PLEINAIR 50 anni di storia

La tenda, la caravan e il camper rappresentano un caposaldo del turismo all’aria aperta. Sono i protagonisti e gli strumenti di una cultura di vita disegnata per un rapporto unico con i luoghi e con l’ambiente. Libertà, gioia di vivere, piacere di viaggiare e desiderio di conoscere, sono i valori che Plein Air sostiene da cinquant’anni. Ma com’è cambiato il modo di viaggiare degli Italiani? E che ruolo ha giocato Plein Air?

Anni Settanta

Il contesto

L’Italia della ꞌSeicentoꞌ apre uno squarcio nelle abitudini degli Italiani. Dai lunghi viaggi in autostrada nascono nuovi bisogni e matura il desiderio di viaggiare con maggiore libertà senza rinunciare alle comodità di casa. Dalla tenda si passa alla roulotte e alla caravan, e si sperimenta un nuovo modello di turismo, itinerante e più attento all’ambiente.

Da 2C al Club del Plein Air

Nel 1971 nasce la rivista mensile dueC Caravan Camping (assumerà il nome di 2C poco tempo dopo). 2C non si presenta come un banale gazzettino della roulette e della tenda, ma vuole ergersi a guida di un turismo libero e consapevole, nel rispetto dei luoghi, dell’ambiente e della cultura locale. Si esalta un nuovo tipo di vacanza, un connubio tra quella statica nella natura a quella itinerante nelle città d’arte per scopi culturali. Nel pubblico cresce la curiosità e, complice una maggiore disponibilità di tempo libero, i turisti cominciano ad assaporare un nuovo tipo di viaggio, dedicato a una maggiore qualità dell’ambiente da vivere e fruire.

La rivista è pioniera di questo cambiamento. Organizza i primi storici itinerari di trekking sulle dorsali appenniniche in Barbagia e il tour Conosci l’Italia? (1976)  in collaborazione con la Fiat, un viaggio di 10mila km per le aree interne del paese, tra i piccoli borghi e la natura ancora in parte intatta.

In concomitanza della nascita del Club del Plein Air (1978) con lo storico simbolo del ranocchio, si progettano i primi viaggi intercontinentali con la caravan, verso l’India, la Russia e l’Africa.

Anni Ottanta

Il contesto

I terremoti in Friuli e in Irpinia danneggiano l’immagine della caravan che viene associata a simbolo di lutto e di precarietà. In realtà con il passaggio agli anni Ottanta c’è un grande fermento nell’ambiente dei veicoli ricreazionali grazie a un miglior benessere economico che porta a una maggiore specializzazione nei mezzi e negli accessori. Gli articoli della rivista supportano il camperista con schede dettagliate su attrezzatura, cibo, tende e perfino i primi kit di pronto soccorso. Complice una produzione industriale migliorata per le esigenze del mercato, avviene un passaggio graduale dalla caravan all’autocaravan per una maggiore ricerca di indipendenza

Il progetto Plein Air

Il settore è ormai in espansione e comprende la produzione, i camping, le strutture organizzative, le mostre, i modelli codificati del campeggiare, le normative regionali, le statistiche, i convegni, i raduni. Eppure l’Italia non sembra pronta ad accogliere questa enorme richiesta di partecipazione.

Agli investimenti nel settore non seguono delle regolamentazioni per evitare il turismo selvaggio e garantire sicurezza. 2C mette allora in atto una serie di inchieste giornalistiche per valutare la bontà delle leggi regionali nate per regolare il campeggio. Allo stesso tempo cerca il dialogo con le amministrazioni locali perché da un lato i campeggi ad apertura stagionale non bastano più ai nuovi viaggiatori e dall’altro la sosta libera e senza servizi non porta soluzioni, ma solo divieti da parte delle amministrazioni. Alcune di queste considerano i vincoli ambientali come un ostacolo al turismo, mentre la rivista è convinta di poter conciliare la salvaguardia della natura con servizi adeguati nelle aree di sosta.

Nel 1984 nasce l’indagine sul futuro dei trasporti Domani in camper e in Buonanotte Italia vedono la luce i reportage di viaggio che raccolgono le esperienze nelle soste.

Il tempo è maturo per rinnovarsi nella facciata e nella sostanza e nel 1988 nasce il Progetto di Plein Air, ovvero un turismo all’aria aperta in tutte le sue sfaccettature. Il progetto nasce dal desiderio di una cultura di vita nel tempo libero, fuori dalla massificazione che ha snaturato il concetto di vacanza e di rigenerazione fuori dal lavoro. Il settore del camper da rappresentante di solo se stesso, si affaccia verso i veri protagonisti, i viaggiatori, in modo che possano finalmente definire la propria vacanza libera e creativa.

Il tempo è maturo per rinnovarsi nella facciata e nella sostanza e nel 1988 nasce il Progetto di Plein Air, ovvero un turismo all’aria aperta in tutte le sue sfaccettature.

