Bella d'estate

La Corsica continua a rivelarsi una meta di sicuro interesse per la vacanza pleinair estiva, abbinando al richiamo delle acque cristalline la scoperta di città, tradizioni, siti archeologici. E di un entroterra che più verde non si può

Indice dell'itinerario

Gli antichi Greci l’avevano battezzata Kalliste, la più bella. E non a torto: la Corsica incanta per le baie solitarie di sabbia finissima, le montagne incappucciate di neve, le insenature dove l’acqua è così trasparente da apparire priva di consistenza. E poi ci sono le città e i borghi con architetture e monumenti, testimoni di un passato tormentato che ha visto arrivare qui Greci, Cartaginesi, Romani, Saraceni, subendo poi la dominazione pisana, genovese e francese. Non vi è perciò da stupirsi se gli abitanti abbiano preferito vivere nell’entroterra, al riparo dalle navi degli invasori. A controllo del territorio sulla costa c’era un sistema di torri di guardia e complessi architettonici anche imponenti, in genere arroccati in posizioni dominanti. Come la bastiglia, il castello fortificato che sovrasta Bastia, città fondata dai genovesi nella seconda metà del Trecento sulla costa nord-orientale: fu eretta dal governatore Lionello Lomellino sulla sommità di un promontorio da cui si potevano controllare gli spostamenti delle navi, la costa e le incursioni di Arrigo della Rocca, accanito oppositore alla dominazione genovese in Corsica.

All’ombra dei bastioni si sviluppò la Citadelle o Terra Nuova, un quartiere oggi ben restaurato, il cui fulcro è Place du Donjon. Merita una visita il Palazzo dei Governatori, che ospitò il Lomellino con il suo seguito di cavalieri e notabili; poi divenne una prigione, mentre oggi è sede del Musée d’Éthnographie Corse. Di fronte all’edificio s’incontra il Bar de la Citadelle, dalla cui terrazza si ha un’impareggiabile vista dell’antico Porto Cardo, ribattezzato Vieux Port (Porto Vecchio), con le abitazioni arroccate che guardano la marina. Da qui nelle giornate limpide lo sguardo si perde nel mare fino a scorgere la costa dell’Isola d’Elba. A torto Bastia è considerata una città di passaggio, dove si arriva e si parte con il traghetto: il centro storico conserva monumenti e scorci deliziosi. L’antica capitale dell’isola si può visitare a piedi partendo da Place Saint Nicolas, il salotto buono dove ci si può concedere un caffè seduti ai tavolini dei bistrot più gettonati del centro.

Bastia il porto
Bastia il porto

D’obbligo è una sosta alla storica Maison Mattei per gustare l’autentico Cap Corse: rosso, alcolico, leggermente amaro, questo celeberrimo aperitivo a base di chinino è stato creato dalla premiata ditta quasi un secolo e mezzo fa. La domenica mattina la piazza si anima per il mercatino delle pulci, adagiato all’ombra delle palme e della statua di Napoleone. Tutto l’anno si può approfittare per visitare le botteghe di specialità isolane, in particolare di formaggi e insaccati. Come il figatellu, una salsiccia di fegato di maiale sovente consumata cotta alla griglia. A sud della piazza s’incontrano due gioielli del Seicento: l’Oratoire de Saint Roch, con il bellissimo organo di noce finemente intarsiato e dorato, e l’Oratoire de l’Immaculée Conception. Sempre nel cuore del centro storico merita una visita anche la chiesa di Saint Jean Baptiste, con i due slanciati campanili affacciati sul porto vecchio.

