Valli Giudicarie, su e giù per borghi e castelli

Dolci declivi e sentieri montani praticabili in autunno, castelli e laghi, palafitte e musei, e persino un mercatino di Natale dalle atmosfere genuine: cosa volere di più? Da Tenno a San Lorenzo, quello tra le Valli Giudicarie è un finesettimana con i fiocchi.

Indice dell'itinerario

Modellate dagli andirivieni dei ghiacciai che migliaia di anni fa abbozzarono la struttura orografica del basso Trentino, le valli Giudicarie Esteriori appaiono in realtà come un vasto altopiano, interrotto qua e là da maestosi pinnacoli che le dividono in settori dai nomi ai limiti della stravaganza: Bleggio, Banale, Lomaso. Di quei tempi lontani, oltre ai monti che anticipano le più note vette dolomitiche della Rendena, rimangono anche splendidi laghi intorno ai quali si è costruita la storia di un territorio bello e poco noto.

Il tragitto per le valli Giudicarie

Per scoprirne i segreti conviene partire dall’alto Garda e inerpicarsi per i tornanti che in una decina di minuti conducono a Tenno e all’omonimo bacino. Considerato uno dei più puliti d’Italia, una volta liberato dalla presenza dei bagnanti che preferiscono le sue acque a quelle del vicino Benaco, il Lago di Tenno si svela al viaggiatore in tutta la sua bellezza. Un sentiero percorre l’intero perimetro e poi s’alza verso il borgo di Canale, gioiellino architettonico finalmente godibile senza sgomitare fra i visitatori che durante la bella stagione affollano vicoli e piazzette.

La strada prosegue alla volta di Fiavè, nella cui periferia è stata recuperata una straordinaria testimonianza storica. Sul sedime di un’antica torbiera, là dove ora si trova il biotopo Carera, un tempo esisteva un vasto lago di origine glaciale. Qui, alla fine dell’Ottocento, furono individuati i resti di un insediamento preistorico risalente all’incirca a seimila anni fa: dopo una lunga campagna di scavi vennero portati alla luce centinaia di pali su cui poggiava un esteso villaggio. La torbiera del Carera è visitabile liberamente (è in fase di realizzazione un nuovo centro visitatori), mentre i reperti sono stati raccolti all’interno del piccolo ma ricco Museo delle Palafitte che si trova in paese: tra gli oggetti più preziosi numerosi manufatti in legno perfettamente conservati.

Dasindo e Vigo Lomaso

Superato Fiavè si incontra subito dopo l’abitato di Dasindo, noto per aver dato i natali al poeta romantico Giovanni Prati, di cui è ben conservata la casa avita. A poche decine di metri sorge la cinquecentesca chiesa di Santa Maria, dove riposano le sue spoglie. Poco dopo ecco Vigo Lomaso: da qui, superata la palestra di roccia più nota del territorio, si può partire per una piacevole escursione in direzione della Lomasona, ampia vallata che in un paio d’ore di cammino conduce sui monti prospicienti il Lago di Garda.

In alternativa si possono raggiungere i ruderi del medioevale Castel Spine, edificato nel XII secolo e più volte distrutto; un’ala da poco restaurata non è visitabile in quanto dimora privata, ma il colpo d’occhio dall’esterno merita comunque la deviazione. Un paio di tornanti prima svetta il campanile della pieve di San Lorenzo, la più antica delle valli Giudicarie: considerata la più importante chiesa in stile romanico del Trentino, conserva un raro battistero poligonale e un portale duecentesco di pregevole fattura. Imboccando nei pressi l’agevole sentiero per Malga Vigo in poco meno di un’ora si sale al Monte San Martino, dove sono stati portati alla luce i resti di un oratorio e di una fortezza medioevali.

Tornati sulla strada principale e presa la direzione di Ponte Arche, si arriva in un paio di minuti a Campo Lomaso dove troneggia la variopinta architettura di Villa Luti (o Villa di Campo), tra- sformata oggi in un albergo di lusso; di fronte al Municipio, caratterizzato da un loggiato ispirato alle medesime forme, parte la deviazione che conduce a Castel Campo, costruito nel XII secolo e più volte rimaneggiato fi no ad assumere la conformazione attuale, dopo il restauro a cui lo sottopose il capostipite della famiglia che ancora oggi lo abita.

