Paesi Bassi, esercizi di stile

C'è una linea sottile che unisce Amsterdam e Rotterdam. Non è l’autostrada che le collega in una settantina di chilometri, né la rete ferroviaria che le fa sembrare così vicine, ma la riga degli importanti studi di architettura che negli ultimi decenni hanno cambiato il volto di queste città. Da Renzo Piano a Rem Koolhaas, da Norman Foster a Piet Blom, sono numerosi gli architetti che hanno contribuito a trasformare interi quartieri, a volte con avveniristiche forme

Indice dell'itinerario

Ad Amsterdam molti progetti si sono concentrati nell’Oostelijk Havengebied, la zona portuale orientale costruita a partire dagli anni ’90. La vasta area è composta da quattro isole artificiali Java, KNSM, Borneo e Sporenburg  e visitata non più solo da architetti e urbanisti appassionati del moderno ma da un numero crescente di turisti, attirati anche da negozi di design, caffè e ristoranti. Un tempo il quartiere si trovava in un punto isolato, raggiungibile attra- verso una piccola diga; oggi ci si arriva facilmente a piedi o con il tram numero 26 dalla stazione centrale, meglio ancora con una bicicletta presa a noleggio nelle sedi VVV dell’ufficio del turismo. Nei mesi estivi la scialuppa Canal Hopper collega le diverse isole, con varie fermate.

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Abitazioni private nel Borneo

La prima struttura che incontriamo è il Muziekgebouwaan ‘t IJ, una sala concerti per la musica contemporanea a forma d’onda e rivestita in vetro, con una frequentata brasserie al pianterreno. Fra le principali attrazioni della Oostelijk Havengebied ci sono il Piet Heinkade e il Veemkade, un tempo zone mercantili con magazzini che accoglievano merci da tutto il mondo: qui oggi svettano grattacieli luminosi e non mancano spazi culturali e locali alla moda.

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L’Arcam di Amsterdam

L’isola di Java, a cui approdiamo attraverso lo Jan Schaeferbrug, rappresenta una versione moderna della rete dei canali realizzati ad Amsterdam nel ‘600. Il progetto fu completato nel 2000 sui disegni dell’architetto Sjoerd Soeters. Stretto e lungo, il quartiere è attraversato da una via centrale destinata alla circolazione in bici tra case popolari e villette tutte diverse tra loro, disegnate da diciannove giovani architetti: ogni abitazione ha in comune con le altre solo la larghezza della facciata (4,5 metri).

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CASE CUBO

La vicina isola di KNSM fu realizzata nel 1876 per conto della Società Reale Olandese e delle sue navi a vapore. Dal 1996, grazie al piano urbanistico di Jo Coenen, ospita complessi residenziali come il Piraeus (progettato dai tedeschi Hans Kollhoff e Christian Rapp) e il Barcelona (del belga Bruno Albert). Gli appassionati di design non potranno perdere il Loods 6, con negozi di moda e arredi.

La più spettacolare tra le architetture contemporanee della Oostelijk Havengebied si trova però sulla vicina penisola di Sporenburg: The Whale è un edificio a forma di balena progettato dallo studio Cie in modo da offrire ai residenti un’ottima esposizione al sole. La costruzione sembra quasi piegarsi in due, con i due lati sollevati rispetto al centro in modo che i piani inferiori vengano illuminati naturalmente anche quando il sole è basso. Ha invece la forma di un pitone il ponte rosso che unisce Sporenburg con la penisola del Borneo, dove alla Scheepstimmermanstraat gli abitanti hanno progettato le loro abitazioni (raggiungibili anche in barca) secondo alcuni criteri di bioedilizia, con l’aiuto degli architetti Adriaan Geuze, Wim Kloosterboer e Yushi Uehara.

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Costruito su progetto di Renzo Piano

A poca distanza dall’Oostelijk Havengebied non possiamo perdere una visita al Nemo. Progettato da Renzo Piano, lo spettacolare museo di scienze e tecnologie  il più grande in Olanda  è stato inaugurato nel 1997; ha la forma della prua di una nave che sembra uscire dall’acqua, mentre il colore è il verde del rame con cui è rivestito. La struttura si sviluppa su cinque piani e ospita mostre, rappresentazioni teatrali, proiezioni e seminari. Vicino al Nemo, l’Arcam è un centro di architettura con un approfondito spazio di documentazione in materia urbanistica, ospitato in un edificio dalle forme ricurve.

