Pianura padana: note di viaggio

Lungo la Via Emilia e al di là del Po,: un itinerario a tema in cerca degli organi che impreziosiscono cattedrali e chiese delle città principali e di molti centri minori della campagna emiliana e lombarda.

Indice dell'itinerario

Tra Bologna e Cremona, attraverso città e borghi d’arte della Bassa Padana, si cela una tradizione che vanta un folto numero di estimatori ma resta quasi sconosciuta alla maggioranza, e che invece ha molto da raccontare al viaggiatore curioso in cerca di nuove chiavi di lettura del territorio. Protagonisti di questa ricerca in cui si fondono storia, cultura e sacralità sono gli organi storici conservati in imponenti cattedrali o in modeste pievi di campagna: strumenti musicali la cui complessa realizzazione ha impegnato vere e proprie dinastie di fabbricanti, per poi accompagnare sul filo delle note il lavoro di tanti compositori e musicisti sottolineando momenti fra i più elevati della liturgia cristiana.

La nascita dell’organo, tuttavia, è molto più antica e si ricollega all’hydraulis costruito nel III secolo a.C. da Ctesibio di Alessandria d’Egitto che, partendo da alcuni studi di Archimede, adattò meccanicamente l’antico strumento a fiato chiamato siringa, dotandolo di un serbatoio d’aria immerso nell’acqua allo scopo di mantenerne costante la pressione. Una testimonianza certa della prima diffusione dell’organo risale invece all’VIII secolo, quando Costantino V di Bisanzio ne donò un esemplare a Pipino il Breve; e proprio nel Medioevo l’organo cominciò ad avere fortuna, mentre dalla fine del ‘400 vennero affinate le tecniche costruttive. A quell’epoca risalgono splendidi esemplari, alcuni dei quali giunti fino a noi e tuttora in uso.

Misticismo gotico

Bologna, basilica di  San Petronio
Bologna, basilica di San Petronio

La nostra prima visita è nella centralissima Piazza Maggiore di Bologna: all’interno della basilica di San Petronio si trova l’organo più antico del mondo conservatosi ancora intatto nella sua struttura originaria. Realizzato da Lorenzo Giacomo da Prato nel 1475, è collocato su una tribuna al lato destro dell’altare maggiore (di fronte a un altro esemplare costruito dal Malamini nel XVI secolo) ed è perfettamente funzionante, anche grazie a un intervento di restauro conservativo effettuato negli anni ’80. Dotato di una canna centrale che supera gli 8 metri, questo strumento – il primo costruito con registri indipendenti, che consentono di ottenere una più ampia gamma di combinazioni sonore – non ha subito modifiche che ne alterassero in maniera significativa le caratteristiche costruttive quattrocentesche. Non è questa l’unica particolarità della basilica, una delle chiese più grandi d’Europa, preziosa testimonianza dello stile gotico in Italia: l’interno a tre navate, con ben ventidue cappelle ornate da opere d’arte di varie epoche, contiene anche una meridiana progettata dall’astronomo genovese Giovanni Domenico Cassini e risalente al 1655, che si ritiene sia la più lunga al mondo.

Una retta graduata di 67,72 metri tracciata sull’impiantito della chiesa riceve un cono di luce da un foro praticato nella volta, posta a 27,07 metri dal suolo, indicando le ore e disegnando a mezzogiorno l’immagine del sole. Una passeggiata di poche centinaia di metri nel centro storico ci porta in Piazza San Domenico, dove l’omonima basilica di fondazione duecentesca (che conserva i resti del venerato fondatore dell’ordine domenicano) vanta la presenza di ben tre organi d’epoca. Il più antico, costruito dal Giovagnoni nel 1760, venne suonato anche da Mozart durante uno dei suoi soggiorni bolognesi quando il giovanissimo compositore, allora quattordicenne, prese lezioni da Padre Giovanni Battista Martini per iscriversi alla prestigiosa Accademia Filarmonica cittadina.

E’ invece del 1624 l’organo della chiesa di San Martino, alla quale si arriva sempre a piedi da Piazza Maggiore superando le celebri torri della Garisenda e degli Asinelli. Prima di lasciare il capoluogo emiliano, dirigendosi verso i colli si può infine visitare la chiesa di San Michele in Bosco, dove sono conservati altri due organi: uno del 1526, con cassa intarsiata da splendidi fregi del monaco Raffaello da Brescia, l’altro un esemplare monumentale eclettico-sinfonico donato da Giovanni Paolo II nel 1990. Con cinque tastiere, 208 registri a placchetta e 12.300 canne, è considerato il terzo più grande d’Italia e il più grande del mondo fra quelli con le canne raggruppate in un unico corpo.