Castel Restor

Utilizzato come spazio per l’allestimento di spettacoli durante la stagione estiva, può essere visitato previa prenotazione. Un altro bel castello doveva essere quello i cui ruderi, in particolare la possente torre di guardia, si stagliano alle spalle dell’abitato di Vergonzo, ovvero Castel Restor: edificato nel XIII secolo, divenne ben presto proprietà dei conti d’Arco, ma sul suo possesso si scatenarono le mire di milanesi e veneziani, le cui scaramucce lo ridussero nelle attuali condizioni.

Di lì a Ponte Arche il passo è davvero breve: si tratta di un passaggio obbligato se si vuole superare la Sarca, principale affluente del Lago di Garda, e salire sul versante opposto della vallata formata dal fiume. La località è nota per le Terme di Comano, specializzate nella cura delle malattie dermatologiche e immerse in un arioso parco botanico.

Castello di Stenico

Al di là della Sarca si affaccia il possente castello di Stenico, uno dei più antichi della regione, costruito su uno sperone roccioso e antico villaggio del popolo degli Stoni; divenuto proprietà dei Principi Vescovi di Trento, costituì il loro avamposto fortificato nelle valli Giudicarie. Oggi ospita mostre e concerti, oltre a un piccolo museo dedicato alla storia del territorio. Il fragore che si percepisce a poche centinaia di metri è quello della cascata del Rio Bianco: un breve sentiero lungo un piccolo giardino botanico ne risale il corso fi no a un ponticello che permette di ammirare da vicino il salto delle acque.

Facendo infine rotta per il Lago di Molveno e la val d’Ambiez s’incontrano in rapida successione le frazioni di Andogno, Tavodo, Dorsino e San Lorenzo, borghi rurali in cui l’architettura di montagna ha mantenuto le specificità delle origini grazie a una sapiente opera di valorizzazione. Da vedere in particolare a Tavodo la chiesa di Santa Maria Assunta, la cui prima pietra venne posta alla fi ne del XII secolo, mentre a Dorsino si può ammirare la chiesa di San Giorgio, affrescata nel Cinquecento da Cristoforo Baschenis.

San Lorenzo

Superato San Lorenzo, inserito nella lista dei Borghi più Belli d’Italia, si rende necessaria una deviazione alla volta di Deggia e Moline, dove anticamente correva la strada romana che metteva in comunicazione il Nord Europa con il Lago di Garda e la Pianura Padana. Oltrepassato l’ottocentesco santuario della Madonna di Caravaggio si giunge in breve al laghetto di Nembia. La passeggiata nell’oasi naturalistica che circonda il piccolo specchio d’acqua – percorribile a piedi in poco più di un’ora e opportunamente descritta da pannelli informativi – è la perfetta conclusione del nostro percorso in quest’angolo del Trentino tutto da esplorare.

Aspettando il Natale

Rango, il primo dei paesi della zona a potersi iscrivere alla prestigiosa lista dei Borghi più Belli d’Italia, è anche sede di uno dei mercatini di Natale più originali del Trentino. Ricavato negli androni delle case contadine e nelle piazzette del suo bel centro storico, accoglie ogni anno centinaia di appassionati che qui riescono a trovare ancora quell’autentica atmosfera natalizia che altrove inizia un po’ a declinare. Grande attenzione è riservata agli oggetti da mettere in vendita e alle iniziative con cui accompagnare la visita alle bancarelle, tutte improntate alla tradizione più genuina.

Il salame con le rape

Fu un macellaio di San Lorenzo in Banale (oggi San Lorenzo Dorsino), alla fine dell’Ottocento, a creare la ciuìga mescolando carne di maiale macinata, rape lesse e aromi e dandole una forma che ricorda quella di una pigna d’abete (nel dialetto locale chiamata appunto ciuìga). Se mangiata fresca, va fatta bollire per una ventina di minuti e poi accompagnata con polenta, crauti o patate; se invece è stagionata, può essere conservata e tagliata a fette come un normale salame. Oggi divenuto presidio Slow Food, il prodotto viene celebrato durante una sagra che si tiene ogni anno tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre.

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