelle aree del cervello coinvolte nel gusto, l’odore, la memoria. Come noto, il COVID-19 è una malattia multiorgano, che colpisce più apparati, e provoca una serie di sintomi simil- influenzali, quali tosse e affaticamento. Molti infetti hanno sperimentato la perdita di gusto e olfatto. Quest’ultimo, in base alle rilevazioni più attuali, è svanito nel 96 percento dei malati, un terzo dei quali lo ha recuperato solo 6/8 settimane dopo la prima diagnosi. Secondo alcuni ciò si spiegherebbe con la capacità del virus di attraversare la mucosa olfattiva e progredire fino al bulbo olfattivo sito nel cervello, accedendo così al sistema nervoso.

CERVELLO PRE E POST PANDEMIA
Sulla base di queste premesse lo studio in questione confronta le immagini del cervello di quasi 800 persone archiviate nella Biobank del Regno Unito. Circa la metà dei partecipanti si sono poi ammalati di Covid -19 e 15 sono stati ricoverati. Dopo questo evento a tutti è stato nuovamente “fotografato” il cervello e le immagini pre e post pandemia sono state confrontate.

DANNI SOSTANZIALI
Il confronto ha rivelato danni sostanziali correlati al COVID-19 e perdite di materia grigia nelle aree del cervello responsabili del gusto e dell’olfatto, specialmente nel giro paraippocampale sinistro, nell’insula superiore sinistra, nella corteccia orbitofrontale laterale sinistra, nella corteccia cingolata anteriore sinistra, il giro sopramarginale sinistro e il polo temporale destro. Coloro che sono stati ricoverati hanno mostrato perdite nelle regioni cerebrali legate all’olfatto e alla memoria, specialmente nelle aree intorno alla corteccia cingolata sinistra, all’ippocampo destro e all’amigdala. Molti dei risultati osservati sono sorprendentemente simili a quelli associati al morbo di Alzheimer o ad altre forme di demenza.

UNA PREOCCUPAZIONE DA NON SOTTOVALUTARE
Questi risultati suggeriscono che il COVID-19 colpisca il cervello in modo ancora non pienamente compreso dalla scienza medica la quale dovrebbe, per questo, continuare a monitorare nel tempo tale aspetto. La vicinanza di queste perdite alle aree del cervello responsabili della memoria solleva, infatti, preoccupazioni circa un possibile legame tra l’aver contratto il COVID-19 e il maggiore rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza senile.

Ancora più imperativo, quindi, è proteggere il nostro cervello attraverso un’alimentazione sana, ricca in pesce (fonte di acidi grassi omega-3), polifenoli (di cui abbondano caffè, tè verde, cioccolato, olio extravergine d’oliva spremuto a freddo, aglio, cipolla, radicchio, cavoli, broccoli, uva, avocado e frutti di bosco), fibra (uno dei nutrienti preferiti dai nostri batteri intestinali la cui salute, come ormai sappiamo, è direttamente legata a quella del nostro cervello), prestando attenzione a non far mai mancare zinco, vitamina D e B12, nutrienti imprescindibili per la salute del nostro organo pensante.  

 

Dr.ssa Debora Rasio
Laureata in medicina e chirurgia e specialista in oncologia, direttore del master di II livello in Medicina Integrata presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma, autrice del bestseller Mondadori “La Dieta Non Dieta”, Debora Rasio vanta una notevole attività di ricerca anche all’estero – fra le collaborazioni quella con il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Proprio l’attività come oncologa e i suoi studi nel campo della biologia molecolare l’hanno portata a interessarsi di alimentazione come strumento per tutelare la salute.

FONTE: Brain imaging before and after COVID-19 in UK Biobank  Gwenaëlle Douaud1 et al. https://doi.org/10.1101/2021.06.11.21258690