Così lontana, così vicina. L’isola di Krk, la più grande della Croazia e dell’intero Adriatico, la visitammo per la prima volta una trentina d’anni fa, quando era stato da poco inaugurato il ponte che la collega alla terraferma, e subito fummo conquistati dalle splendide coste scandite da grotte marine e faraglioni, dalla lussureggiante macchia mediterranea, dai boschi che ne ricoprivano gli alti rilievi offrendo scorci quasi alpini.
L’Insula Aurea, come la definivano i Romani per la sua bellezza, deve il nome odierno al toponimo illirico Kurik, a sua volta collegato al latino Curicum, ma nella sua lunga storia è stata chiamata anche Vekla, sotto l’imperatore bizantino Costantino Porfirogenito, e più tardi Veglia nella variante romanicoitalica. Molti nomi per una sola meta, che all’arrivo lungo la Jadranska Magistrala (ovvero la statale litoranea che proviene da Trieste) potrebbe sembrare arida e inospitale: e invece, una volta superato lo stretto braccio del Velebitski Kanal e percorsa una manciata di chilometri, ci si ritrova circondati da un paesaggio eccezionale, che già di per sé promette un soggiorno indimenticabile e tutto all’insegna del Pleinair.
La costa orientale/1
Alla prima tappa dell’itinerario, Vrbnik, si giunge solo dall’entroterra di Krk seguendo per una ventina di chilometri la strada principale dell’isola e poi deviando per la costa orientale, che dista ancora una quindicina di chilometri. L’alternativa, come nel nostro caso, consiste nell’arrivarvi dal mare dopo essersi comodamente sistemati nel campeggio di Silo, l’unico altro centro litoraneo su questo versante.
Guardando Vrbnik dall’acqua si resta colpiti da questo antico borgo arroccato a 50 metri di altezza, quasi a strapiombo sul Vinodolski Kanal. Dopo aver ormeggiato il natante nel porticciolo imbocchiamo la salita che porta al centro storico, nel quale c’è un curioso vicolo che gli abitanti considerano il più stretto del mondo. In questa roccaforte della spiritualità isolana, custodita dai sacerdoti glagoliti, meritano una visita la biblioteca della famiglia Vitezic, 15.000 volumi di cui alcuni di grandissimo valore, e la chiesa dell’Assunzione di Maria con un prezioso altare del 1325. Alle spalle dell’abitato si distende una fertile pianura tappezzata di vigneti dai quali nasce il portentoso Zlahtina, vino bianco secco che costituisce uno dei vanti della Croazia enologica.
Sulla rotta da Silo a Vrbnik s’incontrano deliziose occasioni di sosta nelle varie insenature, la prima delle quali è la bella Uvala Murvenica, con fondali smeraldo e pittoreschi scogli che si ergono a forma di faraglioni. Passiamo poi davanti al piccolo promontorio di San Marco, dominato dai ruderi di una fortezza, che forma due frequentate calette (una delle quali raggiungibile anche in camper, fermo restando che non vi si può pernottare).
La spiaggia più spettacolare si trova però oltre Vrbnik ed è accessibile solo dal mare: Uvala pod Crnice, sormontata da una ciclopica parete verticale di roccia color ambra, si sviluppa a semicerchio per un centinaio di metri con un distesa di sassolini rosa larga appena un paio di metri. Prima di Punta Tenki, che marca un visibile confine territoriale, da segnalare inoltre Uvala Potovosca, molto battuta anche via terra, e il successivo ridosso più protetto di Uvala Jurai, sito di un’antica tonnara.
La costa orientale/2
Anche l’interno nasconde una sorpresa dietro l’altra, per una vacanza a tutta natura in cittadine non ancora travolte dalla frenesia turistica. Tutto qui è ancora a misura d’uomo, con paesi stupendamente panoramici che conservano la loro impronta storica e offrono servizi ben organizzati. Dobrinj, chiamata anche la città bianca, è un pittoresco centro arroccato a 5 chilometri da Silo, in una zona fitta di boschi.