Per godere di una delle più interessanti novità della capitale olandese bisogna però attraversare il centro e arrivare ai canali storici. E’ qui che di recente è stato aperto il Grachtenhuis Museum, una raccolta di progetti, immagini d’epoca, piani di costruzione dei palazzi e delle case di questa caratteristica zona di Amsterdam. Ospitato in uno degli edifici più belli, il museo è punto di partenza per un viaggio fra quei canali che qualche anno fa sono stati riconosciuti dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Il percorso ha inizio con le palafitte su cui furono costruite le prime abitazioni e segue il corso delle strade e delle acque offrendo la possibilità di visite guidate e itinerari in barca. Nati nel XVII secolo, i canali furono realizzati in un breve periodo seguendo un unico disegno che collocò giardini e case signorili lungo le sponde. Dopo il completamento dell’Herengracht fu la volta di tre nuovi canali: il Keizersgracht (destinato a residenze altolocate), il Prinsengracht (che aggregava funzioni commerciali) e il Leidsegracht, nella zona più occidentale. D’estate ai grachten è dedicato anche un festival musicale con un cartellone ricco di eventi: que- st’anno è in programma dal 10 al 19 agosto.

Un altro luogo da non perdere è il nuovo Hermitage di Amsterdam, sede distaccata del famoso museo di San Pie- troburgo. Situato sulle rive dell’Amstel nei locali di una casa di cura ristrutturata dagli architetti degli studi Hans van Heeswijk e Merkx+Girod, l’Hermitage è un complesso multifunzionale di 9.000 metri quadrati, con due sale espositive, centro studi, auditorium, e servizi d’ogni genere. È visitabile anche il bel giardino interno, ricco di castagni secolari e piante di noce, riprogettato dall’architetto del paesaggio Michael van Gessel.

Un’altra nuova attrattiva per gli amanti dell’arte è nell’agenda di Amsterdam per il prossimo 23 settembre. Per quella data è stata ufficialmente annunciata la riapertura dopo lunghi lavori di un importante museo, lo Stedelijk. L’edificio storico progettato nel 1895 da Adriaan Willem Weissman è stato ripensato da Mels Crouwel: 10.000 metri quadrati di spazi espositivi per mostre di grande rilievo a due passi dalla Museumplein, dove si affacciano anche il Van Gogh Museum e lo storico Concertgebouw, una delle sale da concerto più importanti del mondo.

Infine, chi vuole entrare nello spirito di Amsterdam non può fare a meno di fare una tappa di tutt’altro genere ai bruine cafés, che devono il nome agli scuri arredi interni (effetto del tempo e del fumo); all’interno c’è sempre un cimelio storico gelosamente custodito ed è qui che si viene a bere una birra dopo la giornata di lavoro. È difficile stabilire quale di questi bar sia il più antico, perché sulle date non ci sono prove certe: ma sono almeno tre a con- tendersi il titolo, e sono il Chris (1624), il Druif (1629) e il Karpershoek (1629).

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Rotterdam di notte: sulla sinistra la struttura avveniristica dell’Erasmusbrug, il ponte progettato da Ben van Berkel

Ripartire da zero

Lasciamo Amsterdam e ci dirigiamo verso Rotterdam, un’altra città vocata all’architettura, con opere come il Museumpark di Rem Koolhaas, il World Port Centre progettato da Norman Foster, il KPN Telecom dello stesso Renzo Piano, il ponte Erasmo di UN Studio. Ma cominciamo dalle origini: quando nel lontano 1270 fu costruita una diga lungo il fiume Rotte si formò spontaneamente un villaggio di pescatori che qualche decennio più  tardi, nel 1340, si diede uno statuto comunale. Grazie alla pesca e al commercio il paese divenne ben presto una cit- tadina con tanto di banchine e zone per lo scarico delle merci; tra il 1866 e il 1872 fu creato un grande canale per unire il mare al fiume Maas.

Anche la piccola Delfshaven, da dove partirono i padri pellegrini verso l’America, divenne parte di Rotterdam. Fu allora che la città cominciò a essere il grande porto commerciale per cui è oggi conosciuta in tutto il mondo. Nel maggio 1940 la quasi totalità del centro cittadino fu rasa al suolo da massicci bombardamenti operati dai nazisti; alla fine della Seconda Guerra Mondiale gli abitanti s’impegnarono in un vasto programma di ricostruzione, con un’impronta moderna e ben visibile nelle architetture di questa città, oggi popolata da più di 600.000 persone. In memoria della rinascita possiamo ammirare, in “centro”, il Monumento alla Città Distrutta dell’artista bielorusso Ossip Zadkine (1890-1967): la statua è una figura senza cuore, e ancora oggi questa espressione è usata dagli abitanti per dire che a Rotterdam manca un centro, così come siamo abituati a conoscerlo nelle nostre città. Si dice che quando la scultura fu mostrata al pubblico si scoprì che al posto del cuore c’era il nido di una colomba.

