Monferrato: l’oro del Po

Scopriamo il Monferrato gironzolando con il camper intorno alle rive del Po: fra Valenza, Casale e Verrua Savoia si ha l’occasione di conoscere un territorio dove la tutela del paesaggio si accompagna alla conoscenza e al rispetto della cultura contadina.

Indice dell'itinerario

Il Monferrato è una terra di confine, quasi sospesa tra le dolci colline e la grande pianura. In mezzo, lento e sereno, scorre il più lungo fiume d’Italia. La striscia d’acqua è una cerniera tra due mondi diversi. Un rifugio di natura tra industrie e belle cittadine, un territorio in forte trasformazione dove la vocazione industriale lascia il passo, man mano, a un tessuto economico meno impattante; non bisogna dimenticare che questa è la terra dell’ex centrale nucleare di Trino Vercellese, la stessa terra della triste pagina dell’amianto.

Oggi, risanate queste ferite ma con la crisi economica che ricade anche sul settore aurifero di Valenza Po, ecco che la tutela della natura, la valorizzazione del paesaggio e della storia, la riscoperta delle architetture e dei sapori d’un tempo danno una nuova vocazione turistica a una zona che merita di essere meglio conosciuta. Chi ama abitar viaggiando dovrà perdonare la scarsità dei campeggi, l’ubicazione di alcune aree attrezzate in luoghi inadatti, una certa carenza d’indicazioni. Ma noi, dotati di spirito d’avventura e di adattamento, partiamo alla scoperta del Monferrato per i suoi straordinari valori paesaggistici ed enogastronomici.

Intorno al grande fiume /1

Le nubi e una sottile foschia attenuano i colori delle campagne intorno a Cella Monte
Le nubi e una sottile foschia attenuano i colori delle campagne intorno a Cella Monte

Lasciamo l’autostrada ad Alessandria e proseguiamo per Valenza Po. La cittadina è l’indiscussa capitale dell’oro: tanti artigiani operano in aziende più o meno note che si occupano di lavorazione aurea o di gemme preziose. Girando per il centro si notano soprattutto le opere di sicurezza e prevenzione che racchiudono in ricche gabbie molti edifici: a Palazzo Scalcabarozzi sarà realizzato il museo del gioiello, e nel frattempo non resta che suonare il campanello di qualche orafo e… provare a fare i conti col portafogli.

Ma Valenza Po è conosciuta anche per la sua garzaia, un luogo dove numerosi aironi nidificano tutti assieme. Già tutelata da un’importante riserva naturale regionale, è inserita nel Parco Fluviale del Po e dell’Orba, che proprio in città ha la sua sede amministrativa. Rimettendoci in marcia in direzione di Casale Monferrato e costeggiando la sponda destra del Po si giunge al Ponte di Valenza (su cui prosegue la vecchia SS494): attraversandolo si può raggiungere il centro visite della Cascina Belvedere, dove si possono incontrare alcuni guardaparco dediti ad aiutare i visitatori a percepire i valori del fiume e della sua natura. Riguadagnata la riva destra e attraversati i borghi di Bozzole, Rivalba e Valmacca, dove ci sono estesi pioppeti, giungiamo a Frassineto Po.

Si tratta di un bel paesetto, molto raccolto, dove ci sono numerose attrattive. Innanzitutto, nel piccolo giardino pubblico si trova una casa sugli alberi realizzata durante una recente kermesse di artisti di strada: una costruzione deliziosa, che farà venir voglia ai vostri figli – e magari anche a voi – di salirci. Ma la struttura che più ci attrae è il Centro di Interpretazione del Paesaggio del Po a Palazzo Mossi, un moderno spazio espositivo che ripercorre la storia del territorio. Vi sono riprodotte alcune ambientazioni reali, come una stanza alluvionata con tanto di calendario dell’epoca che riporta il segno del fango, altissimo. Fa impressione l’idea che questo fiume, apparentemente così placido, possa costituire una terribile forza di trasformazione del paesaggio e, purtroppo, anche di distruzione.