Nonza e Saint Florent

Saint Florent
Saint Florent

A nord di Bastia si estende Cap Corse, o “il dito” come viene comunemente chiamata la lunga e stretta penisola protesa verso la Liguria: la strada costiera che ne effettua il periplo è spettacolare ma decisamente stretta e tortuosa, in particolare nel versante occidentale, e a nostro avviso sconsigliabile ai camper. Vale tuttavia la pena visitare almeno Nonza, caratteristica località adagiata all’inizio del versante ovest di Cap Corse. Per raggiungerla seguire la D81 in direzione ovest, dopo Palazzo deviare sulla destra verso nord e quindi procedere per la D80 fino a Nonza (circa 35 chilometri da Bastia). Abbarbicato su un ardito sperone di roccia, l’abitato comprende un nucleo di case costruite completamente in pietra. Dello stesso materiale è anche l’ardita torre di guardia, eretta da Pasquale Paoli nella seconda metà del Settecento. Dall’alto si ha una piacevole vista della spiaggia nera, formata dai residui di una miniera di amianto, e di una chiesa dedicata a Santa Giulia, patrona dell’isola; qui, nel V secolo, la martire sarebbe stata torturata e crocifissa per non aver accettato di partecipare ai riti pagani voluti dal mercante siriano che l’aveva acquistata come schiava.

Al limite sud-occidentale di Cap Corse merita una visita anche Saint Florent: sede vescovile fino al 1790, oggi è un borgo affacciato sul mare e dominato da colline. Ci si può limitare alla visita del porticciolo e dei piacevoli locali del centro storico, oppure si può scegliere di affrontare una bella passeggiata lungo la Côte des Agriates. In circa tre ore si raggiunge la Torre Mortella, da cui si può proseguire a Plage de Loto nel Desert des Agriates, una vasta e suggestiva area non antropizzata che si caratterizza per le distese di rocce e prati.

Un entroterra tutto verde

Corte è una tappa d'obbligo per le escursioni nell'entroterra
Corte è una tappa d’obbligo per le escursioni nell’entroterra

Altra meta ambita dagli appassionati di trekking è Corte, situata nel cuore dell’isola a circa 70 chilometri da Bastia; la via più breve e agevole per raggiungerla è la N193, che dopo aver percorso un tratto di costa s’insinua all’interno. Lambito dai fiumi Tavignano e Restonica, anche il centro storico di quest’abitato appare arroccato su un dirupo su cui troneggia la Citadelle, una fortificazione del XV e XVIII secolo ben visibile anche da lontano. Dal 1997 ospita il Musée de la Corse, con una sezione dedicata ai pastori e al mondo contadino e un’altra sulla società corsa contemporanea, con rifermenti all’industria e al turismo.

La via principale, Corso Pasquale Paoli, è dedicata al babbu di a Patria che formò il primo governo democratico nella seconda metà del Settecento. Promotore dell’indipendenza e della neonata nazione corsa, Paoli fondò la prima stamperia e la prima Università della Corsica (oggi ospita oltre quattromila studenti). Corte è apprezzata soprattutto dagli amanti della wilderness, situata com’è nel cuore del Parco Regionale Naturale della Corsica. E’ l’anima selvaggia dell’isola, quella descritta nell’Ottocento da Guy de Maupassant: “Nel chiarore incerto del giorno che sorge, una massa grigia appare lontana sull’acqua. Essa ingrandisce, come uscendo dai flutti, si definisce, indugia stranamente sul blu nascente dal cielo. Si distingue infine una successione di montagne ripide, selvagge, aride, dalle forme dure, con creste acute, dalle cime slanciate…”. Montagne alte e severe, dove la neve indugia a sciogliersi dai canaloni poco battuti dal sole e sulle cime del Monte Cinto (2.707 m) e del Monte Rotondo (2.625 m), massimi rilievi dell’isola. Un mondo di gole profonde solcate da torrenti impetuosi frequentati dagli appassionati di canyoning, ma anche di rassicuranti e fresche foreste di pini alti oltre 40 metri. All’interno dei circa 350.000 ettari dell’area protetta si possono avvistare cinghiali, volpi, cervi, mufloni e anche il gipeto, il più grande degli avvoltoi europei.