Capoluogo di un territorio del quale fanno parte una ventina di insediamenti minori, nell’antichità non fu cinto da mura, motivo per cui nel XVI e XVII secolo subì numerosi saccheggi dei pirati che partivano da Senij, sulla costa continentale. La chiesa gotica di Santo Stefano, con bel portico, sorge in posizione elevata con splendide viste su buona parte del golfo del Quarnaro. Consigliabile anche una visita alla suggestiva collezione etnografica dell’area di Dobrinj e di Krk, nonché alla galleria d’arte Infeld il cui titolare, un collezionista viennese, organizza mostre delle espressioni artistiche più stravaganti e originali. Dal poco distante paese di Gabonjin si può intraprendere una breve e piacevole camminata sulla Via dei Glagoliti, un itinerario segnalato di poche centinaia di metri che raggiunge la chiesetta di San Pietro, costruita dai locali e decorata con pannelli di pietra su cui sono state scolpite le storie e le lettere dell’antica scrittura slava.
Quanto a Silo, che si trova sul mare all’estremità del golfo di Stipanja, la nostra base è il camping Tiha, presso un’invitante spiaggetta. Il piccolo centro è assai vivace per strutture e servizi, ma allo stesso tempo ha mantenuto l’atmosfera del borgo di pescatori. Per la sua vicinanza alla costa continentale (meno di 2 miglia nautiche), la conversione al turismo fu una scelta quasi obbligata con l’introduzione, negli anni ’50, dei traghetti per il collegamento con le località costiere al di là del canale come Selce, Crikvenica e Novi Vinodolski; negli anni ‘80, cessato il trasporto marittimo a seguito dell’apertura del ponte di Krk, il bacino turistico di Silo è divenuto assai più tranquillo e fruibile con mezzi e modi più aderenti allo spirito del viaggio individuale. Da non mancare qui le specialità culinarie di pesce o di carne, proposte nelle gostjoniche locali.
Il nord/1
A nord-ovest di Silo l’Adriatico rientra all’interno dell’isola con il vasto golfo di Soline, il cui mare è adibito alla coltivazione di ostriche e mitili poiché presenta acque molto basse e dal fondo melmoso. Questa è anche la zona delle saline di epoca preromana, ora frequentatissima per i fanghi benefici nella cura della pelle e delle malattie delle ossa.
Il centro più importante tra quelli affacciati sull’insenatura è Klimno, con la cinquecentesca chiesetta di San Clemente (da cui il toponimo) in cui si ammirano un’elaboratissima pala d’altare e un’iscrizione glagolitica sulla porta.
Da Soline si raggiunge in breve la zona di Rudine per la visita alla grotta di Biserujka, scoperta in tutta la sua profondità solo di recente. La cavità (nella quale la temperatura si aggira sui 12°C, rendendo necessario un abbigliamento adeguato) non è particolarmente ampia, ma molto affascinante per la varietà di stalattiti, stalagmiti e altre concrezioni.
Nell’interessante e peculiare escursione nautica verso il ponte di Krk, sempre partendo dal campeggio di Silo, sono da segnalare alcune soste: Uvala Loncarica, riparata dal vento e con mare limpido, e Uvala Silvaniska per l’eventuale visita via mare alla grotta di Biserujka, con una spiaggetta poco distante che offre acque basse adatte ai più piccoli. Si oltrepassa quindi lo stretto fra l’isola e la cittadina di Jadranovo, sulla parte continentale, e si naviga per 2 miglia nel canale Malavrata, che conduce al viadotto.
All’epoca della costruzione questa imponente struttura deteneva misure da record: la lunghezza complessiva è di 1.430 metri, mentre l’arco in cemento dalla terraferma all’isolotto di San Marco, posto al centro del braccio di mare, ne conta 390.
Prima di oltrepassarlo consigliamo una sosta alla pittoresca baia di Voz, incassata fra due alte colline, verde e ubertosa perché ben protetta dal vento di bora. Qui, in prossimità di una tonnara oggi dismessa, i naviganti sono soliti approdare e mangiare al sacco sui prati all’ombra degli alberi; il sito è raggiungibile anche con il camper prendendo la prima strada a sinistra al termine del ponte.
Il nord/2
Superato il viadotto, ecco apparire il mare aperto del golfo del Quarnaro con una panoramica a tutto tondo su Fiume, Abbazia, l’Istria e il Monte Maggiore, nonché la parte settentrionale di Cres che verso sud sembra quasi incontrare il profilo di Krk. Un panorama suggestivo, se si escludono i deturpanti gasdotti e le annesse raffinerie sulla sponda continentale, in prossimità di Bakarak e sulla punta del promontorio che chiude a ovest la baia di Omisalj. A parte queste ingombranti presenze, l’escursione marina resta del tutto meritevole e offre intanto la possibilità di una bella nuotata nella baia di Pusca (dove si trova anche un campeggio).
