Maremma pop, la Val di Cornia in camper

Pop perché popolare, per tutti: così è il territorio della Val di Cornia, dove sbizzarrirsi fra parchi minerari e aree archeologiche, passeggiate nella natura e in borghi medioevali. E dove soste attrezzate, agriturismi e campeggi lasciano ai viaggiatori pleinair l’imbarazzo della scelta

Indice dell'itinerario

Nell’immaginario turistico la Toscana è rappresentata dalle immagini delle città d’arte, delle colline del Chianti e delle Crete Senesi, ma c’è molto di più da sco­prire. Uno dei luoghi meno battuti dalle rotte turistiche – e per questo ideale per chi viaggia nello spirito pleinair – è la Val di Cornia, che si estende nella parte meridionale della provincia di Livorno.

Il Museo Archeologico

Sul territorio della Val di Cornia gli Etruschi hanno lasciato tracce della loro civiltà, e oggi si può rivivere qualche ora nel passato visi­tando un interessante parco archeologico. Affacciata sul Golfo di Baratti si trovava l’unica città etrusca sul mare: attraverso un bel percorso scopriamo le vicende di Populonia dalla fondazione alla conquista capitolina, d’epoca repubblicana. La necropoli lambisce la spiaggia, mentre sul poggio si trova l’acropoli con l’area sacra dei templi. Per completare l’ap­profondimento storico ci trasferiamo al Museo Archeologico del territorio di Populonia, che si trova nei pressi del centro storico di Piombino: qui non ci annoiamo tra ritrovamenti straordinari e ricostruzioni della vita quotidiana e degli am­bienti etruschi e romani.

La teca dell’anfora d’argento al Museo del territorio di Populonia
La teca dell’anfora d’argento al Museo del territorio di Populonia

Piombino

Tra gli oltre duemila reperti esposti non ci sono solo oggetti rinvenuti negli scavi, ma anche testimonianze di varie epoche che giungono dagli abissi: il pezzo più noto della collezione è infatti l’anfora d’argento, un capolavoro finito in mare durante un naufragio e rinvenuto da un pescatore nel 1968. È un contenitore per il vino che risale al IV secolo, decorato con le figure di varie divinità pagane. Usciti dal museo passeggiamo per Piombino – dai più conosciuta come punto d’imbarco per l’Elba – che si rivela una piacevole sorpresa: un giro tra i vicoli e il porticciolo per poi affacciarci su Piazza Bovio e godere il panorama verso l’isola, che al tramonto toglie il fiato.

La tappa successiva è il Parco Archeominerario di San Silvestro, che si trova sulle colline di Campiglia Marittima. Visitiamo il museo che illustra la storia della miniera con immagini, oggetti e plastici: questo luogo distribuì la vita, dando il pane a chi lavorava, e la morte, per gli incidenti sul lavoro e le malattie che le polveri provocavano. Ci im­mergiamo nelle viscere della terra attraverso i cunicoli e le gallerie della Miniera del Temperino e, accompagnati da una guida esperta e con tanto di elmetti, andiamo alla scoperta della vita dei minatori. Poi risaliamo in superficie e, con un trenino, ripercorriamo il tragitto dei minerali estratti nella Galleria Lanzi-Temperino, completando così la visita di un sito che affascina grandi e piccini.

Un giallo trenino consente di scoprire in modo facile e divertente il Parco Archeominerario di San Silvestro
Un giallo trenino consente di scoprire in modo facile e divertente il Parco Archeominerario di San Silvestro

Bolgheri

Dopo tutte queste esplorazioni decidiamo di concederci una pausa di relax presso un agricampeggio, e per arrivarci percorriamo l’Aurelia vecchia fino al famoso Viale dei Cipressi che collega l’oratorio di San Guido a Bolgheri. La strada fu resa immortale da una celebre ode di Giosuè Carducci, il poeta versiliese insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1906: guidiamo fra “i cipressi alti e schietti” disposti “in duplice filar” e prima di arrivare all’abitato giriamo sulla Via Bolgherese per Castagneto, lungo la Strada del Vino Costa degli Etruschi. Tra vigneti e uliveti raggiungiamo l’agriturismo Eucaliptus, il cui proprietario è un giovane imprenditore che nel 2013 ha vinto il concorso nazionale dedicato alle buone pratiche dell’agricoltura diventando anche protagonista di un documentario.

Il lungo viale di cipressi che conduce a Bolgheri fu reso immortale da Giosuè Carducci nella celebre lirica Davanti San Guido
Il lungo viale di cipressi che conduce a Bolgheri fu reso immortale da Giosuè Carducci nella celebre lirica Davanti San Guido

Suvereto

Il giorno seguente, dopo una sosta rinfrancante presso uno dei numerosi parchi termali della zona, continuiamo il nostro andar per borghi con una passeggiata a Suvereto, suggestivo paese medioevale cinto da mura che deve il nome ai boschi di sughero che lo circondano. Il weekend volge al termine e sulla nostra cartina ci sono alcune località cerchiate che non abbiamo fatto in tempo a visitare: San Vincenzo, con il litorale di sabbia chiara e fine, e Sassetta, arroccata su uno sperone roccioso e immersa nel verde fra itinerari per escursioni a piedi, in bici e a cavallo. Vorrà dire che dovremo tornare…

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