Spinati e giganti

Indissolubilmente legati dalla partecipazione popolare, sacro e profano, teatralità e devozione si mescolano nelle processioni ferragostane di Palmi e Seminara, in Calabria.

Indice dell'itinerario

La fede degli abitanti di Palmi verso San Rocco supera addirittura quella per San Nicola, patrono della città. Il fatto non è privo di ragione: originario di Montpellier, Rocco trascorse una parte della sua esistenza nelle aree meridionali della penisola, soccorrendo i bisognosi. Le miracolose guarigioni operate mentre imperversava la peste eressero la sua figura a protettore dalle epidemie, ed è a lui che si rivolsero gli abitanti di Palmi durante il flagello che nel 1656 colpì la Calabria. Non a caso il nome Rocco è il più diffuso tra gli abitanti della città, ed è questo il santo invocato per ottenere una grazia.
La processione che si svolge annualmente il 16 agosto evidenzia aspetti devozionali e penitenziali strettamente legati tra loro. Già dal mattino la chiesa dedicata al santo è meta di pellegrini che rendono omaggio al taumaturgo deponendo ex voto in cera. Nelle prime ore del pomeriggio, nella piazzetta antistante la chiesa, arrivano i partecipanti allo spettacolare corteo degli Spinati. Circa duecento persone con auto, piccoli camion, Apecar e grossi fuoristrada depongono sulla piazza, in ordinate file, i cespugli di rovi a forma di cono che, di lì a poco, i fedeli indosseranno a mo’ di saio.
Il capo verrà protetto da una piccola ciambella in tessuto, e onde evitare che nel cammino l’ispida struttura colpisca il corpo, un cerchio di legno, posto lungo il perimetro interno del cono, consentirà il controllo degli ondeggiamenti.
Le donne vestono abiti comuni, mentre gli uomini indossano un pantalone in tela bianca e hanno legata sul petto, quasi sempre scoperto, una grande immagine del santo. Al più anziano spinato spetta il posto in prima fila per tutta la durata della processione.
Alle 18 in punto, lo scoppio di un petardo segna l’uscita di San Rocco dalla chiesa; la sua apparizione sul sagrato viene immediatamente accolta da grida di invocazione del pubblico, mentre il corteo degli Spinati, seguito da uomini e donne recanti ceri votivi, precede la processione che percorrerà tutte le strade del paese e si concluderà con spettacolari fuochi d’artificio.
Nella stessa mattinata la cittadina di Palmi ha però rivissuto un’altra antica tradizione popolare le cui origini si perdono nel tempo: quella dei Giganti. Due alte e grandi statue in cartapesta, dal peso di circa un quintale, vengono portate a spalla per il paese roteando su sé stesse e simulando un ballo al suono incalzante dei tamburi. Secondo la leggenda raffigurano un moro, Grifone, e una procace principessa locale, Mata, tra i quali nacque un’improbabile storia d’amore.
Le strutture sono precedute da un alto stendardo, il Palio, che un tempo in segno di buon auspicio veniva fatto roteare sulle teste di chi si fosse sdraiato in terra.
La rievocazione dei Giganti, in modo quasi analogo, viene anche proposta nella vicina cittadina di Seminara il 14 agosto. Però qui i Giganti fanno da cornice a una delle più importanti feste della regione, quella della Madonna Nera dei Poveri. In questo giorno, infatti, dalle campagne e dai paesi vicini, affluiscono numerosi i pellegrini per le veglie in chiesa e per partecipare alla processione. Un giorno di festa che vede la città trasformarsi in un unico, grande mercato arabeggiante, nel quale mercanzie d’ogni tipo vengono esposte sui marciapiedi e sulle strade in un’allegra, colorata confusione.

PleinAir 324/325 – luglio/agosto 1999

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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