Val Passiria: a un passo dal confine austriaco

Da Merano al Passo del Rombo, la valle tracciata dal vivace corso del fiume Passirio è la base di partenza per panoramici trekking di ogni livello nel versante nordorientale del gruppo del Tessa... ed è anche un luogo ricco di storia!
Uomo su montagna Cima delle Anime

Indice dell'itinerario

Verdissima e profonda, la Val Passiria è poco nota agli appassionati di montagna italiani. Le vette che si alzano lungo la frontiera con l’Austria – come l’Altissima (Höhe Wilde), la Cima delle Anime (Seelenköfel) e il Monte Principe (Hoher First) – sono frequentate soprattutto da escursionisti e alpinisti locali, ma si può arrivare anche in camper.

Dalla parte opposta, a sud-est, la rocciosa Punta Cervina (Hirzer Spitze) separa la bassa Val Passiria dagli altopiani di Merano 2000 e del Renon. Verso nord, oltre le creste sassose che circondano le miniere di Monteneve si distendono i ghiacciai della Cima di Malavalle (Sonklarspitze). A sud-ovest, oltre i pascoli di Plan, valloni aspri e solitari conducono verso la Cima Fiammante (Lödner Spitze) e le altre vette del massiccio di Tessa, tutelato da uno dei parchi più vasti e selvaggi dell’Alto Adige.

Rifugio Monteneve

I paesi della Val Passiria

I paesi all’imbocco della Val Passiria, e in particolare Ri­fiano (Riffian) e Saltusio (Saltaus), vengono spesso utilizzati come base da chi decide di trascorrere le proprie vacanze a Merano. Si affaccia sull’imbocco della valle l’imponente Castel Schenna, uno dei più ricchi di storia dell’Alto Adige.

Sentiero Malga Faltschnal

San Martino (Sankt Martin), San Leonardo (Sankt Leonhard) e Moso sono invece veri paesi di montagna, ottimo punto di partenza per chi vuole camminare verso malghe e rifugi, dedicarsi all’ar­rampicata sportiva, utilizzare la mountain bike sugli sterrati o salire verso i passi su una bici da strada, o ancora per effettuare discese in kayak e praticare il rafting sulle acque limpide e tumultuose del Passirio.

Chi vuole ammirare il fiume in modo più tranquillo può seguire il viottolo (Passeier Weg) che lo costeggia nella parte bassa della valle, percorribile anche in bici. Breve e di gran­de suggestione la passeggiata da San Martino verso la base della cascata di Val Clava (o di Val Passiria), ben visibile dalla strada di fondovalle.

Ai piedi dell’Altissima

Da Moso si percorre per dieci chilometri la Val di Plan fino a Plan (Pfelders), piccolo nu­cleo di case e alberghi che sorge a 1.600 metri di quota. Qui iniziano le comode passeggiate verso belvedere e malghe con servizio di ristoro, i lunghi sentieri verso i rifugi Petrarca (Stettiner Hütte, in fase di ristrutturazione, offre al momento solo servizio di bar-ristorante) e Plan (Zwickauer Hütte) e facili itinerari alpinistici che conducono alla Cima delle Anime e all’Altissima, toccando rispettivamente i 3.489 e i 3.480 metri.

Plan e l’Altissima

La strada sterrata che prosegue oltre Plan conduce gli escursionisti a piedi o in mountain bike lungo la Valle di Lazins fino alle malghe in legno della Lazinser Hof (1.772 metri), affacciate sulle acque spumeggianti del torrente, e all’austera Lazinser Alm (1.860 metri), ai piedi delle rocce dell’Altissima, che si raggiunge dopo aver attraversato un pianoro.

Da Plan si può salire in cabinovia fino ai 2.000 metri della Grünboden Hütte, cuore d’inverno del piccolo ma apprezzato comprensorio sciistico della zona. Da qui si pro-segue a piedi sul bellissimo Sentiero Panorama che corre a mezza costa tra blocchi di granito, pini cembri e rododendri offrendo ampi panorami sulle cime più alte della Val Passiria.

Lazins Hof

Una discesa tra i pascoli porta alla Faltschnal Alm, altra piacevole malga-ristorante da cui si prosegue in uno splen­dido bosco di larici fino alle malghe del Lazinser Hof, ac­canto al torrente di fondoval­le. Tornando subito indietro si cammina per un paio d’ore, se si prosegue verso la Lazinser Alm occorre un’ora in più tra andata e ritorno.

In cima all’Altissima

È necessario un buon alle­namento per affrontare il sen­tiero – comodo ma ripido e faticoso – che da Plan conduce ai 2.979 metri dell’omonimo rifugio, in una conca innevata per buona parte dell’anno e sorvegliata dalle rocce della Cima delle Anime e della Cima di Plan.

Il gestore del rifugio Plan Heinz Leitner

Il terrazzo dell’edificio è uno straordinario belvedere sulla valle e sulle montagne di Tessa, ed è il luogo migliore per rilassarsi e assaporare l’ottima cucina del gestore Heinz Leitner e dei suoi collaboratori. Nelle giornate più calde è bene affrontare questo sentiero, che richiede da tre a quattro ore di salita, partendo molto presto al mattino; fino a estate inoltrata vi si possono incontrare dei nevai.