«Ecco disse allora Zadkine – ora la statua è pronta». Era il 1953. In quello stesso anno nacque il Lijnbaan, strada pedonale per lo shopping che fu la prima a essere inaugurata in tutta Europa. Nel 1960 fu la volta della torre Euromast  progettata dall’architetto Huig Masskant al Parkhaven; di notte squarcia il buio con i suoi colori cangianti dal rosso al verde. Inizialmente era alta 101 metri, ma otto anni più tardi fu deciso di aumentare l’altezza di altri 85 metri realizzando lo Space Tower, completato nel 1970. Attraverso un ascensore ad alta velocità è possibile salire fino alla piattaforma a 100 metri d’altezza, che offre una vista spettacolare sul porto e dove si può fare una sosta golosa al ristorante Panorama (poteva forse chiamarsi diversamente?); per chi vuole salire più in alto c’è l’Euroscope, un ascensore rotante che si arrampica fino alla cima della costruzione.

Poiché varie attività portuali si trasferiscono, varie zone lungo il fiume Maas diventano appetibili per nuovi progetti di riqualificazione urbana. Il più originale è senza dubbio quello delle kubuswoningen (case cubo) di Piet Blom: situate nella zona del vecchio porto sono costituite da cubi inclinati di legno che poggiano su nuclei esagonali di calcestruzzo nel punto in cui s’incontrano l’ingresso e la  tromba delle scale. Al suo interno ogni casa cubo ha tre piani, quello di strada con cucina e soggiorno, quello celeste con le camere da letto e quello della capanna di foglie sotto il tetto. Dall’esterno le abitazioni sono ben riconoscibili per il colore giallo e per le loro strambe prospettive; in origine il progetto ne prevedeva cinquantacinque, ma alcuni acquirenti si ritirarono e ne furono realizzate solo trentotto. Lo spazio vacante fu occupato da Blom con una torre detta The Pencil, la matita.

Risale invece alla metà degli anni il grande Erasmusbrug, progettato dal famoso architetto Ben van Berkel di UN Studio. Lungo 802 metri e alto 139, questo spettacolare ponte intitolato al grande teologo e filosofo è stata ribat-tezzato “il cigno” per la forma della campata, composta da una serie di tiranti che gli donano una sagoma allungata. La struttura unisce il Rotterdam Zuid e il centro alla parte settentrionale della città, divisa dal fiume Maas; un’altra particolarità di questa grande opera è che dispone di un ponte levatoio di 89 metri (il più grande dell’Europa occidentale) per il passaggio delle navi più grosse. Con la realizzazione dell’Erasmus diverse aree del porto furono recuperate a fini residenziali e pubblici: il Kop van Zuid e il  Lloydkwartier sono un interessante esempio di questo ripensamento urbano. Il rapporto con l’acqua e il mare sono una costante di Rotterdam anche nell’offerta turistica; una novità in tal senso è lo Splash Tour, che permette ai visitatori di tuffarsi nelle acque del Maas grazie a un bus anfibio che si aggira fra le maggiori attrazioni cittadine prima d’immergersi nel fiume con i passeggeri a bordo.

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La Kunsthal, il museo d’arte contemporanea di Rotterdam.

Da non perdere per gli appassionati di architettura il Netherlands Architecture Institute, che impiega vari strumenti e metodi di comunicazione per raccontare le forme e gli spazi del vivere. Progettato da Jo Coenen si trova dal 1993 in un edificio di grande impatto visivo ai confini del Museumpark e vanta una grande collezione (18 chilometri di scaffali) di disegni, progetti, fotografie, libri e riviste. Chi ama l’arte contemporanea non potrà fare a meno di notare anche la Cascade, una scultura di 8 metri dell’atelier Van Lieshout. È composta da diciotto barili di poliestere da cui fuoriesce una poltiglia  dello stesso materiale  che forma figure umane. Si trova al Leuvehaven, non lontano dalla metropolitana, ed è un altro bell’esempio della vivacità di Rotterdam. Una città che continua a rinnovarsi, come mostrano le sue architetture. 

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