Verde liquido

L'house boat, sorta di camper galleggiante che si muove più lentamente di una bicicletta, è un veicolo assai comune lungo le vie d'acqua irlandesi: fiumi e canali dove si vive un pleinair allo stato puro

Indice dell'itinerario

La filosofia dell’abitar viaggiando trova nelle house boat la sua dimensione più naturale. Se sulle strade bisogna sopportare l’automobilista maleducato che strombazza e chiede strada oppure fare continuamente attenzione alle curve insidiose che le strade rurali comportano, in questi battelli sperimenterete il vero relax, dovendo al massimo preoccuparvi, all’avvicinarsi di una chiusa, di come attraversarla. In questo caso il gioco di squadra, se siete in compagnia di amici, renderà il viaggio ancora più divertente. Navigando lentamente si ha modo di assaporare il paesaggio verde e ondulato dell’Irlanda, punteggiato di pecore e cavalli, oppure di pescare o ancora di ammirare cigni, aironi e anatre, compagni di viaggio fedelissimi. Anche i bambini si divertiranno a provare l’ebbrezza di guidare l’imbarcazione o ad azionare una chiusa; e gli ampi spazi delle house boat consentono loro di giocare e riposarsi. Inoltre si possono trasportare sul tetto della barca delle biciclette che torneranno utili per spostarsi a terra quando ormeggerete.
Oltre allo Shannon, il principale fiume irlandese, ottime possibilità per una vacanza rilassante, lasciando magari per qualche giorno i tradizionali veicoli terrestri, sono offerte dal Grand Canal e dal Barrow, il secondo fiume del paese, a sud di Dublino. Se provenite da Rosslare o Cork, dove avete traghettato il camper dalla Francia, dirigetevi senza esitazione verso il fiume, mentre in provenienza dall’Inghilterra arriverete a Dublino, da dove parte il Grand Canal. Non conviene iniziare la navigazione dalla capitale: troppe chiuse e un paesaggio non esaltante nell’immediata periferia vi rovinerebbero la magia del viaggio. Una buona base di partenza è un piccolo paese, Vicarstown, che si trova sul canale, nel ramo che collega la capitale alla cittadina di Athy. Questo ramo del Grand Canal venne aperto nel 1791 e diede un grande impulso al commercio con Athy: ogni mattina all’alba partivano imbarcazioni trainate da cavalli che in 13 ore raggiungevano Dublino. Il canale è stato usato per trasportare merci fino a metà ‘900, ma l’apertura della ferrovia nel 1846 lo rese ben presto inutile per il trasporto dei passeggeri. A Vicarstown, poche case e un pub proprio sul canale, Jim Crean e il figlio Philip hanno avviato qualche anno fa una piccola impresa di noleggio di house boat. Un hobby di famiglia, visto che i Crean si dedicano nel tempo libero alla costruzione di una nuova imbarcazione. Fatevi spiegare come condurre e ormeggiare la barca, se non avete esperienze precedenti, e poi iniziate l’avventura. Fino ad Athy, dove la navigazione prosegue sul Barrow, avrete modo di familiarizzare con il mezzo, facendo attenzione alle alghe che, soprattutto d’estate, possono ostacolare il movimento dell’elica obbligando a fermarsi per liberarsene.
Arrivando ad Athy, incontrerete le prime chiuse, ma non preoccupatevi perché l’addetto è una persona deliziosa che si prende cura dei naviganti in erba come se fossero suoi figli. La cittadina è stata messa a ferro e fuoco più volte nel corso dei secoli ma conserva ancora il cinquecentesco castello di White. Vi potrete fare provviste e riprendere la navigazione verso Carlow. All’altezza della chiusa di Levitstown si trovano le rovine di un mulino. Qui si lavorava il malto che veniva poi trasportato via canale a Dublino per produrre la mitica Guinness. All’altezza dell’ottocentesco ponte di Maganey si può attraccare per una pinta al vicino pub oppure per passare la notte: proprio qui si svolsero attorno al 1640 storiche battaglie tra irlandesi e inglesi. Il sentiero che corre parallelo al fiume invita a fare una passeggiata. D’altronde tutto il Barrow, con un sentiero che lo costeggia sempre, è una palestra del pleinair: passeggiate, bici, equitazione, canoa’
Poco prima di Carlow, sulla sinistra e in un panorama assai piacevole, si trova un’immensa fabbrica di zucchero, l’unica di tutta l’Irlanda. Se è estate e c’è il sole, troverete bagnanti o persone che prendono il sole sulla riva. Se piove, la navigazione non è delle più piacevoli perché chi tiene il timone deve necessariamente stare sotto l’acqua. A Carlow si può attraccare vicino al circolo dei canottieri e ammirare ciò che rimane del castello costruito dagli invasori normanni nel 1180. E’ stato teatro di numerose battaglie e le mura hanno subito severi danni nel 1650 sotto i colpi di cannone delle forze di Oliver Cromwell che riportò l’Irlanda sotto il dominio britannico. Ulteriori danni al castello, visibili a occhio nudo, vennero fatti nel 1800 dal nuovo proprietario, un possidente terriero, che volle ridurre lo spessore