Dal rifugio un percorso a carattere alpinistico conduce verso la Cima delle Anime. S’inizia per un facile sentiero, si superano dei gradini rocciosi e si prosegue su una cresta a tratti aerea scavalcando qualche masso e oltrepassando dei ripidi nevai.

Rifugio e vista panoramica

La grande croce in legno della cima, sul crinale tra la Val Passiria e la Ötztal, è uno straordinario belvedere sulle Alpi centrali e orientali. Chi non ha esperienza di alta mon­tagna, per salire fin quassù, deve affidarsi all’esperienza e alla corda delle guide alpine locali.

Croce in legno sulla vetta di Cima delle Anime

Passi di storia

San Leonardo in Passiria, nella parte bassa della valle, si scopre una pagina importante della storia dell’Alto Adige e del Tirolo. Accanto alla storica locanda del Sandwirt e a un tratto di strada selciata di due secoli fa, un edificio moderno ospita il Museo della Val Passiria. Al suo interno armi e quadri, lettere autografe e vestiti raccontano la storia di Andreas Hofer, l’oste e com­merciante di cavalli che nel 1809 si mise a capo della rivolta tirolese contro bavaresi e francesi: catturato e tradotto a Mantova, venne qui fucilato il 20 febbraio 1810 (si veda il riquadro a pagina 99). Al piano superiore del museo si visita una raccolta dedicata alle tradizioni popolari della valle. All’esterno è stato ricostruito un maso con fucina del fabbro, mulino ad acqua, granaio, forno e abitazione del contadino.

Cappella San Leonardo, affresco di Hofer

L’immagine di Hofer campeggia anche sulla facciata della parrocchiale di San Leonardo, costruita nel 1116. Sopra il paese si trova l’unica torre superstite di Castel Giovo, deco­rata da affreschi rinascimentali. Fuori dal cimitero, e quindi dalla terra consacrata, c’è il terreno dove riposano 230 soldati francesi caduti nel 1809 in uno scontro con le milizie locali.

È legata alla storia di Andreas Hofer anche la Malga Pfandler, una delle più antiche di queste valli, dove il patriota tirolese si nascose e venne catturato dai francesi. Il percorso più comodo per raggiungerla segue una strada che sale da San Martino in Passiria. Dal punto in cui il tracciato è chiuso al traffico, una comoda passeggiata di un’ora porta alla malga e alla bella radura a 1.349 metri di quota che la ospita. Il vecchio edificio è oggi dépendance del museo di San Leonardo, mentre quello nuovo è un bar-ristorante.

Un sentiero per esperti

Ai camminatori allenati consigliamo di arrivare fin qui seguendo un bellissimo (e molto più lungo) sentiero a mezza costa che inizia dai pascoli di Klammeben, ai piedi della Punta Cervina, Hirzer Spitze in tedesco, che si rag­giungono con l’omonima funivia da Saltusio.

Dalla Hirzer Hütte, accanto all’arrivo dell’impianto, si seguono i segnavia n. 1 e del Sentiero Europeo E5 in dire­zione della Tallner Alm, della Hinteregger Alm e della Mahd Alm, tutte malghe con servizio di ristoro. Poi il sentiero riparte in salita tra i larici, continua in diagonale nel bosco, aggira una cresta rocciosa, traversa un selvaggio vallone e sale a un crinale a 2.120 metri di quota (è il punto più alto del percorso) che offre un bel panorama sul gruppo di Tessa e sulle lontane vette dell’Ortles.

Sentiero dalla Hirzer alla Pfanderl Alm

Da un bivio si scende a sinistra fino a una croce su un crinale, poi si continua in discesa in un fitto bosco di larici e poi di abeti fino alla Malga Pfandler. Per la strada sterrata e dopo per la vecchia mulattiera si scende nel bosco fino a un posteggio (1.025 metri), dove è possibile farsi venire a prendere oppure lasciare in precedenza un’auto. Fin qui si cammina per tre ore, la prosecuzione fino a San Martino in Passiria richiede un’ora in più.

Verso il passo del Rombo

Il tratto della Val Passiria che da Moso sale verso il Passo del Rombo offre paesaggi meno boscosi, spesso aspri. Superato di tre chilometri il bivio per le case di Corvara (Rabenstein), da un posteggio con cartelli, un viottolo in salita sulla destra che dev’essere seguito a piedi consente di raggiungere il cuore dell’area mineraria di Monteneve, per lungo tempo la più alta d’Europa; nel periodo estivo il posteggio è collegato da San Leonardo e da Moso con dei bus navetta.

Ciclisti e motociclisti al Passo del Rombo

Oltre l’inizio del sentiero per Monteneve, superata la conca erbosa di Belprato (Schönau), la strada inizia a salire verso il Passo del Rombo (Timmelsjöch), il più importante valico alpino tra il Passo di Resia e il Brennero. Citato per la prima volta in un documento del 1241, il Passo del Rombo per secoli ha offerto una via di comunicazione diretta tra l’alta valle dell’Inn da un lato e Merano e Castel Tirolo dall’altro. I portatori della Valle di Ötz trasportavano verso sud lino, speck e strutto, e in direzione inversa vino, distillati e aceto.