Istituito nel maggio del 1972 il parco occupa circa il quaranta per cento dell’isola e interessa ben 145 comuni; un enorme polmone verde attraversato dal Gran Randonnée o GR20, un paradiso per gli appassionati di escursionismo che possono optare per gite di poche ore o uscite di un’intera giornata. Quelle della frequentata Val de la Restonica iniziano dal parcheggio sito in località Bergeries de Grotelle, a 15 chilometri da Corte. In circa un’ora di cammino si raggiunge il laghetto glaciale Lac de Melo (per escursionisti esperti, presenta un breve tratto attrezzato con catene e alcuni gradini ed è sconsigliato a chi soffre di vertigini), mentre una bella cascata è visibile già dal parcheggio.

Da Aleria a Bonifacio

Museo Dipartimentale Carcopino di Aleriaì
Museo Dipartimentale Carcopino di Aleriaì

L’aspetto più spettacolare del parco – e della Corsica in genere – è che nell’arco di poche ore si può passare dalla gita in montagna al mare. Ad esempio Aleria, sulla costa orientale, dista solo una cinquantina di chilometri da Corte (seguire la N200). I Romani occuparono la Corsica durante la guerra punica nel 259 a.C.; affacciata sul Tirreno, dunque in posizione strategica, Aleria divenne capitale amministrativa dell’isola fino all’arrivo dei Vandali nel 420 d.C. Oggi merita una sosta per il Musée d’Archeologie Jérome Carcopino, all’interno del Forte di Matra, che ospita notevoli reperti ellenici, etruschi e naturalmente romani, per lo più portati alla luce nel territorio; tra i più importanti spiccano una coppa zoomorfa riproducente la testa di un cane, alcune anfore in bronzo e un piatto che raffigura un elefante. Da Aleria la strada costiera si spinge verso sud, fino a Solenzara e a Porto Vecchio, “uno dei porti più illustri d’Europa”, secondo lo scrittore scozzese James Boswell. A nord del porto vi è un parcheggio a pagamento su sterrato, mentre nella città vecchia si può utilizzare il parcheggio di Santa Catalina (Saint Catherine). Oltre alla marina e alla cittadella, dove è piacevole intrattenersi per una passeggiata, meritano una visita alcune spiagge belle ma piuttosto frequentate come quella di Palombaggia, a 3 chilometri dopo l’abitato di Piccovaggia) (per le escursioni costiere e marine tra Portovecchio e Bonifacio si veda il servizio seguente).

Porto Vecchio Bijouterie Robbez Massonì
Porto Vecchio Bijouterie Robbez Massonì

Continuando lungo la scorrevole strada costiera si arriva a una delle mete più caratteristiche dell’intera Corsica. Fondata dai Genovesi nel XV secolo sulla punta più meridionale dell’isola (98 chilometri da Aleria), la città di Bonifacio è costruita su una sorta di fiordo in pietra calcarea bianca dalle spettacolari pareti a picco. La città vecchia è deliziosa e ben conservata, anche se ristoranti e botteghe affacciati sulla marina ribollono di turisti vocianti. Per stradine e caratteristiche viuzze si risale alla città alta e alle fortificazioni da cui si ha una vista straordinaria sulla costa e sul porto. Visitata la chiesa gotica di Saint Dominique e scesi dal Torrione alla costa lungo i 187 gradini dell’Escalier du Roi d’Aragon (accessibile da giugno a settembre tutti i giorni dalle 11 alle 17.30) si può fare un’escursione alle Isole Lavezzi, dove la fregata francese Semillante naufragò il 15 febbraio del 1855: è il paradiso dei subacquei che ambiscono a nuotare al fianco di cernie e di corvine.

Da Bonifacio la N196 prima segue la costa, poi s’inoltra nell’entroterra fino a Sartène (ci vogliono 52 chilometri), conosciuta soprattutto per u Catenacciu, il più antico rito del Venerdì Santo dell’isola. Protagonista è il Gran Penitente, che indossa una tunica rossa e il cappuccio; con i piedi incatenati procede lungo le strade della città illuminate dalle candele, trascinando con sé una croce di legno pesante una trentina di chili. Il suo faticoso e lento pellegrinaggio inizia dalla settecentesca chiesa di Santa Maria e termina dopo almeno tre ore in Piazza Porta; la croce e le catene usate durante la cerimonia sono esposte in modo permanente all’interno della chiesa stessa. A due chilometri da Sartène c’è uno dei più interessanti complessi megalitici dell’isola, quello degli allineamenti di Palaggiu.

