Veneto, primavera da degustare

Dalla cinquecentesca cinta muraria alle eleganti piazze, la città di Giacomo Puccini e delle cento chiese è tutta da assaporare al ritmo lento della dueruote.

Indice dell'itinerario

Dalla metà di marzo agli inizi di giugno in un angolo della Marca Trevigiana l’enologia assume il ruolo di protagonista assoluta. Fra mostre tematiche, passeggiate tra le vigne e visite alle cantine gli eventi del festival Primavera del Prosecco Superiore sono un’occasione in più per approfondire la conoscenza di un’eccellenza italiana ben nota nel mondo.

 

“Vedi – disse mentre girava tra le mani un calice della bionda e briosa bevanda – il nostro paese sa produrre nettari come questo, un vino leggero ma con una grande anima che ti infonde allegria, appaga il palato e si sposa con tutti i cibi. Ho bevuto e apprezzato i grandi rossi delle Langhe, quelli più morbidi della Toscana, i bianchi profumati del Nord e quelli impagabili, carichi del sole del Sud, ma ora, arrivato alla piena maturità, ho scoperto la leggerezza del Prosecco, l’originalità di questo vino, la sua tollerabilità. Non ha veramente nulla da invidiare agli spumanti e meno ancora al tanto decantato champagne”. Così esordì Alberto Sordi, ospite della storica locanda Da Lino a Solighetto, nel settembre 2001.

Un enologo presso l’azienda Bisol Desiderio e Figli a Santo Stefano di Valdobbiadene
Un enologo presso l’azienda Bisol Desiderio e Figli a Santo Stefano di Valdobbiadene

Oggi largamente prodotto nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia, questo vino DOC ha una consolidata storia, testimoniata da uno scritto della prima metà del Settecento di Aurelio Acanati: “Ed or ora immolarmi voglio il becco con quel meloaromatico prosecco”. All’interno dell’area di produzione citata se ne distingue un’altra dove dal 2010 si etichetta il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: una G riservata solo a una settantina di eccellenze italiane, sottolineano i viticoltori, sinonimo di qualità garantita bottiglia per bottiglia.

 

Glera e dintorni

Osteria Senza Oste a Santo Stefano
Osteria Senza Oste a Santo Stefano

La produzione si sviluppa sulle colline trevigiane, tra Conegliano a oriente e Valdobbiadene a occidente, in un’area di circa 20.000 ettari articolati in 15 comuni: Cison di Valmarino, Colle Umberto, Conegliano, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Pietro di Feletto, San Vendemiano, Susegana, Tarzo, Valdobbiadene, Vidor e Vittorio Veneto. Un singolare territorio punteggiato da borghi, chiese, monasteri antichi, secolari case rurali circondate dal verde delle vigne, colline con i filari talvolta abbarbicati su pendii ripidi e scoscesi. Un paesaggio unico, di grande dolcezza, spesso reso immortale dalle immagini di grandi fotografi e ancor prima dai maestri del Rinascimento, da Giovanni Bellini a Cima da Conegliano. Non stupisce se quest’angolo della Marca Trevigiana dal 2008 sia in corsa per la candidatura a patrimonio dell’Unesco.

I cuochi del ristorante Da Gigetto a Miane
I cuochi del ristorante Da Gigetto a Miane

Qui ogni anno si tappano 60,8 milioni di bottiglie, il 30 per cento delle quali destinate a oltre cinquanta paesi stranieri, anche al di là dell’oceano, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Cina all’India. Componente base del Prosecco è il Glera, un vitigno a bacca bianca già citato nel Settecento in un articolo del Giornale d’Italia. Per disciplinare, solo il 15 per cento del totale delle uve può essere di altre varietà: Perera, Bianchetta, Chardonnay o Pinot nero vinificato in bianco (quest’ultimo solo per la produzione del “Brut millesimato” con invecchiamento di tre o quattro anni), insieme al Verdiso che può arrivare al 10 per cento. Frizzante o tranquillo, il Prosecco è un vino di cui ci s’innamora facilmente per il suo profumo fruttato e floreale, un compagno piacevole dall’aperitivo al dolce. “Prosecco, il vino dei poeti…” recitava un cartello affisso all’ingresso di una cantina nel cuore di Napoli; non è dato sapere se la frase si riferisse al vino come fonte d’ispirazione, di allegria o di contemplazione. Di certo il brut si sposa con delicati piatti di pesce, l’extra dry con minestre, frutti di mare e pollame, mentre la versione dry, la più dolce, si abbina a biscotti e torte.

