Alsazia, brindisi e pedali

Se cercate una meta ideale per l’abbinata camper più bici, anche con la famiglia al seguito, l’Alsazia è il posto che fa per voi, unendo alla ricca offerta di strutture per il pleinair centinaia di chilometri di percorsi ciclabili che si snodano fra borghi medioevali e vigneti.

Indice dell'itinerario

Una terra di vigne e villaggi medioevali dall’impronta culturale tedesca – basta leggere i toponimi per rendersene conto – eppure siamo in Francia, nella regione orientale dell’Alsazia. Tra case a graticcio, sapori contadini e ottimi vini qui c’è spazio per passeggiate e lunghe escursioni in bici, tanto è ricca la regione di percorsi ciclabili segnalati. Da qualche mese, ad esempio, nel cuore di questo territorio c’è la Véloroute du Vignobles d’Alsace, quasi 140 chilometri di itinerari tra le vigne con punti di noleggio, scambio e assistenza tecnica. Il sentiero dei vignaioli incrocia altri itinéraires à vélo per un impressionante totale di 2.000 chilometri di percorsi ciclabili nella regione.

Un punto d’osservazione letteralmente incorniciato fra i vigneti di Hunawihr
Un punto d’osservazione letteralmente incorniciato fra i vigneti di Hunawihr

Durante l’anno sono organizzati eventi e gare: tra le più originali c’è lo Slow Up, una manifestazione enoturistica che prevede la chiusura al traffico di un tratto di viabilità per un’intera giornata, riservando la strada a ciclisti, pedoni e pattinatori che si divertono a degustare i vini ascoltando buona musica. E per chi ha figli piccoli, lungo il percorso sono organizzati momenti ricreativi per consentire ai grandi di godere l’evento senza il bisogno di avere mille occhi. A piedi, in bici o in camper l’Alsazia è da scoprire di villaggio in villaggio.

Come prima tappa ci siamo fermati a Ottrott, un grazioso paese da tenere in considerazione per il castello, il parco (dove è gradita un’offerta per la manutenzione) e la cappella romanica di San Nicola. Si trova ad appena 4 chilometri da Obernai, altra cittadina d’origine medioevale circoscritta da un chilometro e mezzo di antiche mura in buono stato di conservazione, affiancate da un tracciato percorribile a piedi. I vicoli tra le case a graticcio – costruite fra il ‘400 e il ‘600 – ci conducono sulla Place du Marché e alla fontana di Sainte Odile, dedicata alla ragazza nata cieca, rinnegata dalla nobile famiglia e miracolata al momento del battesimo. Relegata dal padre a vivere in una fortezza, Odile la fece diventare un’abbazia che oggi, pur se trasformata in albergo, è meta di pellegrinaggio non distante dal paese.

uno scorcio del centro di Obernai
uno scorcio del centro di Obernai

Un’altra attrazione di Obernai è l’antica torre del Beffroi, un tempo usata per l’avvistamento degli incendi; ai suoi piedi si trovano i resti della cappella romanica della Vergine, in arenaria rosa. Sullo sfondo della piazza, invece, un vecchio granaio con la campanella ogni giovedì mattina annuncia l’apertura del mercato, ottimo riferimento per l’acquisto di frutta, verdura, piante e casalinghi. Merita una visita anche la chiesa neogotica intitolata ai santi Pietro e Paolo, nei paraggi.

La sosta successiva è a Mittelbergheim, uno splendido borgo dove la cantina Albert Seltz, fondata nel 1576, produce vini da vitigni in purezza: Sylvaner, Gewurztraminer, Riesling, Pinot grigio, bianco e nero, l’unico rosso dell’Alsazia. Prima della degustazione facciamo un giro tra le botti e le originali sculture dell’artista contemporaneo Jean-Paul Douziech, esposte in cantina.

la cantina di Albert Seltz
la cantina di Albert Seltz

Altri venti minuti di strada e facciamo tappa a Châtenois per una visita alla chiesa di Saint George (1759), dalla colorata guglia in ceramica rossa e verde. Al suo interno un organo Silbermann del 1765, una croce processionale decorata con perle (anche questa del XVIII secolo) e tavole dipinte a rilievo policromo risalenti al ‘500. Bello anche il villaggio medioevale, con i resti delle mura sormontate da una casa a graticcio sul cui tetto spiovente riposa una cicogna nel suo nido, in prossimità dell’antica porta.

Il villaggio di Châtenois
Il villaggio di Châtenois

A una manciata di chilometri, sopra Orschwiller, svetta il castello di Haut-Koenigsbourg, costruito per volontà di Federico II di Svevia nel 1114 e restaurato all’inizio del ‘900: nel 1936 Jean Renoir vi girò alcune scene de La Grande Illusion, capolavoro del cinema francese. Nella vicina Saint-Hippolyte, oltre alla chiesa omonima dall’elegante campanile, un piccolo museo della viticoltura custodisce vecchi strumenti di lavoro ricordandoci la vocazione di questa terra. Lo Château des Wurtemberg-Montbéliard, del 1540, accoglie invece a Riquewihr un museo di storia delle poste e comunicazioni in Alsazia, ricostruendone l’evoluzione nei secoli con tante curiosità, ad esempio una collezione di diligenze con cui venivano distribuiti i dispacci.