Scultura al Passo del Rombo

Il bunker di Moso

Dopo la Grande Guerra, quando l’Alto Adige diventò italiano, il passo iniziò a essere utilizzato dai contrabbandieri. La strada, che come i bunker di Moso fu voluta da Benito Mussolini, è stata inaugurata solo nel secondo dopoguerra. È aperta durante il giorno (il traffico notturno è vietato) e offre un percorso spettacolare, in ambiente severo, molto ap­prezzato da motociclisti e ciclisti. Il tratto sul lato italiano è gratuito, mentre quello in territorio austriaco è a pedaggio.

Bunker al centro visita di Moso

Nel 2010 su entrambi i lati del valico è stato inaugurato il Museo del Passo, progettato dall’architetto altoatesino Werner Tscholl. Si articola in cinque stazioni (il Ponticello, il Contrabbandiere, il Museo del Passo, il Telescopio e Gra­nat), tutte a ingresso gratuito, dove i viaggiatori possono scoprire la storia, la natura e la cultura della regione. Il museo vero e proprio, poggiato su un macigno di granito, si sporge dal versante tirolese a quello altoatesino e ospita foto e documenti che ricordano la storia del valico e degli uomini che l’hanno attraversato.

Museo esterno

Il Ponticello, la struttura metallica dotata di pannelli informativi che sorge accanto alla stazione di pedaggio di Hochgurgl, offre un panorama straordinario sulla Ötztal e sulle sue cime che svettano ben oltre i tremila metri di quota. Ma siamo nel cuore del Tirolo austriaco: la Val Passiria qui è ormai un ricordo.

Il museo nel bunker

Se volete guardare uno stambecco negli occhi, andate a Moso in Val Passiria. A picco sulle case del paese, il centro visite del Parco Naturale di Tessa è stato realizzato in un bunker del Vallo Alpino Littorio, la linea fortificata – ribattezzata “Linea non mi fido” – che venne costruita alla fine degli anni Trenta sul confine austro-tedesco.

Oggi negli spazi del bunker e nella torre di acciaio e vetro che gli s’affianca sono esposti fotografie e pannelli informativi sulle montagne e sul parco, reperti archeologici, mappe, postazioni audiovisive, immagini d’epoca. Lapidi e croci ricordano i valligiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale, sia in Galizia (l’antica regione oggi divisa tra Polonia e Ucraina) che sulle Dolomiti e sull’Ortles.

Moso, centro visita

Una scala a chiocciola in cemento conduce al piano di combattimento del bunker, con tre postazioni per mitragliatrici in grado di sbarrare la strada che scende dal Passo del Rombo. Come gli altri cinque piccoli fortilizi costruiti in Val Passiria, anche quello di Moso non è mai stato utilizzato in guerra. Alla fine della salita si esce all’esterno e ci si affaccia su un bel panorama che spazia su Moso e la Val Passiria. Gli stambecchi dell’area faunistica del parco si lasciano osservare tra i larici mentre utilizzano una mangiatoia; nelle giornate più calde vanno in cerca di frescura accanto ai muri in cemento del bunker, a pochi metri dalla passerella e dalle scale utilizzate dai visitatori.

Il comandante Hofer

A cambiare la vita di Hofer fu il passaggio del Tirolo alla Baviera dopo la sconfitta dell’Austria da parte di Napoleone. I bavaresi imposero nell’odierno Alto Adige la coscrizione obbligatoria e riforme antireligiose poco gradite ai montanari. Furono i parroci a proclamare la Kirchenkampf, la guerra delle chiese.

Il museo

Andreas Hofer divenne il leader del movimen­to antibavarese e poi il suo comandante in battaglia: l’11 aprile 1809 sconfisse l’esercito bavarese a Vipiteno e tre giorni dopo entrò a Innsbruck. Bavaresi e francesi furono ancora sconfitti il 25 e il 29 maggio nelle due battaglie combattute sul Berg Isel. Ad agosto Andreas Hofer divenne il comandante supremo del Tirolo.

Poi il vento cambiò all’improvviso.

A novembre Hofer fu sconfitto da bavaresi e francesi in un’altra battaglia al Berg Isel, si diede alla fuga ma fu catturato nella Pfandler Alm, in Val Passiria. Condotto a Mantova, venne condannato da un tribunale militare francese e fucilato il 20 febbraio 1810. Sembra che le sue ultime parole siano state “Franz, questo lo devo a te!”. Una frase riferita a Francesco I, l’imperatore austriaco che nel 1804 era passato dalla parte di Napoleone.

Pflandler Alm

Oggi la salma di Hofer riposa nella Hofkirche di Innsbruck. Nel 1896, accanto al Sandwirt, è stata costruita una cappella affrescata. Il canto popolare Zu Mantua in Banden (A Mantova in catene) è l’inno del Land austriaco del Tirolo e della Provincia di Bolzano.

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