cantine Bisol
cantine Bisol

Un buon calice di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – il classico “prosecchino” – è un ottimo aperitivo largamente consumato nelle osterie, nei ristoranti e nei bar. Da Venezia a Treviso, da Padova a Belluno, e sempre più di frequente da New York a Tokyo, il rito dell’aperitivo si espleta sorseggiando un brioso calice di bollicine dorate servito a una temperatura compresa tra 6 e 8 gradi. Con il Prosecco si preparano lo Spritz (Prosecco, Aperol e acqua minerale) e il celebre Bellini, un cocktail con la polpa di pesca bianca veronese schiacciata, inventato nella prima metà del secolo scorso dal vulcanico Giuseppe Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia. Per avvicinarsi al suo dorato mondo conviene passeggiare tra le vigne e assistere alle visite guidate e alle degustazioni, organizzate nei fine settimana dalla nuova Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano e Valdobbiadene. Si possono visitare cantine grandi e piccole, talvolta celebri: da Bisol a Col Vetoraz, entrambe a Santo Stefano di Valdobbiadene, da Carpenè Malvolti di Conegliano a Bortolomiol di Valdobbiadene.

 

Un territorio in festa

Quindici Mostre del Vino, undici comuni coinvolti e un ricchissimo calendario di eventi collaterali: fino all’8 giugno la ventesima edizione della Primavera del Prosecco Superiore propone un grande percorso tematico dedicato ai sapori e alle tradizioni del territorio dove nasce il Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.

20150318_prosecco_valdobbiadene_470

Oltre alle degustazioni di oltre 400 etichette del territorio presso le sale delle mostre, saranno moltissime le iniziative in programma: si va dai “Piatti della tradizione” con serate a tema, che avranno per protagoniste le ricette antiche a base di cervo, trippa, o lo spiedo d’Altamarca, a “Le nostre vie”, un calendario di passeggiate lungo per- corsi adatti a tutti realizzate in collaborazione con le Pro Loco per offrire uno sguardo insolito sul territorio, valorizzandone gli scorci più suggestivi e sconosciuti.

Non mancheranno eventi sportivi come la Prosecchissima, una competizione di mtb che si terrà a Miane o le Internazionali del Prosecco, tre gare che si svolgeranno in aprile e maggio fra Col San Martino, Villa di Cordignano e San Vendemiano; le famiglie potranno invece unirsi a pedalate più tranquille organizzate su prenotazione ogni domenica. A Refrontolo ricorre la trentatreesima Marcia del Refrontolo Passito, una corsa tra campi e vigneti dedicata ad agonisti e appassionati.

A quanti amano i piaceri della tavola consigliamo le passeggiate gastronomiche Tarzeggiando, Sbecotando, Rive Vive e Canevando. Fra le attività collaterali si segnalano ancora un premio giornalistico, un concorso fotografico e uno gastronomico dedicati al tema della Primavera del Prosecco Superiore (per saperne di più e per conoscere il calendario completo delle mostre enologiche e degli eventi: tel. 0438 893385, www.primaveradelprosecco.it).

occhioranocchio Gli iscritti al Club del PleinAir potranno ricevere in omaggio il buono valido per la degustazione di un calice di Conegliano Valdobbiadene DOCG presso una delle quindici Mostre del Vino in programma, mostrando una tessera in corso di validità (per informazioni scrivere a prenotazioni@primaveradelprosecco.it).

 

Verso Valdobbiadene

un sentiero adatto a tutti fra Revine e Nogarolo
un sentiero adatto a tutti fra Revine e Nogarolo

Uno dei posti più singolari per degustare un buon calice è l’osteria senza oste: in una vecchia casa rurale adagiata sul Colle del Cartizze, a due passi dalla Cantina Vetoraz tra Follina e Santo Stefano di Valdobbiadene, ci si può accomodare e servire in totale autonomia. La dispensa comprende soppresse, salami e altri insaccati, uova sode, pane cotto nel forno a legna e formaggi; in frigo, alla giusta temperatura, riposano il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e il Valdobbiadene Superiore di Cartizze DOCG. La particolarità è che gli avventori si servono da soli, e il conto si paga lasciando il denaro in una cassetta di legno che riporta la scritta “L’onestà lascia il segno”. Quando fa freddo lo spuntino frugale si consuma in una piccola stanza attrezzata con tavoli, sedie di legno e un caminetto funzionante. Su una parete gli ospiti lasciano commenti e opinioni.

l’abbazia cistercense di Santa Maria a Follina
l’abbazia cistercense di Santa Maria a Follina