Bergheim
Bergheim

Bello anche il borgo di Bergheim, circondato da una doppia cinta muraria a cui si accede dalla porta trecentesca sotto la torre. Tra le sue attrazioni valgono la sosta la parrocchiale gotica e la sinagoga, costruita nel 1863 quando gli ebrei costituivano oltre un decimo della popolazione. In paese proviamo La Cour du Bailli, un ristorante tipico dove assaggiare la tarte flambée alsaziana, una specie di pizza con formaggio, bacon e cipolla, molto popolare. Una gustosa alternativa è proseguire fino a Illhaeusern per l’Auberge de I’Ill, il ristorante dello chef Marc Hauberlin, alla quarta generazione nell’attività familiare. Insignito delle tre stelle dalla guida Michelin, propone una cucina tradizionale rivisitata. Qualche esempio? La tartare di branzino con ostriche e Champagne, gelatina di cetriolo e gelato al caviale Petrossian; oppure la mousse di luccio ripiena di cosce di rana, con spinaci, erba cipollina e salsa al Riesling. Si tratta di un’esperienza assai costosa, ma la qualità delle proposte è davvero magistrale.

In una decina di minuti raggiungiamo Ribeauvillé, con un’antica torre civica e tre castelli in posizione dominante costruiti come le mura urbane tra l’XI e il XV secolo: un’escursione di circa tre ore consente di spostarsi fra un maniero e l’altro. Al centro del paese, invece, troviamo Marco Wilmann e la moglie Marianne, produttori artigianali di foie gras che si forniscono di materia prima da allevatori selezionati e preparano un delicato paté di fegato d’oca e uno più selvatico e aromatico, a base di fegato d’anatra.

una cicloturista fra le viti di Orschwiller
una cicloturista fra le viti di Orschwiller

Proseguiamo in direzione di Colmar, a meno di 15 chilometri, attraversando il paesaggio di colline e vigneti di Hunawihr. In città ci aspetta Jacky Quesnot, uno dei quattro affinatori di formaggi autorizzati di tutta l’Alsazia, per proporci una scelta fra trecento specialità non solo regionali nella sua Fromagerie Saint Nicolas e sul banco del mercato coperto. Fatta un’adeguata scorta, Colmar invita a una passeggiata nel bel centro storico tra case a graticcio e di legno come l’Ancienne Douane, del 1480, nella piazza omonima. C’è il pittoresco quartiere della Petite Venise, con le case sull’acqua, ed è interessante una visita al Musée d’Unterlinden, una bella collezione d’arte sacra situata nell’edificio che ospitò il monastero delle suore domenicane.

un momento di una gita enoturistica nei pressi di Saint-Hippolyte
un momento di una gita enoturistica nei pressi di Saint-Hippolyte

Profuma invece d’antico la vicina Kaysersberg (collina dell’imperatore), un borgo di tremila abitanti appartenuto a Federico II di Svevia: il maniero e la cima di un grande torrione cilindrico, raggiungibile salendo un centinaio di scalini, ci regalano un bel panorama sul villaggio tra le vigne. A un paio di chilometri, inoltre, si trova il castello medioevale di Kientzheim, oggi di proprietà della Confrérie Saint Etienne d’Alsace, la più antica confraternita del vino in Francia. Nella struttura, spesso affittata per cerimonie e matrimoni – scopriamo un piccolo museo vinicolo e le cantine dove sono custodite ben sessantamila bottiglie di vino con il logo del concorso enologico della Confrérie, dal 1947 a oggi.

La tappa successiva è al Domaine Klur di Katzenthal (valle dei gatti), originale realtà enoturistica di Clément e Francine Klur che producono vini biologici e biodinamici: ventiquattro etichette di cui due selezioni di uve diverse e uno spumante crémant, cioè rifermentato in bottiglia. A soli dieci minuti di strada, a Wettolsheim, c’è Albert Mann, cantina dell’anno 2013 in Francia. La gestione è familiare, le coltivazioni rispettano i criteri dell’agricoltura biologica e i vini sono di grande qualità.

La Place du Châteaux di Eguisheim
La Place du Châteaux di Eguisheim

Ma la meta conclusiva del viaggio è tutta in bellezza: Eguisheim, un villaggio fiabesco racchiuso da stradine ad anello con le case a graticcio, diverse delle quali ospitano bed&breakfast. Questo affascinante borgo è noto per un importante mercatino di Natale e per le attrazioni culturali e religiose, tra le quali spicca la chiesa dei santi Pietro e Paolo con il campanile del XIII secolo: al suo interno ammiriamo pregevoli bassorilievi policromi. Eguisheim è nota anche per aver dato i natali a un papa, Leone IX (1002- 1054), ricordato da una cappella ottocentesca e dalla fontana in Place du Châteaux. Infine, due suggerimenti gastronomici: assaggiato il bretzel – un morbido pane intrecciato e spolverato di sale – della Boulangerie Marx non vi fate mancare un pranzo tipico all’Auberge du Rempart, caratteristica taverna situata davanti a una bella fontana. I sapori sono quelli alsaziani: la tarte flambée e la choucroute sono un bell’invito a sedersi a tavola. 

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