Nello stesso edificio si trova il Villaggio del Libro, un’iniziativa culturale tramite la quale è stato aperto il Booklet, il primo outlet dove trovare testi di difficile reperibilità a prezzi scontati: situato in Piazza Vittorio Veneto, è sistemato in una struttura che è stata precedentemente balera e discoteca. Una bella idea per ridare vita ai libri. È però necessario informarsi per tempo sulle date e gli orari d’apertura, limitati nei periodi di bassa stagione. Prima di andare via visitiamo la chiesa della Madonna degli Angeli, la parrocchiale di Sant’Ambrogio e San Giorgio e l’oratorio di San Rocco, e non ci facciamo mancare una capatina alla splendida residenza ducale dei Gonzaga: il Monferrato era stato affidato ai duchi mantovani da Carlo V d’Asburgo alla metà del ‘500.

Intorno al grande fiume /2

Casale Monferrato, la piazza dedicata a Giuseppe Mazzini
Casale Monferrato, la piazza dedicata a Giuseppe Mazzini

Riprendiamo il percorso sulla destra orografica del Po e ci ritroviamo in breve nella capitale del vecchio marchesato: Casale Monferrato è ricca di spunti per una sosta anche di più giorni. Le antichissime origini della città trovano eccezionali testimonianze nelle chiese e negli eleganti palazzi. La cattedrale e l’imponente Cittadella, i cui bastioni sono stati a guardia di Casale fin dal 1590, da sole varrebbero una visita. Ma ciò che lascia il segno sono la sinagoga e il Museo Ebraico: un’esperienza molto forte, un’immersione profonda in una cultura arcaica ma così vicina a noi. In città, è bene ricordarlo, sono rimasti pochissimi ebrei dopo la terribile stagione dell’ultima guerra e la tremenda persecuzione che portò con sé. Sempre in tema di musei, oltre al bel Museo Civico, merita attenzione l’interessante gipsoteca che raccoglie opere di gesso, marmo e bronzo dello scultore locale Leonardo Bistolfi, vissuto a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

Ma Casale è anche la patria dei famosi biscotti krumiri: oggi sono prodotti industrialmente e distribuiti in tutta Europa, ma c’è anche l’autentico discendente dell’inventore del premiato biscotto. E allora è da non perdere una tappa all’ottimo forno Rossi, subito a sinistra all’imbocco di Piazza Cavour. Il martedì e il venerdì, inoltre, in Piazza Castello c’è un mercato ambulante davvero notevole che invita all’acquisto. In città non manca un’efficiente copertura Wi-Fi gratuita per tutti, ma difficilmente si riesce ad approfittarne: c’è molto da vedere, e molto da assaggiare. A Casale, infatti, abbiamo gustato una cena a base di piatti della migliore cucina piemontese, con grande soddisfazione per il palato. Attraversiamo il fiume e proseguiamo sulla sponda sinistra, costeggiando Trino e Palazzolo Vercellese, per fermarci a Fontanetto Po.

Lungo la strada, nei pressi del cimitero, c’è un’area attrezzata per camper; proprio di fronte si trova l’antico mulino di San Giovanni, recuperato e perfettamente funzionante, occasione per riflettere sul tempo che passa e i mestieri che scompaiono. La struttura – che fa parte dell’Ecomuseo delle Terre d’Acqua – è l’unica riseria della provincia di Vercelli azionata con la forza motrice dell’acqua. L’attività produttiva è stata interrotta negli anni ’90, ma si può acquistare riso e farine del territorio; dall’alto del mulino si gode una bella vista sull’ansa del fiume. Per chi ama le due ruote, dal mulino si raggiunge una pista che porta al fiume e all’Isola Colonia, parte del percorso cicloturistico n. 2 che collega Trino, Palazzolo e Fontanetto Po: l’itinerario è privo di difficoltà e lungo complessivamente 8 chilometri. Da Fontanetto possiamo anche raggiungere la Riserva Naturale Speciale della Palude di San Genuario: situata nella pianura vercellese tra Crescentino e Livorno Ferraris, si estende per circa 400 ettari ed è di grande importanza soprattutto per gli uccelli: vi nidificano specie importanti fra cui l’airone rosso, il falco di palude, il tarabuso e il tarabusino.