A casa di Napoleone

Filitosa il sito archeologico
Filitosa il sito archeologico

Ripresa la N196 si raggiunge Propriano e il vicino abitato di Olmeto; poco dopo quest’ultimo conviene deviare sulla sinistra per Sollacaro e per il sito preistorico di Filitosa, nella florida Valle del Taravo. La storia del più importante sito archeologico della Corsica è millenaria, eppure i preistorici menhir sono stati scoperti casualmente dal proprietario del terreno, Charles Antoine Cesari, solo nel 1948. Molti di loro sono alti anche più di due metri: alcuni sono semplici stele, altri sembrano avere sembianze antropomorfe. Secondo l’archeologo Roger Grosjean rappresenterebbero i lineamenti dei Torreani, nemici giunti a Porto Vecchio dal Mediterraneo attorno al 1700 a.C. La maggior parte degli studiosi la pensa diversamente e ritiene si tratti di monumenti eretti in memoria di capi guerrieri forse caduti in guerra. Filitosa V, di oltre due tonnellate, mostra lineamenti umani e la sagoma di un pugnale; circondati dal verde i menhir Filitosa VIII e Filitosa IX sono i più imponenti dell’area archeologica. Nel sito si possono ammirare anche alcune torri coniche erette dai Torreani, probabilmente usate come luogo di culto.

Ci sono diversi siti archeologici enigmatici in Corsica, tra questi il Casteddu di Cucuruzzu, dove sono visibili i resti di un edificio torreano databile intorno al 1.400 a.C. Si trova ad alcuni chilometri da Levie, un borgo adagiato nel cuore dell’isola, e sorge ai margini di una foresta da favola, punteggiata da tondeggianti massi di granito coperti di soffice muschio. Il sito comprende una torre di pietra, già abitata da agricoltori nell’Età del Bronzo. Da Filitosa, andando verso nord lungo la N196, dopo circa 65 chilometri si arriva ad Ajaccio.

La visita della città che diede i natali a Napoleone Bonaparte può cominciare proprio dalla sua casa, in Rue Saint Charles: ospita busti del condottiero, lettere, armi, documenti e la stanza dell’alcova. Poco lontano si trova la barocca cattedrale di Notre- Dame de l’Assomption, dove il Bonaparte fu battezzato il 21 luglio del 1771; notevole è il policromo altare donato da Elena Baciocchi, sorella dell’imperatore. Meritano una visita anche la cappella gesuita di Saint Erasme, protettore dei pescatori (al suo interno diversi modellini di navi) e la pinacoteca Fesch: la collezione, disposta su più piani, comprende cimeli napoleonici e dipinti straordinari, anche di artisti italiani, come la Madonna col Bambino e angelo del Botticelli.

Prima di riprendere la N193 diretta a Corte (84 chilometri) e poi alla costa orientale e a Bastia (altri 70) conviene raggiungere la Tour de la Parata, a ovest della città. Si può farlo anche a piedi per il Sentiero delle Creste, privo di difficoltà (partenza dalla località Bois des Anglais). Si estende attraverso la macchia, su un tracciato ben marcato parallelo al litorale, con punti molto panoramici sulla baia di Ajaccio e sul litorale. Dopo tre ore di cammino si arriva alla torre, affacciata verso le selvagge e rocciose Îles Sanguinaries, le cui sagome scure contrastano con il rosso acceso del sole che tramonta: è l’ultima immagine della costa occidentale che ci accompagna prima di concludere il nostro itinerario fra la costa e l’entroterra di quest’affascinante isola dai tanti volti, dove non mancherà l’occasione per ritornare. 

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