delle mura e allargare le strette finestre medioevali con cariche di esplosivo.In rovine è anche il castello di Leighlinbridge, conosciuto come Black Castle, che risale al XVI secolo; costruito e demolito più volte, il colpo finale lo ebbe proprio da Cromwell. In città si può ormeggiare vicino al ponte trecentesco, il più antico del Barrow. Gli abitanti vi parleranno di uno dei concittadini più celebri, dall’impronunciabile nome gaelico, morto negli Stati Uniti nella celebre battaglia in cui i Sioux sconfissero le truppe del generale Custer. L’attracco non è dei più facili per la forte corrente (in compenso, proprio di fronte al molo, si trova uno dei migliori macellai della zona). Il tratto di fiume verso Bagenalstown è uno dei più belli e si può ormeggiare prima di raggiungere la cittadina, in un tratto canalizzato, immersi completamente nel verde. La città, una volta importante nodo commerciale, non divenne mai la Versailles irlandese sognata da Lord Bagenal nell’Ottocento. Dei fasti di un tempo rimangono solo magazzini, granai in parte in disuso e alcuni palazzi. Per chi è alla guida dell’house boat, il tratto di fiume subito dopo la diga è particolarmente impegnativo per la corrente determinata da un canale e per la presenza di banchi di sabbia. Se doveste rimanere incagliati, l’unica via d’uscita è che qualcuno tiri via la barca dalla secca da terra, usando le cime: è più facile trovare aiuto, visto che è raro incontrare altre imbarcazioni nella navigazione sul Barrow. Il fiume scorre placido tra campi e immensi prati, per poi incontrare le rovine di un mulino e una fabbrichetta, segni del traffico commerciale di un tempo.
Una sosta merita Goresbridge, minuscolo paese che prende il nome dalla famiglia Gore, ricchi proprietari terrieri, il cui palazzo si può ancora scorgere dal fiume. Nel 1830 pare che vi vivessero ben 600 persone, oggi sono certamente meno. Proprio qui si tiene a settembre una delle più importanti aste di cavalli da competizione, nota a livello internazionale. Ogni anno passano di qui oltre quattromila purosangue. A due passi da Goresbridge si trova anche una delle tante testimonianze preistoriche che caratterizzano l’Irlanda, una tomba megalitica che risale al 2000 a.C.
La natura è bellissima lungo il Barrow e gli unici incontri sono con gli aironi cenerini che pescano in prossimità delle dighe; a un certo punto comincerete a intravvedere sulla sinistra dei boschi e, sullo sfondo delle colline che qui chiamano montagne, le Blackstar Mountains, alte ben… 700 metri. Non perdete questo passaggio, perché appena dopo la diga di Borris, all’altezza della confluenza con un fiumiciattolo, si trova un delizioso approdo. Qui potrete sostare nel verde e, in mezz’ora di cammino nel bosco, raggiungere il paese di Borris. Il querceto che vedrete è un’autentica rarità, perché il resto dei boschi è stato distrutto nei secoli per fornire legname alla flotta britannica. A Borris c’è il palazzo della famiglia MacMurrough Kanavagh, discendenti dei re di Leinster. Tra i membri più celebri della famiglia Art Og, che combatté valorosamente contro gli inglesi di Riccardo II. Scappato più volte, dopo essere stato catturato dai nemici, morì avvelenato nel 1417 e si racconta che la processione funebre per accompagnarlo alla tomba si sviluppò per 10 chilometri. Per questi e altri racconti basta andare negli ottimi pub locali: Joyce’s, il cui gestore è un becchino, vi darà tutti i dettagli, mentre O’ Shea’s, che di giorno è un casalinghi-ferramenta, propone birre e bevande varie accanto a letame e cazzuole. Un’esperienza unica, anche se nell’Irlanda rurale i pub che funzionano da emporio sono parecchi.
Da Borris si può prendere l’autobus per Kilkenny, nota meta turistica del sud dell’Irlanda. La città, della cui storia parlano le stradine medioevali ricche di case di mercanti e i pub, è da non perdere soprattutto per il castello e per l’abbazia duecentesca. Gli amanti della birra potranno invece visitare la fabbrica della nota rossa esportata in tutto il mondo, chiamata appunto Kilkenny o Smithwicks.
Breve, infine, la navigazione per Graiguenamanagh, splendida cittadina con un’abbazia cistercense del 1204, ricostruita quasi interamente ma ancora ricca di fascino. Qui è possibile affittare la house boat presso Valley Boats e fare lo stesso itinerario che vi abbiamo proposto controcorrente, oppure scendere qualche chilometro più a sud. La signora Arnie Poole dispone di tre imbarcazioni che sono dei veri e propri gioielli, curati nei minimi particolari. L’itinerario descritto può essere percorso in un tempo assai variabile: il noleggio è previsto solitamente per una settimana, anche se tre giorni sono sufficienti per godersi una prima esperienza di abitar navigando.

PleinAir 370 – maggio 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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