Tra i biglietti da visita appesi figurano quelli di manager, imprenditori, consulenti commerciali, architetti e di tanti entusiasti illustri sconosciuti. Qualcuno snobba questo posto, molti lo amano e lo difendono; un foglio autografato da un avventore reca la scritta: “A tutti quelli che non comprendono la poesia di questa osteria consiglio di stare a casa”. Su un tovagliolino di carta c’è un ringraziamento: “Grazie a te che non ci sei, ora andremo a fare l’amore tra le tue vigne”. Dai tavolini sistemati sotto la pergola si ha una vista spettacolare sulla vigna che digrada fino ad abbracciare una manciata di case rurali, collegate da candide stradine sterrate percorse dai trattori. È un paesaggio di straordinaria armonia, che ha in sé la storia di un territorio, la tenacia dell’uomo, l’essenza di uno dei vini più apprezzati del mondo. Scriveva Giovanni Comisso: “I colli subito succedono ai monti e sono da una parte boscosi di castagni, e dall’altra ai vigneti che danno un vino dorato che lascia sulle labbra il sapore del miele”.

uno scorcio di Cison di Valmarino
uno scorcio di Cison di Valmarino

Su queste verdi, modeste alture si dipana la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, una delle più antiche arterie enologiche del Belpaese: un percorso che si snoda tra bollicine e arte, natura e storia, case rurali e prestigiosi manieri. Ci sono diversi itinerari, fruibili in ogni stagione sia con il mezzo a motore che in bicicletta. Dopo una visita a Conegliano (città che merita senz’altro una tappa e alla quale ci ripromettiamo di dedicare un servizio più approfondito) il tour potrebbe cominciare da Valdobbiadene, cuore dell’attività agricola del territorio. Villa dei Cedri è il fulcro di due noti eventi legati al vino: ad agosto Calici di Stelle, a settembre il Forum Spumanti d’Italia. Affacciato su Piazza Marconi, il duomo ospita una pala di Francesco Beccaruzzi dedicata a Santa Maria Assunta e un dipinto di Palma il Giovane raffigurante i santi Giovanni Battista, Girolamo e Antonio Abate.

il Parco Archeologico del Livelet a Revine
il Parco Archeologico del Livelet a Revine

Lungo la Strada del Prosecco le curiosità e i motivi di interesse si rincorrono. Guia e Guietta legano la loro etimologia al gotico wid (ampio), Combai è famosa per i marroni, Follina per l’abbazia cistercense di Santa Maria, fondata nel XII secolo. L’edificio ospita un affresco cinquecentesco di Francesco da Milano raffigurante la Madonna con Bambino, due santi e un devoto. Interessante anche la statua della Madonna del Sacro Calice, copia di quella ospitata nella chiesa di San Zaccaria a Venezia, e delizioso il chiostro con il bel portico e la vasca di pietra. La zona di Follina in passato era celebre per la lavorazione della lana, a cui è evidentemente legato il toponimo che deriva dal termine follare, un’operazione eseguita per dare compattezza o coprire difetti di tessitura.

 

Da Cison di Valmarino a Rivene

una veduta del lago di Santa Maria
una veduta
del lago di Santa Maria

Nella vicina Cison di Valmarino si possono ancora ammirare alcuni antichi mulini, magli e folli un tempo alimentati dal torrente Rujo. A lato di questo corso d’acqua ci s’inerpica nel bosco dove s’incontrano antiche condotte e alcune interessanti sculture. In circa un’ora di cammino si raggiunge il Bosco delle Penne Mozze, un memoriale dedicato agli Alpini caduti in guerra. Da Cison di Valmarino, per l’esattezza dalla località Peraz (520 m), si può risalire al Rifugio dei Loff (1.134 m) mediante il sentiero 987 detto dell’Asta: una scarpinata di oltre tre ore con un dislivello in salita di oltre 1.100 metri per un breve tratto attrezzato; la struttura, non gestita, si trova ai piedi del Crodon del Gevero. Molti preferiscono iniziare l’escursione dall’agriturismo Malga Campo (900 m), sopra il Passo San Boldo, e seguire il sentiero 991 che prevede un facile percorso fornito di cavi metallici. Su questi monti passa l’Alta Via delle Prealpi Trevigiane, articolata tra il Monte Grappa e il Monte Pizzoc a Vittorio Veneto.