Tradizioni di famiglia

Organo nel Teatro Municipale Romolo Valli a Reggio Emilia
Organo nel Teatro Municipale Romolo Valli a Reggio Emilia

Se le chiese sono luoghi d’elezione per collocarvi gli organi, non mancano esempi di altre sedi legate ad attività ben più profane: come a Reggio Emilia, dove lo storico Teatro Municipale (oggi intitolato all’attore Romolo Valli) ospita un esemplare del Montesanti risalente al 1815. Piccola curiosità per gli amanti della lirica, qui debuttò il 29 aprile del 1961 Luciano Pavarotti, interpretando il ruolo di Rodolfo nella Bohème di Giacomo Puccini. In città ci sono altri strumenti assai interessanti, tra cui un Benedetti del 1783 nella splendida basilica della Ghiara, in Corso Garibaldi. Una menzione particolare anche per la piccola chiesa di San Francesco di Paola, situata appena fuori del centro storico, dotata di un organo importante e divenuta, a partire dal 1995, centro di un’attività musicale di portata internazionale.

A Parma è invece d’obbligo una sosta alla basilica di Santa Maria della Steccata con un parco fonico i cui primi componenti, opera di Benedetto Antegnati, risalgono al 1574. Se gli Antegnati furono tra le principali dinastie di maestri organai padani, in auge dalla fine del ‘400 agli inizi del ‘700, altrettanto celebri sono i Serassi, di origine comasca, che tra il 1720 e gli ultimi anni dell’800 costruirono decine di splendidi strumenti dislocati tra Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria. Fu in special modo Andrea Luigi Serassi (1725-1799) a sviluppare la fabbricazione di questi strumenti musicali, elaborando nuove soluzioni tecniche e migliorando la composizione fonica, mentre al nipote Giuseppe II si devono alcune invenzioni originali come la trasmissione meccanica sotterranea, ideata per collegare organi posti in cantorie separate.

Il prospetto della Reggia di Colorno
Il prospetto della Reggia di Colorno

A Colorno, una dozzina di chilometri a nord di Parma, un importantissimo Serassi della fine del ‘700 si trova nella cappella ducale di San Liborio: uno strumento dalle caratteristiche eccezionali, che conta ben 2.898 canne. L’oratorio è inserito nel complesso della Reggia, opera sontuosa voluta agli inizi del XVIII secolo dal duca Francesco Farnese. Un altro Serassi del 1794 è invece il pezzo forte del duomo di Guastalla, 30 chilometri a nord di Reggio Emilia, ormai sulle rive del Po.

Al di là del fiume

E’ alta quasi 9 metri la canna centrale dell’organo del duomo di Cremona
E’ alta quasi 9 metri la canna centrale dell’organo del duomo di Cremona

Entriamo ora in terra lombarda per far rotta su Cremona, nel cui territorio sono stati censiti qualche anno fa più di 350 organi d’ogni tipo, la cui importanza è a volte superiore a quella dei siti che li ospitano. Vale la pena citare il cosiddetto organo orchestra realizzato da Luigi Lingiardi nel 1877 e collocato nella chiesa di San Pietro al Po, nonché l’imponente organo della cattedrale di Santa Maria Assunta, uno strumento eclettico, versatile, con elementi di altissimo artigianato e una canna centrale alta quasi 9 metri, ricavata dalla fusione di un’unica lastra di metallo. Nella bellissima chiesa di San Sigismondo, alle porte della città, si trova invece un organo realizzato nel 1861 da Luigi Vincenzo Acerbis, costruito su un modello del 1567 di Giovanni Francesco Maineri. Seguendo il corso del Po, ancora in provincia di Cremona si può visitare a Casalmaggiore il duomo di Santo Stefano, con un sontuoso organo Bossi del 1862 da poco sottoposto a un complesso restauro che lo ha riportato alla configurazione fonica originaria.

Le mura di cinta di Sabbioneta, città ideale voluta a metà del ‘500 dai Gonzaga, e la chiesa dell’Incoronata
Le mura di cinta di Sabbioneta, città ideale voluta a metà del ‘500 dai Gonzaga, e la chiesa dell’Incoronata

Nella vicinissima Sabbioneta, già in provincia di Mantova, i due strumenti più rappresentativi sono un organo Lingiardi del 1851, conservato nella parrocchiale di Santa Maria Assunta, e un altro esemplare storico nella chiesa dell’Incoronata. Molte altre sarebbero le mete per gli appassionati, da scovare nei centri storici di tante località italiane ed europee: noi ci fermiamo qui, non senza un ultimo suggerimento per una tappa oltrefrontiera. In Svizzera, a Sion, la chiesa di Notre-Dame de Valère cela un organo di aspetto settecentesco la cui costruzione risale però ai primi anni del ‘400, rendendolo il più antico al mondo tuttora funzionante. E fa un certo effetto pensare che, sotto quelle volte affrescate, le canne risuonano da seicento anni. 

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