Anni Novanta

Il contesto

L’apertura delle frontiere e l’avvento della globalizzazione negli anni Novanta offre un’occasione unica per l’industria del turismo e dell’ospitalità. L’Italia è in prima fila grazie alle immense opportunità del suo patrimonio ambientale e storico-artistico. Plein Air si pone al centro di questa valorizzazione perché convinta che i camperisti non chiedano spazi da occupare ma situazioni all’aria aperta da vivere, nel rispetto della natura e di ciò che i luoghi sanno offrire.

PleinAir Market

L’inizio del decennio coincide infatti con un incremento delle immatricolazioni dei motorizzati in Italia, soprattutto rispetto alla media europea. Ciò porta alla nascita di un nuovo magazine PleinAir Market (1994), dedicato alla produzione e al mantenimento dei mezzi.

In contemporanea si abbandonano le 2C nel nome a favore del solo Plein Air dedicato ai luoghi, alle finalità e modalità d’impiego.

Nel 1992 nasce il Portolano per raccogliere i dati e
le indicazioni sulle aree di sosta.
E nel 1998 ci si affaccia nel mondo online
con il primo sito che registra in pochi giorni 80mila visite.

Anni Duemila

Il contesto

A una vita sempre più frenetica, il turista vuole recuperare le proprie energie nel periodo delle vacanze ricercando forme di vita autentiche, immergendosi nella natura e in città a misura d’uomo. Dopo aver messo solide radici nel settore e aver affiliato migliaia di lettori e viaggiatori, Plein Air mette in piedi iniziative, programmi e nuove idee.

Il progetto Plein Air

Da ricordare è il più importante raduno di veicoli ricreazionali in una capitale europea. Grazie alla sinergia con Assocampi e Comune di Roma, nel 2004 all’Ippodromo di Tor di Valle debutta Roma città del Plein Air dove 1300 equipaggi danno vita a tre giorni di feste, concerti, escursioni in bici e visite alla città.

Il turismo si trasforma. Con la pubblicazione del volume Abitar viaggiando (2002) dell’architetto Alberto Galassetti, si delinea l’idea che viaggiare non significa occupare temporaneamente un altro spazio, ma dare vita a un nuovo modello che si basi sul rispetto della natura e dei luoghi caratteristici che si visitano. L’interesse del camperista ruota intorno all’artigianato locale, ai prodotti tipici, alle feste padronali, alle trattorie e in generale per la storia e la cultura del luogo.

Per questo motivo nasce il circuito delle soste rurali AgriPleinAir (2004) e si organizza la prima edizione della Festa Nazionale del Plein Air nei Paesi Bandiera Arancione (2007).

A una vita sempre più frenetica, il turista vuole recuperare le proprie energie nel periodo delle vacanze ricercando forme di vita autentiche, immergendosi nella natura e in città a misura d’uomo. Anche per questo motivo partono gli Smart Tour in Sicilia, Sardegna, Umbria e Puglia in collaborazione con l’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa la Rotta dei Fenici (2009).

Si delinea l’idea che viaggiare non significa occupare temporaneamente un altro spazio, ma dare vita a un nuovo modello che si basi sul rispetto della natura e dei luoghi caratteristici che si visitano.

Dagli anni Dieci in poi

Il contesto

Il XXI secolo ha portato con sé una vita più flessibile, smart, digitale e fin troppo veloce. Al turismo di massa, della toccata e fuga nelle grandi città, si preferisce uno slow tourism, che è diventato parte integrante del modo di vivere, in autonomia e con uno stile di vita minimale.

Il progetto Plein Air

Plein Air guida la scia. Si rinnova nel digitale, con i social e il nuovo sito, e grazie alla sinergia col Plein Air Club si costruisce un sistema integrato e alla formazione di una vera ꞌCommunity on the roadꞌ formata da 70mila famiglie per un totale di 170mila utenti. Con il Club si gestisce il rapporto con la rete di aziende affiliate sul territorio, le strutture ricettive e tutte le realtà che operano nel settore. Una partecipazione continua con le associazioni di camperisti e di campeggiatori per un turismo sempre più a misura d’uomo.

Il camperista è il viaggiatore tipico del nuovo Millennio; attento all’ambiente e al turismo sostenibile, attratto dalle bellezze naturalistiche, culturali ed enogastronomiche. I piccoli comuni in particolare, di cui l’Italia abbonda, sono i centri privilegiati di questo viaggiatore e possono trarre vantaggio dalla possibilità di far riscoprire le proprie tradizioni locali.

Il turismo del futuro deve virare verso un consumo sostenibile e il camperista può sfruttare la qualità del suo modello basato sulla riscoperta di se stessi e di una vita più salutare all’aria aperta. La gestione degli spazi e la salvaguardia dell’ambiente saranno il focus su cui si concentreranno le società del domani. Plein Air continua a farsi portavoce non solo di una differente tipologia di vacanza esperienziale, ma di un nuovo stile di vita.

Il turismo secondo natura, slogan pluridecennale della rivista, rientra perfettamente in questo quadro.