Piazza Marcantonio Flaminio con la Loggia della Comunità, nel cuore di Serravalle
Piazza Marcantonio Flaminio con la Loggia della Comunità, nel cuore di Serravalle

Il percorso richiede otto giorni di cammino e si sviluppa per 130 chilometri superando un dislivello complessivo di circa 7.000 metri. Se alle lunghe scarpinate preferite lo shopping, Cison di Valmarino è il posto giusto: dall’8 al 17 agosto in occasione della rassegna Artigianato Vivo il centro storico si anima di bancarelle e migliaia di turisti; l’appuntamento, giunto alla trentaquattresima edizione, spazia dalla ceramica ai liuti, dai mobili alla bigiotteria, dai quadri fatti con fiori secchi ai gelati artigianali, all’aceto e al miele. Un altro evento è Assaporando Cison, manifestazione enogastronomica articolata tra Piazza Roma e le antiche cantine Brandolini (quest’anno dal 1° al 4 maggio) che rappresenta un’ottima occasione per scoprire i formaggi locali, le birre artigianali, la polenta, il burro di montagna. Tutto l’anno ci si può concedere una romantica cena a Castel Brando, storico maniero adagiato su un promontorio da cui si dominano il centro del paese e le colline trevigiane. Tra i vari ristoranti il più noto e raffinato è il Sansovino, dove si servono piatti ispirati alla tradizione veneta come i bigoli al torchio (una sorta di spaghettoni) con acciughe sotto sale, cannella e cipolla sudata. Per smaltire i peccati di gola ci si può recare a Revine: attorno ai laghi Santa Maria e Lago si snodano piacevoli passeggiate adatte alle famiglie. Sulla sponda ovest di quest’ultimo specchio d’acqua merita una visita il Parco Archeologico del Livelet, con la ricostruzione di tre palafitte del periodo compreso tra la fine del Neolitico e la prima Età del Bronzo, attrezzate con utensili e arredi. Il loro rifacimento non è casuale, basandosi su reperti rinvenuti in loco e su resti archeologici di altri siti coevi del Trentino e dell’Italia Settentrionale.

 

Vittorio Veneto

il castello di San Martino
il castello di San Martino

Ripresa la Strada del Prosecco si può raggiungere Vittorio Veneto, comune nato dalla fusione di Serravalle e Ceneda, entrambi di origine romana, adagiati alle pendici delle Prealpi Trevigiane. Cuore di Serravalle è Piazza Marcantonio Flaminio, chiusa dall’elegante Loggia della Comunità oggi sede del Museo Cenedese. Oltrepassato il fiume Meschio s’incontra il duomo di Santa Maria Nova, che custodisce una Madonna in gloria con il Bambino commissionata a Tiziano nella prima metà del Cinquecento. Altri luoghi di culto da non perdere sono le chiese di San Giovanni Battista e di Santa Giustina e la pieve di Sant’Andrea Bigonzo, decorata da preziosi affreschi. Dal duomo si sale lungo una scalinata verso il santuario con le reliquie di Santa Augusta. Secondo la tradizione, la santa a causa della sua fede fu martoriata dal padre, il re goto Madrucco. A metà cammino s’incontra il luogo dove ella avrebbe trasformato i fiori in pane per i poveri del paese. A Ceneda merita una visita Piazza Giovanni Paolo II, dove nel 2000 sono state girate alcune scene del film Vajont, la diga del disonore di Renzo Martinelli.

Una sala del Museo della Battaglia a Ceneda
Una sala del Museo della Battaglia a Ceneda

La piazza, con l’imponente cattedrale dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta, è stata scelta per la sua struttura, simile per molti aspetti a quella dell’antica Longarone. Prima di lasciare Ceneda conviene visitare il castello di San Martino e la Loggia del Cenedese con il Museo della Battaglia; al suo interno una raccolta di cimeli e fotografie della Grande Guerra. Infine, se avete ancora un po’ di tempo concedetevi una bella passeggiata nella foresta del Cansiglio, il celebre Bosco da Reme della Serenissima Repubblica. Una volta salita (condizioni stradali permettendo) la rotabile del Monte Pizzoc sino al Rifugio Città di Vittorio Veneto, lo sguardo si perde sui Monti dell’Alpago e, in lontananza, verso la pianura veneta disegnata dalle vigne.

 

 

 

 

 

 

________________________________________________________

Tutti gli itinerari, i weekend, i diari di viaggio li puoi leggere sulla rivista digitale da smartphone, tablet o PC. Per gli iscritti al PLEINAIRCLUB l’accesso alla rivista digitale è inclusa.

Con l’abbonamento a PleinAir (11 numeri cartacei) ricevi la rivista e gli inserti speciali comodamente a casa e risparmi!

photo gallery

dove sostare

tag itinerario

cerca altri itinerari

Scegli cosa cercare
Viaggi
Sosta
Eventi

condividi l'articolo

Facebook
WhatsApp

nuove idee di viaggio