Austria: Wipptal, l’altro Tirolo

A trenta chilometri da Innsbruck – e a molti meno dal confine italiano – la Wipptal è meta di un turismo invernale dolce e attivo allo stesso tempo: pochi impianti di risalita, tante possibilità di avventurarsi con le racchette o gli sci fra nevi incontaminate.

Indice dell'itinerario

“La valle di Gschnitz è talmente nascosta e trascurata che molte carte non la segnalano neppure, e la lunga e bellissima Gschnitztal Loipe che la percorre da un capo all’altro per ben 26 chilometri di lunghezza non è indicata neppure sulle documentazioni più aggiornate e specialistiche”. Così scriveva nel 2001 Giorgio Ciancio, autore di indimenticabili reportage all’insegna dell’abitar viaggiando sulle pagine di PleinAir.

La passeggiata con le racchette da neve ai margini della splendida pista per il fondo Maria Waldrast
La passeggiata con le racchette da neve ai margini della splendida pista per il fondo Maria Waldrast

A distanza di dodici anni siamo tornati in questa e altre valli minori della Wipptal, tutte a un tiro di schioppo dal Brennero, trovando una situazione che in parte smentisce e in parte conferma tali affermazioni. Anziché “nascosto e trascurato”, il territorio ci è apparso facilmente raggiungibile e adeguatamente segnalato nella cartografia distribuita (gratuitamente) dagli uffici di informazione turistica locali. Ma è ancora evidente che qui, oggi come un decennio fa, l’industria degli impianti di risalita non ha trovato grandi motivi d’interesse e il fascino di vallate, montagne e piccoli borghi si è conservato intatto. Insomma un’area perfetta per chi cerca il silenzio della montagna invernale in luoghi poco battuti dal turismo di massa: adatta quindi agli amanti delle racchette da neve e dello scialpinismo, sport che qui possono contare su una straordinaria varietà di percorsi e sono praticabili mediamente da dicembre a maggio.

Se le passeggiate con le ciaspole ai piedi sono alla portata di tutti, sbaglia chi ritiene che la seconda attività sia riservata esclusivamente a coloro che vantano una notevole preparazione fisica e ottime abilità sciatorie: lo scialpinismo può essere praticato con soddisfazione anche da persone non particolarmente esperte, purché capaci di sciare e con un minimo di allenamento per affrontare le salita con le pelli e portare sulle spalle l’attrezzatura necessaria.

L’ascesa al Nösslachjoch e la croce di vetta
L’ascesa al Nösslachjoch e la croce di vetta

E non c’è dubbio che dopo aver conquistato con fatica la vetta e ammirato il panorama, aprirsi la via di discesa sul manto di neve intatto è un’esperienza gratificante come poche. Naturalmente è buona regola per i principianti farsi accompagnare da una guida che, oltre a scegliere l’itinerario più adatto, ha un’adeguata conoscenza della montagna invernale e dei suoi rischi, in particolare quelli legati alle condizioni della neve e al rischio valanghe.

E se in varie località dell’arco alpino sono sempre più frequenti le escursioni guidate di “ski touring” su percorsi facili, con dislivelli contenuti in salita e discese non eccessivamente ripide, in questo angolo del Tirolo è persino possibile noleggiare l’attrezzatura completa. Nomi come Obernbergtal, Schmirntal e Valsertal sono ormai ben noti agli appassionati di questa attività: l’offerta varia da facili tour con 700 metri di dislivello ad altri più impegnativi che richiedono salite di oltre 1.000 metri con le pelli sotto gli sci. Ecco il resoconto di tre giornate trascorse sui monti innevati della Wipptal.

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Da Nösslachjoch a Maria Waldrast

L’arrivo in vetta al Vennspitze
L’arrivo in vetta al Vennspitze

Primo giorno: Nösslachjoch (900 m, 2 ore e mezzo)

Una classica scialpinistica, facile e assai piacevole, che conduce ai 2.231 metri di quota del Nösslachjoch, da cui si gode una splendida vista panoramica che va dalla Gschnitztal alla Schmirntal e alla Valsertal. Si lascia il veicolo nel parcheggio a Steinach am Brenner, dopo l’uscita Nösslach, e si sale seguendo per un tratto la pista dedicata agli slittini fino al Rifugio Nösslachhütte. Poi si procede costeggiando le piste dell’area sciistica Bergeralm e quindi si sale sui pianori fino alla vetta; si può scendere dallo stesso percorso di andata oppure tenendosi al di sopra dei margini del bosco. Da non perdere, al termine dell’escursione, una tappa al Nösslach Hütte per una meritata Radler.

Il santuario di Maria Waldrast
Il santuario di Maria Waldrast

Secondo giorno: Vennspitze (820 m, due ore e mezzo)

Il versante settentrionale del Vennspitze offre ottime condizioni di innevamento fino alla tarda primavera, e la salita viene premiata da una facile ed entusiasmante discesa tra larghi pendii. Per arrivare al punto di partenza, si percorre la Valsertal fino a imboccare sulla destra la strada che porta al Berggasthof Steckholzer. Da qui, una volta parcheggiato, si segue la segnaletica gialla salendo per il prato, passando a destra su un ponticello e attraversando un altro grande prato. Si prosegue sempre dritti fino a incrociare la strada forestale. Alla fine della fascia priva di vegetazione si procede in diagonale verso sinistra, per poi salire in maggiore pendenza alla piana sovrastante. Ormai in vista della vetta, si risale un avvallamento fino alla cresta tra il Padauner Berg (a destra) e la Vennspitze (a sinistra). Da qui, a seconda dell’innevamento, si raggiunge la croce di vetta (a 2.390 metri di quota) con diagonale da sotto la cresta o lungo la stessa. Si scende per la via di salita; tornati al punto di partenza, ci si può fermare al rifugio Berggasthof Steckholzer, che – oltre a una proporre saporita ristorazione a base di piatti tirolesi – offre la possibilità di pernottare in un ambiente caratteristico e assai curato.

Il santuario di Maria Waldrast
Il santuario di Maria Waldrast

Terzo giorno: verso Maria Waldrast

Per chiudere in bellezza un soggiorno breve ma intenso nella Wipptal ci si può dedicare a un’escursione con le ciaspole nelle vicinanze di Matrei am Brenner verso il santuario di Maria Waldrast, un complesso monastico appartenente all’ordine dei Servi di Maria situato a 1.641 metri di quota. È un luogo di grande devozione popolare, come dimostrano gli ex voto raccolti all’interno e la grande quantità di fedeli che si recano alla fontana posta di fronte alla chiesa, alle cui acque sono attribuite miracolose proprietà terapeutiche. Una volta arrivati lassù e aver assaporato la cucina dell’annesso rifugio gestito dagli stessi monaci ci attende un’altra piacevole discesa: questa volta in sella a uno slittino, seguendo la pista riservata che in pochi entusiasmanti minuti riporta al fondovalle. 

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