Poi si può approdare nel grazioso porticciolo in fondo al golfo di Omisalj, con una bella spiaggetta e diversi locali di ristoro. Arrivando via terra, se non si vuole entrare nella cittadina con il camper bisogna mettere in conto una bella scarpinata in salita, che compensa comunque la difficoltà di trovare parcheggio vicino al centro storico posto su una rupe. In alto, magnifici scorci sul porto e sulla spiaggia e l’interessante chiesa dell’Assunzione, che conserva una pala d’altare del XV secolo e un bellissimo trittico di Jacobello del Fiore, dello stesso periodo.
Doppiando infine Punta Tenka, si arriva al meraviglioso sito di Mirine presso la cala di Sepen, dove si ergono le rovine di una basilica paleocristiana del V secolo e ciò che resta della romana Fulfinium. Il luogo, segnalato, si raggiunge anche via terra.
Il sud-ovest/1
Accanto a località come Malinska, dall’impronta spiccatamente turistica essendo dotata di un porticciolo ma senza un vero e proprio centro urbano, la costa occidentale di Krk presenta innumerevoli motivazioni, alcune eccezionali, per il turismo culturale e naturalistico. Le modeste distanze permettono, come vedremo, di spostarsi con il veicolo prima di approdare al successivo campo base in prossimità della cittadina di Krk.
Cominciamo intanto da Porat (chi si muove con un camper di grosse dimensioni farà bene a posteggiare nel primo spiazzo utile dopo Malinska, proseguendo in bici) dove l’austero convento francescano, risalente al 1480, conserva lapidari in lingua glagolitica, mentre l’annessa chiesa di Santa Maria Maddalena presenta un bel polittico di Girolamo e Francesco da Santa Croce e oggetti di interesse etnografico, tra cui una pressa del 1850 per la frantumazione delle olive.
A Glavotok, nel complesso conventuale dei francescani terziari, si trova invece la chiesa dell’Immacolata Concezione, del XVI secolo. Il camping omonimo, cosi come il convento, è collocato in bellissima posizione sul mare, ma è consigliabile solo alle tende e ai mezzi di piccole dimensioni poiché la strada di accesso è piuttosto stretta. E’ possibile compiere un’eventuale ricognizione fermando il camper nello spiazzo della chiesa del paesino di Brzac, che precede la località.
Il sud-ovest/2
Giungiamo così a Krk, capoluogo amministrativo, culturale e religioso dell’isola. Qui ci accoglie la Veli Placa, la piazza grande, con la celebre incisione Splendidissima Civitas Curictarum. Il territorio fu infatti conquistato in antichità dai Curicti, una stirpe di origine germanica da cui sembra derivi il nome dell’isola. Percorrendo la via dall’inconfondibile nome latino di Decumanus Maximus si può ammirare il centro storico, racchiuso da mura alte fino a 9 metri che custodiscono la basilica del patrono San Quirino, la cattedrale a tre navate dell’Assunta e, in Kamplin Placa, il duecentesco castello dei Frankopani, con torre rettangolare.
La cittadina, dotata di ben tre campeggi, è anche uno dei pochi siti dell’isola assieme a Pusca e a Malinska dov’è possibile approvvigionarsi di benzina: una scorta necessaria alla gita in gommone che in pochi minuti conduce a Punat, sull’omonima laguna.
In un campeggio di quest’ultima località porremo la terza delle nostre basi, ma intanto è preferibile avvicinarsi dal mare partendo appunto da Krk: si potrà così fare tappa nella caletta di Valunta, dal mare profondo ma con una parte rocciosa fruibile e la risalita dall’acqua assistita da una scaletta d’acciaio.
Al centro della laguna si trova invece il pittoresco isolotto di Kosljun, dal perimetro di circa un chilometro, oasi di pace e parco naturale con centinaia di specie botaniche. Fu la prima località di villeggiatura dei patrizi romani su questi lidi nonché l’ultima dimora di Caterina Frankopani, della gloriosa famiglia dei signori di Veglia, e venne infine riscoperto dalla famiglia reale austriaca nel 1826.
Vi sorge il curatissimo convento benedettino e poi francescano, che vanta una biblioteca con più di 30.000 volumi: da segnalare i preziosi atlanti di Tolomeo, del 1511, e di Strabone, del 1573, assieme a un museo con collezioni sacre, monete e costumi isolani tradizionali.