Si tratta del recupero di vecchie vasche da pesca in un’area attrezzata per l’osservazione degli uccelli e la fotografia naturalistica: quando ci siamo stati noi era in fase di allestimento un capanno con cristallo d’osservazione grazie al quale restare nascosti. In questo modo, gli uccelli si avvicinano tanto da poter essere fotografati anche senza costose e ingombranti attrezzature professionali. La strada bianca per raggiungere la riserva si percorre con il camper senza particolari difficoltà, mentre con la caravan si viaggia meno agevolmente. Tornati a Fontanetto, se siamo in compagnia di piccoli turisti itineranti proseguiamo sino al Centro di Educazione Ambientale Cascina Rossa, con tanti giochi nella natura e lezioni di educazione ambientale da concordare con il parco o con gli operatori del centro. Da Crescentino attraversiamo nuovamente il Po per recarci alla fortezza sul fiume di Verrua Savoia.

Al momento della nostra visita fervevano i lavori di ristrutturazione della rocca, da cui si gode un incomparabile panorama sulle risaie del Vercellese e sulle prime colline del Monferrato. All’interno della fortezza, una lapide ricorda la resa del 9 aprile 1705 ai reggimenti di Francia e Spagna. “Nella notte dell’8, non avendo che viveri per il 9, feci saltare tutte le mine e mi rinchiusi nel Dongione”: le vibranti parole del comandante sabaudo fanno rivivere una storia fatta di assedi e di strenua resistenza, di dinastie regnanti e di povera gente che combatteva su entrambi i fronti.

A mezza quota

Dal Sacro Monte di Crea la vista spazia sui fertili campi dell’Astigiano
Dal Sacro Monte di Crea la vista spazia sui fertili campi dell’Astigiano

Da qui il paesaggio inizia a cambiare e le strade s’inerpicano sul gradino collinare del Monferrato. La zona, infatti, è un vero e proprio saliscendi tra colli e vallate che i locali chiamano bric e foss. Un territorio davvero adatto al turismo all’aria aperta, all’andar senza meta inseguendo una luce del tramonto o una strada particolarmente attraente.

Dalla fortezza di Verrua Savoia possiamo dirigerci verso la provinciale 590 e seguirla alla volta di Serralunga, dove visitiamo il Sacro Monte di Crea (i veicoli più ingombranti preferiranno passare da Ponzano, che presenta una strada d’accesso con meno strettoie). Progettato nel 1589, il grande complesso prevedeva quindici cappelle – oggi sono ventitré – con cinque romitori. Il santuario è invece di origine romanica; la chiesa intitolata a Maria Assunta fu ampliata nel XV e nel XVII secolo. Inserita nella lista del patrimonio mondiale redatta dall’Unesco, l’area permette di godere una bella vista sui coltivi circostanti. Un altro stupendo affaccio sulle colline del Monferrato si ha raggiungendo Ottiglio e la località Cave di Moleto, uno dei più bei borghi che abbiamo visitato.

Il borgo di Cave di Moleto
Il borgo di Cave di Moleto

Si tratta di un albergo diffuso con un ristorante; il proprietario produce vino e oltre a proporre numerose attività culturali è disponibile a ospitare i camper nella sua vasta proprietà. Da qui si può proseguire per Cella Monte, paese molto caratteristico e anch’esso situato in posizione panoramica: vi è stato realizzato l’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, un percorso nelle lavorazioni in pietra che arricchiscono questi bellissimi borghi.

Una delle attrattive principali dell’esposizione sono gli infernot, cantine ricavate nella roccia dove dimorano gli ottimi vini del Monferrato. Il tempo è tiranno, e prima di ripartire puntiamo su Altavilla Monferrato, dove c’è una delle più note grapperie del Piemonte; ma prima di salire al paese non bisogna dimenticare di fermarsi al bivio in frazione Cittadella, dove si trova un’originale collezione all’aria aperta di treni d’epoca. Il Museo dei Tramways a Vapore ed Elettrici testimonia l’importanza della stazione ferroviaria di Altavilla lungo la rete ferrata che collegava Casale Monferrato e Alessandria fra il 1880 e il 1936. Invece di salire sul treno, noi riprendiamo il camper e in cuor nostro lo ringraziamo per averci permesso di vivere un’esperienza di pleinair in un territorio poco conosciuto ma che ha tanto da offrire al turismo itinerante. 

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