Monteu da Po, Cavagnolo, Brusasco e Verrua Savoia: località collinari situate fuori dalle solite rotte e generalmente ignorate, pur offrendo un interessante patrimonio culturale e paesaggistico, che rappresentano l’occasione per un piacevole itinerario in camper a due passi dalla città. Ci troviamo alla convergenza fra quattro province: il ponte sul Po a Chivasso dista solamente 31 chilometri da Torino, mentre quello di Crescentino, nelle vicinanze di Verrua Savoia, ne dista 47 da Torino, 30 da Vercelli, 33 da Asti e 68 da Alessandria.
Il territorio di Monteu da Po, punto d’inizio del nostro itinerario, era anticamente abitato da popolazioni celto-liguri. Verso il II secolo a.C. i Romani vi fondarono la città di Industria, che divenne un florido centro di mercato grazie alla presenza di fonderie specializzate nella creazione di bronzi votivi. L’area archeologica dell’antica colonia romana (i cui reperti sono conservati a Torino presso il Museo di antichità a Palazzo Reale) rivela la presenza di una quarantina di isolati, che nel momento di massimo splendore furono abitati da circa cinquemila persone.
In seguito l’invasione dei barbari, le guerre, i ripetuti incendi portarono al progressivo declino e la documentazione archeologica cessa a partire dal VII secolo. Nel frattempo sulle colline si era sviluppato un nuovo abitato, che avrebbe dato origine all’attuale paese di Monteu. E a poche centinaia di metri dalla zona dei templi nasceva la più antica pieve rurale della diocesi di Sant’Eusebio, documentata già nel lontano 356 d.C. (i resti sono visibili sulla sinistra dalla SS590, esattamente di fronte al bivio per Industria) e successivamente ricostruita dai Longobardi che la dedicarono a San Giovanni. Ora di quest’opera rimane solo un piccolo muro a cuspide, debitamente segnalato ma in stato di parziale abbandono in mezzo alla campagna.
Nella piazza principale di Monteu spicca la chiesetta di San Grato, risalente all’anno 996. Restaurata di recente, non è visitabile all’interno per problemi strutturali: impossibile perciò ammirarne il bellissimo altare ligneo e gli affreschi, nascosti sotto la calce, che descrivono la vita di Santa Fede. L’attuale parrocchiale di San Giovanni venne ricostruita sulle rovine di una chiesa preesistente tra il 1631 e il 1636: l’edificio ha le volte e le pareti decorate da affreschi e presenta un organo antico e un pregevole battistero ligneo.
Cavagnolo, Brusasco e Verrua Savoia
Proseguendo lungo la SS590 verso Casale Monterrato si raggiunge Cavagnolo, anch’essa di antiche origini celtico- liguri. Di qui è originario Alessandro Martini, famoso in tutto il mondo per il vermut che porta il suo nome. La cittadina è nota soprattutto celebre per l’abbazia benedettina di Santa Fede, costruita in stile romanico. Particolare e di grande pregio il portale, decorato con sculture zoomorfe. L’interno presenta pilastri cruciformi, con mezze colonne dai bei capitelli scolpiti con soggetti a tema vegetale, animale e anche teste umane che sorreggono la volta a botte. Il nome di Santa Fede collega questo monastero al grande centro francese di Conques, meta frequentatissima dei pellegrinaggi medioevali, dov’erano conservate e venerate le reliquie di Sainte Foy.
Da Cavagnolo, proseguendo verso il ponte di Crescentino, s’incontra il paese di Brusasco: nella parte alta è possibile visitare il Ricetto, piccolo borgo medioevale all’interno di una cinta fortificata che comprendeva originariamente la prima chiesa di San Bernardo, la borgata vera e propria, il castello, le mura e le porte del Cerrone e di San Sebastiano; in paese la chiesa settecentesca di San Pietro e Paolo incuriosisce per il suo campanile pendente.
Dopo Brusasco, a quattro chilometri dal ponte di Crescentino, ci attende il territorio di Verrua Savoia, un comune che conta solo 1.480 abitanti sparsi in numerose frazioni. Le prime notizie sulla località si hanno a partire dal 999, quando Ottone III lo affidò al vescovo di Vercelli. Durante i secoli successivi subì numerosi assedi e distruzioni perché conteso tra il vescovo di Vercelli, i Visconti e i Savoia, che lo acquisirono stabilmente a partire dal 1559.
Tutte le successive vicende ruotarono però attorno alla sua fortezza, posta al confine tra il Monferrato e il Ducato di Milano. Nel XVI secolo era composta dalla rocca, dal castrum planum (l’insediamento abitato) e dal borgo. Il luogo fu teatro di battaglie e assedi come quello del 1625, quando gli spagnoli – che tenevano in scacco Verrua – furono sconfitti dai piemontesi e dagli alleati francesi. Un altro assedio da ricordare fu quello avvenuto tra il 1704 e il 1705, che vide unito l’esercito austriaco e piemontesi contro quello francese.
Nella vicina città di Crescentino, dopo il ponte sul Po, rimane una testimonianza tangibile di quegli eventi: una palla di cannone sparata dalla fortezza e ancora incastrata in un muro. Fu Vittorio Emanuele II, nel 1862, ad aggiungere a Verrua la denominazione Savoia, come segno di riconoscenza per i meriti acquisiti nell’ambito del Piemonte sabaudo. Dal 2008 l’immobile è di proprietà della Fondazione Eugenio Piazza, nata con il fine di valorizzare il sito storico e monumentale della fortezza.